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Visualizzazione di contenuti con la più alta reputazione da 13/07/2009 in Blog Entries

  1. Si ringrazia Great Mazinkayser per il materiale fornito. Tutto è iniziato nel mese di maggio del lontano 2009 a causa della discussione sullo Shin Mazinger con i primi flame e con l'uscita di Saotome contro Icarius ed il successivo intervento di Tetsuya, Handesigner etc.... Era il tempo dell'asilo mariuccia per intenderci; quando io, Saotome e Tetsuya eravamo moderatori del forum, ma andando con ordine temporale si può dire che tutto incomincia il 15/05/2009... Godzilla estromette Saotome dalla sezione protetta Elite e lo scrive nella discussione protetta “Elite si evolve” e lì avvengono un po' di post belli caldi tra i diversi utenti per capire il motivo di questo taglio, visto che, ovviamente, non vi erano motivi o presupposti se non la sua scarsissima presenza in quel periodo ed infatti Godzilla non esprime nessuna valida motivazione. Intanto Godzilla manda un PM a Saotome per avvertirlo dell'esclusione e visto che, in quel periodo, ero in contatto con Saotome per capire cosa stesse succedendo ed il perchè di alcune sue uscite, gli chiedo se nella sua risposta in PM aggiunge delle cose da parte mia.... Parte del PM di Saotome a Godzilla 15/05/2009 A questo punto Salvatore mi contatta con un PM ed io rispondo dopo questo mio Pm salvatore non mi risponde più; tanto che penso ad un qualche problema di forumfree, e glielo chiedo in una discussione della quale non mi ricordo l'oggetto e lui mi risponde che lo ha ricevuto e lo ha letto, ma non ha nulla da dire. Non ci sono più discussioni o chiacchiere ed io, visto il clima, incomincio a girare per altri forum. Intanto, verso fine agosto, avvengono ulteriori casini sul forum e se ne discute in Elite, il più sorprendente di tutti è ovviamente il ban di tetsuya e poi quello successivo di Sirtao dove viene detto che copiava i post del forum di Nagai.net per sputtanare tutti gli utenti su un altro forum (non mi ricordo se plus, plus-chan o altro). Nella discussione siamo intervenuti un po' tutti, e dove contro tetsuya ne sono state dette di tutti i colori, ma ad un certo punto salvatore chiude la discussione con il seguente post inserendo una citazione di un post preso da un altro pluschan: SENZA commentare inserisco il post integrale citato da Godzilla nel suo post di chiusura Poi dico due parole sulla faccenda di cosa è necessario aver visto e letto prima di SM... credo che Max poi l'abbia spiegato meglio nell'ultimo post, non è che sia indispensabile aver letto i manga di Nagai e visto altre serie che vengono citate SM è godibile anche da solo (e così deve essere) non essendo il seguito di nulla ma un retelling a se stante... però diciamo che se hai già idea di come dirige Imagawa e riconosci le citazioni ti diverti molto di più, ma questo non è certo un difetto, è un qualcosa in più che alcuni possono godere, altri no, ma questi non è che non possono comunque capire la storia, le spiegazioni necessarie al momento giusto vengono date se poi uno non riconosce Tsubasa perché non ha letto VJ amen, anche perché il personaggio ha tutta un altro ruolo (che viene abbondantemente approfondito), semplicemente costui non inizierà a sclerare appena apparsa in video (come ho sclerato io col manga di GR dove appare all'inizio Gaia di Mars ) Questo qui di seguito era il link di provenienza del post e della discussione dove chiaramente si vedeva che il post citato non era scritto da Tetsuya come invece fatto intendere da Godzilla Dopo diversi giorni, il 15/09/2009 per l'esattezza, apro una discussione ironica in Nagai.net Il giorno dopo, ben quattro mesi circa dal mio Pm, salvatore finalmente mi scrive un PM non capendo il senso di tale Pm, ho pensato all'inizio che avesse sbagliato utente, non l'ho considerato, ma poi mi sono accorto che in alcune discussioni, Salvatore inseriva nei suoi post anche delle diciture dove indicava che io non rispondevo ai suoi PM. Come è successo nella discussione della pubblicità degli artisti del forum, tipo questo : a quel punto ho risposto e lui mi ha risposto così : e dopo qualche ora mi ritrovo il bel post di icarius che, non mi vergogno a dire, mi ha fatto ribollire veramente il sangue. a quel punto rispondo mettendo lo spoiler, Questa la risposta di Salvatore nella discussione in spoiler Quasi esattamente un mese dopo, senza nessun preavviso, vengo estromesso da elite contemporaneamente all'apertura della Fortezza Mikeros da parte di Danilo, Valentina, Andrea e Michele che mi invitano a frequentarla. Invito che, da quel che so era stato mandato anche ad altri utenti. Visto che proprio in quei giorni stavo avendo uno scambio di Pm con un altro utente moderatore di Nagai su dei modellini dei Master, gli chiedo se non ci fosse stato un errore, ma mi viene risposto. Mia risposta risposta del moderatore mio PM risposta del moderatore Ci sono stati altri Pm vari tra me ed il moderatore di Nagai, e vengo anche a scoprire che Godzilla in elite ha scritto che chi si fosse presentato nel forum della Fortezza sarebbe stato estromesso da Elite. Dopo un più di un mese di silenzio dal mio esonero da Elite e diverse discussioni su Nagai contro la la Fortezza Mikeros, come editti, guerra dei cloni etc..., Salvatore mi manda un nuovo PM. Onestamente sono rimasto sbalordito dal PM improvviso di Salvatore, e mentre stavo pensando a cosa rispondere ricevo un sms dal Moderatore di Nagai che mi informa di essere uscito dallo Staff. Ovviamente gli chiedo il motivo e lui mi rispose che era stufo di vedere Salvatore girare le cose che avvenivano, scrivendo per esempio nelle aree protette che si era riappacificato con Blackgetter, cosa che in realtà non era mai successa visto che l'ex moderatore di Nagai e Blackgetter si sentivano periodicamente e di conseguenza sapeva come stavano realmente le cose etc... A quel punto confermo all'ex moderatore, che Blackgetter non aveva ricevuto nessun messaggio da Salvatore, se no l'avrei saputo, visto che ero entrato nello staff della Fortezza Mikeros. Ma avviso che invece avevo appena ricevuto un PM da Godzilla ed a questa mia affermazione lui risponde che probabilmente Salvatore stava cercando una persona per sostituirlo visto la sua esclusione dallo Staff. Rispondo al Pm di Salvatore Risposta di Salvatore dopo qualche ora mi arriva un ulteriore PM di Salvatore Questa la mia risposta Dopo questo mio Pm, Salvatore non ha più risposto fino a quando non ho postato il mio raccontino di Natale, dove è successo quello che è successo e che inserirò nella Seconda parte, ma invece di commentare il racconto lui ed icarius si sono lasciati andare a frecciatine etc...
    3 punti
  2. Come tutti gli anni, anche questa estate mi sono recato in Giappone (questa volta con Pochi e Tama). Tuttavia la tabella di marcia è stata un po' modificata rispetto al solito. Infatti dopo l'atterraggio avvenuto a Narita (con i sempre splendidi aerei Alitalia con i televisorini che non funzionano) prenotiamo i biglietti per andare direttamente a Osaka! Quest'anno il railpass ha cambiato faccia e aspetto interno. Forse l'onda in copertina non era più una bella idea, per cui ecco svettare un solitario monte Fuji. Ad ogni modo, la scelta di itinerario è stata ottima. A Tokyo diluviava, mentre per le 15:30 eravamo già nella placida zona sud di Osaka sotto un cielo sereno e senza umidità (quest'ultima invece è una rarità). Ovviamente confermato l'hotel dell'anno scorso, con i conseguenti ritmi rilassanti. Con calma si è pranzato (be' sì, un po' tardi, ma era l'amato kaiten sushi davanti all'hotel), poi fatto un giro nella vicina Denden Town per un primo assaggio di negozi (ma cmq già fruttuoso). Infine cena classica a Dotonbori, con yakisoba e okonomiyaki. Il giorno successivo, martedì, al giusto orario (relax) ci dirigiamo per mete turistiche... e la scelta programmata è sempre Kyoto. Anche dopo tutti questi anni di visite, ha sempre templi e luoghi per noi ancora inediti. La mattina si visita con scioltezza il Sanjusangendo, il tempio che raccoglie al suo interno più di mille statue uguali della Kannon. Purtroppo non era possibile fotografarle, a memoria del fatto che giapponesi facevano i modellini in serie già nel XII secolo! Con calma poi ci dirigiamo alla meta pomeridiana, con ristorante scelto lì vicino per avere un maggiore comfort. Io mi mangio un chahan (una scelta che ripeterò spesso quest'anno), mentre Pochi si fa tentare da un'esotica Pepsi Cola gusto anguria! Era meglio che non la assaggiava! Ma eccoci finalmente al palazzo imperiale. E' una visita che deve essere prenotata in anticipo di almeno due mesi ed è guidata. Ma si fa tutto tranquillamente via internet. Ho scelto la guida in inglese visto che del mio gruppo solo io so il giapponese. Ovviamente il rovescio della medaglia è che ci troviamo con gruppone di stranieri variopinto e disordinato. Il bello della visita è stata proprio la spiegazione della guida, che ci fornisce la chiave di lettura per tutto quello che vediamo e ci fa notare dettagli altrimenti sfuggenti. Il palazzo in sé è comunque molto bello, ma poterlo vedere solo da fuori ne diminuisce un po' l'appeal. Dopo una merenda da Dipper Dan (catena di crepes molto amata da Tama) torniamo quindi a Osaka dove, approfittando di essere a Umeda, facciamo un salto al Mandarake relativo. Per raggiungerlo ci vuole sempre un po', perché nonostante sia una meta fissa i dedali sotterranei della stazione di Osaka ci confondono sempre. La visita è cmq poco più di un proforma, dato che non trovo niente che mi interessi (Tama invece trova sempre qualcosa da comprare). Cambio di giorno. Nella mattinata del mercoledì ci dirigiamo al tempio di Sumiyoshi Taisha, il principale dei templi shintoisti della città di Osaka. E' completamente deserto, per cui possiamo girarlo con calma e soffermarci sui suoi vari dettagli come i tipici tetti a capanna. Per pranzo si torna al sushi davanti all'hotel, quindi inizia il giro esaustivo alla DenDen Town, seguito dalla visita al Mandarake Grand Chaos. Gli acquisti sono fruttuosi, tanto che trovo quasi tutti i pezzi che più desideravo. Fra cui la New God Phoenix della Fewture, fresca fresca di produzione. La scatola pesa un sacco, per cui decido che sarà questo il modello che porterò a casa a mano, mentre il resto verrà spedito via posta o riposto nello zaino. Il giovedì si consuma la tragedia. L'idea era di mostrare a Tama com'era Fukuoka, dato che l'anno scorso ci aveva dato buca. Da Shin Osaka ad Hakata ci sono 2 ore e mezza di treno, per cui partendo per le 10 si arriva comodi per fare pranzo in loco, visitare e rimanerci 5 orette per poi tornare indietro. In effetti gli orari sono stati questi, ma dopo il pranzo a Tenjin le 5 ore vengono bruciate tutte all'interno del Mandarake. Sigh. (e non ho nemmeno trovato nulla di interessante per me). Il venerdì mattina ci rechiamo a Kobe. L'idea è visitare la Kobe Port Tower (non ci eravamo mai saliti) e quindi pranzare con la fantastica yakiniku di manzo locale. In realtà ok, la meta vera era il manzo e la torre una scusa. Ad ogni modo la vista del porto di Kobe dall'alto è stata molto suggestiva, e all'interno della torre si trova un simpatico bar "rotante". Tu rimani seduto a mangiare e il pavimento gira facendoti vedere tutto il panorama a 360 gradi! Sarebbe stato carino fermarsi lì, ma la yakinuku ci aspettava! Il pomeriggio ci vede a un ultimo ritorno alla Denden Town, che però si rivela meno superfluo del previsto dato che completo l'acquisto dei modellini in wish list. Un po' per il cambio pessimo e un po' per il poco spazio a disposizione, i miei acquisti di toys si fermano qui. Verso sera c'è giusto il tempo per inscatolare quello che non posso portarmi dietro a mano o nello zaino e spedirlo in Italia. Dopo essere tornati in diversi ristoranti consolidati per le altre cene, questa volta proviamo a vagare un po' per la città sotterranea di Nanba e troviamo un ottimo ramen che offre un piatto a metà fra il tonkotsu di Fukuoka e quello di Kumamoto. Non è nessuno dei due, ma è molto buono. I giorni a Osaka sono ormai finiti, e l'itinerario prevede di spostarci alla prossima tappa. Il sabato in tarda mattinata si parte per Nagoya, ma all'arrivo mi capita una spiacevole disavventura. Proprio mentre il treno si ferma in stazione arriva nel vagone la signorina col carrello delle vivande e una passeggera la ferma proprio fra di noi e il posto in cui avevamo sistemato le valigie. Quindi zaino in spalla, salta il carrello, arraffa la valigia e corri giù dal treno. Quando arriviamo al tornello d'uscita Pochi si accorge che manca qualcosa: la mia borsa di carta con dentro la New God Phoenix. D'oh! Chiedo a un controllore, che mi manda all'ufficio Lost and Found. Qui fornisco tutti i dati per riconoscere ciò che ho perso e lascio il mio contatto telefonico, cellulare ed hotel. A questo punto ci dirigiamo proprio all'hotel per depositare le valigie (non era ancora mezzogiorno e il check-in si effettua solo dal pomeriggio). Inizia la nostra esplorazione della zona stazione di Nagoya. Visitiamo la città sotterranea e troviamo subito lo Starbucks che ci servirà la colazione nei prossimi giorni. Poi nella stazione stessa controlliamo i vari ristoranti presenti. Quindi usciamo dall'altro lato, dove si trova l'ufficio Lost and Found, e mi viene in mente che non ho detto che nella borsa c'era anche l'ombrello. Recatomi all'ufficio, mi rassicurano che hanno già trovato tutto e che mi verrà spedito all'hotel, con arrivo previsto per martedì essendo quel giorno un sabato. Finalmente rincuorato, mi dirigo al locale scelto per il pranzo. Si tratta di un family restaurant della catena Denny's, selezionato perché... nel menù ha lo steak-don! bisteccadon! Buono. Dopo pranzo si prosegue con la visita a uno dei negozi in zona. A Nagoya non c'è un'area otaku ben precisa, ma i negozi sono divisi fra la zona stazione e Osu. Visitiamo quindi Toy's Kings, che nonostante il nome e le mega pubblicità che si fa su Hobby Japan è un buco con dentro niente, e il Lashinbang locale, che invece qualcosa di interessante per Pochi e Tama ce l'ha. Dato che fra una cosa e l'altra è quasi ora del check-in, lasciamo il Melon Books e l'Animate per gli altri giorni. Tornati in hotel, alla reception mi dicono che ha chiamato il personale della stazione e che confermano l'invio del pacco con i miei oggetti persi, Lascio quindi 2000 yen per pagare le spese postali. A questo punto siamo pronti per andare a Osu, dove si trova il Mandarake. Solo che... piove! E dov'era il mio ombrello? Fortunatamente, l'hotel ne mette a disposizione per i suoi ospiti. Ad ogni modo utilizzando vie sotterranee e vie coperte, alla fine i tratti a cielo aperto erano davvero pochi e si sarebbe potuto fare tutto anche senza. Il Mandarake di Nagoya ha tre piani. Al primo libri e fumetti, al secondo dvd, figure e toys e al terzo cose sordide. Io trovo delle figure da acquistare per conto terzi, Tama fa il pieno di libri mentre Pochi si perde fra i bluray e le cose sordide. Terminata la visita ci rechiamo a un Mister Donut che si trova lì vicino per fare merenda. Il fatto che nelle zone otaku ci sia sempre un Mister Donut sarà una coincidenza? Infatti ce ne siamo serviti anche alla Denden Town e ce ne serviremo pure ad Akihabara. Tornati in hotel ci si prepara per la cena: l'idea è assaggiare una sera per volta le specialità di Nagoya, con il kishimen per prima tappa. Il ristorante era già stato selezionato e individuato, ma purtroppo è il piatto che alla fine non ci soddisfa. Peccato. La domenica ci vede in viaggio per la zona di Ise, non per il tempio omonimo (i comuni mortali non lo possono vedere), ma per le rocce sposate e l'isola delle perle. Le rocce sposate (meoto iwa) sono i due famosi scogli legati da una corda. Si trovano un sacco di bellissime foto di questo soggetto, solo che... dal vivo i due scogli sono un po' deludenti per quanto sono piccoli. Be', fatte le foto di rito per pranzo cerchiamo la specialità locale, l'ise-udon. Anche qui però, non sentiamo nulla di speciale. Nel pomeriggio ci dirigiamo all'isola delle perle Mikimoto. Si tratta di un centro che comprende diverse cose. Si può assistere al lavoro delle pescatrici di perle che si immergono nel mare. Si può visitare il museo didattico che mostra e spiega le varie fasi della coltivazione e della lavorazione delle perle. Si può visitare il museo che ospita oggetti storici importanti realizzati con le perle, fra cui dei soggetti incredibili voluti dal fondatore Mikimoto Kokichi. Infine si possono anche acquistare oggetti realizzati con le perle. Solo che alcune cose hanno un prezzo davvero disumano. Terminata la visita torniamo a Nagoya, e visto l'orario recuperiamo il Melon Books giusto per passare il tempo. Per cena invece passiamo al secondo piatto famoso della città, il misokatsu. Si tratta del classico tonkatsu condito però con salsa di miso. Il ristorante selezionato, nonostante si trovi dentro il palazzo della stazione meitetsu, è un locale storico e dalla lunga tradizione. Sulle pareti sono esposte foto in bianco e nero che mostrano le origini della sua storia. L'ambiente è molto carino e il personale simpatico (in genere i giapponesi sono "professional", ti servono e basta, ma qui ci hanno chiesto da dove veniamo, cosa facciamo, ecc...). Il problema è il misokatsu in sé, che non ci soddisfa. Era comunque buono, ma il nostro palato barbaro preferisce il classico katsudon. Il terzo piatto famoso di Nagoya, l'hitsumabushi, invece lo saltiamo perchè è a base di anguilla e a 2/3 del gruppo non piace. Lunedì la meta è Inuyama, ma... ehi! La mattina in hotel alla reception c'è il mio pacco con le cose dimenticate sul treno! Mi chiedo come siano riusciti a essere così veloci! Mi danno anche il resto di 900 yen per la spedizione! Dopo avere depositato tutto in camera, ci dirigiamo alla stazione meitetsu dove prendiamo la linea privata che ci porta alla città di Inuyama. Qui raggiungiamo il castello omonimo, che si trova in cima a una collinetta. Si tratta di una fortezza composta dal solo mastio, ma è un reperto storico molto importante perché è tutto originale ed è il più antico fra quelli ancora in piedi. Inoltre apparteneva originariamente alla famiglia Nobunaga. Arrivati in cima, c'è una balaustra da cui ammirare il paesaggio esterno, ma visto quanto è bassa ci giro il meno possibile. Scesi dal castello ci fermiamo a bere una lamune e poi ci dirigiamo verso la stazione. Prima però ci fermiamo a mangiare un ramen, Mentre siamo seduti al tavolo fuori inizia a diluviare, ma la pioggia dura solo 20 minuti. Quando usciamo all'aperto il sole sta già asciugando per terra. Così prendiamo il nostro treno e torniamo a Nagoya, dove visitiamo l'ultimo negozio mancante, cioè Animate. La meta del martedì è Takayama, che però si trova molto distante dalla nostra base di partenza. Non per questo ci si alza presto la mattina, ma si prosegue con lo stile relax. Preso il treno intorno alle 10, arriviamo in loco alle 12:30 giusto in tempo per pranzare. Purtroppo però il ristorante che avevo selezionato si rivela essere fin troppo famoso, dato che c'è la fila di clienti in attesa anche per strada. Optiamo quindi per il "primo che capita" per non stare a perdere tempo. Messo a tacere lo stomaco, saliamo sul bus che ci porta al villaggio folkloristico Hida-Takayama. Si tratta in sostanza di vecchie case di fine 1700/ inizio 1800 che sono state smontate dalle loro posizioni originarie e rimontate qui. Ogni casa è introdotta da un pannello che descrive chi erano i proprietari, che lavoro facevano, da quale zona proveniva la costruzione e quali caratteristiche aveva. Inoltre alcune di esse all'interno hanno delle teche con esposti gli utensili che si usavano all'epoca, se non addirittura le foto di famiglia per quelle utilizzate fino a tardo 1800. Entrare al loro interno è un po' come fare un viaggio nel passato. Inoltre in alcuni edifici è possibile salire anche al secondo piano per poter ammirare tutte le travi (rigorosamente legate e non inchiodate) che reggono il tetto di paglia. Il mercoledì mattina ci rechiamo a Gifu, dove si trova il terzo Daibutsu del Giappone, dopo quelli di Nara e Kamakura. Solo che questo non lo viene a visitare nessuno, ma in realtà merita. Quindi facciamo un giro per la città vecchia di Gifu, dove gli edifici sono sì storici, ma le strade moderne rovinano un po' l'effetto scenico. Valutiamo poi se visitare anche il castello, ma trattandosi di una ricostruzione completa decidiamo di ignorarlo e tornare in stazione. Nel primo pomeriggio facciamo un salto al Tora no Ana, che si trova in zona Sakae. Ma è più che altro per impiegare il tempo in attesa dell'evento del giorno: il matsuri al castello di Nagoya! Arrivati sul posto ci aspetta una coda incredibile per fare il biglietto, e poi una seconda coda incredibile per aspettare l'apertura alle 17. Ma poi una volta entrati ci troviamo tutto quello che deve esserci! L'attrazione principale è un palco su cui si esibiscono dei suonatori di tamburi. Ma l'elenco degli eventi prevedono anche la presenza di una compagnia di attori con spettacoli in costume (quando sono arrivati e scesi dall'autobus, si è sentita una folla di ragazzine urlanti). Poi ci sono i vari banchetti proprio come si vedono negli anime, compreso quello con le vasche dei pesci rossi! Peccato che Pochi non voglia provare l'ebbrezza di pescarli con la paletta di carta Il prezzo del biglietto include anche la visita al castello di Nagoya. Si tratta di una ricostruzione, quindi normalmente l'avremmo scartato. Ad ogni modo come edificio ha sempre un suo fascino e lo visitiamo con piacere. Per chiudere la serata si fa un'ultima visita al Lashinbang, dove trovo il cd di Denno Coil. E con questo concludo gli acquisti personali. Si conclude anche la parte di vacanza dedicata a Nagoya, dato che il giovedì partiamo per Tokyo. Dopo avere fatto check-in al solito hotel di Shinjuku, ci rechiamo a Nakano dove mangiamo l'ormai classico ebiburger del Lotteria. Quindi breve visita al Mandarake. Breve perché tutto sommato continua a non esserci niente di che, confermando il trend dello scorso anno. Addirittura il negozio delle figure è stato chiuso, in favore di una semplice vetrina all'ingresso del centro commerciale. Tama però riesce comunque a trovare dei cd da comprare. A fine vacanza avrà raggiunto quota 40... Dopo Nakano passiamo a Shibuya, dove raggiunti da amici giapponesi ceniamo dalle 17:30 alle 19 circa (una bella mangiata!). Quindi visita al Mandarake, dove completo gli acquisti per conto terzi. A sorpresa scopriamo che al quarto piano dello stesso palazzo si è da poco trasferito Animate, che prima si trovava dall'altro lato della stazione. Tornati a Shinjuku facciamo un giro per la Golden-Gai fino al mitico localino dove Izubuchi e Anno vanno a sbronzarsi. Ma questa sera non ci sono, ahimè. Il venerdì è tempo di Akihabara. In realtà avendo già concluso tutti i miei acquisti, per me è solo una gitarella di osservazione. Quello che ho notato è che ormai questo quartiere è in mano al fenomeno delle AKB48. Non che l'ambaradam otaku sia sparito (tutt'altro), ma mi è parso che il focus fosse altrove. Comunque facciamo un giro classico dei negozi (K-Books, Mandarake, Liberty, Sofmap) cercando di non strafare. E poi Pochi e Tama trovano sempre modo di non uscire a mani vuote dai negozi. Verso la metà del pomeriggio si fa la classica merenda da Mister Donut (ciambella + melon soda) e poi si torna all'hotel. Per cena avevo selezionato un ristorante specializzato in Tonkotsu Ramen 100% originali, così da farli almeno provare a Tama. Il locale è piccolino e imbucatissimo (devi proprio sapere che è lì per trovarlo), ma contrariamente all'aspetto dimesso i ramen sono spettacolari. Intanto mi segno di non lasciare mai a Pochi la guida del gruppo. Nonostante sia la settima volta che viene in Giappone, ancora non riesce a orientarsi per le strade di Shinjuku. E pensare che ogni anno facciamo sempre le stesse! Sabato mattina diluvia per un'oretta, e la cosa sconvolge un po' i nostri piani per la giornata. Troviamo comunque modo di scattare almeno qualche foto alla Sky Tree Tower. Avremmo voluto salirci, ma tutti ce l'hanno sconsigliato perché avremmo fatto mezza giornata di coda. Sarà per un'altra volta. Al pomeriggio ci rechiamo a Ikebukuro e dopo un pranzo da Jonathan vi dirigiamo alla otome road... dove anche se non sembra, ci sono un sacco di cose anche non per otome. A sorpresa scopriamo che il palazzo di Animate a novembre si sposterà in un'altra zona di Ikebukuro, più vicina alla stazione. Terminate le ultime spese, torniamo a Shinjuku dove preparo un secondo pacco con gli acquisti per conto terzi da spedire in Italia. Quindi per cena katsudon! La meta di domenica è il castello di Matsumoto, nella prefettura di Nagano. Saliti a bordo del nostro Super Azusa, raggiungiamo la destinazione verso l'ora di pranzo. Dopo esserci rifocillati nel ristorante selezionato (specializzato in soba), visitiamo il castello. Urca, c'è mezz'ora di coda per entrare! Ma i giapponesi che pensano a tutto, hanno predisposto delle coperture e dei posti a sedere per l'attesa. Mi chiedevo come mai regolassero il flusso d'accesso al castello in modo così restrittivo, ma una volta dentro la risposta è evidente: tutte le scale sono strettissime e ripidissime. Specialmente quella dal quinto al sesto piano crea un bell'ingorgo di visitatori. E' valsa decisamente la pena di vedere questo castello (anche se ovviamente, dopo Himeji tutti gli altri sono un gradino sotto), ma è stata anche una bella faticata! Tornati la sera a Shinjuku, è tempo per l'ultima cena in Giappone. La scelta ricade su un locale classico, l'Hidakaya, dove si mangia dell'ottimo ramen pagando pochissimo (anche se io preferisco prendere il chahan). Usciamo sazi e soddisfatti, ma svoltando l'angolo troviamo... "gli originali ramen di kumamoto". Argh! Ma come? Da quando c'è quel locale? Mesti mesti ci dirigiamo verso l'hotel, appuntandoci di tornarci un altro anno. E così la domenica è il momento di tornare a casa. Ci alziamo presto per prendere il Narita Express, riusciamo a fare check-in senza fare coda (al contrario della caotica esperienza a Milano), quindi facciamo colazione da Starbucks (evviva il Terminal 1 di Narita!) e ci dedichiamo all'acquisto di souvenir pacchiani da portare in Italia. Senza dimenticare tutti i kit-kat dai gusti strani che mi erano stati chiesti. In aereo poi Alitalia cerca di avvelenarmi con una lasagna vegetale, ma io non ci casco e la lascio lì. Si conclude così il mio 13esimo viaggio che, tra cose perse e ritrovate, mi ha confermato che è molto meglio vedere poche cose con calma che tante di fretta. Alla prossima!
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  3. Ecco cosa l'utente MAGONAGAI suggerisce all'admin dui nagainet che si lamentava che la figlia di 4 anni non gradisce la visione di Goldrake. Godzy, falle ascoltare spesso le SIGLE di Goldrake: a casa, in macchina..........Vedrai che prima o poi si affezionerà (è impossibile non amare quelle sigle) e appena sarà più grandicella e le vedrà/sentirà associate alle immagini in TV ne sarà spontaneamente coinvolta. Credoche davvero non ci sia bisogno di commentare.
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  4. kevin9 è cresciuto conoscendo Star Wars attraverso i set Lego. Per cui è risultato molto semplice presentare i personaggi per i nomi originali, non essendoci alcun condizionamento precedente... L'anno scorso ho deciso di iniziare a fargli vedere la serie Star Wars The Clone Wars. Io la trovo una serie discreta. Certo se sei malato di Star Wars passi sopra le magagne tecniche e ti lasci convincere dai mezzi spaziali, però anche da esterno direi che ha degli episodi molto ben sceneggiati e la mugliera sostiene che gli aforismi ad inizio episodio sono la parte più bella... Ma non divaghiamo. La serie intriga kevin9 che passa buona parte della cena con la bocca spalancata e la forchetta a metà strada tra il piatto e il cibo. kevin9 2.0 anche se ancora piccolo ed incapace di comprendere a pieno trame e sviluppi si diverte e asseconda la madre parlando come R2D2... Dopo cena è un fiorire di astronavi costruite con il Duplo e di battaglie, con il barattolo (kevin9 2.0) a fare costantemente il cattivo e i distruttore... non per niente lo chiamiamo Attila. Visto il buon risultato di ascolti e di coinvolgimento, ho deciso di provare a far vedere anche i film. Ovviamente ho pensato di seguire l'ordine storico anzichè cronologico... Grosso errore! Ok, è vero! C'è la parte del "Sono tuo padre!", c'è la parte del "Tuo padre è stato ucciso da Lord Fener!" però, cosa vuoi che capisca un bambino di 6 anni... Ma dato che sono fatto così, ho ritenuto che potesse funzionare. Tra l'altro, aggiungo... far vedere una serie a un bambino partendo da metà è un vero casino. Troppi conti non tornano! In questo caso specifico, abbiamo visto Star Wars 2,5, poi il 4-5-6, poi l'1-2-3, quindi più incasinato di così non si può... Ma partiamo con la visione dell'episodio IV e già il figliol prodigo si chiede chi sia C1P8... Appare Darth Vader e k9 "Guarda Darth Vader!"... Ma poi lo sente chiamare con il nome che mi dicono sia stato deciso dagli appassionati di Star Wars italiani... anzi no, dai girellari di Guerre Stellari, e mi va in confusione... "Ma perchè si chiama Fener? Chi è Fener?" E a me, memore del periodo universitario in cui in appartamento avevamo un TV CRT 14" marchiato Fener, viene lo schifo e spero che la mia discendenza impari presto l'inglese per poterli vedere nell'idioma originale... Così metto in pausa e spiego perchè in Italia un gruppo di sfigati inutilmente ignoranti e intellettualmente limitati si sia permesso di cambiare i nomi senza motivo... Chiunque con un minimo di buon senso capisce che cambiare un nome per un altro non è una scelta logica, nemmeno se il personaggio in originale avesse il nome "esotico" Peppino Sventravergini..., perchè negli anni 70 per un italiano adulto qualsiasi avrebbe fatto differenza sentire Fener o Vader? C1P8 o R2D2? Ian Solo o Han Solo? ...
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  5. Credo che non mi commuoverò così nemmeno il giorno in cui si sposerà...
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  6. Non mi preoccupa il commento in sè, mi preoccupano gli 11 like (che in quella discussione erano la media). Fonte http://www.animeclick.it/news/34586-dynit-annuncia-psycho-pass/075#messaggi
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  7. Dato che di solito Chibi (e quest'anno anche Nighthawk) fa la classifica dei migliori e dei peggiori anime dell'anno, ma nessuno pensa ai manga, ho deciso di provare a "riempire" questo vuoto che sono sicuro molti di voi sentivano (sì, come no...). Ovviamente si parlerà di manga editi in Italia durante il 2011, tentare un'impresa simile sulla produzione in patria è qualcosa che decisamente era fuori dalle mie possibilità! Comunque sia, vediamo di cominciare... E dato che di solito nei film quando qualcuno dice "Vuoi prima la notizia buona o quella cattiva" tutti vogliono sapere prima quella buona (anche se non ho mai capito perché, personalmente farei il contrario), iniziamo con il lato illuminato della Luna e lasciamo a più tardi quello oscuro! Miglior manga d'azione Jojo - Diamond is Unbreakable [perché ok, è una ristampa - riedizione, pardon - ma gli autori di shonen moderni ad Araki possono al massimo leccare le scarpe e la quarta serie è sempre stata la mia preferita] Miglior manga comico La figlia dell'otaku / Kuragehime [e qui mi sembrava assolutamente doveroso premiare i due manga che ci hanno mostrato gli/le otaku attraverso focus e punti di vista totalmente diversi ma non per questo più o meno esilaranti] Miglior manga romantico Genius Family Company [che avrebbe meritato anche e soprattutto una menzione sotto "miglior manga comico", ma avrei finito per affollare troppo la categoria... GFC è di gran lunga il miglior manga di Ninomiya Tomoko - sì, meglio anche di Nodame Cantabile; è molto meno dispersivo, per cominciare - e riesce ad unire in maniera eccellente l'aspetto spassoso della vita di una famiglia "geniale" con la loro crescita interiore e lo sviluppo dei loro rapporti interpersonali] Miglior manga fantascientifico Uchuu Kyodai - Fratelli nello spazio [Planetes è uno dei manga preferiti di sempre, e Uchuu Kyodai raccoglie in maniera ottima l'eredità di Yukimura Makoto: personaggi ottimamente caratterizzati, vicende interessanti e coinvolgenti, un setting (lievemente) futuristico ma perfettamente credibile. E anche se i primi dieci numeri sono dedicati al lungo e difficile percorso di uno dei due fratelli del titolo per riuscire a diventare astronauta - percorso che non accenna a terminare tanto presto - il manga non ha mai un momento di noia o di stanca] Miglior manga fantasy The Five Star Stories [ok, forse qualcuno considera FSS un manga di fantascienza, visto che è ambientato in una galassia lontana e nel remoto futuro; ma d'altronde lo stesso Nagano dice che il suo manga è un "universo-minestrone" in cui è libero di infilare tutto quello che gli viene in mente di metterci! Per quanto riguarda l'opera in sé, è un inno sfrenato al "fantastico" nel senso più puro del termine, dove sono i personaggi, più che la trama, ad essere al centro della scena (non a caso fin dal primo numero l'autore fornisce la timeline di tutte le vicende che si appresta a narrare)] Miglior manga horror/psicologico Billy Bat / I Am A Hero [lo sappiamo tutti che a Urasawa per scazzare sul finale - o comunque nella seconda parte - basta poco; e il pericolo che anche in Billy Bat possa mandare la trama a puttane (soprattutto considerando tutta la carne al fuoco che ha messo e i salti temporali già solo nei primi numeri); ma come si dice, meglio godersi il giro finché si può. In ogni caso, a Billy Bat ho affiancato anche I Am A Hero, che è stata una gradita sorpresa e la cui sequenza di chiusura del primo volume è una delle cose più disturbanti che mi sia capitato di leggere durante l'anno] Miglior manga storico I giorni della sposa / Thermae Romae [anche qui mi è toccato dare un pareggio! Non sarò mai abbastanza grato a J-pop per avere pubblicato Otoyomegatari da noi, soprattutto in luce dello, ehm... sfortunato destino che è toccato a Emma. Adoro Mori Kaoru, riuscirebbe a rendere interessante anche un manga basato sull'elenco del telefono di Tokyo, e quindi la sua opera in corso è una delle cose di cui più aspetto con ansia l'uscita (e considerando i suoi ritmi di pubblicazione non proprio celeri...). Thermae Romae è sicuramente meno "aderente" alla storia, con il protagonista che "salta" dall'antica Roma al Giappone moderno per scoprire le innovazioni nel trattamento termale, ma anche qui un argomento a cui nessuno avrebbe dato credito - a meno di non essere interessato già da prima al tema delle terme - viene reso interessante, appassionante e soprattutto esilarante] Miglior manga sportivo Un Marzo da leoni [ehi, lo shogi è uno sport! O almeno, gli scacchi lo sono, quindi penso proprio lo shogi sia considerato anch'esso tale... Comunque, è un manga della Umino, io adoro la Umino... Non poteva esserci altro, in questa posizione!] Miglior hentai Un lavoretto coi fiocchi! [lo stile di Yamatogawa dai suoi esordi non ha fatto che migliorare... Chissà se Power Play sarà disegnato addirittura meglio?] Miglior disegno I giorni della sposa [direi che l'immagine, in questo caso, parla davvero da sola: parecchi mangaka sono bravi a disegnare, chi i personaggi, chi i paesaggi... Ma quando Mori Kaoru si fa tutta questa sbatta per riprodurre un lavoro di intarsio, non si può che farle tanto di cappello] Miglior sceneggiatura Vinland Saga [perché se riesci a rendere interessante anche la vita quotidiana di due schiavi in una fattoria scandinava del decimo secolo, vuol dire che le tue sceneggiature sono dei capolavori] Miglior fanservice Ikki Tousen [tutto si può dire di Shiozaki, tranne che non sia bravo a disegnare dei corpi femminili! E corpi femminili dotati di un elevato coefficente di gnocchitudine, peraltro!] Manga con il finale migliore Jojo - Stardust Crusaders [lo scontro fra Jotaro e Dio Brando ha il suo posto imperituro negli annali dell'AWESOME, ed è tutto quello che ho da dire sull'argomento] Miglior miniserie Genkaku Picasso [che Furuya Usamaru sia bravo non è un segreto... c'è anche da dire però che le sue opere più conosciute e "blasonate" da noi ancora sono inedite. Genkaku Picasso non sarà il suo manga migliore, ma è indubbiamente molto interessante (sebbene a volte un po' ingenuo) e in grado di emozionare sinceramente il lettore] Miglior volume unico Witchcraft [Witchcraft è stato postato non solo per essere comunque il prodotto di uno dei maggiori esponenti della pornografia giapponese, ma anche per il suo valore simbolico: è infatti il primo effettivo seinen "con bollino giallo" - lo vedete, là in alto? - pubblicato in Italia senza alcuna censura. Ora dobbiamo solo attendere l'arrivo sul suolo patrio di un certo autore "sensibile", e abbiamo fatto cappotto!] Miglior protagonista maschile Nanba Mutta (Uchuu Kyodai - Fratelli nello spazio) [perché ancora prima che un personaggio, Mutta sembra una persona, con i suoi pregi e i suoi difetti, le sue abilità, le sue idiosincrasie, i suoi tic e i suoi talenti. Insomma, è un essere umano, e l'impressione di "umanità" è una delle cose più difficili da trasmettere] Miglior protagonista femminile Amira Hergal (I giorni della sposa) [ovverosia la donna perfetta: è brava nelle faccende di casa ed è estremamente femminile, è vero, ma è anche cazzutissima e non si fa mettere i piedi in testa da nessuno. E poi almeno una volta per numero fa il bagno nuda - e con un fanservice di classe! - il che non è mai un male!] Miglior comprimario maschile Askeladd (Vinland Saga) [ovvero il mastermind per eccellenza, e con stile e carisma a vagonate per giunta!] Miglior comprimario femminile Le Amars (Kuragehime) [ok, nell'immagine ci sono anche Tsukimi e Kuranosuke, ma che importa?XD E in effetti le Amars sono quattro, ma non avrei mai potuto scegliere fra una di loro... Sono fra i personaggi femminili più spassosi degli ultimi tempi, e anche se sono sempre esagerate e sopra le righe non vengono mai a noia] Miglior recupero The Five Star Stories [devo anche spiegare perché? Era semplicemente criminoso che nessuno avesse ancora pubblicato FSS in Italia!] Miglior ristampa Blame! [se devo essere sincero, di Nihei Tsutomu a me importa poco... Ma la precedente edizione di Blame! era tradotta e adattata in maniera pessima, ed era un titolo che richiedeva a gran voce una riedizione!] Manga più sottovalutato Genius Family Company [leggo di gente che nemmeno prova a leggerlo perché il disegno non sarebbe accattivante. Il mio consiglio è: sbattetevene! Lo stile della Ninomiya sarà semplice ma è funzionale all'opera, e il manga in sé è spassosissimo. E poi l'edizione italiana ha uno dei migliori rapporti qualità/prezzo di sempre: un volume doppio (trecentocinquanta pagine circa!) per 7,90 euro, ovverosia come due volumi di fascia economica] Miglior iniziativa correlata Pubblicazione italiana di light novel [spero che l'iniziativa della J-pop permetta l'arrivo in Italia di molti titoli interessanti e che altrimenti non avremmo mai potuto leggere!] Annuncio più inatteso Moyashimon [personalmente, lo attendevo da anni! E Ishikawa realizzerà anche le copertine speciali per la pubblicazione italiana! Non vedo l'ora di poter avere i volumi tradotti fra le mani...] Miglior edizione The Five Star Stories [sarò ripetitivo, ma non è solo il manga di FSS ad essere di grande qualità! Fra il formato particolare, le accortezze grafiche e l'enorme mole di testo ottimamente tradotta da Yupa, si tratta di un'opera dalla fattura estremamente pregevole, che giustifica ampiamente il prezzo un po' più alto rispetto alla media] Ed eccoci alla fine della prima metà del resoconto manga annuale! Rimanete sintonizzati per la seconda parte!^^
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  8. In questo blog non ho mai parlato dei manga che traduco. Lo faccio ora perchè il titolo in questione è strettamente legato a post passati e mi permette di fare un'ulteriore riflessione. Premetto che non ho mai trovato un manga che parlasse dell'otakuzoku in modo convincente. Magari ci sono dei titoli divertenti se presi a se stante (come Genshiken), ma li ho sempre trovati superficiali nell'esposizione. In un certo senso mi suonano come un'autogiustificazione, un voler lanciare un sasso... mettendoci poi un fiocco sopra. Da questo punto di vista funzionano certamente meglio certe opere Gainax, che posizionano questo tipo di discorsi a un livello di lettura più interno, lasciando altri argomenti in bella vista. La figlia dell'otaku invece parla proprio di quello che promette. Lo fa in modo comico, almeno nel 90% delle situazioni. E' una scelta condivisibile, perchè parlare in modo totalmente serio dei problemi di queste persone renderebbe la lettura molto soffocante, a mio avviso. Vi siete mai chiesti cosa rende un otaku tale? Cioè, quale molla lo spinge a riversare tutti i suoi interessi nel mondo del non reale? Io credo che il motivo sia sempre uno solo, anche se magari varia da persona a persona l'intensità e la consapevolezza dello stesso. Si potrebbe chiamarla fuga dalla realtà, ma probabilmente è limitativo. Cioè, la componente di fuga è rilevantissima. Se qualcosa non ti piace, puoi sempre fuggire. Che senso ha rimanere in luoghi o situazioni che ti fanno soffrire? Ma a mio avviso il punto è proprio la sofferenza. La maggior parte degli individui capisce il mondo per quello che è, con i suoi lati belli e i suoi molteplici lati brutti. L'individuo otaku non riesce a fare fronte alle brutture della vita. Questo principio di base vale anche per chi diventa un hikikomori. Vivere in società è difficile = mi rinchiudo in camera mia. Dunque mi chiedo se anime e manga siano solo una valvola di sfogo scelta quasi a caso. Un mondo dorato in cui vivere relazioni fittizie, magari anche dure... ma pur sempre finte. In La figlia dell'otaku, papà Kota riceve la sua iniziazione in modo assurdo, e di sicuro leggendolo molti si metteranno a ridere. I suoi sentimenti sono stati traditi e un suo senpai lo chiude in una stanza per una settimana a giocare con un erogame. E' una cosa assurda e fa ridere, ma a ben pensarci è proprio quello che penso succeda agli otaku veri (maschi). Affogano il loro disagio in un mondo che non può ferirli. In cui le donne sono stereotipi ben precisi e comprensibili. Tuttavia questa non è la storia di come si diventa otaku, ma di come un otaku fatto e finito si trovi improvvisamente a fare i conti col mondo reale, da cui aveva preso bruscamente le distanze 10 anni prima. Si trova una figlia che gli bussa alla porta. L'elemento in se' è molto divertente e scatena tutta una serie di reazioni comiche. L'autore gioca un po' a mostrare i difetti degli otaku e scherzandoci sopra li fa apparire simpatici. A questo punto, se fosse tutto qui, per me sarebbe una grande delusione. Mostrare il lato umano degli otaku in modo scherzoso è forse proprio il più bieco tentativo di autogiustificazione, per chi ci è dentro fino al collo. Tuttavia Kanau, la figlia dell'otaku, è caratterizzata come una bambina vera. Ci pensate? Per un otaku che si preoccupa solo di figure in pvc, trovarsi all'improvviso ad essere responsabile di una bambina vera è un peso enorme. Perchè sei costretto a pensare a cose reali. La devi vestire, la devi mandare a scuola, ma soprattutto la devi amare. La strada più breve per un otaku è autoingannarsi di nuovo e credere che comportandosi in una certa maniera, proprio come se si fosse in un videogioco, le cose andranno tutte a posto permettendogli di continuare la sua solita vita. Ed è quello che tenta Kota. Ma Kanau si ribella a questa visione delle cose. Kanau è a tutti gli effetti una scheggia impazzita nella vita di Kota, un elemento che non gli permette più di vivere separato dal mondo. Cosa farà un otaku il cui mondo di cristallo cade pezzo per pezzo? Sono curioso di saperlo anche io, sperando che l'autore non bari proprio sul finale. Per il resto, grandi risate e citazioni a raffica. Molte di queste non verranno capite dai fan italiani (sostanzialmente saranno chiare quelle degli anime più famosi, tipo Maison Ikkoku ed Evangelion), ma d'altronde credo che nemmeno un comune lettore giapponese riesca a districarsi nel vortice di riferimenti orchestrato da StaHiro.
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  9. Anni fa, il che corrisponde sicuramente a molti anni prima che facessi ricco DDDHouse, una cosa del cinema giapponese e non solo mi aveva colpito e lasciato con degli interrogativi: La lapide di Ozu Yazujiro, il celeberrimo regista giapponese, ove in luogo del nome, vi e' l'ideogramma che sta per MU, o vuoto che dir si voglia. Dopo diverso tempo poi avevo compreso che una delle 'chiavi' per comprendere la rappresentazione scenica dei film giapponesi, era quella di 'cambiare' una valenza; quella che occidentalmente noi assegniamo al vuoto come 'negativita'. Togliendo quel velo negativo a tale equivalenza, iniziamo a percepire la 'differente' percezione delle cose di questa cultura. Il vuoto non e' il "quid" nagativo che 'separa' le cose in un dato spazio, ma crea delle "relazioni" con esse. Il vuoto in qualche modo 'informa' i sensi della 'percezione' differente degli oggetti, specie con giochi di luce chiaro/scuro, contribuendo a stimolarli ed a regalarci di essi una 'visione personale' degli stessi, anche in relazione alle distanze tra insiemi di volumi. Alla fine e' il concetto del tutto errato che in occidente si ha del wabi-sabi; si comprano oggetti di una certa foggia, ma l'importante non e' legato agli oggetti. Ma allo spazio in se'. Come dicevo prima, per molti che non avevano avuto occasione di vedere qualcosa del periodo di Ozu od antecedente, c'e' una certa linea narrativa che informa la cinematografia di quegli anni; quando Ozu, molte volte, riprende con uno evidente 'stacco', che so, degli elementi ferroviari senz'altro in campo e che non rappresentano cio' che un personaggio vede (quindi un dettaglio) o che in qualche modo e' legato al contesto narrativo, in realta' secondo me non indica una qualche chiave di lettura natura metaforica, ma con quei 'vuoti' centellina il concetto di mono-no-aware, di scorrere del tempo con una patina di rimpianto, in qualche modo fortemente associato, ma non con reale valenza animista ma rappresentativa dello spazio, agli oggetti. E' quindi un 'quid' assai legato alla cultura giapponese. C'e' anche una cosa che mi aveva incuriosito ai tempi, ed era una curiosa assonanza di un certo elemento delle abitazioni/appartamenti, uno 'spazio' in qualche modo tenuto 'celato' ed indviduale (contenente o meno certi oggetti), un termine che non rammento ora, con questo tipo di riprese. La cinematografia di Ozu, quella giapponese in senso lato, spesse volte a me dava l'impressione di un voler 'aprire' degli spazi personali ed indviduali, quegli spazi, per mostrarli.
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  10. Oggi pensiamo sia giunta l'ora di parlare un pò del vero finale diDaitarn 3, serie che è stata travisata proprio nella sua conclusione a causa dell'errato doppiaggio italiano dell'epoca girellare. Sappiamo che praticamente tutti sul pchan già conoscono bene questa storia, e la conoscono dal 2001, anno in cui è andata in onda la versione corretta. Quello che vale qui non vale però in tutti i forum, già, immaginate un pò di chi stiamo per parlare... Ebbene qualche mese fa (aprile o maggio) l'admin (non-founder) di gonagai.net, tale Guzzilla, aprì uno dei suoi roboanti topic per millantare che grazie alle sue conoscenze aveva avuto modo di portare sul palco di una quale fiera (Napoli?) un tizio "esperto" di Daitarn 3 che aveva spiegato a tutti il "vero finale di daitarn 3" e ne aveva pure parlato in suo libriccino poi edito da una casa editrice. La cosa divertente è che, non solo guzzilla è arrivato con 9 (nove!) anni di ritardo sul resto d'Italia spacciando il tutto come rivelazione sconvolgente, ma che del finale di Daitarn se ne era già parlato proprio su nagainet! Con ovvio sbeffeggiamento (all'epoca) di chi aveva condiviso la sua conoscenza con la massa pecoreccia dei girellari ignoranti. ecco alcuni passaggi di commenti in un topic dove si parlava appunto del finale (siamo nel gennaio 2008): UTENTE ESTERNO: Banjo non è un meganoide Don Zaucker è suo padre Koros era la porno segretaria di suo padre che se l'è trasformata in meganoide e per questo Banjo lo odia nel finale (a quanto si dice) nella villa non c'è nessuno perchè Banjo sta tornando su marte (sta sul roman album quindi potrebbero pure esserselo inventato a posteriori) SARUTARI Banjo il figlio di Don Zauker? Quasi ovvio, non è improbabile che il creatore si sia dato il corpo del megaborg supremo (e il cervello biologico nella sua testa potrebbe esserne la prova) questo spiegherebbe anche il ..."tu non sarai mica", ha riconosciuto suo figlio, tornato per uccidere il padre per l'infamità che ha scatenato. Si è la soluzione piu' ovvia, poi ovviamente un doppiaggio italiano che rispecchi i dialoghi in giapponese non esiste, chissà quante papere hanno fatto cambiando la storia. (INCREDIBLE!!! n.d.r) UT. ESTERNO tanto per chiarire, quello che ho scritto prima non è una mia ipotesi, è così proprio, sta scritto sul roman album GIRELLARO Mi sa che è pura invenzione...perchè lo spirito dello stesso dr Aran esorta Banjo a vincere Don Zaucher con il rifiuto di Banjo che non perdona al padre i suoi esperimenti sui cyborg poi evolutisi in meganoidi. I meganoidi sono l' evoluzione dei Cyborg creati dal dr.aran che non ha esitato a usare per gli esperimenti anche la moglie e il fratello di Banjo. SAOTOME MONDO ci spiega la verità: Uhm....ho letto il 3d in questione....per quanto riguarda il finale....beh...io farei le seguenti considerazioni. Innanzitutto vediamo l'anno in cui il Daitan è stato prodotto: 1979. Quale era il suo target? Non certo un target adulto. Per quanto fosse una serie di Tomino, non si può dire che avesse un target 'adulto'. Con questa serie, infatti, si sono, forse, voluti smorzare i toni presenti in Zambot 3, con quel suo finale. Insomma, Daitan non è una serie moderna, e certamente non è stata concepita per spettatori moderni. Le spiegazioni che tu ti aspettavi, Black, sono prerogativa delle serie moderne dove tutto deve essere spiegato e tutti i nodi devono venire al pettine. Un tipico esempio di questo sono le serie di Imagawa. Allo spettatore di allora, decisamente poco importava che origine avessero i meganoidi e chi fosse Don Zauker e da dove venisse fuori Koros (che tra l'altro, letto alla giapponese, cioe' Korosu, vuol dire uccidere, il solito gioco di parole). I Meganoidi sono i cattivi, Banjo e' l'eroe. Punto. Null'altro importa. Banjo meganoide? Poco probabile. E' l'eroe della storia, quindi è assolutamente normale che non sia una persona comune. Piega l'acciaio? Lo si vede solo nella prima puntata, e peraltro è evidente che per farlo fà parecchia fatica. Don Zauker è stato il primissimo Meganoide creato dal dottor Aran. Koros lo ha manovrato per anni. In effetti era lei che deteneva tutto il potere, mentre Don Zauker era ridotto in stato di 'incoscienza'. Probabilmente, come succedeva in Kyashan (scusate il paragone, ma mi sembra calzante), un incidente di percorso. La luce lasciata accesa nella villa.....beh quella non indica una presenza umana o meno....è solo un simbolo, un segno che il team è destinato a ritrovarsi ancora, e che non è finita li.....ce ne sono spesso di cose come queste negli anime. Interviene la Rekkia: I fatti sono che Don Zauker è il padre di Aran Banjo, Koros l'amante. Don Zauker però, non ricordo quale è il motivo preciso, è in uno stato di incoscienza e in pratica i meganoidi sono comandati da Koros. Spiegazione del finale di Daitarn 3: Banjo ha iniziato la sua guerra personale contro i meganoidi spacciandosi per eroe della giustizia, quando invece ce l'aveva col padre e con l'amante di lui che hanno distrutto la sua famiglia. Nell'ultimo episodio tutti i nodi vengono a galla (ma l'ultimo episodio col doppiaggio corretto, non quello inventato) e Reika, Beauty, Toppy dopo essere venuti a sapere la verità se ne vanno incazzati mollando Banjo da solo. Sul Roman Album poi Tomino dice che Banjo non è più dentro quella casa, ma poco importa. E questo è il finale ufficiale, non una supposizione o una ipotesi basata sul fatto che nel 1979 agli spettatori poco importava ecc. Tomino aveva già iniziato a fare il bastardo, poi certamente è peggiorato gli anni dopo, ma Daitarn 3 è una di quelle serie che finisce davvero male (bad ending). UTENTE ESTERNO si fa beffe dei girellari con sagacia e ironia: Banjo (non bengio che vuol dire cesso) in pratica è un nazi che stermina una intera razza (i meganoidi) di comunisti (marte pianeta rosso bolscevico e traditor), e peraltro fa benissimo perchè è giustamente incazzeto con loro. Nel finale i suoi sguatteri dopo averlo aiutato per settimane, mesi, o anni, hanno la recrudescenza buonista e lo mollano, ma lui se ne frega tanto c'ha l'oro di marte (parallelo con l'oro di Hitler) da godersi ed è considerato da tutta l'umanità girellara come il paladino che li ha salvati (che poi è vero, perchè quale che fosse l'intenzione iniziale dei meganoidi poi si mettono contro la Terra tutta non solo contro Banjio) PS: guardare gli anime con dialoghi tradotti correttamente e non inventati facilita notevolmente la loro comprensione Al che Saotome ribadisce le sue posiszioni con un lungo post che è inutile riportare e la Rekkia controreplica: Allora non ci siamo capiti. La versione che ho scritto non l'ho data io ma TOMINO (quel tizio pelato che sarebbe anche l'autore della serie). Don Zauker è Sozo Aran e Koros è l'amante di Sozo. Non viene detto da nessuna parte se sono sposati (Sozo potrebbe anche aver divorziato dalla moglie), quel che è certo è che Koros se la faceva col padre di Banjo ma non è la madre di Banjo. Non viene detto esplicitamente nella serie? Sì, hai ragione, non è esplicitato nel senso di narrato, Tomino è stato volutamente sibillino, infatti per capire che Don Zauker è proprio Sozo devi far caso ai doppiatori, la voce di Don Zauker è la stessa di Sozo. Don Zauker quando si risveglia però non se stesso, non è in grado di intendere e di volere, appare davanti a Banjo in sogno, si pente di quello che è accaduto e non avendo altra scelta vuole aiutare il figlio ad abbattere il suo corpo da meganoide (Don Zauker appunto). Banjo non vuole l'aiuto del padre perché non l'ha perdonato di aver distrutto la famiglia, riesce a uccide Don Zauker ma non è certo felice. Sulla terra poi gli assistenti lo abbandonano (è un vero abbandono, voluto, non si salutano neanche), Tomino poi aggiunge che Banjo era rimasto su Marte e non è dentro la stanza con la luce accesa. Sul finale di Daitarn 3 non c'è niente da supporre, è stato tutto spiegato dall'autore e Daitarn 3 fa a tutti gli effetti parte della schiera di anime che finiscono male di Tomino (c'è di peggio se prendiamo Ideon o Dunbine, ovviamente). Poi ragazzi oh... liberi di supporre quello che volete. C'è chi ha chiesto la spiegazione e io gliel'ho data, se non vi sta bene siete liberi di scrivere le vostre fanfiction e di vederci quello che volete. Questo topic è proseguito fino a novembre 2008. Poi è stato dimenticato nell'oblio e lo è tuttora perchè potrebbe gettare cattiva luce sull'operazione "abbiamo scoperto tutto sul vero finale di daitarn". Infatti, recentemente un utente è intervenuto ponendo delle (legittime) domande proprio sul finale della serie, incuriosito dal libercolo dedicato dagli scherani di guzzilla in cui si millanta le rivelazione per la prima volta in Italia del mitico vero finale, finale che però non viene spiegato nel libercolo, rimandando all'acquisto del libro di un collaboratore di gonagai.net. Ecco i fatti: Utente: Ho dato solo un'occhiata alla prima parte del libro su Daitarn 3...mi sembra graficamente molto curato ma...sbaglio o non è riportato il dibattito sul finale di quella serie? Insomma: perché improvvisamente tutti se ne vanno contenti mentre Banjo scompare? Proprio per l'importanza di quel dibattito segnalo che la serie non finisce con Garrison che dice 1,2,3 Daitarn ma l'ultima scena è una luce che si è accesa nella Villa di Banjo... Risposta di Guzzilla: hai fatto benissimo ad aprire questa discussione! il dibattito sul finale si è tenuto durante la nostra conferenza al napoli comicon grazie all intervento del gentilissimo giorgio messina , direttore della cagliostro press. le note sul finale puoi trovarle nel suo libro "con l aiuto del sole vincerò". Ulteriori commenti vari e domanda di un altro utente: Ho letto il libro...ma le interpretazioni del finale di Daitarn III restano ancora misteriose! Qualcuno può dire la sua? E di nuovo Guzzilla: per quello c'e' il libro CON L'AIUTO DEL SOLE VINCERO' edito da cagliostro press ^^ C'è da dire che qualche altro utente ha provato a rispondere, come è normale in un forum di anime e manga (ci si sta per discutere delle proprie passioni non per spammare libri). Al che sorge un dubbio legittimo, ma Guzzilla rimanda al libro per farci pubblicità omettendo appositamente di dare spiegazioni che conosce, oppure sto libro manco lo ha letto e quindi sto fantomatico vero finale per la prima volta in italia non lo sa manco lui? Comunque non vi preoccupate utenti smarriti che per vostra fortuna non siete sul Pchan. Perle Girellare pensa a voi! E combatte l'ignoranza girellara con le armi della libera conoscenza! Ecco le risposte alle vostre domande! Il Finale di Daitarn 3 Sostanzialmente la faccenda e' cosi: - A inizio episodio Koros rivela che è stato Banjo a cominciare la guerra. Altrimenti i meganoidi non si sarebbero mai interessati dei terrestri, dato che erano stati creati per colonizzare lo spazio. - Don Zauker e Haran Sozo hanno la stessa voce. E' chiaro soprattutto perchè durante il combattimento finale Banjo sente la voce di suo padre. Nell'edizione italiana storica pero' non si capiva mica se era la sua immaginazione o che cosa. - Dopo avere ucciso Don Zauker, Banjo torna a guardare il cadavere di Koros e nel DS Renzo Stacchi dice "Hai avuto quello che ti meritavi maledetta". In originale dice "Ma che cosa ho fatto?". - Saputo che tutto l'ambaradam è successo per via di Banjo (ok, suo padre era un pazzo che ha usato moglie e fratello per creare dei protomeganoidi, ma...), Beauty, Reika e gli altri se ne vanno piantandolo da solo alla villa. Il dubbio sulla luce accesa Non è chiaro se la finestra con la luce indichi che c'è qualcuno all'interno o se sia solo un riflesso del sole. Quello che e' certo pero', e' che prima di andarsene Reika ha parlato con Banjo. Infatti quando lei arriva dicendo che non c'è nulla da fare, allora tutta la combriccola prende e molla la villa. See ya!
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  11. Sawatari Go 5/8/2010, 21:36 Documentazione o link a sostegno di tutto ciò? Zero. This is nagainet P.S. Sempre Sawatari. Il link al pchan viene tolto, sia mai che qualche rana 'niurant possa scoprire la verità. Le unicehe informazioni consentite sono quelle filtrate dal regime. This is nagainet.
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  12. Toshio Okada. Passato alla storia col soprannome di Otaking, il re degli otaku, oggi si ritrova a fare tutt'altro che non animazione (ma forse, non è così tanto distante dal suo passato come si potrebbe pensare). Molti conosceranno già i contenuti di ciò che sto per illustrare, ma mi pareva doveroso mettere nero su bianco questi appunti di storia dell'animazione giapponese. La storia della Daicon.Okada da bambino era un prodigio in grado di leggere i kanji già all’asilo. Come università scelse la Osaka Electro-communication. Nel 1978 partecipò alla 17° congresso giapponese di fantascienza (AshinoCon) dove introdusse un incontro sull’arte della narrazione assieme a Yasuhiro Takeda. I due si conobbero proprio in quella occasione. Takeda infatti frequentava il dipartimento di ingegneria atomica dell’università di Scienze e Tecnologia del Kinki (Kinki è un altro nome per Kansai, la zona di Kyoto e Osaka insomma). Era un fervente fan di fantascienza e partecipava a molte convention. Il punto è che i due non erano soddisfatti del livello contemporaneo di questi incontri e dell’attenzione che (non) veniva data ad anime e tokusatsu. Quindi arrivò il 1981, quando venne organizzato il 20° congresso giapponese di fantascienza (chiamato Daicon III: Dai da una diversa lettura del primo kanji di Osaka, Con di Convention, III perché si trattava della terza volta che la città ospitava l’evento). Era pratica comune per questi congressi lasciare l’amministrazione agli studenti universitari del luogo in cui si tenevano. Percui ecco che Okada e Takeda trovarono pane per i loro denti. Okada come filmato d’apertura volle un’opera d’animazione e si rivolse ad alcuni studenti dell’Università d’arte di Osaka: Hideaki Anno, Takami Akai e Hiroyuki Yamaga. Per abbattere i costi di realizzazione (dato che di soldi praticamente non ne avevano) invece che dei normali cell usarono della celluloide a basso prezzo presa da una fabbrica. La opening animation del Daicon III fu comunque un grande successo e tutte le nascenti riviste del settore ne parlarono. In teoria il gruppo avrebbe dovuto sciogliersi con la conclusione dell’evento… però tutti si erano così divertiti che sarebbe stato un peccato non sfruttare l’esperienza acquisita. Per prima cosa quindi fondarono l’etichetta DAICON FILM, sotto il cui nome verranno realizzate diverse pellicole.A quel punto Okada lasciò l’università e grazie a un prestito del padre nel 1982 aprì la General Product. Il nome deriva dalla società omonima gestita dai Burattinai di Pierson, specie aliena che compare nel Ciclo dello Spazio Conosciuto di Larry Niven. In un primo momento il negozio non era nient’altro che casa sua. Ma perché questa scelta? Perché come detto prima Okada era anche l’amministratore economico del Daicon III e non potè fare a meno di notare come il merchandise che riproduceva i personaggi sf avesse fatto il tutto esaurito. Quindi con l’aiuto di Takeda, amici universitari e conoscenze varie creò un negozio specializzato in garage kit e materiale di merchandise vario legato ai tokusatsu (i telefilm di fantascienza come Ultraman, facenti uso di effetti speciali = tokusatsu) e ai personaggi di Daicon III. Con le sue conoscenze Okada riuscì a scrivere per varie riviste di animazione, promuovendo il nome della General Product a costo zero. I soldi guadagnati con questo negozio/ditta vennero poi in parte dirottati per la produzione di film tokusatsu amatoriali per la Daicon Film. Di questi video immessi sul mercato al prezzo di 10000 yen, ne venivano venduti all’incirca 3000 pezzi. I guadagni erano poi reinvestiti nelle produzioni successive. È così che Daicon Film realizzò alcuni cortometraggi tokusatsu in pellicole da 8 mm come “Kaettekita Ultraman”. Si trattava di video che parodizzavano tokusatsu preesistenti, ma il loro livello di cura per essere produzioni indipendenti era talmente alto che stupì l’ambiente. http://www.youtube.com/watch?v=zQJU19MBjg0&feature=relatedIntanto Daicon III fece notare i suoi autori agli studi di produzione (alcuni membri dello Studio Nue erano presenti alla convention), tanto che Anno e Yamaga parteciparono ad alcuni episodi di “Chojiku Yosai Macross”, serie del 1982. Fra le miriadi di citazioni contenute nell’anime, compare anche un negozio di giocattoli chiamato General Product.Nel 1983 Toshio Okada, nell’ambito dell’organizzazione del 22° congresso della fantascienza giapponese invitò nuovamente il gruppo di Anno a realizzare la sigla di apertura del Daicon IV. Questa volta il filmato si avvalse della collaborazione della Artland, nelle persone di Ichiro Itano, Toshihiro Hirano e Narumi Kakinouchi (conosciuti da Anno durante i lavori su Macross). Collaborarono anche Mahiro Maeda, amico di Akai, e Yoshiyuki Sadamoto, senpai di Maeda. Quello che ne uscì fu un filmato che segnò indelebilmente gli spettatori otaku, sopraffacendoli e venendo ricordato ancora oggi come un caposaldo del genere. Nonché l’iniziatore del filone mecha+bishojo. Tuttavia nel mondo della sf ci furono anche molte critiche a queste convention, bollate come commerciali. Nello specifico ci fu proprio uno scontro ideologico, con Okada accusato di pensare alla fantascienza come a un qualcosa di personale. Difatti lo scrittore Yasutaka Tsutsui (noto autore di Toki wo kakeru shojo) ironizzò dicendo che sulle convention organizzate da Okada andava lanciata una bomba atomica. Non se la cavarono meglio le pellicole tokusatsu della Daicon Film, considerate idiote.Nell’autunno del 1984 Okada progettò “Oritsu uchugun”. Per realizzarlo fondò la Gainax, chiamando i membri che avevano collaborato al Daicon IV. Il nome deriva dal dialetto della prefettura di Shimane, dove Gaina significa “grandioso”. Grandioso X, Gainax. Nell’aprile del 1985 fu pronto un episodio pilota di 4 minuti. Una premessa: come opera conclusiva della Daicon Film venne realizzato “Yamata-no-orochi no gyakushu”, un tokusatsu a basso costo su pellicola da 16 mm. Forte del successo delle vendite di questa autoproduzione, Okada incontrò il consiglio di amministrazione di Bandai a cui presentò il pilota, chiedendo di finanziare il suo nuovo progetto. La ditta, all’epoca totalmente inesperta in questo campo, gli accordò il denaro da investire per la creazione di un film da lanciare nel 1987. L’idea di farne un film deriva proprio da Bandai, mentre Okada pensava più al mercato home-video. Un aneddoto sul titolo dell’opera. Lo staff si incontrava per discutere dei dettagli della trama in una caffetteria e fu quando un cliente vicino a loro ordinò un “royal milk tea” che l’allora 24enne Hiroyuki Yamaga, regista designato della pellicola, escogitò come titolo “royal space force”, traducendolo poi in giapponese. Ma dato che poi venne considerata un’espressione troppo rigida venne aggiunto il sottotitolo: “Lequinni no Tsubasa”. In seguito, si pensò che il nome di Lequinni nel titolo avrebbe spostato troppo l’attenzione del pubblico verso il personaggio e venne ideato “Honneamise no Tsubasa”. Infine, su indicazione della Toho che si occupava della distribuzione della pellicola, titolo e sottotitolo furono invertiti, ottenendo quindi “Honneamise no Tsubasa – Oritsu uchugun”.La Gainax prese sede a Tokyo, mentre la General Product rimase a Osaka, vicino alla stazione di Momoidani (molto vicina all’attuale Denden Town). La ditta fu molto rinomata per la produzione dei garage kit, tanto da rivaleggiare con la Kaiyodo ai Wonder Festival. Il locale che ospitava il negozio divenne famoso anche per via del fatto che aprì una caffetteria per i clienti.Nel 1987 Honneamise uscì finalmente al cinema e fu un fiasco totale. Dato che Bandai spese un ingente capitale nella produzione, quel misero ritorno la mise quasi in ginocchio. Il film inoltre era giudicato scarsamente comprensibile, trovando critiche positive solo nella stretta cerchia degli appassionati.La Gainax era stata creata apposta per questa pellicola e dopo la sua realizzazione ne era previsto lo scioglimento, ma dato che i soldi spesi avevano superato largamente il budget stabilito da Bandai, per pagare il debito lo studio rimase unito per la creazione di un nuovo anime: “Top o nerae! Gunbuster”. Ironicamente anche Gunbuster sforò il budget previsto e la Gainax per ripagare i debiti cominciò a lavorare come sussidiaria di altre ditte nella realizzazione di oav, film e quant’altro alla ricerca di fondi.Contemporaneamente, a causa dei numerosi impegni in quel di Tokyo, l’intero negozio della General Product finì per trasferirsi nella capitale, più precisamente a Kichijoji. A partire dal 1989 però le vendite dei garage kit iniziarono a declinare tanto che nel 1992 il negozio chiuse dopo un’ultima partecipazione al Wonder Festival. Takeda, che era rimasto alla sua gestione, confluì in Gainax. Si ricorda fra i commessi del negozio quando ancora si trovava a Osaka, un giovane Kenichi Sonoda.Il resto è storia, ma questo periodo e questi autori vengono oggi ricordati come “Old Gaina”. Come atto finale della sua carriera di otaku, nel 1991 Toshio Okada partecipò come creatore a “Otaku no video”, che fra le molte cose è anche un’autoparodia della sua storia personale fra il 1981 e il 1985.Elenco delle opere della Daicon Film:- Daicon III opening animation (1981)- Kaiketsu noutenki (1982, 15’)- Aikoku sentai Dainippon (1982, 19’)- Kaettekita Ultraman (1983)- Daicon IV opening animation (1984)- Kaiketsu noutenki 2: jun’ai minatomachi-hen (1984, 23’)- Kaiketsu noutenki in USA (1984, 9’)- Hayauchi ken no boken (1984)- Yamata-no-orochi no gyakushu (1984)Un servizio d'epoca della Yomiuri Television Osaka chevisita la General Product e intervista Toshio Okada.http://www.youtube.com/watch?v=mTwZIvEHcU8Daikon in lingua giapponese indica il rafano bianco.Si scrive con i kanji di grande e radice.
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