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Detective Beone (15/65)
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Culture Club 2021 di Kyashan. Updated
In generale, "cancel culture" significa boicottare determinate persone, attori, cantanti, aziende,personaggi dei programmi tv, parlandone male nei social network e mettendoli all'indice a causa di comportamenti scorretti, veri o presunti. Spesso ha conseguenze definitive sulla vita e sulla carriera di una persona. Emblematico e' il caso di Woody Allen, accusato di molestie sessuali nei confronti della figlia adottiva (che successivamente ha sposato): la realta' starebbe all'opposto, con Mia Farrow nei panni di madre adottiva inadeguata e rancorosa, ma l'immaginario collettivo vuole che sia sempre l'uomo l'aggressore. Il boicottaggio rappresenta l'opinione pubblica, non tiene conto di eventuali proscioglimenti dall'accusa e puo' essere retrodatato -risalendo a fatti di vent'anni fa, o del secolo scorso. La cancel culture si applica anche alle persone comuni (impiegati, insegnanti, ecc) e, sotto un altro nome, per anni negli Stati Uniti e' stata impiegata contro gli avversari politici. Questo aspetto non e' piu' preso in considerazione. L'altro significato attribuibile a cancel culture, quello piu' diffuso, e' la contestazione (da parte della sinistra) di una cultura generalmente dogmatica, il boicottaggio e la censura che mette in discussione lo "status quo". Per esempio, la figura di Gesu' Cristo che ci viene tramandata e' quella di un bel giovane, alto,con gli occhi azzurri, barba e capelli biondi.... L'iconografia riconosciuta dalla memoria collettiva non tiene in considerazione che e' il rappresentante di una popolazione semitica, pertanto non poteva essere ne' alto ne' bianco. Queste normali osservazioni a carattere storico ci sono sempre state,ma sembrano improvvisamente scandalose e inaccettabili da parte di una certa cultura (non esclusivamente americana). Una cultura del potere e del denaro, fondamentalmente di destra, ma che negli ultimi anni ha adottato parole di sinistra (come antirazzismo, antifascismo e progressismo) con un'accezione negativa. La ripetizione di questi concetti dozzinali, veicolata da giornali e network, ha generato confusione e ci ha riportati indietro ai primi movimenti per i diritti civili,talvolta lasciandoci la sensazione che bisogna ripartire da zero. L'espressione cancel culture e' nata in ambienti di destra (i movimenti progressisti non si definiscono cosi') e lascia intendere che di cultura ce n'e' una, mentre chi la mette in dubbio sbaglia per principio. L' esistenza di una cancel culture e' stata smentita nella primavera di quest'anno, quanto meno ne sono stati ridimensionati gli effetti, identificandola come "impostura politica di destra",volta precisamente a frenare rivendicazioni sociali giustificate e movimenti di protesta pacifici. Per i social network non e' finita. L' esistenza stessa di Internet, dei post per loro natura, del modo di fruizione, favorisce l'uso strumentale della cancel culture. I post sono veloci e non dimostrabili, percio' inattaccabili.
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