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Connacht

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  1. Vorrei fare quella che considero una precisazione sull'ipotesi di un mondo parallelo in cui al posto di Anno Hideaki c'è Luigi Esposito che sceneggia Nuovo Secolo Evangelion dal suo appartamentino a Bulgarograsso o San Gennaro Vesuviano: non si può fare una trasposizione perfettamente congruente perché il contesto culturale intorno è differente. A mio parere bisogna tenere conto di alcune cose. L'opera non esiste nell'Iperuranio come idea pura in attesa di atterrare nella mente di qualcuno ma va contestualizzata. Per Anno apostoli e angeli sono elementi esotici di una religione nata a migliaia e migliaia di kilometri di distanza e diffusa principalmente in società differenti da quelle giapponese, sono messi come elementi suggestivi un po' come quando un occidentale si tatua un kanji senza manco parlare la lingua; il giapponese medio che guarda Shin Seiki Evangelion manco sa cos'è un cherubino, per lui sentir parlare di angeli e apostoli fa un effetto più esotico rispetto a noi. Difatti ai consulenti linguistici americani in Gainax che gli facevano notare che alcune cose erano formalmente errate, lui fece spallucce, non gli interessavano granché certe distinzioni. Da notare anche che l'alfabeto latino, per quanto insegnato nelle scuole giapponesi, è comunque una cosa molto distante dai sistemi di scrittura autoctoni del Giappone, propri di una cultura che se li è tenuti per secoli e ha iniziato a imparare il nostro alfabeto solo di recente. Le scritte in inglese tipo "angel" o "berserk" hanno un impatto sull'immaginario giapponese differente da quello che avrebbero su degli occidentali. Luigi Esposito invece con questi termini ci è cresciuto, per lui è ben chiara la distinzione tra angelo e apostolo, conosce la mitologia biblica e la tradizione giudaico-cristiana, e la sua lingua si scrive con lo stesso alfabeto dell'inglese, che oltretutto è una lingua indoeuropea come l'italiano e con molte più affinità (tra prestiti linguistici, vicinanza culturale e sfera politica): chiamare apostoli quelli che sugli schermi dei computer vengono identificati come "angel" cozzerebbe immediatamente, e se proprio si impuntasse di metterlo nero su bianco, il pubblico lo indicherebbe immediatamente come un'errore. Pertanto, Luigi Esposito, nel suo sceneggiare Nuovo Secolo Evangelion (venduto poi all'estero come Neon Genesis Evangelion), quasi certamente non adotterebbe mai questo dualismo tra il modo in cui i personaggi chiamano i bestioni e il modo in cui vengono indicati sugli schermi, se non per chissà quali ragioni psichedeliche - che però verosimilmente gli verrebbero corrette dall'editore perché ovvie inconsistenze, e che potrebbero incidere sul gradimento di pubblico e le vendite se eccessivamente fastidiose. Ritengo che un'analogia più idonea potrebbe essere immaginarlo sceneggiare una storia ambientata nel Giappone feudale, conoscendo però poco e quasi solo per sentito dire la cultura e la storia giapponese. La storia verrà tramessa su Rai Uno col titolo "I Chesa Ronin" oppure "Tozzi-Fan e la sfera dei 7 spiriti". Così magari ai suoi personaggi potrebbe far dire ronin in un'accezione differente da quella reale, magari pure scambiandolo con ashigaru, samurai o altro, mentre contemporaneamente si vedono alcuni ideogrammi riportati erroneamente (esempio a caso, un dojo di samurai con un cartello con su il kanji per ronin). L'italiano medio manco ci fa caso, il giapponese magari commenta "ma perché quel samurai dice di servire Tokugawa ma ha la bandierina col simbolo del clan Edo?" oppure, se vogliamo usare il lato mitologico-folkloristico, "perché tutti dicono di essere cacciatori di oni ma sulle scritte c'è scritto cacciatori di kitsune?". Oppure potrebbe ambientare Evangelion sempre in Giappone, ma invece di scritte in inglese, fa comparire scritte in giapponese che non corrispondono a ciò che fa dire ai suoi personaggi (tutti dicono apostolo/angelo ma sui computer c'è il kanji per tenshi/shito, per esempio). Ecco credo che questa sarebbe l'analogia migliore, personalmente. Ovviamente IMHO.
  2. Testo adattato condensando post sparsi che avevo fatto altrove. Foto prese da Wikimedia Commons. I sirfidi (Syrphidae) sono una grande famiglia di insetti che appartiene all'ordine dei ditteri, lo stesso di cui fanno parte mosche, moscerini, zanzare e simili. Nei paesi anglofoni sono chiamati flower flies, mosche dei fiori, questo perché dal punto di vista ecologico sono importantissimi impollinatori, ma anche hover flies, per la loro tendenza a sostare a mezz'aria come simpatici elicotterini. Utilissimi e fondamentali per la salute di un ecosistema sia naturale che artificiale (es. in agricoltura), la caratteristica della stragrande maggioranza dei sirfidi che più risalta all'occhio è sicuramente la colorazione a bande gialle e nere, che li rende molto simili cromaticamente ad api e vespe. Nella seguente foto possiamo vedere a esempio un esemplare maschile appartenente alla specie Episyrphus balteatus: Questo invece è un maschio di Syrphus ribesii: E un maschio di Eupeodes corollae: La loro colorazione si nota parecchio, così tigrata. Sembrano davvero strane api. Il genere Spilomyia è più audace e imita l'aspetto di vespe e calabroni. Femmine di Spilomiya diophtalma e di Spilomiya manicata: Il successo evolutivo dei sirfidi consiste proprio in questo fatto. Api, vespe, bombi, calabroni e simili presentano i loro colori sgargianti come forma di avvertimento: risaltano subito, fungono da "avviso" per i predatori che riconoscono il pericolo e si tengono alla larga. Ne siete stati vittima anche voi, ogni volta che avete riconosciuto una vespa ronzarvi attorno, e magari avete pensato di allontanarvi per non rischiare di essere punti. In zoologia questo fenomeno viene detto aposematismo. Ma... i sirfidi non hanno pungiglioni e non vi possono fare proprio nulla. Perché allora la colorazione d'avviso? Si tratta di un inganno, o meglio di un "travestimento": il sirfide imita (inconsciamente) i colori di una specie più pericolosa e viene confuso con essa. I predatori non sanno che in realtà hanno a che fare con una sorta di moschino anziché una vespa o un ape, ma vedono lo stesso schema cromatico, diffidano istintivamente e si tengono alla larga. L'organismo che possiede questi colori può sopravvivere e trasmettere alla prole i geni che ne sono responsabili. L'adattamento è vantaggioso e si diffonde di generazione in generazione. È una forma di mimetismo, detto batesiano, da Henry Walter Bates, un importante biologo e naturalista inglese che nel XIX secolo studiò approfonditamente in Amazzonia la capacità di mimetizzarsi dei lepidotteri sul posto. Fino a ora ho specificato se gli esemplari fossero maschili o femminili. Ecco ancora una femmina di Sphaerophoria scripta: È uno dei sirfidi più diffusi in tutta Europa. Chissà, magari lo avete incontrato tantissime volte mentre svolazzava di fiore in fiore, e forse l'avete confuso con una strana ape o vespa, perché davvero quelle bande gialle e nere sono vistose. Ma come facciamo a distinguerne il sesso? A colpo d'occhio, un modo rapido per identificarli è osservare gli occhi. Come per molti insetti, i grossi occhi dei sirfidi sono composti da numerose sottounità dette ommatidi. Sempre come in molti insetti, fra i due grossi occhi sono compresi dei puntini, detti ocelli, che sono sensibili alla luminosità e aiutano a direzionare l'animale. Nei maschi gli occhi compositi sono talmente voluminosi da toccarsi in sommità. Non sono cioè separati, a differenza della femmina che ha uno spazio compreso fra di loro. Occhi tangenti di questo tipo sono detti oloptici (se separati alla fronte sono detti dicoptici) e il consenso è che aiutino il maschio nell'individuare la femmina durante la riproduzione. Ecco per esempio una femmina e un maschio di Sphaerophoria scripta che si stanno accoppiando: Qui vediamo in maniera più ravvicinata gli occhi di un maschio di Episyrphus balteatus: Mentre qui un primo piano di un Eristalinus taeniops che ci permette anche di apprezzare il dettaglio del polline che aderisce alla superficie dell'animale, è facile visualizzare come questo venga così trasferito di fiore in fiore, ottenendo così la fecondazione della pianta: Questa caratteristica è molto diffusa ed è quindi un modo rapido per determinare il sesso di un esemplare nella stragrande maggioranza dei casi, ma alcune specie non la presentano, come per esempio nei generi Helophilus, Microdon e Neoascia. (i cui maschi hanno occhi separati come le femmine, sono dicoptici). Come detto all'inizio, i sirfidi sono importanti impollinatori, i più importanti dopo la famiglia degli apidi. Ciò li rende elementi tasselli fondamentali nei meccanismi degli ecosistemi non solo per quanto riguarda l'equilibrio selvatico, ma anche per l'agricoltura umana. Le varie specie sono sia generaliste che specializzate nel prediligere certi fiori. Alcune delle relazioni più importanti che possono instaurare sono con le orchidee, che in alcuni casi sono capaci di attrarre sirfidi producendo sostanze chimiche analoghe a quelle emesse dagli afidi come segnale di pericolo. Infatti l'utilità dei sirfidi non è data solo dalla pollinazione, ma anche dal fatto che le larve di molte specie si cibano di afidi, cicaline, cimici e altre pesti dannose per la pianta. Si tratta quindi per davvero di alcuni dei più grandi amici che potete trovare correndo nei prati fioriti. Per maggiori informazioni ed eventuali approfondimenti più settoriali (da appassionati o studiosi), potete consultare questo manuale dell'ISPRA, con dettagli morfologici, analisi tassonomiche e schede d'identificazione di alcune delle principali specie italiane, che è anche la mia fonte tecnica di riferimento: http://www.isprambiente.gov.it/files/pubblicazioni/manuali-lineeguida/MLG_128_2015.pdf (comprende sirfidi più simili a imenotteri vari che potrebbero essere più facilmente confusi, da notare Doros destillatorius che imita anche la forma di una vespa vasaio o Criorhina berberina che è molto simile a un bombo per la sua peluria)
  3. Io l'ho visto solo a inizio giugno. Comunque a me la causa vivente di tutto il trambusto mediatico degli ultimi giorni spoilerò qualche anno fa il finale di Gunslinger Girl ad anni dalla sua uscita, che dovevo ancora finire di leggerlo (e il tutto in un topic su Orange Road!!!!) e quindi non si è mai troppo previdenti. 😛
  4. Comunque, visto che l'ho citato nell'altro topic, a quanto mi risulta nel DSM non sono incluse cose tipo "lamentarsi di materiale di lavoro non soddisfacente per l'esecutore e pur tuttavia portare a termine il lavoro". Ergo, in questa situazione non credo proprio che apostrofare apertamente come non sana di mente una persona, che ha un contratto e sicuramente incorrerebbe in qualche problema se non lo rispettasse, sia realmente legittimo.
  5. Immagino che la stanza sarà di forma ottagonale. Non hai mai visto cosa accade fra scienziati, questa storia è pulviscolo.
  6. Tipo la storiella dell'insegna con su scritto "Oggi qui si vende pesce fresco" e dei passanti che facevano togliere ogni parola apparentemente superflua fino a che non era rimasto scritto alcunché?
  7. Guardare il tuo profilo mi riporta indietro nel 2007, quando si postava ancora nel club degli italiani su MAL,  i social non esistevano e il fansub era ancora l'unico modo per guardare anime stagionali. 

    1. Connacht

      Connacht

      "The Wheel of Time turns, and Ages come and pass, leaving memories that become legend. Legend fades to myth, and even myth is long forgotten when the Age that gave it birth comes again."

  8. Signora fanciulla-piccione, voi avete evidentemente sbagliato topic. Ce n'è uno del 22 giugno sito (per qualche ragione anche se è serio) nella sezione "foro dei troll" che vi si addice maggiormente e in cui ci sono le soluzioni a ogni vostra esigenza. Comunque anch'io ho qualche capacità di prevedere il futuro, ma in termini probabilistici: la mi' nonna m'ha insegnato statistica quand'ero ancora giovinetto e qui intorno si parlava ancora protoindoeuropeo. Prevedo con una probabilità del 100% che anche oggi non me ne importerà una cippa di Eva. Molto meglio i gattini.
  9. A casa mia parlo solo protoindoeuropeo stretto, ma quando sono fuori mi capita sporadicamente di usare il finlandese quando intimo a qualcuno di guardare qualcosa (il mare, i calzini...) La mi' nonna però non vuole.
  10. Credevo fosse tutto semplicemente una cataclismica, spaventosa, leviatanica, galattica Montagna di Merda (cit.).
  11. No, fanciulla, noi (noi chi?) non pensiamo affatto che la scienza spieghi tutto, e non abbiamo nulla (io almeno) contro gli studi umanistici in quanto tali. Ho conosciuto persone di estrazione umanistica che applicano un pensiero logico-scientifico ben superiore a quello di molti semplici laureati in qualche materia scientifica. Mi limito a considerare che una semplice laureatella in lettere che spara percentuali a caso in un discorso senza capo né coda, ostentando una certa sicumera, e che poi afferma perentoriamente "non derivano dalla statistica ma dalla realtà", beh, non sappia granché né della realtà, né della cultura umanistica, né di quella scientifica, e che in generale non sappia di che parli. Insistere sarebbe inutile, come giocare a scacchi con un piccione, che non importa se sei Gary Kasparov, tanto ti butta le pedine a terra zampettando. Ma non te ne faccio una colpa quantitativa. È vero che non ci vogliono chissà quali grandi doti per comprendere l'insensatezza di quella frase e delle altre che l'accompagnano, ma non penso tu sia necessariamente priva di capacità; penso più che altro che tu sia vittima di bias. Ce ne sono molte di persone come te, rinchiuse in una bolla, dall'ego rinforzato a causa dell'echo chamber. È questo il problema di fondo. In genere c'è sempre l'occasione di uscirne e porre rimedio ai propri limiti. Ma questo dipende da te. Io, purtroppo, ben poco potrei fare e anzi: qualunque cosa direi ti farebbe ancor di più arroccare su te stessa.
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