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in esilio volontario

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  1. @ChocozellNon mi riferivo all'intervista sul giornale. Ne ha rilasciata un altra in una live con (mi pare si chiami così) "Vecchio nerd". E, come ho detto, lì ha snocciolato parecchi dettagli.
  2. L'edizione italiana esiste. A detta di Verducci il doppiaggio è iniziato diversi mesi fa. La settimana scorsa è stato intervistato da non mi ricordo quale tizio su iutubb, ed è lì che ha snocciolato queste e altre informazioni (e, a proposito del doppiaggio girellaro, lui dice di aver proposto alla Manga di fare una doppia traccia nomi girellari/nomi originali, o almeno di tenere Koji invece di Alcor, ma al momento non ha potuto sentire neanche lui il doppiaggio finito, quindi non sa se abbiano seguito le sue proposte).
  3. @Chocozell Verducci è il responsabile dell'edizione italiana, quindi credo che le sue parole abbiano un certo peso in questo contesto.
  4. @ShujiGrazie, purtroppo prima non sapevo di quella distinzione nel linguaggio. Quindi, per riformulare quello che avevo detto secondo la giusta correzione, i materiali di Z in mano alla Funimation dovrebbero essere una seconda generazione ricevuta dalla Toei intorno al 2006/2007, e a giudicare dagli screenshot delle scansioni "non ritoccate" (a detta loro) che avevano postato sul loro blog, effettivamente è possibilissimo che sia come hai detto tu. Il post in questione (archiviato).
  5. Se la Toei abbia ancora le tracce music & effects di tutta la serie non si può sapere, ma in questo caso si parlava dell'audio giapponese "finito", che ufficialmente esisteva solo nella sua versione degradata e ovattata che conosciamo, fino all'uscita dell'edizione della AB.
  6. L'audio originale è degradato perché è stato conservato in formato ottico, cioè sulla stessa pellicola del video, come si vede qui. Il fatto che sia in mono non ha nessuna rilevanza. Solo quello di GT era in stereo (ed è andato perduto, purtroppo, almeno ufficialmente, lasciando solo la copia degradata e in mono). La AB ha usato delle registrazioni fan made per l'audio, di qualità superiore al materiale in mano alla Toei, quindi mai dire mai.
  7. Stando a quanto ho capito io, alla scadenza del contratto i materiali tornano in mano al proprietario dei diritti originale, quindi l'upscale (pessimo) della Selecta sarebbe comunque una possibilità data dalla Toei stessa (e infatti anche l'edizione tedesca l'ha usato). Sempre da quel che ho capito, comunque, molto dipende anche da quanto si è disposti a spendere. Delle nuove scansioni dei negativi originali credo siano fuori discussione (è dai tempi dei Dragon Box che non li tocca più nemmeno la Toei), e l'edizione francese non è arrivata neanche a metà, quindi le opzioni credo siano le due che avevo elencato.
  8. Che abbiano usato i materiali (buoni, per quel che sono) della versione francese della AB mi pare difficile, dato che ne è stato pubblicato solo un volume su tre, al momento. Per come la vedo io, le opzioni sono due: o hanno usato il materiale dell'edizione spagnola delle Selecta, o hanno fatto (o commissionato a un'azienda terza) un upscale nuovo. Quello che mi lascia perplesso, però, a rischio di sollevare occhiatacce, è il prezzo. Io capisco tutto, ma se già DB così costa 400 pippi, allora Z (ammesso che esca), che ha il doppio degli episodi, quanto dovrebbe costare? 800 euro? Per fare un paragone, la versione "30th anniversary" di Z della Funimation costava sui 350 dollari, ed era ben più ricca di questa -al netto della lavorazione video da sputo in un occhio, che comunque era partita da una nuova scansione delle pellicole in mano alla Funi (avevano postato sul loro blog degli screenshot del video "non lavorato", cioè non DNRizzato a palla).
  9. Sapevo che tu in particolare avresti apprezzato.
  10. Per quanto riguarda Dragon Ball pre-Super in HD, solo i film e gli special sono frutto di nuove scansioni dei negativi. Per il resto la situazione è la seguente: Serie originale: sia l'edizione spagnola della Selecta che quella francese della AB sono upscale. Quella della Selecta è un upscale in machine learning fatto alla come viene viene (non mi sorprenderebbe sapere che hanno usato qualcosa come Gigapixel), mentre quello della AB è stato fatto sempre tramite machine learning, ma in modo più mirato e curato dalla AstroRes (è molto simile a Gundamnovela Seed HD in termini di resa). In entrambi i casi la fonte sono i Dragon Box. Z: la Funimation aveva iniziato una collana chiamata "Level Sets", lavorata a partire da copie di non so che generazione. La lavorazione era piuttosto buona, ma la collana è stata troncata dopo la fine del capitolo dei saiyani. La versione HD successiva, nota come "Seasons Set", è croppata in 16:9 e presenta una rimozione della grana così intensa che a volte le linee di contorno degli oggetti a schermo scompaiono. Il bilanciamento dei bianchi è ugualmente ai maiali. L'ultima versione, pubblicata per il trentennale, è in 4:3, ma per il resto ha gli stessi problemi dei Season Set, con la beffa (oltre al danno) del reinserimento di grana/rumore video artificiale a posteriori. Non ho visto ll'edizione della Selecta, ma credo valga lo stesso discorso della serie originale: upscale in machine learning fatto alla bell'e meglio. GT: nisba.
  11. No, hanno già detto che la Manga ha imposto i nomi farlocchi, incluso Alcor. E la direzione del doppiaggio, per chi se lo fosse perso, è di Bassanelli.
  12. Riemergo dall'esilio per dire che il restauro eseguito per i BD giapponesi de La rosa di Versailles (dalla Qtec, se non sbaglio) è ottimo, e ve ne lascio uno screencap (tratto dall'ultimo episodio). Al di là di questo, permettete di capire anche a chi non legge Bancioclick: la Yamato ha pubblicato un'ennesima edizione col "video migliore al mondo"?
  13. Riposi in pace. Come scritto dal suo account Instagram ufficiale, le sue opere hanno rallegrato le vite di molte persone, e verrà giustamente ricordato. Altre cose non mi sento di dire. Qui c'è la dichiarazione ufficiale dall'account Twitter di Dragon Ball.
  14. Ricompaio dal mio esilio volontario (a cui presto tornerò) perché un amico, tra il divertito e il preoccupato, mi ha segnalato le ultime pagine (e in particolare il post dell'utente Max). Guardando un'opera di finzione, lo spettatore, volente o nolente, "fa" (metaforicamente, con l'opera in questione) una cosa comunemente chiamata "patto narrativo". Volendo fare un esempio pratico restando in tema anime/manga, leggendo Mazinger Z di Nagai Gou, o guardando uno qualsiasi dei suoi adattamenti animati, si accetta che, nel mondo (fittizio) in cui Mazinger Z si svolge, il personaggio (fittizio) Kabuto Juuzou sia l'ingegnere più in gamba mai esistito, in grado di costruire da sé un gigantesco robot invincibile. Mazinger Z è un prodotto giapponese. Prodotto in Giappone, ambientato in Giappone, con personaggi giapponesi, per un pubblico giapponese, ed è quindi in lingua giapponese. Nel caso in cui lo spettatore che vuole fruire di Mazinger Z non rientri in questo pubblico giapponese, o che comunque non comprenda la lingua giapponese, si troverà di fronte a ciò che può essere considerato un secondo patto narrativo: se lo spettatore non conosce la lingua originale di un'opera, per goderne dovrà per forza affidarsi a una traduzione, e quindi accettare che dei personaggi di una certa nazionalità (nel nostro esempio giapponese) parlino una lingua che normalmente non parlerebbero. Possiamo chiamarlo, con molta (poca) fantasia, "patto di localizzazione". L'esistenza del cosiddetto "patto narrativo" è fondamentale perché lo spettatore possa godere dell'opera. Le opere di finzione non potrebbero "essere", esistere, senza l'assunto da parte dell'autore che lo spettatore si presterà a tale patto. Di contro, è possibilissimo che esso "si rompa". Le cause di tale rottura possono essere svariate, ma noi ora ne prenderemo in esame una. Torniamo a Mazinger Z di Nagai Gou. Abbiamo detto che il personaggio Kabuto Juuzou è l'ingegnere più in gamba mai esistito, in grado di costruire da sé un gigantesco robot invincibile. Se a un certo punto durante il manga venisse rivelato che Kabuto Juuzou, l'ingegnere più in gamba mai esistito, in grado di costruire da sé un gigantesco robot invincibile, fosse un completo somaro a scuola, totalmente negato in matematica e scienze e incapace persino di, come da qualche parte in Italia si dice, "fare una 'O' col bicchiere", il lettore penserebbe subito, con tutta probabilità, "Beh, questo non è credibile". Il patto narrativo su cui Mazinger Z di Nagai Gou è interamente basato sarebbe infranto. Anche in un mondo di fantasia, stando alla premessa della storia, questo "non è credibile". Questo "ragionamento sulla credibilità" si può benissimo applicare anche al "patto di localizzazione". Prendiamo un altro esempio, stavolta slegato da anime e manga: il film Fritz the Cat, tratto dalla striscia di Robert Crumb. Questo film è stato prodotto in America, da autori americani, ambientato in America, con personaggi che vivono in America, per un pubblico americano, e quindi in lingua inglese. Volendone fruire da italiani che non conoscono o non conoscono bene l'inglese (e questo non è il mio caso, per fortuna), dovremo affidarci a un'opera di localizzazione che "faccia parlare" i personaggi in italiano. Però, anche se, grazie alla localizzazione, questi personaggi parlano la nostra lingua, noi spettatori sappiamo comunque che essi sono americani, e che la storia è ambientata in America. E quindi, in una storia ambientata in America, con personaggi americani, che senso avrebbe sentire questi personaggi americani, che vivono in America, citare problemi che riguardano l'Italia? Citare personalità italiane? Ripetere i tormentoni di un gruppo comico italiano? Nessuno. Benché si possa accettare che parlino la nostra lingua grazie all'opera di localizzazione, noi sappiamo che non c'è motivo per cui questi personaggi facciano le cose sopraelencate. Non è credibile. Come non è credibile che un cosiddetto "somaro" sia in grado di costruire da sé una gigantesca macchina da combattimento. Non è credibile. Veniamo ora all'opera di localizzazione del prodotto oggetto delle ultime due pagine, Gintama. Io non ne sono assolutamente un esperto. Non l'ho neanche mai vista (o letta, dato che sospetto sia tratta da un manga, come spesso è il caso). Tuttavia, dal video postato da @Den-chan (ps: scusa se non ti ho più aggiornato, sono successe tante cose), deduco le seguenti informazioni: la serie è ambientata in Giappone, e di conseguenza i personaggi sono giapponesi, e a giudicare dai loro abiti, forse la serie non è neppure ambientata ai giorni nostri, o è ambientata in un universo parallelo. Partendo da questi presupposti, che i personaggi giapponesi di una serie ambientata in Giappone, forse neppure ai giorni nostri, facciano continui riferimenti a personalità italiane, problemi che riguardano l'Italia, programmi televisivi italiani, luoghi e monumenti italiani... non è credibile. Almeno, non per me. Il "patto di localizzazione" è stato infranto. Mi rivolgo ora all'utente @Max, che da quanto ho capito, è coinvolto nell'opera di localizzazione di Gintama. Da "collega" (lo metto tra virgolette perché la mia esperienza professionale è al momento estremamente limitata) nel mondo della localizzazione e del doppiaggio, studente di lingue e culture straniere che ha tra le sue materie di studio filologia e filosofia della traduzione (per gli aspiranti traduttori consiglio Thinking Italian Translation, c'è un motivo se è tanto rinomato), mi sento di dire che, da quanto visto e sentito nel video postato da Den-chan, questo lavoro di localizzazione "non è cosa" (cit.). Comprendo che sentirsi criticare, specie se in maniera così "cattiva" (seppur giustificata) come fatto da alcuni utenti, non sia una bella cosa. Comprendo anche (e molto bene) il famoso "nervoso" che si prova nel leggere certe cose da persone che si ha ragione di credere completamente esterne a questo mondo e al relativo ambiente professionale (il gossip piace, e l'Italia è il paese in cui tutti sono allenatori di calcio, politici, e così via). Da "collega", riprendendo il mio giudizio, devo inoltre aggiungere (e non cerco di suonare spocchioso, credimi, ma è ciò che penso) di non riuscire, neanche per un secondo, a credere che non esistessero modi (perdona il termine) meno "provinciali", migliori, o quantomeno "più neutrali", per adattare quelle battute. Mi spiego peggio portando a esempio una scena da un episodio dei Simpson. In questa, il personaggio Ned Flanders sta sfuriando contro alcuni abitanti della città che si erano offerti di ricostruire la sua casa, distrutta in un incidente, facendo però un pessimo lavoro. Al minuto 1.06, Ned insulta il commissario Wiggum dicendogli: - What do we have here? The long, flabby arm of the law! The last case you got to the bottom of was a case of Mallomars! o, facendo una traduzione diretta, - Cos'abbiamo qui? Il braccio lungo e flaccido della legge! L'ultimo caso che hai seguito fino in fondo è stato una confezione di Mallomars! La parte finale della battuta originale presente due particolarità, per chi si occupa di localizzazione. In primis, gioca, oltre al fatto che il poliziotto è in sovrappeso, sul fatto che in inglese la parola "case" significhi, sì, "caso", ma anche "confezione", o "custodia". Facendo una traduzione non funzionale per il pubblico, ma funzionale per spiegare meglio questo esempio: - L'ultimo case [caso] di cui hai visto il fondo/la fine è stato un case [confezione] di Mallomars! In casi (scusa il gioco di parole) simili, vi sono molte, quasi infinite, possibili varianti per mantenere, almeno parzialmente, la battuta. Per quanto riguarda questo specifico esempio: - L'ultima volta che sei andato fino in fondo con qualcosa è stato con una confezione di Mallomars! oppure - L'ultima questione di cui hai visto la fine è stata una confezione di Mallomars! oppure - L'ultimo caso che hai seguito fino in fondo è stato quello dei Mallomars scomparsi! Quest'ultima è una traduzione molto libera a livello composizionale, ma comunque relativamente fedele a livello di significato. Ma attenzione, come anticipato, questa battuta ha un'ulteriore particolarità, e cioè la citazione ai Mallomars, un brand di dolciumi al cioccolato. In Italia questo marchio è completamente sconosciuto. Si potrebbe dire che, lasciando il riferimento inalterato, molti italiani non lo capirebbero. Si potrebbe anche dire che il contesto, ossia un personaggio che ne prende in giro un altro per la sua forma fisica, fornisca comunque già da sé un'indicazione sulla natura di questi misteriosi (per il pubblico italiano) Mallomars. Tuttavia, per amor del mio esempio, vogliamo comunque localizzare questo riferimento. Come nel caso precedente, anche qui le possibilità sono numerose. Si potrebbe lasciare il nome "Mallomars" aggiungendo e associandovi il nome "dolcetti" - - L'ultima volta che sei andato fino in fondo con qualcosa è stato con una confezione di dolcetti Mallomars! omettere completamente il nome "Mallomars" in favore di un termine generico - - L'ultima volta che sei andato fino in fondo con qualcosa è stato con una confezione di dolcetti/biscotti/cioccolatini! riscrivere parzialmente la battuta - - L'ultima volta che sei andato fino in fondo con qualcosa è stato con la/nella vasca da bagno! sostituire il nome dei "Mallomars" con quello di un prodotto conosciuto in Italia - - L'ultima volta che sei andato fino in fondo con qualcosa è stato con un pacco di Girelle! Quest'ultima, però, seppure possibile in linea teorica, in pratica crea un problema simile a quello di Fritz the Cat che parla dell'IVA: un personaggio non italiano e non residente in Italia che fa riferimenti ad aspetti della vita/cultura italiana. Non è credibile. Per curiosità, l'adattamento in italiano di questa puntata ha optato per la terza opzione (la vasca da bagno). E parliamo di un adattamento molto "tradizionalmente provincialotto", in cui personaggi americani parlano in sardo, veneto, napoletano e così via. La vostra localizzazione di Gintama ha questo stesso sapore, fa questo stesso effetto. Non dubito ci siano state delle valutazioni dietro alle scelte che avete fatto. Tuttavia, molte persone non vedranno grandi differenze tra questa localizzazione di Gintama e quella di Fritz the Cat. Io stesso vedo due logiche affini (anche se, ovviamente, mi rendo conto che i "danni" non sono della stessa portata), e pur sapendo che vale la regola del parlare per sé stessi, penso che altri tuoi colleghi che hanno postato qui (tutti con molta più esperienza di me) avranno avuto impressioni simili. E molte altre persone che non ti conoscono (non che io ti conosca di persona, certo) e che non leggono qui, sentendo certe cose penseranno di trovarsi di fronte a una parodia, o a un brutto esercizio di stile. Era da tanto che non scrivevo un post tanto lungo. Spero che risulti esaustivo, e soprattutto non offensivo. -A.
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