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in esilio volontario

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  1. Ricompaio dal mio esilio volontario (a cui presto tornerò) perché un amico, tra il divertito e il preoccupato, mi ha segnalato le ultime pagine (e in particolare il post dell'utente Max). Guardando un'opera di finzione, lo spettatore, volente o nolente, "fa" (metaforicamente, con l'opera in questione) una cosa comunemente chiamata "patto narrativo". Volendo fare un esempio pratico restando in tema anime/manga, leggendo Mazinger Z di Nagai Gou, o guardando uno qualsiasi dei suoi adattamenti animati, si accetta che, nel mondo (fittizio) in cui Mazinger Z si svolge, il personaggio (fittizio) Kabuto Juuzou sia l'ingegnere più in gamba mai esistito, in grado di costruire da sé un gigantesco robot invincibile. Mazinger Z è un prodotto giapponese. Prodotto in Giappone, ambientato in Giappone, con personaggi giapponesi, per un pubblico giapponese, ed è quindi in lingua giapponese. Nel caso in cui lo spettatore che vuole fruire di Mazinger Z non rientri in questo pubblico giapponese, o che comunque non comprenda la lingua giapponese, si troverà di fronte a ciò che può essere considerato un secondo patto narrativo: se lo spettatore non conosce la lingua originale di un'opera, per goderne dovrà per forza affidarsi a una traduzione, e quindi accettare che dei personaggi di una certa nazionalità (nel nostro esempio giapponese) parlino una lingua che normalmente non parlerebbero. Possiamo chiamarlo, con molta (poca) fantasia, "patto di localizzazione". L'esistenza del cosiddetto "patto narrativo" è fondamentale perché lo spettatore possa godere dell'opera. Le opere di finzione non potrebbero "essere", esistere, senza l'assunto da parte dell'autore che lo spettatore si presterà a tale patto. Di contro, è possibilissimo che esso "si rompa". Le cause di tale rottura possono essere svariate, ma noi ora ne prenderemo in esame una. Torniamo a Mazinger Z di Nagai Gou. Abbiamo detto che il personaggio Kabuto Juuzou è l'ingegnere più in gamba mai esistito, in grado di costruire da sé un gigantesco robot invincibile. Se a un certo punto durante il manga venisse rivelato che Kabuto Juuzou, l'ingegnere più in gamba mai esistito, in grado di costruire da sé un gigantesco robot invincibile, fosse un completo somaro a scuola, totalmente negato in matematica e scienze e incapace persino di, come da qualche parte in Italia si dice, "fare una 'O' col bicchiere", il lettore penserebbe subito, con tutta probabilità, "Beh, questo non è credibile". Il patto narrativo su cui Mazinger Z di Nagai Gou è interamente basato sarebbe infranto. Anche in un mondo di fantasia, stando alla premessa della storia, questo "non è credibile". Questo "ragionamento sulla credibilità" si può benissimo applicare anche al "patto di localizzazione". Prendiamo un altro esempio, stavolta slegato da anime e manga: il film Fritz the Cat, tratto dalla striscia di Robert Crumb. Questo film è stato prodotto in America, da autori americani, ambientato in America, con personaggi che vivono in America, per un pubblico americano, e quindi in lingua inglese. Volendone fruire da italiani che non conoscono o non conoscono bene l'inglese (e questo non è il mio caso, per fortuna), dovremo affidarci a un'opera di localizzazione che "faccia parlare" i personaggi in italiano. Però, anche se, grazie alla localizzazione, questi personaggi parlano la nostra lingua, noi spettatori sappiamo comunque che essi sono americani, e che la storia è ambientata in America. E quindi, in una storia ambientata in America, con personaggi americani, che senso avrebbe sentire questi personaggi americani, che vivono in America, citare problemi che riguardano l'Italia? Citare personalità italiane? Ripetere i tormentoni di un gruppo comico italiano? Nessuno. Benché si possa accettare che parlino la nostra lingua grazie all'opera di localizzazione, noi sappiamo che non c'è motivo per cui questi personaggi facciano le cose sopraelencate. Non è credibile. Come non è credibile che un cosiddetto "somaro" sia in grado di costruire da sé una gigantesca macchina da combattimento. Non è credibile. Veniamo ora all'opera di localizzazione del prodotto oggetto delle ultime due pagine, Gintama. Io non ne sono assolutamente un esperto. Non l'ho neanche mai vista (o letta, dato che sospetto sia tratta da un manga, come spesso è il caso). Tuttavia, dal video postato da @Den-chan (ps: scusa se non ti ho più aggiornato, sono successe tante cose), deduco le seguenti informazioni: la serie è ambientata in Giappone, e di conseguenza i personaggi sono giapponesi, e a giudicare dai loro abiti, forse la serie non è neppure ambientata ai giorni nostri, o è ambientata in un universo parallelo. Partendo da questi presupposti, che i personaggi giapponesi di una serie ambientata in Giappone, forse neppure ai giorni nostri, facciano continui riferimenti a personalità italiane, problemi che riguardano l'Italia, programmi televisivi italiani, luoghi e monumenti italiani... non è credibile. Almeno, non per me. Il "patto di localizzazione" è stato infranto. Mi rivolgo ora all'utente @Max, che da quanto ho capito, è coinvolto nell'opera di localizzazione di Gintama. Da "collega" (lo metto tra virgolette perché la mia esperienza professionale è al momento estremamente limitata) nel mondo della localizzazione e del doppiaggio, studente di lingue e culture straniere che ha tra le sue materie di studio filologia e filosofia della traduzione (per gli aspiranti traduttori consiglio Thinking Italian Translation, c'è un motivo se è tanto rinomato), mi sento di dire che, da quanto visto e sentito nel video postato da Den-chan, questo lavoro di localizzazione "non è cosa" (cit.). Comprendo che sentirsi criticare, specie se in maniera così "cattiva" (seppur giustificata) come fatto da alcuni utenti, non sia una bella cosa. Comprendo anche (e molto bene) il famoso "nervoso" che si prova nel leggere certe cose da persone che si ha ragione di credere completamente esterne a questo mondo e al relativo ambiente professionale (il gossip piace, e l'Italia è il paese in cui tutti sono allenatori di calcio, politici, e così via). Da "collega", riprendendo il mio giudizio, devo inoltre aggiungere (e non cerco di suonare spocchioso, credimi, ma è ciò che penso) di non riuscire, neanche per un secondo, a credere che non esistessero modi (perdona il termine) meno "provinciali", migliori, o quantomeno "più neutrali", per adattare quelle battute. Mi spiego peggio portando a esempio una scena da un episodio dei Simpson. In questa, il personaggio Ned Flanders sta sfuriando contro alcuni abitanti della città che si erano offerti di ricostruire la sua casa, distrutta in un incidente, facendo però un pessimo lavoro. Al minuto 1.06, Ned insulta il commissario Wiggum dicendogli: - What do we have here? The long, flabby arm of the law! The last case you got to the bottom of was a case of Mallomars! o, facendo una traduzione diretta, - Cos'abbiamo qui? Il braccio lungo e flaccido della legge! L'ultimo caso che hai seguito fino in fondo è stato una confezione di Mallomars! La parte finale della battuta originale presente due particolarità, per chi si occupa di localizzazione. In primis, gioca, oltre al fatto che il poliziotto è in sovrappeso, sul fatto che in inglese la parola "case" significhi, sì, "caso", ma anche "confezione", o "custodia". Facendo una traduzione non funzionale per il pubblico, ma funzionale per spiegare meglio questo esempio: - L'ultimo case [caso] di cui hai visto il fondo/la fine è stato un case [confezione] di Mallomars! In casi (scusa il gioco di parole) simili, vi sono molte, quasi infinite, possibili varianti per mantenere, almeno parzialmente, la battuta. Per quanto riguarda questo specifico esempio: - L'ultima volta che sei andato fino in fondo con qualcosa è stato con una confezione di Mallomars! oppure - L'ultima questione di cui hai visto la fine è stata una confezione di Mallomars! oppure - L'ultimo caso che hai seguito fino in fondo è stato quello dei Mallomars scomparsi! Quest'ultima è una traduzione molto libera a livello composizionale, ma comunque relativamente fedele a livello di significato. Ma attenzione, come anticipato, questa battuta ha un'ulteriore particolarità, e cioè la citazione ai Mallomars, un brand di dolciumi al cioccolato. In Italia questo marchio è completamente sconosciuto. Si potrebbe dire che, lasciando il riferimento inalterato, molti italiani non lo capirebbero. Si potrebbe anche dire che il contesto, ossia un personaggio che ne prende in giro un altro per la sua forma fisica, fornisca comunque già da sé un'indicazione sulla natura di questi misteriosi (per il pubblico italiano) Mallomars. Tuttavia, per amor del mio esempio, vogliamo comunque localizzare questo riferimento. Come nel caso precedente, anche qui le possibilità sono numerose. Si potrebbe lasciare il nome "Mallomars" aggiungendo e associandovi il nome "dolcetti" - - L'ultima volta che sei andato fino in fondo con qualcosa è stato con una confezione di dolcetti Mallomars! omettere completamente il nome "Mallomars" in favore di un termine generico - - L'ultima volta che sei andato fino in fondo con qualcosa è stato con una confezione di dolcetti/biscotti/cioccolatini! riscrivere parzialmente la battuta - - L'ultima volta che sei andato fino in fondo con qualcosa è stato con la/nella vasca da bagno! sostituire il nome dei "Mallomars" con quello di un prodotto conosciuto in Italia - - L'ultima volta che sei andato fino in fondo con qualcosa è stato con un pacco di Girelle! Quest'ultima, però, seppure possibile in linea teorica, in pratica crea un problema simile a quello di Fritz the Cat che parla dell'IVA: un personaggio non italiano e non residente in Italia che fa riferimenti ad aspetti della vita/cultura italiana. Non è credibile. Per curiosità, l'adattamento in italiano di questa puntata ha optato per la terza opzione (la vasca da bagno). E parliamo di un adattamento molto "tradizionalmente provincialotto", in cui personaggi americani parlano in sardo, veneto, napoletano e così via. La vostra localizzazione di Gintama ha questo stesso sapore, fa questo stesso effetto. Non dubito ci siano state delle valutazioni dietro alle scelte che avete fatto. Tuttavia, molte persone non vedranno grandi differenze tra questa localizzazione di Gintama e quella di Fritz the Cat. Io stesso vedo due logiche affini (anche se, ovviamente, mi rendo conto che i "danni" non sono della stessa portata), e pur sapendo che vale la regola del parlare per sé stessi, penso che altri tuoi colleghi che hanno postato qui (tutti con molta più esperienza di me) avranno avuto impressioni simili. E molte altre persone che non ti conoscono (non che io ti conosca di persona, certo) e che non leggono qui, sentendo certe cose penseranno di trovarsi di fronte a una parodia, o a un brutto esercizio di stile. Era da tanto che non scrivevo un post tanto lungo. Spero che risulti esaustivo, e soprattutto non offensivo. -A.
  2. [questo mi era sembrato un topic adatto, ma mi scuso con la moderazione in caso non dovesse esserlo]
  3. Avevo detto tempo fa che, restituita la "ultimate edition" italiana di Evangelion, avrei acquistato la corrispettiva edizione prodotta per il mercato anglofono e che ne avrei postate le foto e una mini recensione. Quasi un anno dopo l'arrivo del prodotto, mi sono finalmente deciso a postare la mini recensione promessa. *** Packaging Questa release della Ultimate Edition è racchiusa in un'imponente "shoulder box" di cartone rigido leggemente ruvido al tatto, recante sul fronte un'illustrazione di Asuka tratta dall'edizione in Laserdisc giapponese. Similmente, sul retro è presente un'illustrazione di Rei, anch'essa presa dalla versione Laserdisc. Entrambi i lati della confezione sono stati trattati per rendere traslucidi, e quindi far risaltare, il titolo della serie, i due personaggi e alcuni dettagli. In particolare, le increspature dell'LCL in cui è immersa Rei vantano un bel motivetto zigrinato. Il tutto da effettivamente l'impressione di trovarsi di fronte a un prodotto curato e di qualità (e ci mancherebbe, visto il prezzo non propriamente economico di 166 sterline -ancora più alto per i non possessori di abbonamento Anime (Un)Limited, o per i residenti nel Regno Unito). (le aziende coinvolte nella realizzazione del prodotto) Contenuti (fisici) Prima di aprire la confezione, troviamo otto art card, riproduzioni delle copertine utilizzate per la vecchia Platinum Edition in DVD. Nulla di particolare, ma sono presenti in questa edizione, come nella Collector's Edition (lo scatolozzo nero, per intendersi). Aperta la confezione, il primo contenuto esclusivo di questa release che troviamo sono undici art board, ossia cartoncini rigidi che riportano tutte le illustrazioni delle copertine dell'edizione Laserdisc giapponese. I supporti sono resistenti e anche discretamente spessi (circa 0,5 centimetri), e le stampe (anche se dalle foto scattate col mio cellulare infame non si vede) sono di buona qualità e non presentano alcun difetto. (e finalmente arriviamo alla mia art board preferita, cioè quella di Kaworu. Perché sì, il messaggio di Evangelion non è quello di rigettare le fantasie e vivere nel mondo reale, tra persone vere. Macché. Il vero messaggio di Evangelion è scegliere tra tEaM rEi o TeAm aSuKa. O Kaworu.) E queste sono forse la mia aggiunta preferita all'edizione, dato che ho sempre apprezzato particolarmente le illustrazioni realizzate da Takeshi Honda (meno una, quella con Rei/Lilith, realizzata da Yoshiyuki Sadamoto) per l'originale e (da molti, me compreso) ambita edizione Laserdisc giapponese (per quanto riguarda Evangelion, io farei illustrare tutto a lui). L'unico neo di queste art board è il loro essere double-face, ossia stampate da entrambi i lati, cosa che rende impossibile esporre tutte le illustrazioni contemporaneamente. Peccato. Una volta messe da parte le art board, troviamo uno scatolotto rettangolare grigio, che contiene due item speciali (l'ho capovolto perché voi comuni mortali non siete pronti per vederli!), e un bel librone con la copertina completamente blu. Ribaltando lo scatolotto (ora siete pronti, ho deciso), troviamo gli item speciali di cui parlavo, ossia un fermacarte in resina a forma di faccia del terzo Apostolo e un tesserino della Nerv personalizzabile munito di laccetto. All'interno del suddetto librone troviamo crediti completi e analisi di tutti gli episodi e i film della serie, schede e curiosità su personaggi e mezzi presenti nella stessa (compreso il JA!), e una serie di illustrazioni e materiale promozionale realizzato ai tempi della messa in onda originale e delle primissime edizioni home video di Evangelion (ossia quella in Laserdisc e quella in VHS). Questi contenuti sono presenti in tutte le edizioni Blu-ray speciali (compresa quella giapponese), ma questa è forse quella meglio presentata, e vanta una rilegatura vera e propria (nel senso che, ogni tot, tra due facciate adiacenti si vedono i punti), anziché una legatura in brossura. (Il retro di copertina del libro col copyright, anche in tedesco, dato che un'edizione simile è stata pubblicata anche in Germania) Contenuti (dischi) Gli undici (11!) Blu-ray inclusi contengono la serie completa di Evangelion (anche se gli ultimi episodi sono presenti soltanto in versione Director's Cut) e i due film conclusivi in doppia versione: i primi sei dischi riportano il doppiaggio in inglese del 2019 (piuttosto ben curato), mentre gli ultimi cinque, quello vecchio della ADV (orribile, a mio avviso, e pieno di strafalcioni di ogni tipo nell'adattamento). I due set sono contenuti in altrettanti "disc-carrier" che riprendono le fattezze dei jacket della (ormai) stra-citata edizione Laserdisc. I contenuti bonus sono divisi tra i dischi 3, 4 e 5, e sono i seguenti: [3] * Sigla di apertura senza crediti * Anticipazioni da 30 secondi * Spot pubblicitari (edizione in VHS giapponese) * Spot pubblicitari (colonna sonora originale) * Spot pubblicitari (videogame per Sega Saturn) * Spot pubblicitari (riviste) * Spot pubblicitari (prima TV) * Provini del cast originale giapponese * Genesis 0:0 IN THE BEGINNING * Spot pubblicitari (Edizione Blu-ray giapponese) * Video musicale: Zankoku Na Tenshi No Teeze [4] Storyboard animati: Episodi 9, 15, 18, 19, 20, 21, 22, 23, 24, 25, 26 [5] * Genesis 0:0′ The Light From the Darkness * The End of Evangelion Extras: **Scena live action eliminata **Making of delle scene live action **Trailer cinematografico **Teaser cinematografico **Spot pubblicitari **Take alternativa delle battute finali **Musunde Hirate (canzone) **Episodio 25′ Love is destructive. (Storyboard animato) * Video musicali (con o senza effetti sonori): **Soul’s Refrain **THANATOS – IF I CAN’T BE YOURS **ARMAGEDDON **Memories of Heaven Praticamente, tutti gli extra contenuti anche nell'edizione speciale giapponese! Serie e film ridoppiati sono custoditi con gli extra dal "jacket" recante le illustrazioni dedicate a Shinji e suo padre, Gendou. Mentre quella col vecchio doppiaggio della ADV si trova nella custodia con Misato sul fronte e Kaji sul retro. Anche se, come già detto, le versioni televisive degli episodi 21, 22, 23 e 24 non sono incluse, rimpiazzate dalle Director's Cut, l'edizione contiene l'audio giapponese originale in stereo, non presente in nessun'altra release internazionale (eccetto quella coreana). Alcuni hanno segnalato che nelle loro copie i perni a cui dovrebbero essere agganciati i dischi sono decentrati, ma posso dire che la mia non ha questo problema, per fortuna. Il primo set di dischi presenta il doppiaggio in inglese del 2019 in due versioni: 5.1 e 2.0. La versione in 5.1 è la stessa che si può trovare su Netflix. Quella in 2.0, con mia grande sorpresa, è lo stesso doppiaggio (inteso come le stesse voci) mixato sul vecchio music & effects televisivo. Non so se questa versione "pre-renewal" sia stata ricreata usando i vecchi materiali sopravvissuti, o semplicementem rimuovendo le voci dall'audio giapponese utilizzando un'intelligenza artificiale, fatto sta che c'è, ed è un'aggiunta gradita. [versione 2.0] La versione del doppiaggio ADV inclusa nel secondo set di BD è, chiaramente, la versione Director's Cut, quindi con Gendou, Kaworu e Fuyutsuki che per tutto un blocco di episodi hanno voci diverse. Non che importi a nessuno, dato che, voci ballerine o meno, rimane un doppiaggio brutto e dal sapore men che amatoriale. Avendo visto diversi episodi col nuovo doppiaggio, riconfermo le impressioni avute (ormai) tre anni fa: è un doppiaggio piuttosto curato, sia nel mix, che nella direzione, entrambe di gran lunga superiori a quelle dei due ridoppiaggi italiani (che erano uno peggio dell'altro, specie per quanto riguarda il missaggio, a tratti da denuncia). Giusto l'interpretazione di Stephanie McKeon, Asuka, mi era parsa un po' traballante all'inizio, ma poi si "stabilizza" col passare della serie, ed è tutto sommato buona. Ho trovato molto azzeccati Ray Chase su Gendou, Carrie Keranen su Misato (scelta giusta anche perché aveva già doppiato in passato personaggi che in originale avevano la voce di Mitsuishi Kotono, come Maryuu Ramius in Gundam Seed), e soprattutto Casey Mongillo su Shinji. Qui non ci sono proprio paragoni, Mongillo è probabilmente lo Shinji "internazionale" migliore. Nessun altro è riuscito a interpretarlo in maniera così sentita e simile all'originale. Promosso a pieni voti. Peccato che, per il ridoppiaggio dei nuovi film, Amazon abbia ripescato il cast della ADV, scarso e fuori parte. Passando ai sottotitoli, non avendo mai posseduto una copia della Platinum Edition della ADV non posso dire se quelli abbinati al vecchio doppiaggio siano proprio gli stessi di quella release, anche se riportano la dicitura "sottotitoli classici". I sottotitoli abbinati al ridoppiaggio, invece, nonostante l'etichetta e le supposizioni di un po' tutti, non sono quelli presenti su Netflix. Forse sono indicati come "versione Netflix" perché ricavati dalla stessa traduzione (quella di Kanemitsu)? (Netflix) (Blu-ray) (Netflix) (Blu-ray) (Netflix) (Blu-ray) [ovviamente, questi screencap, specialmente quelli della versione Netflix, sono compressi all'inverosimile e non sono indicativi della qualità effettiva di nessun video] Quindi, in quanto (presumibilmente) fatti da zero, questi sottotitoli sono sempre stilisticamente uniformi, e non presentano mai pezzi che cozzano tra loro perché provenienti da traduzioni diverse (come, invece, avviene nell'edizione Dynit, i cui sottotitoli "classici" sono un po' identici a quelli dei DVD, e un po' tirati giù alla bell'e meglio dal doppiaggio del 2019). Alla faccia vostra, TBH e Bancioclickari. Tiè. 🖕 Sono sottotitolate anche le canzoni, ed è presente una traccia per non udenti (altre differenze con la versione italiana -e davvero, ci vorrebbe anche in Italia una legge che obblighi a inserire audiodescrizioni per non vedenti e sottotitoli per non udenti nei prodotti home video e sui servizi streaming). Per quanto riguarda il video, l'encoding è stato realizzato dalla MediaOCD e si rivela, anche se solo leggermente, superiore a quello della Dynit (grazie all'utente JanSilver01 per il confronto). I materiali usati come base sono, ovviamente, gli stessi della versione giapponese, con meno DNR, e quindi più grana visibile e meno dettagli persi. La qualità è perciò generalmente molto buona. Tuttavia, proprio per questo motivo, e cioè l'uso degli stessi materiali di partenza dei BD giapponesi, i problemi di grading e contrasto di alcune scene, già presenti all'epoca della Renewal in DVD, persistono anche qui. (in questo caso, c'è un problema di "over-brightening", l'immagine è troppo luminosa) Niente di troppo grave, certamente, e, come detto, solo una manciata di inquadrature è affetta, ma è un po' un peccato che la Khara e la King Records non ne abbiano consentito la correzione. *** Uff! Credo di aver detto praticamente tutto, a questo punto! Che rimane da dire? Questa è una di quelle edizioni (così come anche la versione italiana, perché no, quanto detto l'anno scorso non lo rimangio, diversamente da quel che berciano certi) che mi ricordano perché mi piace tanto collezionare home video. C'è qualche problemino, e la mancanza delle versioni "On-Air" degli ultimi episodi impedisce a questa Ultimate Edition di essere veramente Ultimate (come è anche il caso per tutte le altre release internazionali), ma tutto sommato ho davvero l'impressione che la Anime Limited, la GKids, la Madman Entertainment e la Leonine Anime ce l'abbiano messa tutta. Ulteriore bonus di questa Ultimate Edition: niente Disagiopìa Evang(h)elion. *ritorna in esilio volontario*
  4. Mi riaffaccio brevemente dal mio esilio volontario (al quale tornerò immediatamente dopo il prossimo post).
  5. Sembra quasi una parodia. Sì vedevano chara design fan-made molto più fantasiose ai tempi di Dragon Ball April's Fool, per dire.
  6. https://youtu.be/SMhwddNQSWQ
  7. E, come dicevo, sai quante altre "trasformazioni", ancora, posson tirar fuori con questo metodo qui? Un numero praticamente infinito!
  8. Da quelle foto a me pare che nella nuova versione manchino dei pezzi, ma tant'è... Sarebbe interessante confrontare entrambe col testo originale.
  9. Certo non la prima per Le Scimmie. Restando in tema, poi la traduzione com'è? Quante caselle del bingo devo barrare oltre a quella di "Addio Shinji" (tanto l'avranno sicuramente tradotto così)?
  10. Non per niente 'sti qua li si chiama "Le Scimmie". La domanda da un milione di dollari è questa: si tratta di un problema limitato alla tua copia e poche altre o è proprio un errore di impaginazione presente all'origine, cioè nei file che sono stati mandati in stampa? Perché se fosse quest'ultimo il caso, vorrebbe dire che tutte le copie sul mercato hanno lo stesso difetto. Ripeto, non per niente 'sti qua li si chiama "Le Scimmie".
  11. This. Essenzialmente, affermando con termini assolutistici che "nOn Si DiCe SeLfiE, si DiCe aUtOsCAtTo!1!!", non si fa altro che dimostrare la propria ignoranza, sia di lingua inglese, che di lingua italiana (cosa forse ancor più grave, nel caso del soggetto in questione). Ah, ma Er Bassa parlava del termine "selfie" in generale. E in tal senso, "selfie" viene usato per definire un "autoritratto", "una foto che una persona scatta a sé stessa". In questo contesto l'autoscatto è il meccanismo, la funzionalità della macchina fotografica o dello smartphone, come si diceva prima.
  12. Bingo, all'epoca fece il botto come in Francia e in Italia.
  13. Eh, già. Come dicevo anche altrove, probabilmente l'opera dovrà sottostare alle loro ideologie retrograde. L'assenza di fanservice sarà il meno.
  14. Credo che questo vada qui. Sentire le testimonianze dei doppiatori è sempre molto interessante, specie per lavorazioni "particolari" come questa. La canzone di cui si parla:
  15. Questo Pinocchio è la definizione di Uncanny Valley. Brrr...
  16. Ogni riga sono 25 neuroni che il lettore perde. Mi viene in mente uno sketch di Crozza.
  17. Se intendi dialoghi che cambiano significato rispetto al giapponese, considera questo: in Mazinger maZZingA Z, Er Bassa ha trasformato un "Ti ucciderò" in un "Voglio morire".
  18. Ma mi sa che Er Bassa era dietro l'adattamento anche dei doppiaggi Dynamic, quindi questa sarà al massimo la prima volta che lo dirige, Dragon Ball. Fatto sta che, a questo punto, avrei davvero preferito Mr. M. Chissà se il ridoppiaggio di Thrice Upon a Time sarà suo... Non che la questione mi tocchi personalmente, come sempre. Ah, tra l'altro, c'è "Piccolo", ma poi anche il "Fiocco Rosso"... Tutto a caso, come direbbe qualcuno.
  19. Kawagoe ci sa fare con le scene d'azione. Il problema è tutto il resto, e si vedeva già da TLD -e cosa non darei per vedere gli sviluppi che aveva in mente Imagawa... Per il cinquantennale di Grendizer esigo una serie scritta e diretta da Imagawa. Certo, non succederà mai, ma si può sempre sognare.
  20. Beh, Choco, i colori sono tanti, se conti tutte le varie sfumature "di mezzo" sono praticamente infiniti, sai con quante altre possono ancora romperti le... sfere del drago?
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