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  1. Non sono d'accordo. Ne ha fatto più d'uno. E gli altri sono: - Zambot 3 - Daitarn 3 - Mobile Suit Gundam - Space Runaway Ideon Questo c'era già tutto in Ideon, ma fatto coscientemente. Perchè lo hanno costretto a farlo. E allora per ripicca ha cercato di rovinarlo in tutti i modi, infarcendolo pure di messaggi contro i suoi produttori e contro il suo pubblico.
  2. Essendo comunque genere robotico, parliamo qui di questi 3 film tratti dal romanzo di Tomino che entra ufficialmente nella continuity UC anime.
  3. Esiste un mondo medioevale popolato da individui del tutto uguali agli umani, fate e fatine, unicorni ed altri animali fantastici, nel quale nascono le anime delle persone che abitano il pianeta terra, ma del quale ci siamo dimenticati. Questa terra misteriosa ed incredibile si chiama Byston Well, e questa premessa un po’ criptica basata su quanto raccontato da una Mi Ferario ha ragione di essere quando si parla della vicenda che riguarda l’Aura Battler Dunbine. Dunbine è una serie tv non molto conosciuta, ma non per questo di poco valore, di quel Tomino che ha creato il primo Gundam e arriva nel 1983 dopo le esperienze televisive dello stesso su Raideen, Zambot 3, Daitarn 3, Gundam 0079 per quel che riguarda gli anni ‘70, Ideon e Xabungle relativamente alla prima parte della decade successiva; dopo il turno di Dunbine, sempre negli anni ’80 Tomino si dedica a Heavy Metal L-Gaim, Z Gundam e Gundam ZZ. Eccezione fatta per Raideen, poiché all’epoca Tomino venne sostituito a metà lavoro e quindi non è dato sapersi come quella storia pervasa di occultismo si sarebbe sviluppata effettivamente sotto il suo controllo, in genere i racconti di questo autore sono una giostra sentimentale dove prevalgono grandi ambizioni, tristezze, incomprensioni, delusioni e rabbia, ma i rispettivi finali per quanto poco rassicuranti e caratterizzati da morti violente non nascondono una importante scintilla di speranza. Se in questo gruppo di opere Daitarn 3 e Xabungle sono quel tipo di outsider la cui vivacità dei personaggi e le gag entro certi limiti offuscano la narrazione dei problemi che affliggono una possibile società del futuro, con Dunbine si torna a dare maggiore peso alla gravità degli eventi raccontati ma in un contesto originale rispetto alle opere precedenti, non solo di Tomino, e cioè puntando a creare una commistione tra sci-fi, fantasy e spiritualità senza farsi mancare un pizzico di fantapolitica. All’ambientazione fantastica dai tratti occidentali fornita tramite Byston Well si aggiunge, senza contrastarlo, l’immaginario che deriva dalla visione di navi e corazzate volanti futuristiche, e soprattutto quello nuovo pertinente a mezzi da combattimento particolari denominati aura machine; tra questi vi sono gli aura battler come il Dunbine, un mecha sperimentale antropomorfo ma anche un po’ insettoide, in dotazione al protagonista Sho Zama. Né il Dunbine, né i suoi predecessori né tantomeno quelli che arriveranno in seguito ed appartenenti alla stessa categoria, siano essi unici o prodotti in serie, sono dei robottoni in senso classico: trattasi di strumenti bellici dalle dimensioni compatte ottenuti dalla modifica, in appositi laboratori, dei corpi deceduti degli animali di Byston Well per mezzo di… tecnologia terrestre. L’aura battler in pratica è un evang… cadavere dotato di innesti meccanici, armatura, armi ed una cabina di comando per il soldato (battler o sacro guerriero) che lo utilizza in battaglia; essi possono essere pilotati da qualunque individuo ma le performance migliori, prima dell’introduzione di un catalizzatore di aura, si ottengono quando a guidarli sono dei terrestri. Esiste anche un mondo superiore a Byston Well popolato da fate che rispondono al nome di Ferario, le quali ne supervisionano l’andamento; tali creature, che fanno capo alla somma Jacoba Aon, nascono dai fiori e sono classificabili in tre tipi in base alla loro crescita (le Mi, dotate di ali come farfalle, sono le più giovani e minuscole); inoltre quando raggiungono un certo livello sono in grado di gestire l’aura esistente nell’universo. Il primo passo verso il conflitto tra i regni esistenti su Byston Well ha inizio quando una di esse, Silky Mau, viene catturata da Drake Luft, un ambizioso monarca conquistatore che vuole portare sul pianeta dei terrestri in quanto la loro aura è uno strumento potente che può tornargli utile; Drake deve servirsi di Silky Mau per aprire l’aura road, un varco energetico necessario per collegare i due mondi ed attraverso il quale dapprima vengono fatti arrivare i terrestri Shott Weapon e Zet Light, entrambi responsabili di progettazione e creazione di ogni nuovo mezzo meccanico che sfrutta l’aura, poi quelli che saranno i vari piloti e tra questi c’è appunto Sho Zama. Sho è un ragazzo gentile i cui genitori sono benestanti; tuttavia in famiglia le cose non vanno molto bene: sia il padre che la madre sono quasi completamente assorbiti dal lavoro e se lui tende ad essere distaccato ma anche ragionevole secondo necessità, lei dimostra invece di essere una persona altamente sospettosa che travisa la realtà; un giorno Sho viene catapultato nel mondo di Byston Well ed in questo si ritrova arruolato nell’esercito di Drake assieme all’anche lui neo arrivato Todd Guinness; essendo il primo giapponese ed il secondo americano tra i due si instaura immediatamente della rivalità, la quale aumenta drasticamente quando Sho passa tra le fila della resistenza. Il fatto che le abilità di sacro guerriero di Sho crescano con il passare del tempo è un elemento cruciale per rapportarlo con i suoi diretti antagonisti, che sono molti ed in particolare terrestri ma quello principale presente dall’inizio fino all’ultimo episodio è Burn Bannings, un soldato di Byston Well che vede la propria carriera militare decadere irrimediabilmente a seguito di numerosi fallimenti dei quali responsabilizza Sho; Burn ad un certo punto della storia scompare per ritornare con l’identità di cavaliere (mascherato) nero, e pur non perdendo il suo codice d’onore resta un personaggio sfortunatamente triste le cui malvagità e risentimento prevalgono su ogni suo aspetto. Con il procedere della trama, un po’ stagnante nella prima parte essendo fortemente incentrata sull’amore impossibile tra il capo della resistenza Neil Given e Rimul, figlia di Drake, Tomino introduce numerosi personaggi positivi e negativi anche in questo racconto che si svolge a Byston Well, siano essi amici, nemici, parenti, re o regine, differenziandone i profili e mentre li combina a piacimento per farli scontrare o alleare li descrive con progressività allo spettatore fino a quando non decide di farli uscire di scena (spesso in modo secco e d’impatto, accompagnando i vari momenti da una musicalità caratteristica). Tra questi personaggi ce n’è uno in particolare che, per via della sua vitalità, potrebbe non sorprendere durante il susseguirsi degli episodi e che non a caso è costantemente presente: è Cham Huau, una Mi Ferario che si affeziona notevolmente a Sho e che nell’ultima puntata rivela il suo inaspettato ruolo chiave nella narrazione. In un’occasione l’autore reinserisce momentaneamente un paio di personaggi sul pianeta terra in modo da far risaltare il timore degli umani davanti a qualcosa per loro non comprensibile come Byston Well e gli aura battler, oltre che per mostrare gli ingenti danni che le nuove macchine causerebbero nella nostra realtà. Si tratta solo di un’anticipazione perché, una volta chiarito quali sono le due fazioni opposte, sorpassata circa la metà l’opera subisce un cambio di setting tanto semplice quanto opportuno per le ripercussioni e gli sviluppi che offre: la feroce battaglia in corso, per volontà di Jacoba Aon, non può più svolgersi su quel mondo rispettabile quale è Byston Well e dunque viene trasferita di netto (teletrasportata) sul pianeta terra, sulla cui superficie vengono sparpagliati i vari contendenti con le loro armate. Se la variazione di per sé prospetta uno scenario interessante, in realtà sottende ad una problematica che riguarda il gradimento dell’opera presso il pubblico; in quegli anni il genere fantasy con richiami all’occidente non era tipico delle produzioni animate giapponesi ed il successo del manga di Nausicaa della valle del vento, sul quale sicuramente a Tomino sarà caduto l’occhio, era un caso editoriale autonomo; pertanto quando a serie ben avviata fu evidente che Dunbine e di conseguenza il merchandising correlato (i modellini dei mecha, prodotti dalla sfigatissima Clover, erano inoltre difficili da stampare con una buona fedeltà ai disegni a causa delle loro linee arrotondate e dei vari particolari) non avevano conquistato il pubblico si rese necessario dare una svolta alla narrazione. Da questo momento in poi ha inizio una nuova guerra mondiale nella quale Drake, nonostante i dissidi interni dovuti ai suoi alleati, gli intrighi ed i vari tradimenti (perfino di sua moglie Leeza, una donna spregevole che ha altri scopi), è sempre avvantaggiato grazie alle innovazioni tecnologiche di Shott e le sue truppe, pure durante la fase di ricongiungimento con la nave ammiraglia, gli consentono di condizionare o dilaniare gli stati più importanti del globo. A complicare la risoluzione del conflitto ci si mettono quegli stati che per opportunismo o paura sostengono Drake, anche se risulteranno decisivi tutti quegli umani ribelli che in chiusura di serie si uniscono e si sacrificano per abbattere, con o senza utilizzare delle testate nucleari, Drake e le sue armate. Per giungere al finale di Dunbine, un anime nel quale, come avveniva in Xabungle, il mecha principale viene passato ad un altro pilota (in questo caso la stupenda Marvel Frozen) in favore di un mezzo da combattimento migliore (il Bilvine, un aura battler trasformabile che vagamente ricorda Raideen) affidato al protagonista, si deve passare per una narrazione dal tono sempre più serrato e svariate crude, seppure non tutte ai livelli di Ideon, perdite importanti in entrambi gli schieramenti. Il pianeta terra non può che venire flagellato dalla guerra totale e solo una parte di terrestri, oltre che una Ferario (quella che ha raccontato questa storia: l’anime è basato sulle sue parole), sono sopravvissuti. Gli altri? Le loro anime sono, volontariamente o meno, ritornate a Byston Well. Ma perché è avvenuto tutto ciò? Sostanzialmente il problema principale è l’avere introdotto nuove tecnologie belliche, prima sconosciute, in un sistema dove i conflitti sicuramente non mancavano ma erano comunque subordinati ad una specie di equilibrio; il peggio non sono però le armi di per sé, quanto che esse in mani malvagie sicuramente non portano a nulla di positivo ma possono corrompere anche l’animo dei più buoni spingendoli all’odio e dunque a compiere azioni solo apparentemente giuste. Un altro punto di discussione che conduce a conclusioni simili verte sull’aura, un’energia che tutti possiedono ma solo i terrestri manifestano facilmente, se intesa come un elemento dal quale trarre profitto. La serie si avvale di uno staff importante composto sia da soggetti con esperienza sia da individui che in quel periodo si stavano formando per divenire delle star negli anni successivi. Dunbine forse può non piacere a chi fatica a seguire le battute a ruota o quelle tranchant di Tomino, a chi predilige veloci successioni di eventi, una caratterizzazione dei personaggi più lineare e coesa nel tempo o anche solo per i disegni, ma si tratta di gusti; personalmente ritengo quest’opera un pezzo forte per il buon amalgama di tematiche e stili diversi, per i suoi molteplici personaggi (in particolare quelli femminili), per il coraggio nell’aver proposto dei mecha inusuali rispetto a quelli che in quegli anni andavano per la maggiore, per la cura nel dare fluidità alle animazioni e stabilità al character design, non ultima per i rari ricicli di animazione presenti. Dunbine è stato una novità nell’animazione giapponese e, essendo oggi possibile, merita di essere visto in alta definizione per apprezzarlo maggiormente. Sempre siano lodati Tomonori Kogawa qui alla sua terza prova consecutiva in un anime di Tomino, Kazutaka Miyatake, Yutaka Izubuki, Hiroyuki Kitazume e, perché no, Yasuhiro Imagawa (il quale anni dopo viene scelto da Tomino per occuparsi di G Gundam) visto che qui ci ha messo lo zampino un po’ ovunque dalla regia, agli storyboard, alla direzione dell’animazione e alla produzione. A qualche anno di distanza dalla trasmissione di Aura Battler Dunbine, alcuni dei suoi personaggi principali vengono ripresi per una miniserie ova sequel che si svolge sempre sul mondo di Byston Well ed a centinaia di anni dalla conclusione della serie tv. Questo nuovo capitolo, realizzato da uno staff molto diverso da quello impiegato precedentemente, presenta alcuni spunti interessanti: fa ulteriore luce sulla rinascita degli individui (tranne Shott Weapon, in quanto è il medesimo anche “fisicamente”), amplia le location ed il bestiario di Byston Well, ripristina la figura del Dunbine ma in vesti potenziate (il Sirbine) e da un destino insospettabile alla coppia Sho-Rimul. L’opera, pur essendo un seguito, è anche una specie di reimagining nel quale si vogliono condensare arbitrariamente alcuni elementi di Dunbine; il risultato è abbastanza altalenante e forse non necessario. in un mondo perfetto lilit huau è una mi ferario. il non dunbine videolodico che avremo giocato in 4...
  4. Ma Ideon è una palla allucinante ! Io avevo visto anni fa i 2 film perché non avevo voglia di spararmi 39 episodi, se non che ultimamente ho provato a guardare la serie tv intera. Perfetta come cura per il sonno : sono arrivato all' ep 10 e i personaggi parlano e parlano senza mai un dialogo o situazione avvincente. Il Buff Clan attacca l'astronave solo e loro scappano o si difendono, in combattimenti noiosi e ripetitivi. Dialoghi assurdi come gli alieni che si definiscono "samurai" ( prova che i nipponici discendono da una razza interstellare) completano il tutto. Non lo guarderebbe nessuno. Qualcuno dirà " ma se hanno preso Dororo.." solo che Dororo sa molto di licenza regalata inclusa in qualche pacchetto, mentre Ideon non credo che te lo regalino ( parliamo semrpe di Sunrise...) Meglio Xabungle, che col suo umorismo è più frizzante e in linea con i gusti italici....
  5. solo a me è potentemente salita la rabbia una volta concluso l-gaim? se l-gaim e z gundam fossero stati una cosa unica (in definitiva un anime senza legami con l'UC) imo ne sarebbe uscito un capolavoro. invece ci si ritrova con due anime complementari, uno sperimentale e l'altro definitivo (ma che non si è scrollato di dosso delle incertezze narrative). concettualmente l-gaim è un buon anime, con molte idee e chara/mecha design da sballo. dalla teoria alla pratica succede un po' di tutto e questa bellezza si disperde, le animazioni sono molto altalenanti. gli ultimi episodi riassumono il problema: si risolve tutto in fretta, tutto troppo presto, in modo spiazzante ed evidentemente prematuro; vedasi cosa dice e fa gablet nella sua ultima apparizione, kyao (il narratore) ci aveva già lasciato qualche episodio fa, per non parlare delle sorti dei due poseidal, oltre che della povera olibee... a proposito di questa, ora la domanda è: perchè kamille non era VERAMENTE una donna? per gundam era troppo presto avere una donna come protagonista? in definitiva è l-gaim è solo una serie sufficientemente piacevole, non di più (non so perchè avevo aspettative ben più alte ), tale perchè ci sono state delle imposizioni di sunrise. per arrivare a z gundam è un peccato, un'occasione persa almeno finchè nagano non si deciderà a proseguire con il suo FSS (teoricamente dopo l'edizione reboot, ma non si sa mai...)
  6. su 2chan è uscita questa curiosa classifica, in soldoni un risultato medio per ogni serie; è probabile che per ciascuna serie si tenga conto della migliore performance ottenuta in considerazione di eventuali repliche. Z gundam 6.60% 1985 gundam ZZ 6.12% 1986 gundam seed 6.12% 2002 gundam seed destiny 5.41% 2004 gundam 5.32% 1979 gundam OO 4.84% 2007 gundam OO 2nd 4.47% 2008 gundam wing 4.25% 1995 g gundam 4.11% 1994 v gundam 3.89% 1993 ∀ gundam 2.99% 1999 gundam AGE 2.85% 2011 after war gundam X 2.75% 1996 in parte si spiegherebbe perchè bandai tuttora insiste pesantemente con il "ramo" seed. ma più che altro è strano che AGE, con quel risultato, non chiuda prematuramente
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