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Di sottotitoli e di doppiaggi


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Diciamo che Dellimellow ha varie personalità, ma è uno degli youtuber più troll che io conosca.
Non sto a fare paragoni perché in ambito YouTube non seguo praticamente nessuno di area manga/anime: se parliamo in ambito più generale, ci sono YouTuber estremamente validi (in ambito infotainment e divulgazione penso a Shy e Adrian Fartade, per dire)

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Sicuramente il mezzo Youtube può essere utilizzato in modi davvero utili e di valore, ci sono Youtuber nel mondo che lo fanno. Io parlavo, forse non sono stato preciso nello specificarlo, della scena italiana diciamo dei media di cui sono appassionato. Li ho seguiti per un po' perché mi rendevo conto che avevo un'antipatia a pelle dovuta un po' al fatto che fosse roba che mi faceva esclamare "ah le generazioni di oggi che roba di merda che guardano" e siccome è un discorso che detesto fare mi sono messo a guardarli con attenzione e il mio giudizio non è mutato. Qualche video meritevole l'ho pure trovato, ma in generale trovo sempre questo hype artificiale creato, questa sorta di dissing tra protagonisti che è patetico,  non esco quasi mai arricchito da questi video e sopratutto non vengo intrattenuto. Trovo che dellimellow ricada in questa descrizione, sicuramente molto abile nel costruirsi l'immagine dello youtubers pro-cannarsi in un mondo dove tutti quegli altri sono contro, specialmente facendo leva sulla ridicola live dello scorso anno dove si è misurata in pieno l'inconsistenza di questi personaggi. 

Comunque stiamo virando pericolosamente off topic.

Modificato da Godai
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  • 2 weeks later...

Ho infine sentito un pochitto del doppiaggio Netflix di Eva con i miei testi:

 

 

vedere questo montaggio mi ha davvero, come dire, sollazzato. Debbo seriamente ringraziare l'autore. :-)

Alle mie orecchie e al mio cervello, è quasi incredibile quanta differente atmosfera emani da ogni pezzettino. Se si conoscono i contesti (dei film, delle scene, delle battute) è davvero notevole come gli attori, anche in battute singole, esprimano in qualche modo il "tutto" dello stile del film. Certo è anche una questione di mix audio, ma wow. Temo che alcune battute vengano da fonti DVD, quindi velocizzate, ma OK.

Sopra a tutto, trovo mirabile come si percepisca il tono colloquiale, casuale, delle scene "doppiate" del documentario di Sunada Mami. Davvero Carlo Valli è un genio della recitazione.

Ma in tanti sono cosi "incollati"! Per chi conosce i personaggi, la loro diversissima personalità emana da ogni battuta. La risata di Muta e il parlare composto di Baron. Oppure il modo in cui, alla fine del film, Shizuku si "impettisce" per fare una "dichiarazione ufficiale" alla madre, che infatti coglie, stranisce e risponde, e Shizuku poi ri-risponde con autoironia (autocitandosi).

Sui doppiaggi Ghibli sono davvero soddisfatto. :-)

Su Eva.

Domitilla D'Amico è un genio. Anche se la prima battuta è stata recitata in modo fin troppo lento: quando "si parla a sé stessi" non ci si pone il problema di "farsi capire per benino". Cfr Domitilla D'Amico (Taeko) in PoroPoro, specie quando parla con Gianfranco Miranda (Toshio) delle divisioni tra frazioni prendendo un tè a Zaou: colloquialità.

La battuta "È un apostolo!" di Gendo è recitata tutta al contrario di quello che dovrebbe. Perché è recitata "in salire" (che porta a un senso di sorpresa, sgomento, timore),invece che "a scendere" (che porta invece a un senso di distacco, banalità, precognizione confermata). Il senso della scena è che "la coppia" Fuyutsuki-Gendo, mentre tutti sono in panico dinanzi al bestio, sono impassibili e sanno tutto, se lo aspettavano, restano calmissimi nelle pose, nelle parole "Come quindici anni fa..." "Già, non c'è alcun dubbio...") e nelle VOCI. Peccato. Specie perché questa cosa non potò mai spiegarla al doppiatore che ha doppiato Gendo.  Ciao, Roberto. :-(

"Una giustificazione che manca di forza persuasiva." è ahimè recitata con una "chiusura" reale, perde il senso allusivo. Ah, la voce di Stefano Broccoletti è effettivamente adatta a Shinji, certo si sente che è un po' troppo grande per il personaggio, ma molto bravo. :-)

Barbara De Bortoli è un genio.

Eva Padoan è sempre stata un talento, e lo ha sempre messo più e più in atto.

"Non ha senso che possa farlo!" - si sente molto l'età del doppiatore. Anche perché lì la battuta dovrebbe "salire" molto di più di tono e "nota". Perché quello è il picco isterico che "chiude" tutta la scena (per Shinji), ovvero il suo "rifiuto finale". "Dekiru wake nai yo!" Il gran rifiuto, la grande bugia. :-)

Modificato da Shito
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9 ore fa, Shito ha scritto:

Vedere questo montaggio mi ha davvero, come dire, sollazzato. Debbo seriamente ringraziare l'autore. :-)

Un momento storico. :pazzia1:

(frasi che non riesco a formulare, riguardanti anche la bellezza del montaggio del video che è il valore aggiuntivo di una tale produzione.) (L'avevo visto quand'era uscito, ecc. -evitiamo ripetitività-)

Curiosità: da quale film viene la battuta "Dottoressa Kosaka, è in sede?"? Direi I sospiri del mio cuore, ma sono in dubbio.

(domande sul senso di tutti i dialoghi tratti da Il regno dei sogni e della follia anche se è un OT)

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Sì, a chiamare la dottoressa Kousaka è Shizuku, la protagonista di Mimi wo Sumaseba, che con le sue amiche si "rifugia" spesso nell'infermeria scolastica, gestita dalla dottoressa Kousaka (la "docente sanitaria" dell'istituto). Ammetto di non aver capito cosa ci sia di strano, per chi ha montato il video, in quella battuta. Quando un ufficiale medico o sanitario è nella sua infermeria, nel suo studio, nel suo specifico posto di lavoro, si dice che è "in sede", quando non si trova lì, per mille motivi, è "fuori sede".

Modificato da Shito
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2 minuti fa, Shito ha scritto:

Sì, a chiamare la dottoressa Kousaka è Shizuku, la protagonista di Mimi wo Sumaseba, che con le sue amiche si "rifugia" spesso nell'infermeria scolastica, gestita dalla dottoressa Kousaka (la "docente sanitaria" dell'istituto). Ammetto di non aver capito cosa ci sia di strano, per chi ha montato il video, in quella battuta. Quando un ufficiale medico o sanitario è nella sua infermeria, nel suo studio, nel suo specifico posto di lavoro, si dice che "in sede", quando non si trova lì, per mille motivi, è "fuori sede".

Effettivamente quella era l'unica battuta del lotto (almeno per quanto riguarda i film Ghibli) che non avevo mai visto sotto forma di meme. Azzardo che il termine sembri troppo "burocratico" visto il contesto (che mi immagino abbastanza confidenziale) e che sarebbe sembrato più normale appunto "È in ufficio?"/"È nello studio?". Ma sì, in complesso è una questione trascurabilissima, anche in confronto al resto. 

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8 minuti fa, Shito ha scritto:

Ma non è un ufficio, non è uno studio. È un'infermeria scolastica, che è la generica "sede" [il luogo dato a] della "docente sanitaria". :-)

Beh, dipende dall'accezione, se si intende "studio medico" in generale come "luogo in cui un singolo medico riceve e visita", che differenza c'è con un'infermeria con una singola dottoressa? La dotazione è circa la stessa, credo. >_< Curioso che si parli proprio di "docente sanitaria", sottolineando immagino che faccia direttamente lezione agli studenti anche se magari non regolarmente. E curioso anche il conio italiano.

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Il "conio" (ma è in realtà è solo una associazione di due termini, non un conio neologistico) è mio, perché la "docente sanitaria" è una "sensei" che si considera parte del "corpo docente" della scuola e no, in genere non fa lezioni, e non credo sia neppure un medico vero, però non viene chiamata "infermiera". :-)

https://www.japantimes.co.jp/life/2003/06/05/lifestyle/national-hygiene-begins-in-the-classroom/

Nota: credo sia un articolo del 2003, non di questi mesi.

Allo zoo di Tama, per restare in tema Mimi wo Sumaseba, c'erano nei bagni le istruzioni per come lavarsi le mani. E così, a dispetto della mia misofobia, ho scoperto che il dorso delle falangine e falangette sinistre normalmente non lo laviamo proprio. :-(

Modificato da Shito
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1 minute ago, Acromio said:

Beh, dato che in genere la critica che pongono è quella...

Ah, ok.

Nel tempo ho letto davvero di tutto. Ricordo una docente di scuola elementare che riteneva "non italiano" (sic.) l'espressione "è tornato il papà", sono serio. Però usava il termine "ridicolezza", che io non avevo mai sentito, usando sempre "ridicolaggine". Questo accadeva anni fa su Animeclick. Ovviamente cercai, ridicolezza esiste, e da allora lo uso anche io (c'è una sfumatura di significato da "ridicolaggine"). E sì che la mia consorte, per "colpa" di Vasari, ha il vezzo di usare il termine "vecchiezza" oltre che "vecchiaia"...

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@Acromio Non è detto, dopotutto. Un termine può non essere "desueto" ma sembrare "fuori posto nel contesto" perché è di un registro diverso rispetto a quello che ci si aspetta : almeno per me, questa è una critica altrettanto comune.

29 minuti fa, Shito ha scritto:

Il "conio" (ma è in realtà è solo una associazione di due termini, non un conio neologistico) è mio, perché la "docente sanitaria" è una "sensei" che si considera parte del"corpo docente" della scuola e no, in genere non fa lezioni, e non credo sia neppure un medico vero, però non viene chiamata "infermiera". :-)

https://www.japantimes.co.jp/life/2003/06/05/lifestyle/national-hygiene-begins-in-the-classroom/

Nota: credo sia un articolo del 2003, non di questi mesi.

Allo zoo di Tama, per restare in tema Mimi wo Sumaseba, c'erano nei bagni le istruzioni per come lavarsi le mani. E così, a dispetto della mia misofobia, ho scoperto che il dorso delle falangine e falangette sinistre normalmente non lo laviamo proprio. :-(

Grazie anche per l'articolo! Fra l'altro, erano anni che mi chiedevo perché, nel primissimo episodio di Shin Chan, il bambino dovesse portarsi all'asilo "il fazzoletto e i tessuti"... :grin:

Modificato da Anonimo (*lui*)
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1 minute ago, Shito said:

riteneva "non italiano" (sic.) l'espressione "è tornato il papà"

Beh, Treccani ha un bell'articolo in merito, da cui ognuno potrà trarre le proprie conclusioni.

http://www.treccani.it/enciclopedia/nomi-dei-prontuario-genitori_(Enciclopedia-dell'Italiano)/#:~:text=Nel linguaggio quotidiano e informale,frequente mamma mia%2C papà tuo%2C

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A me continua a suscitare stupore e perplessità che un termine come 'recalcitranza', che ben conosco da piccino (ho anche dei fumetti dove 

viene usato) e manco avevo notato alla prima visione del dub 2019, abbia scatenato tutti questi meme e co:-/

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1 hour ago, Den-chan said:

A me continua a suscitare stupore e perplessità che un termine come 'recalcitranza', che ben conosco da piccino (ho anche dei fumetti dove 

viene usato) e manco avevo notato alla prima visione del dub 2019, abbia scatenato tutti questi meme e co:-/

"Recalcitranza" viene usato anche nel nuovo adattamento del Signore degli anelli (nello specifico, in uno dei primi capitoli de Le due torri), ma non è di Shito, quindi il problema pare non sussista. :giggle:

Modificato da Acromio
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A proposito, non sono mai entrato nel merito perché statuire l'ovvio è sempre un po' umiliante, ma:

NYWpRY8.jpg

 

vari esaltati commentatori hanno, a mio discredito, citato questo intervento della redazione di Treccani sulla questione.

Ora, a parte quella che mi pare una mesta inopportunità – da parte di un'istituzione tanto elevata come quella dell'enciclopedia "dei due Giovanni" – di entrare in un querelle di così basso lignaggio, e in termini così poco professionali, se non sono orbo anche la chiosa di quell'articolo dice:

Quote

[...] sostantivo "recalcitranza", che compare nel nostro "Sinonimi e Contrari" come sinonimo di "ritrosia".


Il che significa, in italiano, che "recalcitranza" È ATTESTATO sui dizionari Treccani. Non il contrario.

La redazione Treccani nell'articolo sostiene anche che "recalcitranza" sia meno comune del participio presente "recalcitrante". Personalmente concordo, ma ci tengo a sottolinerare che questa divergenza di frequenza d'uso NON è attestaza sui dizionari Treccani, in quanto "recalcitrana" non è riportato con nota di rarità, o altro.

In ogni caso, per chi sa leggere l'italiano, quella nota della redazione Treccani dà assolutamente credito alla mia scelta terminologica, statuendo l'ovvio: c'è nei nostri dizionari, esiste, è italiano. Cosa che sapevo da principio, perché li avevo consultati (tra gli altri) proprio nella scelta di quel termine. :-)

Se poi qualcuno vuole vedere la realtà dei fatti al contrario, beh, potrà anche dire che "Treccani ha sbeffeggiato Cannarsi". Infatti. A ciascuno il suo, scriveva un altro letterato siciliano.
 

Modificato da Shito
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Incredibile come il dibattito su questo adattamento riprenda a scatti dopo un anno (come già dissi).>_< A parte questo, quell'intervento a mio parere era servito a rafforzare l'affermazione "il termine recalcitranza è desueto", che come notava Acromio è un argomento abbastanza frequente anche se non l'unico. Detto questo, si può sostenere che "recalcitranza" e non solo servono proprio a rendere un linguaggio "burocratico": se si accetta anche questo, il tutto può filare.

Riguardo all'opportunità dell'intervento, si tratta di un tentativo come un altro di analizzare l'uso attuale della lingua prendendo spunto dalle discussioni "di tendenza" - è pura divulgazione verso pubblico generalista, che quando è in buon stile e corretta (nei limiti del possibile) può pure essere utile. 

[P.S. tecnico: secondo voi è utile per chiarezza (o per motivi di notifiche automatiche) citare il post precedente quando vi si risponde, o è meglio evitare per motivi di "pesantezza"?]

Modificato da Anonimo (*lui*)
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Se un termine è desueto Treccani lo riporta come raro, antico, ecc. Non è questo il caso.

Ma ognuno ovviamente legge quello che vuole e sceneggia il suo film mentale, quando ha già deciso quello che vuole vedere e credere. Shito è un raccomandato, Shito è un riccone che lavora per diletto, Shito paga lui stesso per lavorare, Shito è un ignorante, Shito non conosce l'italiano, Shito [rimpiere a piacere]. Tutto è credibile, quando credere a qualcosa è divenuto il proprio passatempo. Un anno fa anche qui non si discuteva di niente, ma si faceva massimamente chiasso, tipo porcilaia. Non stupirti che si torni a parlare di qualcosa quando si riesce a parlare, è naturale.

Sul tuo PS: trovo che il "quoting" sia da evitare quando superfluo, ovvero quando si risponde a un post subito sopra alla risposta. Mia opinione personale e non vincolante per nessuno, si capisce.

17 minutes ago, Anonimo (*lui*) said:

Detto questo, si può sostenere che "recalcitranza" e non solo servono proprio a rendere un linguaggio "burocratico": se si accetta anche questo, il tutto può filare

Sulle ragioni della mia scelta terminologica di adattamento avevo elaborato in una live con Sawadelli. :-)

Modificato da Shito
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41 minutes ago, Anonimo (*lui*) said:

Incredibile come il dibattito su questo adattamento riprenda a scatti dopo un anno (come già dissi).>_< A parte questo, quell'intervento a mio parere era servito a rafforzare l'affermazione "il termine recalcitranza è desueto", che come notava Acromio è un argomento abbastanza frequente anche se non l'unico. Detto questo, si può sostenere che "recalcitranza" e non solo servono proprio a rendere un linguaggio "burocratico": se si accetta anche questo, il tutto può filare.

Riguardo all'opportunità dell'intervento, si tratta di un tentativo come un altro di analizzare l'uso attuale della lingua prendendo spunto dalle discussioni "di tendenza" - è pura divulgazione verso pubblico generalista, che quando è in buon stile e corretta (nei limiti del possibile) può pure essere utile. 

[P.S. tecnico: secondo voi è utile per chiarezza (o per motivi di notifiche automatiche) citare il post precedente quando vi si risponde, o è meglio evitare per motivi di "pesantezza"?]

E' utile se riprendi un post indietro nel discorso, o se intendi rispondere solo ad una parte del discorso (quella quotata)

E' da evitare se quoti un post lungo magari solo per scrivere "quoto" o comunque poche parole

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