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Little Boy(s) and Fat Guy(s)


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Dunque, la riflessione che vado a introdurre parte da qui:

 

 

Immagino che molti di voi conoscano questo cortometraggio, ovvero questo video musicale. Si tratta, come forse saprete, di un 'progetto parallelo' e sperimentale che Miyazaki Hayao sviluppò e condusse nel 1995 - per superare il "blocco dello scrittore" che lo attanagliava nelle prime fasi di lavorazione di Mononoke Hime.

 

Il cortometraggio sembra avere un significato abbastanza criptico, ermetico, comunque piuttosto simbolico nel suo tentativo allegorico - complice anche un montaggio del tutto ana-logico e spesso visionario - ma non è proprio di questo che vorrei parlare.

 

Vorrei infatti parlare di alcune analogie e sincronie, al quale scopo vado a piantare alcuni paletti:

 

Febbraio 1982 - inizio della serializzazione del manga Kaze no Tani no Nausicaä sulla rivista Animage

25 settembre 1983 - uscita de primo volume monografico del manga Kaze no Tani no Nausicaä

11 marzo 1984 - uscita del film Kaze no Tani no Nausicaä

1984 - Asahara Shoko fonda la setta Aum Shinrikyo

- - - - -

1989 - la setta Aum Shinrikyo ottiene il riconoscimento di organizzazione religiosa

- - - - -

Marzo 1994 - conclusione della della serializzazione del manga Kaze no Tani no Nausicaä sulla rivista Animage

10 dicembre 1994 - uscita dell'ultimo volume monografico del manga Kaze no Tani no Nausicaä

20 marzo 1995 - la setta Aum Shinrikyo conduce attacchi con gas Sarin nella metropolitana di Tokyo

[settimane seguenti] - la polizia giapponese esegue raid in tutte le sedi della setta

15 luglio 1995 - uscita di On Your Mark (proiezione abbinata al film Mimi wo Sumaseba)

4 ottobre 1995 - debutto della serie televisiva ShinSeiki Evangelion sulla rete televisiva TokyoTV

27 marzo 1996 - conclusione della serie televisiva ShinSeiki Evangelion sulla rete televisiva TokyoTV

15 marzo 1997 - uscita del film ShinSeiki Evangelion Gekijouban - Shi to Shinsei [DEATH&REBIRTH]

12 luglio 1997 - uscita del film Mononoke Hime

19 luglio 1997 - uscita del film ShinSeiki Evangelion Gekijouban - Air / Magokoro wo, Kimi ni [THE END OF EVANGELION]

 

 

Probabilmente ci sarebbero già sufficienti sincronie e puntini da unire in questo scarno elenco.

 

Tuttavia, il punto da cui vorrei partire è la scena di apertura di On Your Mark, ovvero il raid della polizia ai danni della Chiesa di San NOVA, il cui slogan è GOD IS WATCHING YOU, il cui simbolo è un tipico "occhio divino", e i cui adepti sono incappucciati.

 

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Chi sta pensando ai Neo-Atlans di Fushigi no Umi no Nadia potrebbe altresì pensare alla banconota da un dollaro e al KKK. In realtà, come si vede l'ambiente settario è totalmente orientaleggiante e già mostra gli ambienti e i colori e i lucori di quello che sarà poi lo Yuuya (i bagni pubblici) di Sen to Chihiro.

 

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Ma il mio punto è la rappresentazione del raid della polizia. Le loro azioni sono rappresentate e animate in una maniera iper-realistica, come un rapido e violento attacco di un corpo speciale con licenza (e ordine) di effettivo sterminio. Questa efferata e cruda operatività militare non compare così spesso nell'animazione. Qualcuno ha paragonato il tenore di questa scena ad alcuni film di Oshii Mamoru, ma in effetti ci sono due esempi che sono molto più affini al nostro. Il primo è in Kaze no Tani no Nausicaä: in realtà sono due momenti, ma in entrambi i casi le truppe di Torumekia, quando assaltano il castello della Valle del Vento prima e quando abbordano il brigantino di Pejite poi, seguono appunto una condotta operativa del tutto analoga: efficiente, addestrata, quasi routinaria, quanto spietata. Uno schema professionale, da addestramento collaudato. L'altro esempio è invece in Air, o meglio ancora nella sua 'anteprima' che era Rebirth: qui l'esercito regolare giapponese, ovvero le Seryaku Jieitai (JSSDF) eseguono un violentissimo raid si sterminio ai danni del quartier generale della Nerv. Benché gli esperti di cinema giapponese abbiano ricondotto lo stile di quelle sequenze al cinema di Okamoto Kihachi, regista molto amato e citato da Anno Hideaki, resta che la somiglianza in particolare della scena di Rebirth con la scena iniziale di On Your Mark è spiccatissima - come chiunque avesse voglia di andare a controllare saprà certamente verificare.

 

Tornano alle date, è probabile che l'idea per On Your Mark fosse antecedente all'attacco con gas sarin della setta Aum Shinrikyo, e alle successive azioni di reprimenda della polizia giapponese. Una sincronia, dunque. Per contro, il finale cinematografico di Shinseiki Evangelion è senz'altro successivo. Interessantemente, nelle sedi della setta la polizia giapponese trovò anche colture di ebola e antrace, insomma di armi batteriologiche, biologiche. Certo è difficile non pensare al MarMacio di Nausicaä e al suo laboratorio segreto di coltura. Ma torniamo a On Your Mark. Ovviamente non occorre specificare che 'Aum' si legge 'OM', ed è solo un'altra scrittura di Ohm, lo stesso suono induista che ha dato nome ai giganteschi onischi di Nausicaä. Ancora una suggestione, ancora una sincronia. la setta di Aum Shirikyo, "la religione degli otaku", degli idealisti incapaci di abbandonarsi a una vita postmoderna priva di grandi narrazioni da seguire, incapaci di vivere in una "eterna estate" fatta di giorni tutti uguali e senza scopo (come quella che si crea con il Second Impact nel mondo di Evangelion), ebbene proprio questa setta venne concepita nel 1984. Coincidenze.

 

Certo è che On Your Mark segue di poco la conclusione del manga di Nausicaä. Il manga di Nausicaä, scritto e disegnato da Miyazaki Hayao nel ragguardevole arco di una dozzina d'anni, notoriamente "comincia in un modo e finisce in un altro". Con la sua stessa maturazione, l'autore non sarebbe riuscito a concludere la storia con quanto originariamente pensato, e il manga si chiude con una svolta distruttiva terribilmente violenta da parte della protagonista. Si potrebbe dire che il residuo di ottimismo giovanile, di positivismo con cui il manga aveva preso le mosse, eredità dell'interesse etologico e sociologico di Miyazaki (si pensi a Sabaku no Tami, a Shuna no Tabi, ma anche alla passione per opere letterarie quali il ciclo di Earthsea di Ursula K. LeGuin e il fumetto Arzach di Möebius, tutte opere notoriamente annoverate tra quelle che hanno maggiormente influenzato la creazione del manga di Miyazaki), si sia esaurita lasciando il posto a un ben più cupo pessimismo da adulto in merito al rapporto e alle possibilità del rapporto di colonizzazione umana e ambiente naturale. Il risultato cinematografico di questa evoluzione del pensiero di Miyazaki è infatti Mononoke Hime, un film duro e crudo in cui in conflitto tra civiltà umana e ambiente naturale appare insanabile, e l'amore tra un ragazzo e una ragazza è destinato a rimanere latente. L'idea di realizzare un 'jidai drama' (dramma storico, "una storia di samurai") era sempre stato un pallino dell'autore. Prima ancora di concepire Nausicaä, Miyazaki aveva infatti stilato il progetto di un altro film, intitolato Sengoku Majou (1981). Come si può notare a colpo d'occhio seguendo il link, tutte le influenze che hanno caratterizzato Nausicaä sono palesemente presenti nel progenitore Sengoku Majou, con la differenza che in questo caso si treatta non di un fantasy post-apocalittico, ma di un retrofuturistico jidai-drama, come poi sarebbe divenuto puramente Mononoke Hime, prendendo le mosse da un racconto illustrato il cui protagonista, derivato dal racconto di Miyazawa Kenji intitolato Yamaneko to Donguri, (ovvero: 'Il gatto selvatico e le ghiande' - poi sarebbe venuta persino 'La repubblica delle ghiande', e cioè la catena di negozi "Donguri Kyowakoku", dedicata allo Studio Ghibli) era però già stato 'utilizzato' nella versione finale del lungamente incubato Tonari no Totoro, e la cui protagonista femminile avrebbe mantenuto solo il nome (San), per poi riapparire sotto mentite spoglie, ma con ugual maglietta, in Sen to Chihiro no Kamikakushi.

 

In ogni caso, Miyazaki Hayao era arrivato al punto di aver concluso con pessimismo e violenza il manga di Nausicaä, e di dedicarsi infine al serio, cupo ed efferato film che sarebbe sato Mononoke Hime. Tuttavia, nella creazione di quest'ultimo, incorse in un vero e proprio 'blocco dello scrittore'. E lo 'sblocco' gli fu fornito dalla 'lavorazione diversiva' di On Your Mark. Credo sia dunque evidente che con questo cortometraggio Miyazaki Hayao riuscì a sublimare qualcosa di per lui importante, di togliersi una spina (o una bicicletta, se avete presente Chihiro e Sen) che ancora restava ben conficcata nella sua mente di autore, di narratore.

 

Ritorniamo all'inizio di On Your Mark. Prima ancora che la scena si sposti sul vero 'principio narrativo', la suddetta incursione della polizia ai danni della setta religiosa, il regista ci offre un preambolo, una visione quasi idilliaca di un paesaggio bucolico insediato intorno a un 'feretro' di un reattore nucleare sigilato. Un segnale di pericolo scritto in apparente cirillico segnala ancora il rischio di contaminazione radioattiva.

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Il riferimento immediato è quello che accadde a Chernobyl, e ancora riecheggia il futuro 'contaminato' di Nausicaä.

Inizia poi la "storia". Due degli efferati esecutori del raid della polizia rinvengono in una sala della sede della setta, piena di cadaveri probabilmente vittima di un suicidio di massa, una fanciulla alata, tenuta in catene e in fin di vita.

 

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Ancora alcuni identificano subito questa fanciulla con una figura angelica, e denotano affinità con una certa narrativa di Oshii, ma i più accorti ricordano che Nausicaä della Valle del Vento era definita 'tori no hito' - "la persona uccello", già rappresentata in una sorta di profezia messianica che fa da chiosa all'introduzione del film:

 

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In ogni caso, i due poliziotti, di quelli che sino a poc'anzi sterminavano tutti a là "non si fanno prigionieri" (e con ben visibile lo stemma della polizia giapponese), si tolgono i cappucci e le maschere operative dinanzi all'angioletta e -sorpresa- sono persone normali! Questo riporta subito alla mente un'immagine che shockò un po' gli otaku nel 1997:

 

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Quella di sinistra è la copertina originale del LD di Rebirth, che ritrae... le truppe dell'esercito giapponese, quelle che poi faranno irruzione nella Nerv uccidendo tutti con granate e lanciafiamme, PRIMA dell'attacco, in attesa dell'ordine di cominciare. E i soldati a viso scoperto sono ritratti come persone normalissime, qualcuno gioca con un cane randagio, vedete? Poi daranno fuoco alle gente viva.

 

In On Your Mark, anche i nostri due protagonisti, mitra ancora in mano ma ora smascherati, sono due pezzi di pane. Due mochi. Salvano l'angioletta, la reidratano sino a farla rinvenire (respira, il seno si gonfia), la mettono al sicuro... ma la piccola finisce in un laboratorio. I due protagonisti, a metà tra avatar animati del duo Chage&Aska e i classici stereotipi del LupinIII e Jigen Daisuke del Castello di Cagliostro, finiranno per disertare e andranno al salvataggio. Un'azione chiaramente disperata, che infatti fallisce malamente. Ma il montaggio del cortometraggio si fa analogico e surreale, e si sposta sul 'sogno', sull'ideale dei due: liberare la ragazza nella 'zona contaminata' (nel tunnel che ci va a sbucare, e che i due percorrono in Giulietta Spider, cartelli avvertono del pericolo di contaminazione e della presenza di raggi violetti mortali). L'angioletta arriva così in quell'area intorno al reattore nucleare sigillato che sembra però rinata in un'arcadia... un po' come il fondo del MarMarcio, che per tossico che sia in realtà depurava la terra e la Terra.

Ora, a me sembra che il senso di questo cortometraggio si risolva in tre sguardi della "creatura uccello".

 

Il timore di tornare libera a volare:

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La sorpresa:

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La pietà del congedo:
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E poi l'angioletta se ne vola via, anche solo in un sogno, lasciando i due poliziotti a terra.

In effetti, mi viene da pensare che di lì a breve, il Miyazaki "sbloccatosi" avrebbe realizzato Mononke Hime, che è uno dei suoi pochissimi film (l'unico?) in cui non si vola, nessuno vola, non una creatura e non un mezzo. E mi viene da pensare che On Your Mark sia, davvero, l'affrancarsi di Miyazaki Hayao dagli idealismi di gioventù, lasciati infine volare via nel cielo idilliaco di un sogno cullato oltre al tunnel dove i buoni e i cattivi si ammazzano parimenti. Forse Miyazaki Hayao aveva bisogno di animare un simile commiato della sua giovinezza prima di riuscire ad animare un film ben più adulto come Mononoke Hime. Forse On Your Mark è un po' non il finale, ma davvero l'epilogo animato di Nausicaä. Un epitaffio delle dolci fantasie.
 

Ho pensato questo, e ho pensato di scriverlo per condividerlo con voi.

 

(Ma il post è idealmente dedicato a Francesco Prandoni)

Modificato da Shito
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Wow, complimenti. Si sente molto l'atmosfera "prandoniana" in questo post. :)

 

Detto questo, nel video si vede palesemente il conflitto interiore di Miyazaki, che d'altronde e' molto simile a quello di Anno, altro idealista che scopre la durezza della realta' e cerca di rappresentare questo stato d'animo parlando con se' stesso mediante le immagini. Secondo me, senza scendere nei particolari della poetica miyazakiana, la donna angelo in un certo senso rappresenta la purezza dell'infanzia, il candore della figura materna che tanto sta a cuore all'otaku, come fa notare Murakami quando parla delle origini del fenomeno.

 

Miyazaki e' diventato adulto, la madre/simbolo l'ha lasciato: e' volata via e la consapevolezza della crudezza del suo tempo ha preso il sopravvento. Egli sembra scosso delle cronache riguardanti l'Aum, che rappresenta come un qualcosa da rimuovere brutalmente, da distruggere, che in qualche modo ha minacciato la purezza del suo mondo. La sua sembra quasi la reazione di un bambino impaurito.

 

Anno imho dice piu' o meno la stessa cosa con la Rei Ayanami dell'End of Eva, che nel film viene altresi' rappresentata come un angelo (ma anche come una strega).

 

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Il mondo congelato pieno di sogni che hai sempre desiderato, alla luce della realta', si rivela un'illusione.

 

Rei: You were using fantasy to escape reality 
 Shinji: Why can't I dream that I'm alone?
Rei: That is not a dream. That is a substitute for reality.
Shinji: So where is my dream?
Rei:  It is a continuation of reality.
 Shinji:But where is my reality.
Rei: It is at the end of your dream.
 
Queste parole calzano a pennello con il simbolismo del corto. La madre angelica scompare e rimane il mondo reale, il sogno otaku e' finito.
 
(Tra l'altro questo dialogo guardacaso l'ho utilizzato nella recensione di Yamato, chissa' perche').
 
BTW, riprendendo il discorso fatto dall'altra parte, anch'io penso di essere una sorta di otaku di prima generazione. Di certo da bambino avevo grandi ideali e grandi propositi nei confronti dell'uomo, ma crescendo le delusioni e i fatti concreti mi hanno spinto a crearmi una sorta di "tempio" impermanente - le mie varie passioni, tra le quali quella per l'animazione ricopre un posto predominante - in cui rifugiarmi al riparo dal "vuoto" e dal "grigiore" esterno, pregno di dolore e mutamento.
Ah, ovviamente stravedo per la Yamato del '74, per Gundam e Ideon, e sono un consumatore accanito di letteratura SF. E adoro gli anni '90, sopratutto gli anime creati dai first gen. :)
 
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L'angelo/mamma se ne va. Bye bye.
Modificato da AkiraSakura
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Ti ringrazio per la lettura e la bella risposta. :-)

 

Il continuum solipsista tra "realtà soggettiva" e "sogno" (più o meno lucido) è un po' un classico. Tutto sommato forse non è neppure un classico di Anno, in effetti sembrerebbe più un topos caro a Oshii e al povero Kon. Nel caso di On Your Mark anche la tua lettura mi pare molto pregnante. E' un dato di fatto -perché dichiarato a più riprese- che Miyazaki si sentisse 'sgomento' all'alba del nuovo millennio, sgomentato dai cambiamenti sociali che vedeva intorno a lui. Mononoke Hime nasce proprio da questo motivo: è il tentativo di prendere un altro momento di grandi mutamenti sociali, l'epoca Muromachi, e farne uno specchio dell'epoca in cui è uscito il film. E Miyazaki Hayao non ha mai fatto mistero che il film era violento perché così era il "problema affrontato", e che si sentiva obbligato ad affrontare quel problema perché "senza parlare di questo prima di tutto, ora non avrebbe senso parlare d'altro". Considerando quanto turbamento personale di doveva essere dietro, non è strano pensare che abbia avuto un blocco creativo proprio su questo film. E se pensiamo a quello che tu hai letto in On Your Mark, ovvero una sorta di emancipazione sofferta come una rinuncia, direi che i pezzi si incastrano per benino.

 

In Evangelion, Rei era nata come un "contraltare materno" per Shinji. Essenzialmente, Shinji cerca una madre surrogata nelle tre femmine che incontra: Misato, Rei e Asuka. Cerca di frae "amaeru" con tutte e tre. Ovviamente Misato è una persona quasi adulta piena di rogne, ma per paradosso finirà a diventare l'unico fantasma di una figura materna (dopo che Kaji sarà diventato una sorta di figura paterna). Asuka ha più rogne di Shinji ed è la sua "compagna designata". Rei è in effetti un clone, un avatar della madre - e della madre del mondo, come avatar di Lilith. Quello che per noi è "la Madonna" per i giapponesi è "la Kannon", e in Yui/Rei/Lilith c'è sicuramente anche questa connotazione. Purtroppo, nella narrazione originale di Evangelion, il personaggio di Rei è stato perso per strada (alla fine dell'episodio 6) e poi ritrovato in maniera un po' rabberciata qui e lì - non senza raggiungere picchi di emotività molto alta, come è tipico di quella serie. Il tutto appare molto più chiaro nella versione fumettata a cura esclusiva di Sadamoto Yoshiyuki.

 

In ogni caso, il pattern relazionale di Anno è molto chiaro: così in Nadia così in Eva il padre è una figura negata di forte contrasto, la madre è una figura anelata totalmente salvifica. Viene semplicemente da pensare che questa è la psicologia dei figli baby boomers di quel giappone di padri assenti e madri a casa, dove spesso, chiacchierando fra loro, riferivano i mariti propri e delle vicine come 'taku' e 'otaku' - il padrone di casa come metafora della casa.

 

Ti ringrazio anche per avermi raccontato di te. Ti chiedo spudoratamente: il tuo Castello del DioDrago dove si trova? Così, per curiosità. Ah, però mi sa che hai fatto una svista: se parli di un tuo "santuario di impermanenza" non ha senso. Forse intendevi il contrario, un "santuario di permanenza" (ma in genere credo si direbbe 'di fissita') Eh già, il Castello del DioDrago si trova in un mare imperturbato, un mare di Dirac senza increspature. ^^

Modificato da Shito
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In Evangelion, Rei era nata come un "contraltare materno" per Shinji. Essenzialmente, Shinji cerca una madre surrogata nelle tre femmine che incontra: Misato, Rei e Asuka. Cerca di frae "amaeru" con tutte e tre. Ovviamente Misato è una persona quasi adulta piena di rogne, ma per paradosso finirà a diventare l'unico fantasma di una figura materna (dopo che Kaji sarà diventato una sorta di figura paterna). Asuka ha più rogne di Shinji ed è la sua "compagna designata". Rei è in effetti un clone, un avatar della madre - e della madre del mondo, come avatar di Lilith. Quello che per noi è "la Madonna" per i giapponesi è "la Kannon", e in Yui/Rei/Lilith c'è sicuramente anche questa connotazione. Purtroppo, nella narrazione originale di Evangelion, il personaggio di Rei è stato perso per strada (alla fine dell'episodio 6) e poi ritrovato in maniera un po' rabberciata qui e lì - non senza raggiungere picchi di emotività molto alta, come è tipico di quella serie. Il tutto appare molto più chiaro nella versione fumettata a cura esclusiva di Sadamoto Yoshiyuki.

 

Diciamo che la Rei di Anno e' sopratutto un archetipo, proprio come la donna angelica/simbolo del corto di Miyazaki. In fondo nel primo episodio di Eva Rei appare e poi scompare immediatamente agli occhi di Shinji, come se non avesse alcuna consistenza fisica. Poi si', Anno se n'e' dimenticato per strada durante la serie, ma penso che durante la realizzazione di Eva l'autore si sia lasciato guidare piu' dall'inconscio che dal conscio, riempiendo l'opera con tutti i simboli a lui cari. Il ruolo forte di Rei, btw, secondo me viene rappresentato nell'End of Eva per i motivi descritti nel post precedente. Detto questo, il tema della "ragazza che scompare" e' molto radicato nel subconscio collettivo dei giapponesi. Anno involontariamente per parlare a se' stesso (e a quelli come lui) usa un simbolo multilivello, che tra l'altro...

 

 

Viene semplicemente da pensare che questa è la psicologia dei figli baby boomers di quel giappone di padri assenti e madri a casa, dove spesso, chiacchierando fra loro, riferivano i mariti propri e delle vicine come 'taku' e 'otaku' - il padrone di casa come metafora della casa.

 

... coincide perfettamente con il suo subconscio personale.

 

E' una cosa molto hippie, usare il simbolo femminile come via salvifica dal tormento indotto dalla fenomenologia del postmoderno. Pure la poetica di Miike si basa su questo fatto (si pensi a Visitor Q, la scena finale, oppure a Gozu). Anche Murakami descrive i first gen (ma non solo, ci metterei dentro pure la generazione 0) come degli hippie squisitamente giapponesi. Osaka 1970 era Woodstock.

 

 

Ti ringrazio anche per avermi raccontato di te. Ti chiedo spudoratamente: il tuo Castello del DioDrago dove si trova? Così, per curiosità. Ah, però mi sa che hai fatto una svista: se parli di un tuo "santuario di impermanenza" non ha senso. Forse intendevi il contrario, un "santuario di permanenza" (ma in genere credo si direbbe 'di fissita') Eh già, il Castello del DioDrago si trova in un mare imperturbato, un mare di Dirac senza increspature. ^^

 

Si trova dentro di me. Diciamo che guardando da fuori gli oggetti che veicolano le mie passioni, oppure il loro contenuto astratto, come i ricordi, le formule, i pensieri, le immagini, dico tra me e me: queste cose "fisse" mi permettono di definirmi. E' un po' come quando Shinji si chiede che cosa sara' di lui quando non pilotera' piu' l'Eva. Io piloto l'Eva per essere me stesso, altrimenti non sarei nulla. Di certo non sono gli altri  a definirmi, in quanto gli altri sono soggetti a variazioni - ci sono e allo stesso tempo non ci sono. Pertanto sto bene soltanto con le persone simili a me. Delle altre posso anche farne a meno.

 

Ovviamente prendendo coscienza di questa cosa  si e' un po' piu' maturi, un po' piu' disillusi. Una volta adoravo mitizzare la mia adolescenza: la MTV anime night, gli amori veri, le amicizie vere... ma ora come ora, mi rendo conto di aver "pompato" un po' troppo le cose soltanto per crearmi un luogo incontaminato pregno di uno strano romanticismo completamente stridente con i fatti concretamente avvenuti, pure allora, in cui di certo non era tutto rose e fiori, anzi.

 

Penso che cmq non riuscirei mai a vivere senza "fuggire" un minimo nelle cose (non persone) che amo.

 

E' stata una sorta di Apocalisse Adolescenziale non ancora conclusa - e che molto probabilmete non avra' mai fine. XD

Modificato da AkiraSakura
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  • 3 years later...
  • 8 months later...
  • 2 weeks later...

Dato che c'è l'epidemia e non ho molto da fare (nessuno mi assume adesso :( ) ho aggiornato un po' la recensione di Eva. Levata via la clausola Shinji =  hikikomori perché effettivamente non lo è e aggiunti più riferimenti all'Aum. Magari pian piano potrebbe diventare qualcosa di veramente completo.

 

http://lanostrarivoluzione.blogspot.com/2014/04/neon-genesis-evangelion-recensione.html

 

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  • 2 years later...

Dopo aver visto "Mononoke Hime" e "Kaze no tani no Nausicaa" per la prima volta al cinema (non con il giusto ordine secondo me), ho voluto riapprofondire un po' il corto animato "On Your Mark" (sempre dello stesso autore), e quindi mi sono reimbattuto in questo brillante topic.

Effettivamente alcune sincronie che legano lo scorrere degli eventi fanno rabbrividire.

"Little Boy: The Arts of Japan's Exploding Subculture" è un testo che vorrei davvero poter consultare e approfondire. Possibile che non ci sia un modo per leggerlo senza dover spendere cifre folli?

 

Modificato da Armandino-san
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Fa ridere (me stesso), ma quando ho scritto il topic starter qui ancora non avevo capito l'ovvio. E ancora quand'ero ripassato qui fino a due anni fa. In effetti ci ho pensato solo poche settimane or sono, forse.

In On Your Mark, l'area bucolica dell'inizio e poi alla fine è "KEEP OUT" perché, essendosi spontaneamente ripristinata alla purezza ambientale, è venefica per l'umanità futura ormai evolutasi a vivere nell'ambiente inquinato/contaminato. È come nel finale del manga di Nausicaä: nel pianeta purificato dal MarMarcio gli umani evolutisi a sopravvivere ai bordi dei miasmi di quello non potranno esistere. Da cui per contro lo sterminio della anime sospese nella cripta per volontà di N. e mano del suo figlioccio.

Nel video musicale, lì nel mondo ripurificato può solo essere ricondotta la "persona uccello". Per l'umanità non c'è via di ritorno all'Arcadia. Come poi sarà in Mononoke Hime.

Modificato da Shito
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Anche se in questo film il regista è mosso (forse accecato) dalla rabbia e dal pessimismo, la sua presa di posizione è così forte ed è resa così bene che l'impatto comunicativo del film -oggi più che mai- risuona come una campana nel cuore del pubblico; sovrastando il (forse più sensato) punto interrogativo che "Mononoke Hime" lascia allo spettatore con il suo finale.

Modificato da Armandino-san
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E comunque, Shito, io sono abbastanza certo del fatto che la 'tori no hito' del film non sia realmente un angelo, ma è semplicemente la trasfigurazione tangibile del pietoso desiderio idealista dell'essere umano che dopo tutto quello che ha fatto ha ancora la presunzione di pensare di poter sperare in un futuro migliore.

La donna uccello è un sogno, e nel film viene anche palesato con tanto di immagini. Voglio dire, nella scena del sogno di Chage e Aska lei è disegnata SENZA ALISono LORO che idealizzano una semplice fanciulla. Questo film è veramente spaventoso. L'essere umano può essere veramente spaventoso. Miyazaki Hayao è veramente spaventoso. Kowaidesu :fear:.

Modificato da Armandino-san
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  • 2 weeks later...

Che "tori no hito" non si un "tenshi" (angelo), l'autore lo ribadì più volte.

Per la cronaca, il "Tori no Hito" originale sarebbe Nausicaä: nella locandina dell'anime si leggeva:

Nausicaaposter.jpg

木々を愛で
虫と話り
風をまねく鳥の人...

Kigi wo Mede
Mushi to Katari
Kaze wo Manaku Tori no Hito...

Ama gli alberi
Parla con gli insetti
La persona uccello che richiama il vento


Naturalmente, la "persona uccello" di questa storia è quella "d'azzurro vestita" della profezia e dell'arazzo:

5f205a0c524fb28023f610ea87d69ed3.jpg

Ma non si parla mai di "angelo" (tenshi, 天使).

Nel manga, specie appropinquandosi al finale, Nausicaä viene riferita come "shito" (使徒), che non so se lo sappiate, ma significa precisamente "apostolo".  :-)

Modificato da Shito
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1 ora fa, Shito ha scritto:

Che "tori no hito" non si un "tenshi" 8angelo), l'autore lo ribadì più volte.

Sì, diciamo che di questo lavoro in particolare Miyazaki non ha mai rilasciato molte informazioni (mi riferisco a "On Your Mark"). 

Avevo fatto qualche ricerca, e a quanto so gli unici materiali di riferimento su quest'opera sono un'intervista che fu fatta ad Agosto del 1995 su Animage (riportata successivamente nel libro "Shuppatsuten"), e gli ekonte ufficiali del film.

 

 

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