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Neon Genesis Evangelion - Pluschan Official Topic


Tetsuo

Messaggi raccomandati

35 minuti fa, il Vì ha scritto:

Andrebbe innanzitutto ammesso l'errore.

Sicuramente. Aspetta tra 20 anni la versione 3 :giggle:

Citazione

Poi, si fa questione di termini nel parlato originale vs quelli che potremmo definire "internazionali". Ora, io non entro nella polemica su apostolo, ma è la dimostrazione di come stiate difendendo (anche tu, con queste risposte) un modo di lavorare indifendibile con la scusa della fedeltà. Fedeltà che non c'è. Qui, come in molti altri esempi.

Se mi vuole considerare un difensore di Shito a prescindere ti sbagli ma amen. Con Shito mi sono trovato in disaccordo più e più volte però almeno gli riconosco la voglia di sbattersi (anche troppo) per cercare di essere il più preciso possibile (almeno secondo la sua idea) e Il coraggio di fare anche scelte impopolari per seguite i suoi principi, lasciare angelo sarebbe stato facile, poteva fregarsene di correggere quello che perde lui è stato un errore di gioventù e invece non l'ha ignorato. 

Discorso diverso sulla resa di dialoghi, sul fatto che potrebbe far dire le stesse cose ai suoi personaggi con parole leggermente diverse mantenendo il significato delle stesse ma aumentando la naturalezza dei dialoghi l'ho sempre detto e non certo da ora. Tu non sei certo un nuovo arrivato sceso dal monte con la piena come tanti fenomeni che si son svegliati solo ora quindi dovresti saperlo.

 

 

P. S. Fanculo Anno che li ha chiamati shito invece che tenshi, mi avrebbe risparmiato di leggere tre quarti di questi messaggi 

Modificato da Alex Halman
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13 minutes ago, sirtao said:

@Shito parlando di cose robottoniche.
In originale si usa il termine 暴走(bōsō), giusto? Mi sfugge il ragionamento dietro la resa in "Stato di Furia".

Correggetemi se erro, ma 暴走(bōsō) non ha elementi connotativi emozionali, a differenza di Furia che implica incazzamento.
暴走(bōsō) dovrebbe essere "semplicemente" tradotto come "fuori controllo"
O mi sono perso qualcosa?

"bousou" è lo stato furia cieca di esseri viventi e, per analogia, anche di apparati meccanici. I kanji costitutivi sono quelli di "corsa violenta". E' un po' quello che noi, in italiano, diremmo una "furia selvaggia", sai quando uno (ad esempio) è "accecato dall'ira", cose così. Il fatto che si usi "bousou" per una cosa come un Evangelion fa anche subito pensare che si stia parlando di un essere vivente più che di una macchina.

Tant'é che nella stessa serie esiste anche il concetto, sempre per gli Eva, di "inabilità al controllo", che rendo come "fuori controllo". Ed è espresso in maniera diversa.:

制御不能: seigyoufunou -> fuori controllo

:-)

Modificato da Shito
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13 minuti fa, il Vì ha scritto:

Mi riferivo ad alcuni posti di pagine indietro, anche di un nuovo iscritto (non ricordo i nick e non vado a ricercarli ora, perdonami), non a chi non è intervenuto. Se ti sei sentito chiamato in causa, davvero non era mia intenzione.

No, non mi sono sentito chiamato in causa, è che non scherzo quando dico che non si capisce molto per via delle varie branche del discorso che si stanno sviluppando contemporaneamente.

Anche perchè personalmente non parlo nè conosco il giapponese, quindi non ho i mezzi per inserirmi in una discussione vertente sulla traduzione della lingua giapponese (siamo ben lontani dalle discussioni di adattamento in cui sono solito inserirmi, lì il livello è "Ho inventato così perchè suona bene e ha fascino" "Guarda che non si inventa", poi pur apprezzando Evangelion non sono un fan vero e proprio, quindi non sono informato sull'originale tranne per quello che viene direttamente postato qui) e quindi faccio fatica ad assimilarne i concetti, figuriamoci postare qualcosa di sensato. Ho visto poi che avevi fatto numerosi interventi reiteranti il punto, ma non capivo se era perchè Shito ti aveva mandato in bestia con lo svicolare tutto a mancina o perchè pensavi che non ti si leggesse. Nel secondo caso: si sta leggendo tutto.

Nel primo, beh, ognuno fa le sue scelte e ne accetta le conseguenze, proprio perchè si legge tutto.

Oddio, tutto tranne le considerazioni più o meno evidenti sulle persone in sè. In questa sede mi interessano poco e si rischiano derive che potrebbero far deragliare il discorso fondato sulla localizzazione, ma ho, questo sì e sicuramente, completa fiducia nel lavoro dello staff.

Modificato da Fencer
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1 minute ago, Fencer said:

No, non mi sono sentito chiamato in causa, è che non scherzo quando dico che non si capisce molto per via delle varie branche del discorso che si stanno sviluppando contemporaneamente.

Anche perchè personalmente non parlo nè conosco il giapponese, quindi non ho i mezzi per inserirmi in una discussione vertente sulla traduzione della lingua giapponese (siamo ben lontani dalle discussioni di adattamento in cui sono solito inserirmi, lì il livello è "Ho inventato così perchè suona bene e ha fascino" "Guarda che non si inventa", poi pur apprezzando Evangelion non sono un fan vero e proprio, quindi non sono informato sull'originale tranne per quello che viene direttamente postato qui) e quindi faccio fatica ad assimilarne i concetti, figuriamoci postare quale. Ho visto poi che avevi fatto numerosi interventi reiteranti il punto, ma non capivo se era perchè Shito ti aveva mandato in bestia con lo svicolare tutto a mancina o perchè pensavi che non ti si leggesse. Nel secondo caso: si sta leggendo tutto.

Nel primo, beh, ognuno fa le sue scelte e ne accetta le conseguenze, proprio perchè si legge tutto.

Oddio, tutto tranne le considerazioni più o meno evidenti sulle persone in sè. In questa sede mi interessano poco e si rischiano derive che potrebbero far deragliare il discorso fondato sulla localizzazione, ma ho, questo sì e sicuramente, completa fiducia nel lavoro dello staff.

Ripetevo perché non si perdesse il concetto (o si ottenesse da lui una risposta), lui non cercasse altri sotterfugi e anche per gli eventuali nuovi iscritti, evitando loro di scorrersi pagine e pagine di post quando basta poco per inchiodarlo sulle panzane che racconta. 🙂

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15 minutes ago, sirtao said:

l'adattamento di Danish in QUELLO specifico scambio di battute è anche errato alla base, eh.
Nel senso, è riuscito a scazzare pesantemente due frasi che si è pure scelto lui- ha cambiato pesantemente il registro linguistico alterando l'imprecazione, NON ha reso la gergalità dell'uso di flame-cutter e ha anche alterato la battuta di ritorno... il tutto dove era possibile mantenerlo perfettamente scorrevole in Italiano senza alterazioni!

...al netto di flame-cutter. Che nella traduzione incompleta di Shito non è ANCORA stato reso (ben distinto da "non tradurlo").
Personalmente è la prima volta che lo trovo in riferimento a roba da bere, quindi non ho al volo idea di come renderlo.
@Shito

 

Wow, allora non sono illeggibile! :-)

Grazie per aver letto quello che ho scritto, sinceramente.

Non lo do mai per scontato, è un privilegio - quello dell'attenzione altrui.

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24 minutes ago, Alex Halman said:

Discorso diverso sulla resa di dialoghi, sul fatto che potrebbe far dire le stesse cose ai suoi personaggi con parole leggermente diverse mantenendo il significato delle stesse ma aumentando la naturalezza dei dialoghi l'ho sempre detto e non certo da ora.

Prode Alex, questo è un argomento su cui varrebbe la pena elaborare. Ma direi che ora, in questo ambito, sia impossibile: mi riprometto di farlo con te (se vorrai) e con altri (se vorranno) in questa vita. :-)

E' l'argomento sulla "scala di grigi", ma anche della "mai perfetta equivalenza di due cose diverse", e quindi delle "ragioni della scelta della tonalità di grigio.

E' un casino. E' un problema. Ci penso sempre. Da un sacco di tempo.

Modificato da Shito
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1 ora fa, Shito ha scritto:

Daniel: «Cribbio, mi serve un flame-cutter...».
Matthew: «T'ho capito, amico. Vieni con me!».

e, capendosi alla meno peggio, i due andarono a comprare un estintore.

questa è la stessa cosa che mi sta accedendo, in svariati momenti, guardando i nuovi episodi di eva. è più un "ah ma probabilmente intendono... " che un "chiaro".

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Roger, dai. Ho scritto "da tradurre" con una metafora funzionale, non "da lasciare così".

Se non leggi me, leggi Sirtao - che ho pure già quotato, ma per tuo più celere riferimento:

24 minutes ago, sirtao said:

l'adattamento di Danish in QUELLO specifico scambio di battute è anche errato alla base, eh.
Nel senso, è riuscito a scazzare pesantemente due frasi che si è pure scelto lui- ha cambiato pesantemente il registro linguistico alterando l'imprecazione, NON ha reso la gerghialità dell'uso di flame-cutter e ha anche alterato la battuta di ritorno... il tutto dove era possibile mantenerlo perfettamente scorrevole in Italiano senza alterazioni!

...al netto di flame-cutter. Che nella traduzione incompleta di Shito non è ANCORA stato reso(ben distinto da "non tradurlo").
Personalmente è la prima volta che lo trovo in riferimento a roba da bere, quindi non ho al volo idea di come renderlo.
@Shito

 

Modificato da Shito
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1 minute ago, Shito said:

Prode Alex, questo è un argomento su cui varrebbe la pena elaborare. Ma direi che ora, in questo ambito, sia impossibile: mi riprometto di farlo con te (se vorrai) e con altri (se vorranno) in questa vita. 🙂

E' l'argomento sulla "scala di grigi", ma anche della "mai perfetta equivalenza di due cose diverse"., e quindi delle "ragioni della scelta della tonalità di grigio

E' un casino. E' un problema. Ci penso sempre. Da un sacco di tempo.

Che ipocrisia. Te lo si dice da sempre, anche in questa discussione prima che si alzassero polveroni. Tu banalmente non rispondi nel merito e glissi. E hai sempre fatto così. Dici di essere cambiato, ma, diosanto, in peggio. 😂

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10 minuti fa, Shito ha scritto:

Roger, dai. Ho scritto "da tradurre" con una metafora funzionale, non "da lasciare così".

Se non leggi me, leggi Sirtao - che ho pure già quotato, ma per tuo più celere riferimento:

 

Siamo in trepidante attesa di sapere come lo renderesti tu... entro l’anno... sono due frasi, non la dichiarazione d’indipendenza...

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Thedanish,

se uno decidesse di guardare questo fantomatico film in lingua originale, quindi in inglese, rimarrebbe (probabilmente) perplesso dall'espressione "flame-cutter", non capendo a cosa il personaggio stia alludendo. Solo in una ipotetica scena futura dove si vede poi il personaggio bere la birra ghiacciata allora lo spettatore può finalmente capire.

Allo stesso modo, in un adattamento italiano, perché rigettare a priori dei dialoghi che suonano "strani" o "poco naturali"? In fin dei conti un italiano che non parla inglese sarebbe ancora più straniato in un paese come l'Australia; quindi, l'adattamento italiano dovrebbe riportare il modo di parlare tipico degli australiani, rendendo il discorso comprensibile a un italiano, conservando sempre quella barriera culturale (e linguistica) che distingue i due paesi. Certo che un adattamento "classico" risulterebbe più naturale all'italiano, ma ciò è dovuto unicamente al fatto che l'opera originale ha subito una modifica ben più marcata. Per ritornare a Eva e al discorso della mancanza di emozione nei dialoghi curati da Cannarsi, siamo così sicuri che nella versione originale i dialoghi avessero lo stesso impatto emotivo che hanno avuto i dialoghi del primo doppiaggio? E, soprattutto, siamo convinti che un giapponese, che guarda l'opera in giapponese, provi le stesse emozioni di un italiano, che guarda l'opera in italiano?

Uno può non essere soddisfatto dal lavoro di Cannarsi (posizione legittima), ma bisogna riconoscere che almeno lui si basa su un principio oggettivo: cercare di violentare il meno possibile l'opera originale giapponese (che rimarrà sempre la versione migliore).

P.S. Io tradurrei, forse in modo poco ortodosso, con:

"Mannaggia! (sottointeso, a Lui), ho bisogno di spegnere le fiamme".

oppure, se il tempo lo consente "Ho bisogno di uno spegnifiamma" o ancora "di qualcosa che spenga le fiamme"

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On 6/22/2019 at 10:20 AM, Shito said:

Salve. 🙂

Come per il corretto recupero di "apostolo/i" in luogo di "angelo/i", che era stato erroneamente mutuato dalle scritte inglesi contenuti nei disegni della serie, sovraimponendosi alla corretta resa del preciso termine giappone 使徒 [shito - apostolo], analogamente anche le nomenclature delle varie unità Eva sono state riaccordate alla loro vera dicitura originale giapponese.

Nella serie televisiva originale e nei suoi film conclusivi, le unità Eva in giapponese sono chiamate:

零号機 (ZeroGouKi), 初号機 (ShoGouKi), 弐号機 (NiGouKi),  三号機 (SanGouKi), 四号機 (YonGouKi), 5号機 (GoGouKi) [...] 13号機 (JuuSanGouKi).

Dall'Unità5 all'Unità13 si parla di EVA量産機 (EVA RyousanKi), ovvero "Unità a Produzione di Massa".

Nel caso delle prime quattro unità, il cui numerale viene riportato in kanji, si tratta delle unità "protagoniste" degli eventi della serie (anche se l'UnitàQuattro viene solo citata e mai mostrata).

Questa numerazione in primo luogo, non vede mai un doppio numero, come "ZeroZero", "ZeroUno", "ZeroDue", etc. Tali diciture erano state erroneamente mutuate, o "inventate", ancora una volta da vari scritte in caratteri latini sparpagliate per le immagini della serie, tuttavia, esattamente come per il dualismo shito/ANGEL, allo stesso modo si capisce che anche in questo caso (e in vari altri), si hanno nell'originale due nomenclature parallele: quella in lingua giapponese, la principale, e quelle in caratteri latini, per lo più intese come angloamericane, in vari luoghi grafici interni alla narrazione.

Nel caso in questione, nomi quali 零号機 (ZeroGouKi), 初号機 (ShoGouKi), 弐号機 (NiGouKi),  三号機 (SanGouKi), oltre a non presentare mai la doppia cifra, al contrario presentano sempre, come parte integrante del nome stesso, il kanji 機 (ki), generalmente utilizzato per le strutture/elementi meccanici, anche in molti composti. Quindi in primo luogo nel nuovo e più corretto adattamento ho inteso eliminare le doppie cifre, indebite, e ripristinare la parola "unità" come parte integrante dei nomi delle varie Unità EVA.

In particolare, nei nomi delle prime tre unità, le vere "protagoniste" della serie, si notano alcune particolarità:

零号機 (ZeroGouKi), 初号機 (ShoGouKi), 弐号機 (NiGouKi): nel caso della unità tra la "zero" e la "ni" (due), non abbiamo il noermale numero "uno" (ichi, in giapponese), ma il kanji di "sho", che viene usato per "il primo elemento" di una serie. Per esempio è tipicamente usato per la "prima uscita" di una pubblicazione seriale. Anche nelle produzioni industriali viene talvolta usato. A livello citazionistico, la sequenza Zero-Sho-Ni rimanda anche alla produzione delle animazioni su pellicola, dove "sho" è usato per nominare la "prima copia" di un film, quella usata per la proiezione di controllo interna.

Narrativamente parlando, lo "ShoGouKi" (UnitàPrima) è un'unità particolare per molte ragioni, come chi conosce la serie dovrebbe sapere.

In ogni caso, per tutte le ragioni qui esposte ho inteso rendere i nomi 零号機 (ZeroGouKi), 初号機 (ShoGouKi), 弐号機 (NiGouKi),  三号機 (SanGouKi), 四号機 (YonGouKi), 5号機 (GoGouKi) [...] 13号機 (JuuSanGouKi) come i più correttamente corrispondenti: UnitàZero, UnitàPrima, UnitàDue, UnitàTre, UnitàQuattro. Unità5 [...] Unità13 - sempre nel tentativo di usare una denominazione italiana più correttamente derivata da quella originale, in contenuti lessimici e allusioni incluse.

Sperando che la spiegazione della mia scelta sia risultata esaustiva. 🙂

E poi lasci 第3come 3 anziché il corretto "terza". 🙂 Bella coerenza.

Il gigante coi piedi d'argilla.

 

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1 minuto fa, Matteo Mascellani ha scritto:

Siamo in trepidante attesa di sapere come lo renderesti tu... entro l’anno... sono due frasi, non la dichiarazione d’indipendenza...

l'ha già fatto, ha solo sospeso la traduzione di flame-cutter.
Io stesso che per lavoro e studio devo imprecare con Angolofoni abbastanza regolarmente lo incontro per la prima volta, e non saprei tradurlo al volo(e ho zero voglia di ricercarmelo): è una metafora per birra o fa riferimento a qualsiasi bevanda raffrescata?
Già questo è un elemento importante per decidere come tradurlo

 

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7 minuti fa, Shito ha scritto:

Thedanish, dammi tranquillamente del tu, ti sei comunque presentato con un nick e non so neppure come ti chiami davvero. E' l'Internet, tranquillo. 🙂

Sono "lieto" che le mie osservazioni facciano sorridere, perché sorridere è sempre bene. Voglio dire, non "volevano" fare  nulla, non volevano ottenere nulla. Non  volevano convincerti, non volevano risultare simpatiche, nulla. Come sempre, ho scritto per il piacere di farlo. Anche un po' per spiegare una mia logica, questo mi piace farlo.

Sì, una MIA logica. Mi hanno insegnato a mettere IMHO IMHO IMHO, in mille modi, e per me sarebbe pure ridicolo, perché è ovvio che se scrivo io parlo per me e di quel che penso io, no?

Dicono di no.

"Mi sembra che lei continui ad affogare il discorso con opinioni del tutto arbitrarie"

No, non è che ce lo "affoghi". Il mio discorso è *costituito* di opinioni arbitrarie, pensieri arbitrari, idee arbitrarie.

L'arbitrarietà è la MATERIA di cui è fatto il mio pensiero, e spero sempre il pensiero dei miei interlocutori.

NON ESISTE che un pensiero altrui possa dare valore, vigore, o qualsiasi cosa a un pensiero individuale. Non esiste derogare il valore o la responsabilità del proprio pensiero a altri. Se do uno schiaffo a mio figlio è perché lo voglio fare, non perché lo dica la tradizione, un Dio o chi per lui. E se mio figlio mi dice "perché l'hai fatto" glielo spiego, SENZA rimandi esterni. Solo che ancora non ho figli. ^^;

Per esempio, per capirci, nel corso dei mie (personali) studi, ho incontrato il sedimentato pensiero di taluni filosofi che ho trovato sensibile, sensato, e in qualche modo ho assimilato. Non è che io abbia "sposato" quel pensiero.Non ha senso, E' come dire "ah, tu dici così, interessante". Punto. Da Protatagora a Kojève, poco cambia. E' sempre un ideale rapporti a due: l'io e l'altro. E dicendo filosofia parliamo di una cosa teoretica, figurati una cosa con ambiti prettamente pratici come la linguistica, la traduzione! 🙂

"Non vorrei offenderla, ma credo che le sue competenze linguistiche – a giudicare dagli appunti che ha cercato di sollevare – lascino alquanto a desiderare."

No so neppure cosa tu intenda per "competenze". Quello che qualcuno ha detto e pensato nel passato? Boh. Ovviamente non potresti offendermi neppure volendolo fare, tranquillo. Come potresti? La tua esistenza, sei un nick su Internet. mi è del tutto indifferente in assoluto. Figurati il tuo pensiero. Figurati il tuo giudizio.

Ovviamwente, se adesso dirai una cosa interessante, penserò "wow, interessante!" è la farò mia. Senza alcun imbarazzo o invidia a o che.

Tale e quale che per Platone. O per Omero, che infatti non so se sai esistito davvero (e non mi interessa), ma davvero dall'Odissea ho tratto tanto, tanto, tanto. 🙂

Ah, io ho cercato di elaborare quelli che mi sembrano errori puntuali nelle tue proposte traduzioni. Tu dici, di "sconcertante commento" e "clamoroso fraintendimento2 da me commessi ma... de factu non dici perché. Care to elaborate? I would love it, seriously. Magari hai ragione, e la cosa potrebbe essermi utile e proficua. E non sto intendendo ALCUN sarcasmo. Puoi nominare tutti gli apparati teorici del caso, molto probabilmente non li conoscerò, quindi o andrò a documentarmi (se il tuo discorso in merito mi interessasse, o mi colpisse) oppure no, se non ne fossi interessato. quindi per me sarebbe comunque una chance. Non trattenerti! Sono nudo, ma non puoi ferirmi in alcun modo. Hai piena libertà d'espressione. Tutto in questa comunicazione dipende dalla tua disposizione, disponibilità e volontà. 🙂

Lungi da me volerti ferire, Gualtiero, suvvia; e lasciamo stare le paturnie esistenzialiste sulla comunicazione digitale. Riusciamo a conversare restando sul piano concreto delle problematiche che ho sollevato? Anche tu hai un nick comunque, se i miei occhi non mi ingannano, ma in ogni caso nessun problema: mi chiamo Francesco.

Credo, a giudicare dalle ragioni che hai provato ad addurre, ti sfugga l'accezione correntemente nell'uso, in questo tipo di conversazione, del termine "arbitrario". A ben vedere, il problema sta tutto nella tua di disposizione rispetto a quanto ho espresso – e soprattutto, rispetto ai miei interrogativi più pressanti.

Se pensi che mi stia trattenendo in qualche modo, ti sbagli. Sono solito esprimermi in modo lineare, chiaro e diretto – mi sembra di averlo dimostrato. Sarò brevissimo, per non tediare gli altri utenti su questioni che trovo poco affini al nucleo critico del mio intervento: l'indipendenza di pensiero e di comportamento che sbandieri è una menzogna romantica ampiamente decostruita dal pensiero antropologico. Tu ed io siamo costantemente informati dal mondo che ci circonda, siamo permeati dalla cultura del nostro mondo locale, siamo parte integrante di un complesso emergente in costante divenire, in quello che viene definito "circolo ermeneutico". Non esiste processo di significazione realmente individuale; non esiste singolarità alcuna che possa essere meccanicamente estratta dal contesto socio-culturale di pertinenza. E daccela una sfogliata al buon Merleau-Ponty, a Bourdieu, a Geertz, a Clifford e Marcus, a Csordas. Ma passiamo oltre, non siamo qui per questo in fin dei conti, no? 

«Care to elaborate? I would love it, seriously» – Seriously? Hai tradotto, nel caso che ho presentato, «Geez» con "cribbio" – de factu. Sei un professionista nel tuo campo, mi affido al tuo buon senso rispetto a quella che non può esser altro che una simpatica provocazione. E lo stesso vale per «I got you», tradotto letteralmente da te con «Ti ho colto?», davvero? Sono certo che avrai, nel corso del tuo lavoro, l'occasione di comprendere meglio il costrutto e la semantica a cui rimanda, prima o poi. Intuisco tuttavia che rispetto alle variabili diafasiche, diastratiche o diamesiche, hai poche conoscenze. E soprattutto, poca consapevolezza delle complessità inerenti al linguaggio.

Io non ho altro da aggiungere, mi spiace solo che le tue risposte non abbiano fatto altro che alimentare una conversazione che – per tua postura comunicativa – si sta rivelando inutilmente capziosa, sfuggendo alle criticità più concrete che ho provato a delineare. Per il resto, ti ringrazio di nuovo per la cortesia – solo quella, ahimè – con la quale hai risposto.

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5 minuti fa, il Vì ha scritto:

E poi lasci 第3come 3 anziché il corretto "terza". 🙂 Bella coerenza.

Domanda: ti vengono in mente esempi di "città numerate"? Sarebbe utile vedere come sono rese in Giapponese e Italiano per vedere se c'è un sistema già presente o meno.

 

l'unica cosa che mi viene in mente è Milano-2, ma non ha una pagina Giapponese sulla Wiki :(

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13 minuti fa, sirtao ha scritto:

l'ha già fatto, ha solo sospeso la traduzione di flame-cutter.
Io stesso che per lavoro e studio devo imprecare con Angolofoni abbastanza regolarmente lo incontro per la prima volta, e non saprei tradurlo al volo(e ho zero voglia di ricercarmelo): è una metafora per birra o fa riferimento a qualsiasi bevanda raffrescata?
Già questo è un elemento importante per decidere come tradurlo

 

Comunque è una strana metafora per qualcosa da bere, flame-cutter è il cannello per saldare/tagliare a fiamma 

 

Io starei sul classico "farsi un goccio" in mancanza di meglio 

Modificato da Alex Halman
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@Shito 

A parte la questione Kaji, dove mi ha fatto piacere sapere che Miranda era anche la tua scelta,

I restanti abbinamenti come li hai trovati?

Mi piacerebbe davvero avere un tuo parere..

E se pensi come me, che richiamare Corvo su Gendo non sarebbe stata una scelta sbagliata, visto che Massimo ancora oggi può doppiare brillantemente un quasi 50enne sempre serio e imbronciato.

Grazie.

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3 minutes ago, sirtao said:

Domanda: ti vengono in mente esempi di "città numerate"? Sarebbe utile vedere come sono rese in Giapponese e Italiano per vedere se c'è un sistema già presente o meno.

 

l'unica cosa che mi viene in mente è Milano-2, ma non ha una pagina Giapponese sulla Wiki 😞

No e non mi metto neppure a cercarle. 🙂
Nel momento stesso in cui ci si rifa maniacalmente all'"originale" per giustificare scelte quantomeno discutibili, allora sarebbe carino che chi accetta, avvalora e caldeggia un certo tipo di lavoro, se lo prenda per quello che è, incluse le sfumature che magari piacciono meno. 第3新東京市  non è "La città di Neo Tokyo 3".

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25 minuti fa, il Vì ha scritto:

Che ipocrisia. Te lo si dice da sempre, anche in questa discussione prima che si alzassero polveroni. Tu banalmente non rispondi nel merito e glissi. E hai sempre fatto così. Dici di essere cambiato, ma, diosanto, in peggio. 😂

Quoto

Modificato da veldom
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Il 23/6/2019 Alle 14:06, Shito ha scritto:

"Non vorrei offenderla, ma credo che le sue competenze linguistiche – a giudicare dagli appunti che ha cercato di sollevare – lascino alquanto a desiderare."

No so neppure cosa tu intenda per "competenze". Quello che qualcuno ha detto e pensato nel passato? Boh. Ovviamente non potresti offendermi neppure volendolo fare, tranquillo. Come potresti? La tua esistenza, sei un nick su Internet. mi è del tutto indifferente in assoluto. Figurati il tuo pensiero. Figurati il tuo giudizio.

Da quel che ho potuto capire pare evidente che l'approccio di Shito, da più completo autodidatta, non potrà mai venire modificato da alcuno, non importa quante prove e ragionamenti contrari possano venire esposti, non importa chi li porti alla luce, visto il modo in cui sarebbe stato rigettato in toto l'ottimo intervento di @Thedanish.

Questo becero élitismo, questa illusione di essere sempre dalla parte della ragione e al di sopra di chiunque critichi il proprio operato mi fanno tornare in mente un suo stesso intervento di qualche mese fa:

Citazione

Sdrammatizzo ancora raccontandoti un aneddoto: a uno degli esami di linguistica che sostenni durante la mia terza carriera universitaria (tutte abortite, eh), avevo seguito le lezioni e studiato due testi, uno di tale D'Achille e uno di tale Berruto. Due professori viventi. Uno insegnava in un'altra università della stessa città di quella dove stavo sostenendo l'esame. Il professore all'esame a un certo punto mi chiede "Cosa ne pensa Berruto di..." [non ricordo]. E io rispondo: "glielo potrei dire, ma a chi importa? Il signor Berruto non è qui. Non è educazione parlare degli assenti. Se vuole le dico cosa ne penso io, poi le mi di dice cosa ne pensa lei, e ne parliamo. Che ne dice? Tra l'altro ho trovato il testo di D'achille migliore di quello di Berruto, e le sue lezioni migliori del testo di D'Achille, quindi? A lei interessa cosa pensa questo suo collega? Perché a me non interessa."

A un altro esame di linguistica andai dalla professoressa dopo una lezione a dire "no, senta, i casi sono due: o Trubezkoj non aveva capito nulla o lei non ha capito nulla di Trubezkoj." - lei mi risponde "il sistema di Trubezkoj è perfetto" e io "dalla sua risposta capisco che è la seconda delle mie ipotesi", e me ne sono andato. ^^;

Sinceramente, dopo aver letto una cosa del genere, ho capito che cambiare il suo personalissimo metodo risulti un mero exercise in futility, perché non succederà mai, fintanto che sarà mantenuto un simile atteggiamento mistificatorio. L'unica speranza è che, a seguito di questo insuccesso, direi quasi unanime (al netto dei pochi sostenitori che si possono trovare qui e qui soltanto), i datori di lavoro abbiano finalmente capito con chi e cosa avranno a che fare in futuro, e agiscano di conseguenza.

Modificato da TomsonPRD 🇪🇺
Citazione non formattata correttamente
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4 minuti fa, sirtao ha scritto:

l'ha già fatto, ha solo sospeso la traduzione di flame-cutter.
Io stesso che per lavoro e studio devo imprecare con Angolofoni abbastanza regolarmente lo incontro per la prima volta, e non saprei tradurlo al volo(e ho zero voglia di ricercarmelo): è una metafora per birra o fa riferimento a qualsiasi bevanda raffrescata?
Già questo è un elemento importante per decidere come tradurlo

 

Sirtao, dici che ho scazzato le frasi scelte da me. Evidentemente ho buttato all'aria anni di studi in lettere, antropologia, comunicazione, nonché di esperienze fatte con la lingua inglese.

Nel dettaglio, trovo i tuoi appunti discutibili. Il registro è stato alterato? Non mi pare, potresti argomentare maggiormente. L'imprecazione è stata alterata? Sì. Non ne capisci le ragioni? Rileggi le mie argomentazioni nel complesso e capirai il perché. Fermo restando che le elucubrazioni di Gualtiero sul termine "Madonna" sono quanto di più fuorviante abbia mai letto rispetto ai temi qui trattati. Ho alterato la battuta di ritorno? Sì. Le motivazioni sono sempre le stesse. Ossia, una buona traduzione si valuta dal lavoro di negoziazione di senso sul livello del significato, non su quello del significante. Poi possiamo sederci qui a discutere fino a domani su quale sia il registro e il codice di riferimento migliore in assoluto (assoluto?). Ma è davvero su questo che ci si vuole impuntare, a fronte delle critiche che ho mosso? Rimango basito.

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14 minuti fa, Thedanish ha scritto:

Lungi da me volerti ferire, Gualtiero, suvvia; e lasciamo stare le paturnie esistenzialiste sulla comunicazione digitale. Riusciamo a conversare restando sul piano concreto delle problematiche che ho sollevato? Anche tu hai un nick comunque, se i miei occhi non mi ingannano, ma in ogni caso nessun problema: mi chiamo Francesco.

Credo, a giudicare dalle ragioni che hai provato ad addurre, ti sfugga l'accezione correntemente nell'uso, in questo tipo di conversazione, del termine "arbitrario". A ben vedere, il problema sta tutto nella tua di disposizione rispetto a quanto ho espresso – e soprattutto, rispetto ai miei interrogativi più pressanti.

Se pensi che mi stia trattenendo in qualche modo, ti sbagli. Sono solito esprimermi in modo lineare, chiaro e diretto – mi sembra di averlo dimostrato. Sarò brevissimo, per non tediare gli altri utenti su questioni che trovo poco affini al nucleo critico del mio intervento: l'indipendenza di pensiero e di comportamento che sbandieri è una menzogna romantica ampiamente decostruita dal pensiero antropologico. Tu ed io siamo costantemente informati dal mondo che ci circonda, siamo permeati dalla cultura del nostro mondo locale, siamo parte integrante di un complesso emergente in costante divenire, in quello che viene definito "circolo ermeneutico". Non esiste processo di significazione realmente individuale; non esiste singolarità alcuna che possa essere meccanicamente estratta dal contesto socio-culturale di pertinenza. E daccela una sfogliata al buon Merleau-Ponty, a Bourdieu, a Geertz, a Clifford e Marcus, a Csordas. Ma passiamo oltre, non siamo qui per questo in fin dei conti, no? 

«Care to elaborate? I would love it, seriously» – Seriously? Hai tradotto, nel caso che ho presentato, «Geez» con "cribbio" – de factu. Sei un professionista nel tuo campo, mi affido al tuo buon senso rispetto a quella che non può esser altro che una simpatica provocazione. E lo stesso vale per «I got you», tradotto letteralmente da te con «Ti ho colto?», davvero? Sono certo che avrai, nel corso del tuo lavoro, l'occasione di comprendere meglio il costrutto e la semantica a cui rimanda, prima o poi. Intuisco tuttavia che rispetto alle variabili diafasiche, diastratiche o diamesiche, hai poche conoscenze. E soprattutto, poca consapevolezza delle complessità inerenti al linguaggio.

Io non ho altro da aggiungere, mi spiace solo che le tue risposte non abbiano fatto altro che alimentare una conversazione che – per tua postura comunicativa – si sta rivelando inutilmente capziosa, sfuggendo alle criticità più concrete che ho provato a delineare. Per il resto, ti ringrazio di nuovo per la cortesia – solo quella, ahimè – con la quale hai risposto.

The DANISH grazie per i tuoi interventi puntuali in questa conversazione. La tua professionalità ha dato voce più autorevole a noi che non abbiamo una cultura linguistica tale da controbattere con argomentazioni anche tecniche e che dobbiamo affidarci solo al comune "buon senso".
GRAZIE a nome di tutti quelli a cui stai dando voce.

Modificato da veldom
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