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Neon Genesis Evangelion - Pluschan Official Topic


Tetsuo

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Ep 15. Gendo: "Dimenticando i ricordi le persone seguitano a vivere, eppure ci sono FOTO che non si devono dimenticare"...

A parte l'assurdità della parola FOTO nel contesto, poco dopo Gendo dice che di Yui non sono rimaste foto eh^^.

Shito, puoi riportare, come già fatto, dal copione la frase in questione come era prima di essere (sicuramente) manipolata nel doppiaggio?

Oh, già, l'errore è rimasto anche in DEATH.

Modificato da Den-chan
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Provo a continuare....perché sono anche curioso, voglio credere che ci sia comunque tanto di buono, e quindi proseguo con la visione..

Ma poi mi trovo "Insegnami la Password"

Ora @Shito questa frase non ha senso, so che hai dichiarato che non conosci Netflix e non conosci nemmeno l'esistenza di piattaforme di streaming, ma non credo che tu sia totalmente una persona fuori dal mondo dal non conoscere il significato di password..

Di certo la "Password", che nel caso specifico dell'episodio è proprio una parola segreta per abilitare / disabilitare / attivare un qualcosa, che poi è "Speranza"...NON SI INSEGNA.

E' sbagliato, e provoca davvero imbarazzo perché non ha senso..

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@Shuji questo secondo me è un tema centrale di analisi della localizzazione italiana di Eva, quindi mi permetto di rispondere ancora una (ultima se la discussione non evolve) volta.

8 minuti fa, sirtao ha scritto:

Appunto. 

"Geez" ha lo STESSO VALORE(o quasi) in inglese e nel mondo anglosassone del "Cribbio" Italiano.

se è strano per un Italiano, è strano per un anglofono.

E quindi il personaggio "parla strano"[per farla breve]

Bene... "holy shit" come lo traduci secondo questa logica?

Il riferimento religioso qui c'è, ma secondo me non andrebbe reso con una blasfemia in italiano, bisogna prima trovare un'espressione con lo stesso significato (tradurre) e poi cercare di piegarla conservando le caratteristiche originali ma in modo che l'accoglienza di uno spettatore italiano e di uno inglese sia la più simile possibile.

Geez è comune in inglese, cribbio non si sente da vent'anni almeno.

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@sirtao e @Chocozell, resto fedele a quanto esposto in precedenza. Rispetto a quanto Sirtao mi fa notare, sarò più preciso.

«l semplice passaggio da "esclamazione generica non volgare" a "esclamazione a richiamo religioso(e quindi più "forte" per un italiano, al netto delle sovranalisi tipiche di Shito)" fondamentalmente sputtana l'intero intento.
E non è che avevi poche alternative, dal "cavolo" al "cribbio" suggerito da Shito a chissà quanti altri.
C'è una alterazione del registro. Certo, non è molto marcata. Ma è anche 100% superflua».

Premesso che di lavoro non faccio il traduttore e che l'esempio riportato da me – tratto da una mia esperienza vissuta – voleva fornire lo spunto per approfondire la questione di metodo, ti faccio notare che quanto scrivi è inesatto. Le persone con cui mi relazionavo in Australia usavano «Geez» come intercalare enfatico, spesso utile a sottolineare la proposizione che immediatamente seguiva. Che il termine derivi da Jesus, è fuori discussione; così come, tuttavia, eviterei di fare assunzioni superficiali sul background più o meno religioso del parlante, senza conoscerne il contesto specifico. Ed è per questo che, riferendomi al mio caso personale – l'unico che ho trovato utile in questa sede, dato che non ho la presunzione di "saper fare" il traduttore professionale –, ho scelto «Madonna» come traduzione. Nel mio contesto socioculturale di riferimento, il termine viene usato indiscriminatamente da giovani adulti e adulte, senza che il nesso d'origine con la religione cristiana sia volutamente fatto valere come connotato. Anzi. «Eh madonna, che sara mai?» lo uso io – ateo – nella mia vita quotidiana. Dunque fatico a intravedere, rispetto al dominio dell'uso corrente, l'effettiva coloritura religiosa cui avete dedicato le vostre attenzioni. Certo che è un compromesso, dal punto di vista dell'adattamento di registro e di codice. Certo che, per forza di cose, è una mistificazione locale. Ma non venitemi a dire che, dall'osservazione diretta di uno scambio comunicativo tra due giovani trentenni, «Cribbio» è verosimilmente la scelta migliore rispetto al repertorio linguistico di riferimento, ai possibili registri e ai possibili codici. Questa non è teoria. Non allungo l'intervento trattando anche i termini «Man» e la frase «Come with me». Concordo sul fatto che sicuramente ci sono soluzioni migliori. Diciamo che oltre alla critica minuziosa del mio esempio avrei gradito che qualcuno levasse lo sguardo fino all'orizzonte di interrogativi che sono stati sollevati precedentemente.

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33 minuti fa, veldom ha scritto:

Perché il nuovo adattamento di Evangelion ha fallito? Ovvero, perché è stato accolto da centinaia, se non miglialia di persone, in maniera negativa?

Tolta la fanbase della serie che si sarebbe lamentata in ogni caso, secondo me la causa principale è l'artificiosità dei dialoghi. Io, come molti amici, fermandoci continuamente per riascoltare alcune frasi. Che poi, se fossero alcuni dialoghi non ci sarebbe problema, ma a lungo andare ti fa passare la voglia di seguire la serie. In più molte persone non hanno avuto la possibilità di acquistare Vhs o Dvd della serie e, volendo evitare la pirateria, il riadattamento di Netflix risultava essere l'unico modo per riguardarla trovandosi con un opera non facile da seguire già di suo e resa ancora più pesante.

Ovviamente non sto facendo un'analisi di mercato, dico quello che pensiamo io e alcuni amici. Col confronto però si può arrivare a capire tutte le ragioni del "fallimento".  

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12 minuti fa, Jupiter00 ha scritto:

@Shuji questo secondo me è un tema centrale di analisi della localizzazione italiana di Eva, quindi mi permetto di rispondere ancora una (ultima se la discussione non evolve) volta.

Bene... "holy shit" come lo traduci secondo questa logica?

Il riferimento religioso qui c'è, ma secondo me non andrebbe reso con una blasfemia in italiano, bisogna prima trovare un'espressione con lo stesso significato (tradurre) e poi cercare di piegarla conservando le caratteristiche originali ma in modo che l'accoglienza di uno spettatore italiano e di uno inglese sia la più simile possibile.

Geez è comune in inglese, cribbio non si sente da vent'anni almeno.

a differenza di Geez, che nell'inglese UK\USA( @Thedanish ricorda che nel contesto in realtà si parlava di australiani, ma tralasciamo per l'esempio che fai tu) trova un equivalente 1:1 con "Cribbio", come dici tu "Holy shit" non ha un equivalente diretto, tranne forse in dialetti e regionalismi che però non sono da considerare.

Proprio per questo, quasi certamente lo tradurrei normalmente in un "Porca Vacca", sempre che la componente sacra e\o la componente scatologica non abbiano un qualche livello di importanza nel contesto.
Nel qual caso andrebbe analizzato detto contesto per vedere se c'è un qualche elemento che possa indicare una alternativa.

 

E Cribbio io lo uso e lo sento regolarmente. il "comune" è un elemento molto pericoloso da usare quando si valuta come tradurre...

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Ascoltando la live su Memorie a 8bit dove ne stanno discutendo animeclick, distopia e cavernadiplatone,

ho saputo che la notizia del "pessimo adattamento" e delle lamentele è arrivata anche sul giornale Repubblica LOL 😄

Hanno anche riferito che Mazzotta ha affermato che i doppiatori e anche i tecnici (fonici ecc. ecc.) hanno avuto davvero grosse difficoltà per andare a sync vista la complessità di certi dialoghi ed espressioni.

Questo per dire, a chi difende l'adattamento e il lavoro, non è che tutti gli altri hanno perso la brocca e sono rincoglioniti.

Ovviamente condanno comunque chi arriva a criticare offendendo e utilizzando parole pesanti ed espressioni spregevoli.

Arriverà un'intervista completa di Mazzotta a breve su animeclick.

Modificato da maximilian8777
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10 ore fa, Matteo Mascellani ha scritto:

Chi cede i diritti di traduzione non ha (di norma) controllo autoriale sulla traduzione, tranne per elementi particolari e ovviamente per la resa finale (se traduci Rambo in Bambi è un problema).

bambo-1.jpg

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2 minuti fa, sirtao ha scritto:

@Thedanishti risponderò più precisamente in seguito, tranquillo che non ti ho dimenticato 🙂

No ma non sentirti in obbligo. Ripeto: non puntavo ad ottenere una traduzione ficcante e puntuale. Hai fatto osservazioni che comunque comprendo, anche se non le ho trovate corrette. Mi premeva far emergere le questioni di metodo - rimandate ormai da quasi 30 pagine di forum e mai prese seriamente in considerazione.

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NOTA DI SERVIZIO

3025jd4.jpg

 

al fine di rendere la discussione maggiormente fruibile, nei limiti del possibile  e della correttezza potete segnalare via messaggio privato i post completamente OT e si provvederà a spostarli.

Grazie per la collaborazione.

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2 ore fa, Nari ha scritto:

Mi sembra che la risposta fosse all'ultima domanda:
"Sbagliano tutti gli spettatori"? Spero non sia così, in effetti. 

Ogni tanto nel mio piccolo mi occupo a livello amatoriale di divulgazione/comunicazione scientifica e nell'ambiente c'è una massima che pressapoco dice "se il tuo messaggio non è giunto al tuo pubblico, prima di accusarlo di non aver capito controlla se sei stato tu capace di farti capire". Probabilmente non c'entra con il discorso qui nello specifico, ma penso che in generale sia sempre bene pensare di non essere infallibili, se si può avere sbagliato in qualcosa e come fare per migliorare la comprensione con il prossimo - se non altro per meglio trasmettere il proprio pensiero.

Ci sono poi la sempreverde metafora dei diecimila folli in autostrada o la citazione di Carl Sagan nella mia firma per i casi più estremi.

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1 minuto fa, Connacht ha scritto:

Ogni tanto nel mio piccolo mi occupo a livello amatoriale di divulgazione/comunicazione scientifica e nell'ambiente c'è una massima che pressapoco dice "se il tuo messaggio non è giunto al tuo pubblico, prima di accusarlo di non aver capito controlla se sei stato tu capace di farti capire". Probabilmente non c'entra con il discorso qui nello specifico, ma penso che in generale sia sempre bene pensare di non essere infallibili, se si può avere sbagliato in qualcosa e come fare per migliorare la comprensione con il prossimo - se non altro per meglio trasmettere il proprio pensiero.

Ci sono poi la sempreverde metafora dei diecimila folli in autostrada o la citazione di Carl Sagan nella mia firma per i casi più estremi.

Oh finalmente un commento sensato. È il non mettersi in discussione che odio di Cannarsi. Il non riuscire a dire...magari ho sbagliato in qualcosa, se il 90 per cento del pubblico mi sta maledicendo

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Resta comunque il fatto che Shinto continui a non rispondere a Ví, e questo atteggiamento mi delude. Non si può controbattere solo sulle questione nozionistiche. E comunque continuo a dire che se qualcuno affida la sua opera ad un'adattatore, ai tempi di internet dove il sub è ormai prassi, e lo fa anche doppiare, lo fa per fare fruire il contenuto al maggior numero di persone possibile. Di conseguenza non si è avuto rispetto nè per il pubblico nè per il datore di lavoro, nè per l'artista.

Guardate Andrew Lloyd Webber.  Quando hanno rifatto il doppiaggio delle parti cantate delle sue canzoni nel Fantasma dell'Opera di Schumacher, è stato lui stesso a supervisionare il lavoro. Complice anche il labiale, i testi erano stravolti nella forma ma non nel contenuto. Eppure lui era felice perchè passava il messaggio e l'emozione, e ha ritenuto la versione italiana la migliore tra tutte.

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2 hours ago, Puro said:

Salve a tutti, ci tenevo a lasciare il mio feedback (a quanto pare piuttosto impopolare) in merito all'adattamento di EVA. Ho recuperato la serie in questi giorni (tre orette al giorno, una bella maratona) senza aver praticamente alcuna nozione dell''opera, e ovviamente senza aver mai visto il primo adattamento. A dispetto di quel che ho letto in giro, ho trovato il lavoro davvero apprezzabile. Senza dubbio la scelta lessicale mi ha colto di sorpresa all'inizio, ma non mi ha affatto indispettito. Certo, in alcuni frangenti la sintassi è parecchio impervia, ma tutto sommato in otto-nove ore i momenti in cui ho dovuto riascoltare un passaggio si contano sulle dita di una mano (e sono probabilmente quelli tanto dibattuti sul web). A questo punto mi chiedo se quelli che in questi giorni hanno criticato tanto pesantemente il lavoro di adattamento abbiano visto tutti gli episodi o si siano limitati a rimpallare da una parte all'altra del web le frasi problematiche che qualcuno ha rilevato. Mi fa specie in particolare che molti fan della serie ritengano che con questo adattamento sia impossibile godere appieno dell'opera. Su questo ho un interessante aneddoto: confrontandomi con un amico (fan di EVA) sull'attenzione riservata dall'autore alle dinamiche tra i protagonisti ed ai dialoghi dicevo quanto fossero particolari i neologismi ed i giochi di parole inventati dal maggiore Katsuragi (vedi quei "pochitto" e "il bucato alla vita" tanto dibattuti). Il mio amico ha risposto "Aspetta, quali neologismi, quali giochi di parole?"; come ho avuto modo di capire poi, anche leggendo le critiche emerse sul web, si tratta di espressioni non presenti nel primo adattamento. Eppure, come spiegato dal responsabile dell'adattamento (Shito? Cannarsi? come lo devo chiamare?) qualche pagina addietro, si tratta di un tentativo di riproporre parole presenti nei dialoghi della lingua originale, e per quanto mi riguarda ho trovato l'esperimento riuscito. Io non so nulla di giapponese, linguistica o semiotica ma sentendo "pochitto" nel contesto in cui la frase era inserita ho pensato che evidentemente in giapponese il maggiore avesse un modo peculiare di dire il corrispondente della parola "pochetto". Nessuno spargimento di sangue, nessuna tragedia, e soprattutto non mi sono dovuto arrovellare fino all'indignazione sul perché di un termine tanto strano. Infine vorrei dire una parola sul cosiddetto "cannarsese" o "cannarsiano", come l'ho sentito chiamare sul web dai suoi detrattori. Senza dubbio è un modo davvero particolare di articolare il linguaggio,  nel mio caso però non ha minimamente influenzato la fruizione dell'opera e soprattutto l'ho trovata un'alternativa interessante al "doppiaggese" che a quanto pare è considerato a priori l'unica modalità con cui può essere adattata un'opera, assolutamente fedele a come le persone si esprimono comunemente. Mi sembra piuttosto un approccio standard all'adattamento, su cui abbiamo fatto l'orecchio a tal punto che qualsiasi alternativa risulti strana e fuori posto. E invece, banalmente, ritengo che anche qui il trucco molto semplicemente sia quello di "farci l'orecchio".

Ho sentito il bisogno di quotare questo messaggio perché mette in luce il successo di tutto il mio "modo", ma anche "intento" professionale.

Non conosco l'autore (avatar "importante", tuttavia), e i grassetti sono aggiunti da me. Ho grasettato, noterete, anche cose "a mio discapito".

Per poter più facilmente "unire i puntini".

@Puro puoi chiamarmi Shito, o Gualtiero, o come ti va. Sono davvero lieto, proprio *felice*, che la comunicazione dell'originale ti sia arrivata nell'adattamento che ho tentato di fare.Il tuo interesse, la tua attenzione, sono stati un  ingrediente necessario a questa efficacia di comunicazione. La mancanza di questo ingrediente non potrebbe e non può essere supplita da alcuna "semplificazione del testo", no.

S', il capitano, poi maggiore, Katsuragi parla in un modo molto peculiare e spesso buffo. Usa parole, locuzioni e "uscite" molto femminili e "mondane" anche in momenti del tutto operativi. Come definire "screanzato!" un apostolo che cerca di penetrare con una trivella fin alla sede Centrale della Nerv. Andando più sul sottile hai notato che Hyuuga, che è innamorato di lei ma "parte" come un compito perfettino, cerca di "ingaglioffarsi" (cit. Machiavelli) nel suo modo di esprimersi per avvicinarsi al "mondo" dell'amata? C'è uno scambio tra i due epico, dinanzi all'UnitàPrima appena recuperata dopo il patatrac nell'episodio 19/20, in cui Hyuuga prima fa una metafora allusiva, poi ci mette dentro Misato per analogia, rendendosi un po' greve, e poi si scusa - perché ride da solo. Splendido. Per esempio. Su tutto, grazie di tutto.

Poi, @sirtao:

1 hour ago, sirtao said:

@Shito  spiegazioni a riguardo? Se non c'è un precedente (o una imposizione esterna) c'ha ragione il Vì.

Anche: devo obiettare con forza alla tua scelta di usare "stato di furia" stante le motivazion da tu stesso fornite.
Il termine che si usa per indicare un animale fuori controllo che diventa violento NON è "furioso" ma "impazzito"(o "imbizzarrito" per i cavalli).

"Furioso" con gli animali si utilizza quando sono, appunto, incazzati, ma non "fuori controllo". Implicano due cose diverse.
 

Sulla questione di "DaiSanShinToukyou-Shi" ci ho pensato tato, ci abbiamo pensato tanto - con la traduttrice e con almeno due (più probabilmente tre) consulenti che ho costantemente sentito durante tutto questo ri-adattamento.

In primis, nelle scritte inglesi è solo TOKYO-3, senza neppure "neo".

Non ho avuto imposizioni in tal senso, no.

La prima cosa che abbiamo valutato è il valore "effettivo" di quello -shi (città) in coda. Abbiamo ritenuto che sia una "suffizazione di categoria", così come tutte le le prefetture hanno -ken, in coda, e per altri analoghe categorie toponomastiche (-ku, -mura, ecc). Quindi abbiamo scelto di considerare questa suffissazione "implicita" nel nome di quella che è chiaramente è una città, che in lingua italiana non *richiede* una suffissazione. Ovviamente dato che è che faccia niente di male, quanto il "peso della frase" in qualche modo ci pareva rendesse più "lessemicamente rilevante" quello "-shi" l'abbiamo esplicitato (la città di NeoTokyo-3).

Per intenderci, è un po' il caso di "Quebec" (la città, non lo stato/provincia), che talvolta viene riportato come "Ville du Quebeq" o "Quebec City" - ma in italiano in genere si differenzia per solo uso di preposizione: andiamo A Quebec, la città; andiamo Quebec, la provincia/stato. Ma a volte di potrà anche dire "la Città di Quebec". D'altro canto io sono nato a Vasto, ma sui documenti più pomposi è "Città del Vasto".

Sulla questione della numerazione ordinale o cardinale, la traduttrice ha insistito che è normale nelle *denominazione toponomastiche* giapponesi usare l'ordinale, mentre per noi la resa toponomastica è cardinale. Poiché non vi è un reale contenuto lessemico in questa differenza, ho convenuto che il cambio era fattibile. NO, non è lo stesso caso dei "nomi" delle unità Eva, perché in quel caso si parla di reali *nomi* di robot di fantasia, e inoltre c'è anche il discorso che il termine "unità" (per "ki") è incluso, laddove l'indice di categoria numerale si elimina pure (gou), e inoltre nel vecchio adattamento c'erano delle doppie-cifre inventate dal nulla.

Poi, sul "Neo". Altra cosa che abbiamo molto valutato e discusso. In particolare, la traduttrice sosteneva che è regolare aggiunge uno "shin" ogni volta che c'è "una cosa che ne segue un'altra precedente". Quindi secondo lei andava proprio eliminato. In effetti nell'inglese  interno (cartelli stradali bilingue,  non figate SF) non viene indicato, e questo portava acqua al suo mulino. Però poi abbiamo notato che nel caso di DaiNITokyo (Tokyo-2) spesso la parte di "shin" non compariva. Quindi abbiamo deciso di recuperare quel contenuto lessemico. Abbiamo scelto "neo" invece che "nuova" semplicemente perché il prefisso "neo" esiste semplicemente anche in itliano, che so: una neomamma, un neolaureato - e ci è parso, soprattutto a me, che in quello che è comunque un nome - composto, ma comunque un toponimo - fosse più corretto all'uopo.

Sul termine "bousou". L'idea è sempre quella, per me: come un toro scatenato, che ha visto il colore rosso e "non ragiona più". Persino in caso di memorie belliche, di soldati e guerrieri, si parla della "furia". Non per definire il soggetto(metonimia), ma la sua condizione. Infatti"infuriato" è "preso dalla furia", ovvero "in preda alla furia". E' a questa logica linguistica e lessicale che mi sono riferito per rendere questo particolare uso di "bousou".

Modificato da Shito
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2 ore fa, Domenica ha scritto:

Ok, chiedo a tutti, soprattutto a @Shito ma non solo, questa cosa innanzitutto:
Vorrei fare degli esempi dal tedesco. Eccone uno:

Ich habe etwas schlechtes gegessen.

Parliamo di adattamento il più fedele possibile alla verità originale, ora.
Il tedesco segue una costruzione particolare di frasi e anche delle parole. Letteralmente questa frase si traduce con "io ho qualcosa di sbagliato mangiato". Se volessimo adattarla al modo di parlare degli italiani diventerebbe "Ho mangiato qualcosa andato a male". Ora, questo è giusto un esempio banale; un'opera in tedesco è nella sua interezza piena di costrutti sia di questo tipo che maggiormente differenti, per sintassi, dall'italiano. Se volessimo tradurlo preservando il modo di parlare dei tedeschi, dovremmo lasciarlo così, oppure potremmo riarrangiare l'ordine delle parole? 
E i famigerati sostantivi composti? Il tedesco li ammette ma non sono obbligatori, e a volte generano risultati che suonano curiosi se non buffi ai tedeschi stessi per la loro lunghezza, tipo: https://en.wikipedia.org/wiki/Rinderkennzeichnungs-_und_Rindfleischetikettierungsüberwachungsaufgabenübertragungsgesetz (che è un esempio estremo, più unico che raro, ma è per rendere l'idea)

Dovremmo cercare di tradurli sempre anche noi creando parole composte, di modo da importare lo stesso effetto linguistico, lo stesso modo di esprimersi di personaggi che sono tedeschi in Germania e parlano da tedeschi ma in italiano (anziché da italiani in italiano)?

Non sono un linguista ma avendo origini altoatesine qualcosina di tedesco la capisco.

Immagino che sia inutile far notare che un tedesco che parlasse male l'italiano, usando la sintassi propria della sua lingua allorquando si rivolgesse ad altri italiani, verrebbe un po' preso in giro dai nostri connazionali. Questo più che altro perché non sarebbe rilevante rispetto all'assunto che porti di "opera tedesca con un tedesco che parla come un tedesco ma in italiano", in pratica una traslazione di "opera giapponese con un giapponese che parla come un giapponese ma in italiano" che è al cardine di tutta la diatriba.

Un tale esempio otterrebbe solo un chissenefrega, perché lo stesso assunto iniziale lo respingerebbe; non si sta parlando di Hans da Düsseldorf che va in giro con sandali e calzini bianchi per la riviera romagnola o Heidi da Innsbruck che chiede un Bratwurst a Napoli, ma di filtrare con una lente colorata, chessò, per esempio uno spin off su quel che fa Asuka in Germania*, la sua infanzia o quando più cresciutella. Sono abbastanza sicuro che ci sono persone che, stanti le argomentazioni proposte fino ad ora, opterebbero per questa resa.

Avrei pur tuttavia due osservazioni aggiuntive da fare.

La prima è che il tedesco è comunque una lingua indoeuropea come l'italiano, con diversi prestiti linguistici reciproci nonché un vocabolario che attinge da altre lingue della zona euromediterranea, mentre il giapponese è completamente estraneo a entrambe, tutto un altro mondo per lessico, grammatica, sintassi. Perciò, essendo una lingua più "aliena", c'è maggiore distanza fra le peculiarità etnolinguistiche e il modo di esprimersi e ragionare di un giapponese, rispetto ad un occidentale, che fra due occidentali di due nazioni differenti. Ovvero, presuppongo che i paletti necessari oltre i quali si modifica il contenuto siano più lassi. Spero si capisca cosa intendo. Naturalmente prendetemi con un grano di sale: potrei sbagliarmi del tutto.

La seconda è che comunque sia con buona confidenza potrei dire che, almeno in Sudtirolo, se un tedescofono si rivolgesse a me in candido italiano e io, per cercare di entrare nella sua forma mentis, gli rispondessi sempre in italiano ma parlando come un tedesco arrivando a seguire pedissequamente quelle che nella mia lingua risulterebbero forzature arzigogolate, il nostro buon tedescofono mi guarderebbe spalancando gli occhi e mi chiederebbe se non ho esagerato con il bombardino.

*:

asuka.jpg

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La velocità della luce non si stabilisce per alzata di mano (cite)

Non sono sicuro però che un argomento di scienze dure, con misure, formule e dati grezzi, calzi a pennello per un ambito umanistico, come quello linguistico, con tutte le sue varianti (tipo di target), ambiguità, malleabilità ("processo descrittivo non prescrittivo"), i cambiamenti negli usi, costumi e contesti spaziotemporali (l'italiano parlato adesso è diverso da quello parlato 100 anni fa che è diverso da quello di 300 anni fa ecc.).

Oltretutto la velocità della luce nel vuoto è una, ma le definizioni delle unità di misura con cui descriverla sì che cambiano.

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@Shito

Būsō: no, la tua interpretazione non ci stà. È contraria al tuo stesso metodo: non c'è "rabbia" nella terminologia originale, e il toro SI INCAZZA, non si limita a perdere il controllo, quando vede il rosso.
Senza parlare della aggiunta di "stato": avresti dovuto solo dire "infuriato", semmai.

 

Neo Tokyo 3: IMHO pure qui hai abbandonato la tua metodologia. Secondo i tuoi stessi ragionamenti "La Terza Città Nuova di Tokyo" o "Terza Nuova Città di Tokyo" o, alla peggio, "Terza Nuova Tokyo" sarebbero stati corretti. Diavolo, "Terza Tokyo Nuova", visto ceh "nuova" appare spesso nella toponomastica italiana come suffisso aggiunta al nome di una città.
E quale toponomastica Italiana ha il numero ordinale? A parte Milano-2 non trovo esempi. E un singolo esempio mi pare limitativo.
Avresti dovuto IGNORARE COMPLETAMENTE i cartelli stradali in caratteri occidentali, tra l'altro. Sono per chi viene da fuori, non per gli autoctoni che leggono i kanji.

 

Eva-01: la domanda era più al Vì che aveva elevato obiezione che non ho compreso. Tu hai spiegato adeguatamente.
 

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1 ora fa, Gingerbread ha scritto:

3) Non c'è stata coesione fra lo staff. Qual è il modus operandi di Cannarsi? Direi essere quanto più fedele possibile al giapponese, sfruttando la lingua italiana in tutte le sue sfumature. Ora, fra queste "sfumature" rientra anche la recitazione. Nei film Ghibli Cannarsi è stato dialoghista e direttore, e ha permesso agli attori di tirare fuori il meglio del meglio dal copione dirigendo ogni singola battuta. Qua la stessa operazione non è stata possibile. Ne aveva parlato qualche pagina fa già @El Barto: sapendo che non sarebbe stato possibile dirigere il doppiaggio, sarebbe stato preferibile proporre dialoghi leggermente meno fedeli (pur, ovviamente, non stravolgendoli).

Grazie. GRAZIE.

Ma poi, per la miseria, è arcinoto che Mazzotta ha una visione del doppiaggio e dell'adattamento diversa se non opposta a quella di Cannarsi (giusta? sbagliata? non è questo il punto), è noto che già in passato per i doppiaggi dei vecchi film di Eva era incappato in errori di interpretazione senza che Cannarsi fosse coinvolto, e (speculazione personalissima) non mi sembra avere Evangelion come serie d'elezione (il che è perfettamente normale: non è che si lavora solo su ciò che si ama alla follia), ed era noto che che non sarebbe stata una re-release per la Shin Vision del 2002 con una data d'uscita posta a dio piacendo ma un simulcast mondiale da preparare in pochi mesi, dove quindi in sala non si poteva andare troppo per il sottile.

Mazzotta avrà fatto i suoi soliti errori ma stavolta può tranquillamente dire "ehi, ho fatto il meglio che potevo, navigavo a vista perchè nessuno in sala capiva cosa ci arrivava", e a prescindere dal fatto che Mazzotta non è nuovo a questi errori, io ho assistito a turni (non di anime, ma di serie tv americane, in teoria quindi lavorazioni più semplici) dove si presentano complicanze del genere, ed è una motivazione più che legittima. Qui molti sembrano ignorare come funziona il doppiaggio di una serie tv nel 2019.

Modificato da El Barto
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9 minutes ago, Gingerbread said:

3) Non c'è stata coesione fra lo staff. Qual è il modus operandi di Cannarsi? Direi essere quanto più fedele possibile al giapponese, sfruttando la lingua italiana in tutte le sue sfumature. Ora, fra queste "sfumature" rientra anche la recitazione. Nei film Ghibli Cannarsi è stato dialoghista e direttore, e ha permesso agli attori di tirare fuori il meglio del meglio dal copione dirigendo ogni singola battuta. Qua la stessa operazione non è stata possibile. Ne aveva parlato qualche pagina fa già @El Barto: sapendo che non sarebbe stato possibile dirigere il doppiaggio, sarebbe stato preferibile proporre dialoghi leggermente meno fedeli (pur, ovviamente, non stravolgendoli). "Però quanto a te, quanto a quel che non puoi fare che tu, per te qualcosa da fare potrebbe esserci." è il caso emblematico. Io sono sicuro che Cannarsi avrebbe ottenuto un ottimo risultato con il doppiattore di Kaji, ma nel prodotto finale che abbiamo quella frase è indifendibile: è incomprensibile, recitata in fretta,ìrispettando le battute. Ed è uno dei momenti chiave dell'anime. "Però quanto a te, quanto a quello che solo tu puoi fare, qualcosa potrebbe esserci" sarebbe stato l'ideale compromesso. Il risultato del lavoro di Shito è stato quasi un esercizio di stile: battute fedeli al 100% all'originale, pensate per essere recitate in un certo modo di cui però è a conoscenza solo a lui, consapevole che sarebbe stata un'altra persona a dirigere il doppiaggio. (Dando a Cesare quel che è di Cesare, ovviamente qua va puntato il dito anche al direttore e al doppiatore; in generale, "allo staff").

A tutto ciò aggiungiamo il fisiologico amore per il vecchio doppiaggio con cui si è conosciuto Evangelion.

Discorso più che sensato e giusto

Modificato da Chocozell
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Io credo che anche lo spettatore più ignorante abbia diritto di esprimere la sua opinione riguardo ad un adattamento. Ora la questione per me è molto semplice: gli spettatori giapponesi che guardano Evangelion, o questo o quest'altro film Ghibli, si chiedono "ma come cazzo parla?"

Se si, l'adattamento è perfetto.

Se no, mi dispiace, ma con tutta la competenza del mondo, l'adattamento non è riuscito.

Per me adattare i dialoghi significa far reagire gli spettatori del mondo il più possibile nello stesso modo rispetto alla storia originale.

Augh

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