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Roger

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Che poi mi chiedevo se, in senso stretto, possa parlarsi di "trailer". Lo chiedo, ovvero ci stavo pensando, perché in genere quello che per noi è "trailer" in giapponese lo si chiama 予告, ovvero "annuncio, anteprima". Al contrario, in questo caso si parla di "video promozionale", e in effetti quando uscì il box di LD per cui quel video fu creato ovviamente inerentemente a una serie TV già andata in onda non c'era proprio nulla da annunciare in anteprima. Quel video, oltre al gusto del suo regista, in effetti sembra quasi proporre un "abstract" della serie, una riflessione concettuale sui suoi contenuti intesi dall'autore. Forse proprio per questo lo trovo così interessante. Assomiglia a una tipica pagina di "kikaku" (企画), ovvero i "progetti" delle opere che vengono proposti ai produttori finanziatori delle stesse nel mondo dell'animazione giapponese.

Edited by Shito
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Ah, sono molto ignorante al riguardo, non ne so davvero nulla.

Ho trovato questo, ma se ti riferisci a questo tipi di cose mi pare concettualmente molto diverso su entrambi gli assi del suo essere:
https://www.scritturaefficace.com/book-trailer/

Qui i "book trailer" sono in qualche modo "anteprime" di qualcosa di nuovo, nel senso che sono un veicolo pubblicitario di presentazione. Nel caso del video promozionale di Nadia si tratta invece di un montaggio del uttto " a posteriori" di qualcosa di già ampiamente diffuso. Nota bene che pur essendo un video promozionale del LD-BOX non ne mostra neppure la copertina, di fatto è solo un digesto concettuale del contenuto, ovvero la serie, che era stata diffusa sulla tv nazionale con grande successo.

Ovviamente, poi, nel caso di un "book trailer" si ha cla creazione di un prodotto di diverso medium rispetto a quello che si promoziona: libro- > trailer, mentre nel caso del video promozionale di Nadia si tratta appunto solo di un montaggio.

Come booktrailer ho trovato anche questo, che mi pare appunto concettualmente diverso, tutto sommato.

Edited by Shito
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17 ore fa, Shito ha scritto:

Ho sempre inteso che questa è farina del sacco di Anno Hideaki, come anche (notoriamente) i titoli delle tracce musicali di tutta la OST di Eva, e altre cose del genere. :-)

 

EDIT: Grazie Armandino-san! Per merito della tua richiesta, ho trovato conferma ufficiale

Innanzitutto ti ringrazio per la risposta, sono contento che ci sia stato un arricchimento per entrambe le parti.

Anche io ero abbastanza sicuro che quella fosse farina del sacco di Anno Hideaki, volevo giusto averne la conferma.

 

4 ore fa, Shito ha scritto:

Che poi mi chiedevo se, in senso stretto, possa parlarsi di "trailer". Lo chiedo, ovvero ci stavo pensando, perché in genere quello che per noi è "trailer" in giapponese lo si chiama 予告, ovvero "annuncio, anteprima". Al contrario, in questo caso si parla di "video promozionale", e in effetti quando uscì il box di LD per cui quel video fu creato ovviamente inerentemente a una serie TV già andata in onda non c'era proprio nulla da annunciare in anteprima. Quel video, oltre al gusto del suo regista, in effetti sembra quasi proporre un "abstract" della serie, una riflessione concettuale sui suoi contenuti intesi dall'autore.

Sì, quello è senza alcun ombra di dubbio un ''video promozionale'', ed è qui che nascono in me delle perplessità.

Io in qualche modo ho apprezzato che questo PV sia stato utilizzato per l'edizione italiana, perchè così quelle scritte a schermo sono state tradotte. Quelle che vediamo in italiano sono la traduzione delle scritte che vediamo in giapponese, o sbaglio?

Ora, io ho visto la serie, e mi è piaciuta molto. Tuttavia, questa non era appunto una serie pensata per i bambini giapponesi? Nel senso, io sono il primo a non mettere quasi mai in discussione le intenzioni dell'autore, perchè appunto non posso fare un processo alle intenzioni (sarebbe ridicolo). Il fatto è che questa serie a me è parsa a livello contenutistico solo in minima parte per i bambini, e il PV credo che in parte mi dia conferma di ciò.

Ovviamente non mi riferisco al lessico utilizzato, ma proprio al tipo di comunicazione che viene utilizzata. Come hai fatto notare a Roger, è proprio vero che la frase ("Ormai, nella scienza generata dalle persone non vi saranno più sogni?") riporta a quello che hai citato, io per primo ho pensato a quello. Il fatto è che questo PV (che teoricamente espone i contenuti della serie) sembra quasi che si riferisca alla generazione che dalla crescita ci è già fuggita, non a quella che ancora deve farlo. Da un certo punto di vista, oltre ad essere una visione estremamente pessimistica, sarebbe anche leggermente presuntivo pensare di poter predire il futuro di una generazione di bambini (che al tempo non aveva ancora avuto modo di crescere proprio dal punto di vista anagrafico), e sbatterglielo in faccia senza avere vere certezze. Alla fine ci ha azzeccato, ma non è questo il punto. Il punto è che in caso avvessi ragione (ed è del tutto improbabile) Anno avrebbe dimostrato di non essere poi tanto diverso da Oshii.

Un'altra cosa che non riesco a capire è proprio l'esistenza dei LaserDisc per un prodotto del genere. Voglio dire, perchè il mezzo di diffusione della serie non si è limitato ad essere la televisione? Questa non era una serie per bambini? Perché tutto deve sempre andare a rotoli? Mi sembra ovvio che ci siano prove che dimostrano il fatto che questa serie abbia riscosso un forte successo proprio fra gli otaku dell'epoca, d'altronde chi può soddisfare al meglio (anche inconsciamente) i gusti di un otaku se non un otaku stesso? Ma questo implica per forza che anche i produttori ci debbano marciare contraddicendo il loro stesso operato? So bene che al tempo la Gainax avrebbe fallito se non lo avesse fatto, ma a me fa comunque schifo.

Secondo me Anno Hideaki alla fine può lavorare solo per s
é stesso, è inevitabile, nonostante le intenzioni del tempo fossero davvero nobili.

Detto questo, se i contenuti della serie sono quelli che espone il PV, la versione italiana curata precedentemente da Yamato Video mi ha ingannato.

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2 hours ago, Shito said:

Ah, sono molto ignorante al riguardo, non ne so davvero nulla.

Ho trovato questo, ma se ti riferisci a questo tipi di cose mi pare concettualmente molto diverso su entrambi gli assi del suo essere:
https://www.scritturaefficace.com/book-trailer/

Qui i "book trailer" sono in qualche modo "anteprime" di qualcosa di nuovo, nel senso che sono un veicolo pubblicitario di presentazione. Nel caso del video promozionale di Nadia si tratta invece di un montaggio del uttto " a posteriori" di qualcosa di già ampiamente diffuso. Nota bene che pur essendo un video promozionale del LD-BOX non ne mostra neppure la copertina, di fatto è solo un digesto concettuale del contenuto, ovvero la serie, che era stata diffusa sulla tv nazionale con grande successo.

Ovviamente, poi, nel caso di un "book trailer" si ha cla creazione di un prodotto di diverso medium rispetto a quello che si promoziona: libro- > trailer, mentre nel caso del video promozionale di Nadia si tratta appunto solo di un montaggio.

Come booktrailer ho trovato anche questo, che mi pare appunto concettualmente diverso, tutto sommato.

Che sia fatto a posteriori o meno e' ininfluente, sempre promozione di un prodotto e', il nome c'entra fino a un certo punto, dato che si è iniziato a chiamarli così per la promozione di inediti in libreria

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2 hours ago, Armandino-san said:

Io in qualche modo ho apprezzato che questo PV sia stato utilizzato per l'edizione italiana, perchè così quelle scritte a schermo sono state tradotte. Quelle che vediamo in italiano sono la traduzione delle scritte che vediamo in giapponese, o sbaglio?

Per le più semplici posso confermartelo sin d'ora, per le più articolate dovrei fare un confronto punto-punto per darti un indice di fedeltà contenutistica ideale. Però a colpo d'occhio mi pare che persino i singoli caratteri colorati siano stati riproposti nella traduzione italiana, indi tenderei a rilevare una certa "volontà di fedeltà", quantomeno.

 

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Ora, io ho visto la serie, e mi è piaciuta molto.

Siamo quindi in due, almeno. Personalmente, ogni volta che l'ho rivista e ne ho rivisto anche solo delle parti (cfr. cosa scrivevo sulla sigla di testa poc'anzi) credo averla ogni volta compresa un po' di più, e apprezzata un po' di più.

 

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Tuttavia, questa non era appunto una serie pensata per i bambini giapponesi?

Sì, lo era. Lo era come produzione a monte (NHK), come collocazione di palinsesto, e come pubblico televisivo. Per farti capire, lo special bonus in coda all'ultimo LD giapponese contiene uno "slideshow" di disegnini che i bambini avevano inviato all'emittente.

 

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Nel senso, io sono il primo a non mettere quasi mai in discussione le intenzioni dell'autore, perchè appunto non posso fare un processo alle intenzioni (sarebbe ridicolo). Il fatto è che questa serie a me è parsa a livello contenutistico solo in minima parte per i bambini, e il PV credo che in parte mi dia conferma di ciò.

Credo che in questo pensiero ci siano molti potenziali inciampi.

Il primo è: anno 1990, Giappone, puericultura giapponese. Ti ricordo che vent'anni prima un regista che risponde al nome di Tomino Yoshiyuki realizzava *specificatamente per bambini* dei cartoni animati dall'intenso taglio disperatamente bellico, dove una bambina bionda viene trasformata in bomba umana e fatta esplodere. Per dirne giusto una. Il che ci porta al

secondo punto: l'autore. Ovviamente questa è l'opera di un autore che parlava ai bambini del suo paese in base lle sue idee, le sue convinzioni. Come ho forse già scritto, Anno dichiara esplicitamente di avere fatto la serie di Fushigi no Umi no Nadia per "riportare l'idea di morte nell'intrattenimento animato per bambini", poiché "nel 1990 la morte era già scomparsa dai programi per bambini". La puericultura è in realtà na branca della cultura sociale umana davvero molto endemica, molto etnica. Andersen faceva morire la sciocca sirenetta che aveva violato i giusti divieti paterni, e non avendo lei un'anima (dacché Andersen in realtà aveva ibridizzato la figura della"mermaid" con quella della"undina" nordeuropea), non ottiene neppure una salvifica assunzione in cielo. A contrario, Disney ci mostra un bel bacio in bocca e vissero felici e consumatori. Che dire? A ciascuno il suo, direi. Del resto Anno ha amato la narrativa animata di Takahata e Tomino. Ma poi è un otaku, e allor nella sua serie animata ci mette tutte quelle minuzie scientifiche a mo' di lezioncina per il giovane pubblico, in genere elargite da Electra a Jean. Si tratta di una serie molto amara, ma tanto dolce. Siccome gli otaku sono bambinoni in moratoria di crescita, secondo me danno il meglio di loro quando narrano delle loro passioni ai bambini veri. Miyazaki insegna.
 

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Ovviamente non mi riferisco al lessico utilizzato, ma proprio al tipo di comunicazione che viene utilizzata. Come hai fatto notare a Roger, è proprio vero che la frase ("Ormai, nella scienza generata dalle persone non vi saranno più sogni?") riporta a quello che hai citato, io per primo ho pensato a quello. Il fatto è che questo PV (che teoricamente espone i contenuti della serie) sembra quasi che si riferisca alla generazione che dalla crescita ci è già fuggita, non a quella che ancora deve farlo. Da un certo punto di vista, oltre ad essere una visione estremamente pessimistica, sarebbe anche leggermente presuntivo pensare di poter predire il futuro di una generazione di bambini (che al tempo non aveva ancora avuto modo di crescere proprio dal punto di vista anagrafico), e sbatterglielo in faccia senza avere vere certezze. Alla fine ci ha azzeccato, ma non è questo il punto. Il punto è che in caso avvessi ragione (ed è del tutto improbabile) Anno avrebbe dimostrato di non essere poi tanto diverso da Oshii.

una delle tematiche portanti e costanti di Anno, ma un po' di tuta la GAiNAX della sua stessa generazione, è proprio la coscienza che la "moratoria di crescita" non è che un'atro tagliola. Vedi bene che in "ShinEva" è diventata persino una maledizione, ma tanto Takaya Noriko piangeva e piangeva già in "Punta al Top!". La mia idea è che in opere come quelle di un autore come Anno Hideaki, ci sia sempr eun forte tentativo di autoanalisi a scopo autoterapico. Nella migliore delle ipotesi, potrebbe anche essere un onesto tentativo di monito, ma questo sarebbe secondo me più di un autore molto più intellettuale quale Yamaga Hiroyuki (cfr. La regia astronatica, Abenobashi).

Oshii Mamoru lo conosco meno degli autori sin qui citati. Onestamente, in lui vedo una consapevolezza non meno vibrante di quella della "migliore" GAiNAX, l'incipit di Uruseiyatsura2 è davvero il DAICON-IV fatto e finito, però ho anche la sensazione che, alla fine, lui abbia una mentalità ancora più depressiva e alla fine ci sguazzi, ovvero non riesca a fare a meno di farlo, semmai ammantandosi di una certa parvenza molto intellettuale.

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Un'altra cosa che non riesco a capire è proprio l'esistenza dei LaserDisc per un prodotto del genere. Voglio dire, perchè il mezzo di diffusione della serie non si è limitato ad essere la televisione? Questa non era una serie per bambini? Perché tutto deve sempre andare a rotoli?

Perché gli otaku consumavano da sempre prodotti per bambini. Dapprima avevano nel portafogli immaginine di Minky Momo, per capirci. Poi si è arrivati a produrre direttamente opere infantili per bambinoni, che è francamente molto peggio. In questo, la prima generazione dell'otakuzoku ha grande responsabilità.

 

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Mi sembra ovvio che ci siano prove che dimostrano il fatto che questa serie abbia riscosso un forte successo proprio fra gli otaku dell'epoca, d'altronde chi può soddisfare al meglio (anche inconsciamente) i gusti di un otaku se non un otaku stesso?

Giusto. Ma questo sarebbe ancora naturale, no? La committenza della Cappella Sistina, papa Giulio II, voleva un'opera piuttorica monumentale per ostentare il proprio prestigio, e semmai una sorta di allegoria cristologica. Michelangelo la realizza con la sua passione per la scultura tradotta in pittura, e rivoluziona la pittura essa tutta, creando un capolavoro che sarebbe stato amato innanzitutt o dagli altri e successivi artisti, da cui il manierismo. :-)

 

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Ma questo implica per forza che anche i produttori ci debbano marciare contraddicendo il loro stesso operato? So bene che al tempo la Gainax avrebbe fallito se non lo avesse fatto, ma a me fa comunque schifo.

Sai, in un'opera complessa 8in senso proprio. fatta da più parti) come una serie animata, spesso i produttori sono molti. LA NHK non credo fosse un'azienda che produceva gadgettistica per otaku, ma c'erano anche quelle. Nel 1990 la MOVIC commercializzò la prima replica della Blue Water che non comprai quando costava 130 euro e ora ne costa 400. :-(

 

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Secondo me Anno Hideaki alla fine può lavorare solo per sé stesso, è inevitabile, nonostante le intenzioni del tempo fossero davvero nobili.

Credo che questo sia vero per tutti gli artisti. Gli artisti, più che fare arte, in genere hanno bisogno di farla. Come sfogo, come autoterapia, come sublimazione dei prpri traumi, scegli tu. Ovviamente, per farla hanno anche bisogno che qualcuno gliela paghi, altrimenti per mantenersi dovrebbero fare altro. Il "mercato" ha conosciuto tante forme di mecenatismo, ma fare dell'opera di un traumatizzato un successo commerciale può semplicemente essere una di quelle, non credi?

 

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Detto questo, se i contenuti della serie sono quelli che espone il PV, la versione italiana curata precedentemente da Yamato Video mi ha ingannato.

I contenuti sono quelli. Ovvero, quelli sono i contenuti per come intesi dall'autore. Quello che l'autore ritiene essere "il succo", una sua "retrodichiarazione di intenti". Poi ovviamente nella serie c'è molto altro. Ma per Anno quella è la storia del "recupero di Nadia". C'è uno special bonus dove si fa l'elenco dei lati negativi di Nadia, e alla fine si chiede al regista "questa ragazza, potrà diventare aduta?" - e lui, filmato, rispondere in carne e occhiali "la possibilità...c'è!". E poi Nadia sorride. Anno opera costantemente un'identificazione proiettiva sui suoi personaggi, specie i protagonisti. Mi pare ovvio che Nadia è Anno, è una parte di "come si sente" Anno. Pi, ai tempi di Eva, lo dichiarerà proprio. Ma già qui possiamo sentire "Fuyutsuki" che parla di chi?

 

Qui invece vediamo il grande conflitto di Anno Hideaki con la morte come fautrice di oblio (è un'otaku, è legato alla conservazione dei dati), da cui la Blue Water prima, il MAGI System poi:

"Per me qualsiasi donna sopra ai vent'anni è una zietta!"

E siamo già a Misato, episodio 15.

Ah, l'etnicità di ogni cultura. :-)
 

 

Edited by Shito
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Wow, non capita spesso di ricevere risposte così attente ed esaustive. Grazie!

24 minuti fa, Shito ha scritto:

Credo che in questo pensiero ci siano molti potenziali inciampi.

Il primo è: anno 1990, Giappone, puericultura giapponese. Ti ricordo che vent'anni prima un regista che risponde al nome di Tomino Yoshiyuki realizzava *specificatamente per bambini* dei cartoni animati dall'intenso taglio disperatamente bellico, dove una bambina biona viene trasformata in bomba umana e fatta esplodere. Per dirne giusto una. Il che ci porta al

secondo punto: l'autore. Ovviamente questa è l'opera di un autore che parlava ai bambini del suo paese in base lle sue idee, le sue convinzioni. Come ho forse già scritto, Anno dichiara esplicitamente di avere fatto la serie di Fushigi no Umi no Nadia per "riportare l'idea di morte nell'intrattenimento animato per bambini", poiché "nel 1990 la morte era già scomparsa dai programi per bambini".

Tutto molto vero, infatti nella serie ci sono scene che innescano nello spettatore bambino diversi traumi all'interno della finzione. Prima fra queste è la scena in cui il meccanico di bordo e altri due uomini muoiono asfissiati in sala macchine per via del gas radioattivo (mi era venuta la pelle d'oca, e già quando la vidi non ero più proprio un bambino).
Quel tipo di crudezza penso che possa essere paragonata a quella di Tomino Yoshiyuki, e alla scena che tu hai citato. Ora, io non conosco molto bene l'opera di Tomino Yoshiyuki, ma per quel poco che conosco posso dire con assoluta certezza che Anno Hideaki (forse perchè di una generazione differente da quella di Tomino) non è riuscito a comunicare ai bambini come Tomino Yoshiyuki è riuscito a fare. La puericultura è una cosa seria, la responsabilità di un narratore per l'infanzia è alta, e lo è anche quella di chi deve diffondere il suo operato. Ecco, io trovo che forse Anno Hideaki (a suo tempo grande consumatore di opere per l'infanzia) avesse ben chiaro quello che voleva trasmettere, ma non fosse abbastanza responsabile per farlo. Lo so, risulto veramente presuntuoso e stupido nel dire cose simili a una persona molto più grande di me che non ho mai conosciuto dal vivo, ma questa è solo una mia impressione.

 

 

 

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1 hour ago, Armandino-san said:

Wow, non capita spesso di ricevere risposte così attente ed esaustive. Grazie!

Il piacere è assolutamente mio. Leggerai perché.

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Tutto molto vero, infatti nella serie ci sono scene che innescano nello spettatore bambino diversi traumi all'interno della finzione. Prima fra queste è la scena in cui il meccanico di bordo e altri due uomini muoiono asfissiati in sala macchine per via del gas radioattivo (mi era venuta la pelle d'oca, e già quando la vidi non ero più proprio un bambino).

La tua esperienza è lo specchio della mia, a 15 anni, prima messa in onda italiana della serie. Rimasi piuttosto shockato proprio alla morte di Faith. Soprattutto, mi colpì il dialogo coi bambini al di là della paratia, dove prima Faith fa l'uomo maturo che capisce le ragioni di Nemo, e poi crolla al suo dell'allarme radioattività con "NO, SONO ANCORA GIOVANE! NON VOGLIO MORIRE!" Col senno di poi, a colpirmi fu la totale, impietosa impotenza di tutti dinanzi alla situazione. Per di più, la nostra è una cultura comunque a base cristiana, quindi l'idea che mandare potenzialmente a ramengo un gregge intero per andare appresso a una singola pecorella smarrita è molto profondamente inculcata in noi, credo. Surrettiziamente, l'idea che esista qualcosa come un "bene assoluto", ma nella bruta realtà si riprova che spesso così non è. :-(

In seguito, imparai che quella scena aveva forti debiti con una che Takahata mise prima in Haha wo Tazunete Sanzen Ri (Marco, dagli Appenni alle Ande), e poi ripropose in La storia della Principessa Splendente (Kaguya).

 

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Quel tipo di crudezza penso che possa essere paragonata a quella di Tomino Yoshiyuki, e alla scena che tu hai citato.

Sicuramente questo era il tentativo di Anno. se chiedi a me, la crudezza di quella scena – che gioca sul "nn visto" – è ancora peggiore. Poi vedremo Elektra torturata con l'elettricità, o peggio Jean che cade a picco e muore, pistolettate a sangue freddo e altro, e forse quella mi ricorda più la violenza di certe scene brutali di Tomino, ma non so: perché la sensibilità cambia a persona a persona, ognuno ha i suoi punti deboli e i suoi tasti dolenti, e poi le cose cambiano anche con l'età.

Per esempio, ora come ora, in vecchia, a scuotermi sono più le fragilità psicologiche di una bambina quale è Nadia. Quando, sull'isola dove i maschi vanno a caccia, lei scappa alienandosi da tutti, rifiuta anche King (il suo gatto), dicendo "io non ho bisogno di nessuno", e poi con uno scatto felino gli va addosso, abbacciandolo, e dicendogli "non è vero, mi sento tanto sola". Questo per me è raggelante. Oppure il suo tentativo di suicidio, quando si stacca da Jean, esprime tutto il suo odio per sé stessa, e si butta. Salvo poi salvarsi per magia, e venire schiaffeggiata da Grandis ormai in piena veste materna, e rimbrottata persino, PERSINO da Sanson – quello che giocava con Marie da piccola, e se la sposa da ragazza. Ecco, in queste scene sento molto il sentimento di empatia dell'autore per la sua protagonista.

 

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Ora, io non conosco molto bene l'opera di Tomino Yoshiyuki, ma per quel poco che conosco posso dire con assoluta certezza che Anno Hideaki (forse perchè di una generazione differente da quella di Tomino) non è riuscito a comunicare ai bambini come Tomino Yoshiyuki è riuscito a fare. La puericultura è una cosa seria, la responsabilità di un narratore per l'infanzia è alta, e lo è anche quella di chi deve diffondere il suo operato. Ecco, io trovo che forse Anno Hideaki (a suo tempo grande consumatore di opere per l'infanzia) avesse ben chiaro quello che voleva trasmettere, ma non fosse abbastanza responsabile per farlo.


Penso esattamente le stesse cose che hai scritto, talvolta sin nelle stesse parole. Posso dirti che Tomino fu davvero molto "responsabilizzato" nel suo ruolo di narratore per l'infanzia. Del resto, sarebbe preso diventato (o era già?) un giovane padre. Lui stesso racconta che lesse vari testi di psicologia infantile, per poi venire influenza praticamente solo da un certo imperativo categorico di Hannah Arendt (che poi avrei scoperto mutuato essenzialmente dai Grimm). Per contro, Anno da otaku ho comunque sempre parlato al bambinone che è lui stesso, il che implicita – aò netto di cose come intelligenza, cultura, intelletto – un significativo deficit di maturità. Che in giapponese si associa davvero alla "responsabilità" (責任, sekinin), cfr. lo special bonus su Nadia che ho postato sopra.
 

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Lo so, risulto veramente presuntuoso e stupido nel dire cose simili a una persona molto più grande di me che non ho mai conosciuto dal vivo, ma questa è solo una mia impressione.

Presuntuoso non so, ma se anche fosse la cosa non mi darebbe il minimo turbamento, stupido assolutamente no. Secondo me.

A me il tuo testo sembra solo genuino, onesto e sinceramente intuitivo.

Te ne ringrazio profondamente.

È stato un piacere leggerlo, e un onore pensare di essere stato letto dal suo autore.

Edited by Shito
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2 ore fa, Shito ha scritto:

 Andersen faceva morire la sciocca sirenetta che aveva violato i giusti divieti paterni, e non avendo lei un'anima (dacché Andersen in realtà aveva ibridizzato la figura della"mermaid" con quella della"undina" nordeuropea), non ottiene neppure una salvifica assunzione in cielo.

Non mi pare che la storia fosse proprio così..

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Nella storia di Andersen le sirene diventano schiuma del mare, no? Sono senz'anima perché nella tradizione germanica (vedi Lorelei), presente anche in Paracelso nel mondo latino, le elementali dell'acqua "Undine" guadagnavano un'anima solo legandosi a un umano (ma perdevano l'immortalità, se ben ricordo). Pare che Andersen avesse fuso questa tradizione è quella delle "sirene" medioevali già itticizzate (pare). Se ben ricordo lo scopo della sirenetta di Andersen era proprio quello di guadagnare un'anima. Non è comunque un campo che abbia approfondito granché. Tu ti riferivi al finale in cui lei diviene, eccezionalmente, uno "spirito del vento" in moratoria, ragione per cui avevo inteso in Disney le avessero dato nome "Ariel" (che mi pare fosse un personaggio Sheakspeariano, tanto che mi ero convinto  che i capelli rossi venissero da Miranda...)?

Edited by Shito
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tutta la serie di gundam super deformed!!!1

sarà una specie di preannuncio di roba da recupero che hanno già dalla notte dei tempi e che è disponibile in HD nel mercato giapponese tipo gunbuster, patlabor, megazone 23, giant robot, forse dangaio o perfino macross II. sempre che non si riferiscano anche serie come armitage, bubblegum (in tal caso ci sarebbe da doppiare la seconda parte), gall force (altro da doppiare), orguss 2 :lolla:

ma scherzi a parte.

il colpaccio, lo smacco, la mossa che non ammette risposta sarebbero gli special di ginguiser!

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