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Anime Factory - News in progress


Den-chan

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Sì, conosco e capisco il tuo punto di vista, o meglio la tua opinione. Non la trovo folle, non la trovo matta. La condivido per i nomi dei personaggi, e per tutti i nomi "propriamente propri". Non la condivido per i nomi come quelli dei colpi, quando originariamente espressi nella lingua madre dell'opera. Le Meteore di Pegasus, per dire. Ma già tra meteore e stelle cadenti ci sarebbe – per me – da pensarci a lungo, dato che "nagareboshi" e "ryuusei" sono cose diverse. Se pensi che per l'Isola di Giovani ho recuperato tutte le diverse versioni esistenti di Ginga Tetsudou no Yoru, intendo anche quelle con i kna e i kanji "decaduti", e ne abbiamo fatto una palingenesi...

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No era proprio l'esempio specifico che tirava fuori ogni 2x3.

Gli autori hanno 1 settimana di tempo per tirare fuori la sceneggiatura non sempre c'han lo sbatti di cambiare lingua e tirano fuori la roba per loro più immediata. 

Che spesso potrebbe non essere farina del loro sacco come Kurumada più volte dichiara di non ricordare come ad esempio si sia arrivati alle colorazioni gialle delle scale che lui voleva far blu.

I colpi, come i nomi e la toponomastica (in questo prodotto, come in Dragon Ball, One Piece, Bleach) uno sano di mente non li cambia... altrimenti se lo compra lui e chi l'ha piazzato sul lavoro. A me non me lo vende, ben che meno per fedele: dalle meteore al Sacro guerriero, dagli alberi dorati ai pendii scoscesi, dagli Asura ai Tonghu.

Non è un vocabolario di spiegazioni e significati il prodotto.

 

Edited by John
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Ciò su cui che tu sembri sorvolare è che quando parli di "codificazione ufficiale" (di scrittura in caratteri latini) spesso (non sempre) si parla di "codificazione in lingua INGLESE operata su prodotti collaterali per senso di figheria commerciale" - questa cosa è tipica di shitajiki, ad esempio e non so perché, e di giocattoli/merchandise. Ora, se per un nome proprio di un personaggio resta un'indicazione categorica, per un nome denominativo di qualsiasi cosa non lo è. Mi ri-spiego. Se su un giocattolo tu trovi scritto, che so, Luffy, allora è chiaro che la scrittura corretta di quel nome è "Luffy". Ok? Se trovi Shanks, lo stesso. Ma se trovi "Red-Haired Shanks"? <Qui è chiaro che "Red-Haired" è la traduzione ufficiale INGLESE; e solo inglese, del "nome di battaglia del personaggio", che è "akagami", e non intende essere reso con una dicitura inglese in tutte le lingue non-giapponesi. I toponimi sono in genere da considerasi proprio "nomi propri", secondo me. Quindi l'isola battezzata come Laugh Tale è Laugh Tale e basta, benché Roger ne *spieghi* il significato quando la battezza utilizzando l'equivalente giapponese. Sui toponimi ci sono forse eccezioni, come ci sono a volte sui nomi degli animali, insomma una regola davvero assoluta non l'ho mai trovata. :-/

Edited by Shito
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Io ignoro solo traduttori e adattori nostrani e il loro parere.

Sono andato ben oltre durante questi anni, rispetto ad una persona comune, proprio perché non ho ignorato nessuno: l'artista e il fandom.

Uno crea, l'altro compra. Il resto deve essere un silenzioso passaggio da uno, all'altro senza pareri e interferenze.

Le motivazioni commerciali non rientrano nel suo campo d'azione che sono decisamente più importanti del suo lavoro.

Senza considerare che sì, sono prodotti commerciali e si deve vivere in funzione di quello.

Loro in primis lo sanno.

Oh ci ho litigato pubblicamente con l'autrice di Sho non ci possiamo inventar cazzate: io insultavo gli idioti che piratano, lei se la prendeva con me quasi perché comunque portava la pagnotta a casa grazie a loro. Di che stiamo parlando?😄

Perché devo perdere tempo con tizi locali su ste robe? Al proprio posto.

Edited by John
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23 hours ago, Shito said:

credo di aver definitivamente capito perché Jiji non parla alla fine di Majo no Takkyuubin,

Ohhh... ricordo quando lo vidi con i figli e ci ponemmo questo interrogativo facendo le nostre considerazioni, poi l'abbiamo rivisto poche settimane fa e la curiosità è rimasta. Noi in casa, abbiamo ipotizzato che, semplicemente, Kiki sia passata all'adolescenza e con questo parte della sua innocenza infantile sia andata perduta, negandole in questo modo la possibilità di comprendere Jiji. Questo è in parte legato all'incapacità temporanea di volare: semplicemente da adulto fai maggior fatica ad accettare con facilità che la magia possa esistere.

Ma sono molto curioso di conoscere la tua prospettiva.

Edited by kevin8
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Caro Kevin, grazie dei cuoricini. :-)

Ti rispondo facendo una cosa alla Okada Toshio, ovvero ti dico i puntini (fattuali, obiettivi) e poi te li unisco, ok?

1) Nel film, Jiji parla con Kiki, ma soprattutto a espressioni antromorfizzate. Gli altri non lo sentono, ma noi lo vediamo sempre espressivamente antromorfizzato. Anche quando dapprima Osono gli offre il latte e gli strizza l'occhio, lui (Jiji) fa un "miagolio tirato" come se un uomo fa "miaaaao", e poi sussulta come una persona. Ok.

2) Kiki perde la capacità di volare perché, depressa, si disamora del suo gioco infantile che la rendeva la starlette della campagna, e che ora deve fare come un'operaia per tirare a campare. Quindi non ci riesce più, tutto qui.

3) Kiki si rende conto che ha anche perso di poter "sentire" Jiji parlare, ma a quel punto Jiji dinanzi a lei ha anche perso l'antropomorfizzazione espressi, questo è importante.

4) Dopo i discorsi con la pittrice nella baita, dopo le riflesisoni sulla necessità dell'ispirazione per poter fare quello che è nella propria natura fare, Kiki ritrova la capacità di volare per salvare Tonbo. O Kiki riesce a volare, o Tonbo muore. solitudine assoluta. Quindi nervi, e "Vola!" - con i rumori della strada andati a muto. Questo è cruciale. Perché è molto più facile lasciarsi morire che veder morire qualcuno a cui vogliamo bene, senza fare nulla. Spesso l'uscita dalla depressione è la necessità dell'altro a cui si vuole bene.

5) Pertanto, Kiki è cresciuta da una bambina a una piccola adulta. Jiji gli salta sulla spalla ed è completamente un gatto. Miagola e ha fattezze e modi felini, non antropomorfi. Sull'ekonte, non disatteso, c'è infatti scritto "E infatti, ormai Jiji è diventato completamente un gatto." Molto chiaro.

6) Questo è cruciale: al miagolare di Jiji prima Kiki si sorprende un po' (lui gli è pur saltato sulla spalla!), ma poi fa un'espressione dolce e matura, di comprensione, e lo accarezza con la guancia. Come a dire "sì, bene così, così è". Ancora: Kiki è cresciuta da bambina a giovane donna.

Sarebbe quindi tutto chiaro, lasciando spazio solo per speculazioni inutili tipo "Ma Jiji ha mai parlato in assoluto, o era solo lei a "sentirlo", per via del loro legame?"

Ma il punto non è questo. Il punto è che:

7) nella scena di epilogo che scorre durante i titolo di coda, Jiji è tornato antropomorfizzato. addestra i sui cuccioli (solo quelli maschi) a fare "i gatti della strega", e altre cose da scenette così. Tipo King nell'epiogo da Nadia, hai presente?

8 ) Quindi c'è una totale incoerenza e punto di insensatezza, dianzi al quale possiamo solo riportare che

9) nel "docufilm" (bleargh!) intitolato "I regno dei sogni e della follia", vediamo l'assistente di Miyasan, nomignolo "Sankichi", chiedere al regista proprio di questo. Miyasan risponde non rispondendo, ovvero:

 

Quote

SANKICHI    (FC) Sono fantastiche, le emozioni di Kiki!

 

MIYAZAKI    (FC) Anche cose simili, si capiscono distintamente, no?

 

SANKICHI    (FC)(RIDE)/ (IC) E Jiji… perché alla fine non riesce a parlare, Jiji?

 

MIYAZAKI    Mh…? Perché in quei momenti non si parla mica…! E poi dopo, nella sigla finale, sono insieme. Se avesse parlato lì, sarebbe strano.

SANKICHI    (RIDE) Ma lì non ha parlato!

MIYAZAKI    Sì, ma è venuto per benino, no?

SANKICHI    Sì che è venuto, ma…

MIYAZAKI    È venuto, che doveva dire?

SANKICHI    (RIDE) Beh, che la magia…

MIYAZAKI    Che la magia era tornata?

SANKICHI    La magia…

MIYAZAKI    La magia era diventata più intensa!

SANKICHI    Mh…

MIYAZAKI    Se Jiji, sai… tipo… avesse detto "Ecco, siccome mancavo io subito così!", l'avresti accettato?

SANKICHI    No…!

MIYAZAKI    Te la saresti presa e gli avresti detto "Sta' zitto, tu!" Oppure: "Se si ottiene qualcosa, si perde anche qualcosa"./ (FC) È proprio un modo di dire bello tosto, no…? "E non star sempre a parlare con un gatto!"

 

dunque:

10) Credo sia evidente che il regista ha semplicemente cambiato idea in corso di realizzazione. Ovvero, un film con un'alta dose di realismo emotivo, non a caso dapprima offerto in regia a Takahata, poi passato a Katabuchi Sunao, e in ultimo rivendicato d aMiyazaki stesso, finiva con questo punto di mesto realismo: l'infanzia finisce. Credo che Miyazaki "ci abbia provato" e poi "non ce l'abbia fatta", aggiungendo nell'epilogo dei titoli di coda tutte le cose sceme che ppiacevano a lui, un lieto fine da otaku per otaku, quindi il gatto è tornato da cartoon, tutti amici e amiche, l'otaku vola col trabiccolo, c'è persino la bimba cosplayer con le scarpette rosse. Amen.

PS) su tutto, la più bella immagine è per me quella di tu che guardi il film con i tuoi bambini, e poi ne parlate. Che posso dire? Che grazie a te, e a quelli come te, per me è valsa davvero la pena di fare tutto quello che ho sinora fatto, come l'ho fatto. :-)

Edited by Shito
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Gli "spoiler" sono un'idiozia concettuale. Se parliamo di finzione, ma che ti importa come va a finire? Tanto è finto. Conta solo il significato, ti una finzione. Se ce. Se non c'è senso, non ha neppure senso. PArlare della paura degli "spoiler" nella finzione non è che una spia rossa sulla percezione morbosa di un fruitore della stessa. :-)

Edited by Shito
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13 minuti fa, Shito ha scritto:

Gli "spoiler" sono un'idiozia concettuale. Se parliamo di finzione, ma che ti importa come va a finire? Tanto è finto. Conta solo il significato, ti una finzione. Se ce. Se non c'è senso, non ha neppure senso. PArlare della paura degli "spoiler" nella finzione non è che una spia rossa sulla percezione morbosa di un fruitore della stessa. :-)

Se ne è già discusso più volte: se io fruisco di un'opera di finzione, vorrei che a condurmi alla conclusione della stessa sia il suo autore secondo il percorso da lui preordinato, e non qualche tizio a caso.

Edited by Eymerich
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Beh, Shito, qui non mi anticipi come va a finire (che Kiki e Jiji non si comprendono più) bensì il significato. E se a contare è solo quello, è un problema che io legga la tua spiegazione prima che mi sia fatto la mia idea. >_<

(Poi io concordo con Eymerich, ma sono anche estremamente scettico sulle mie capacità di comprensione.)

Edited by Anonimo (*lui*)
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Non è il significato del film, no. E' un elemento quasi capzioso, di cui gli otaku discutono da più di trent'anni, perché sono otaku. :-)

E il significato di un tutto non è mai un insieme di significati parziali. Tutto è nel contesto, nel fluire di tutte le cose. Non è A segue B quindi C poi D allora fine E, se non parliamo di minchiate americane, si capisce. Come dici? È la stragrande maggioranza dell'entertainement? Ah, sì. Scusa. My bad.

Piuttosto, quando guarderai il film, ti invito e prego a vernirmi a parlare, e discutere, del significato del tutto. Sarò bello e fruttuoso farlo. :-)

lI sangue della pittrice, il sangue del panettiere, il sangue della strega, il sangue del...

Edited by Shito
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(Sottolineo le righe che ho aggiunto prima, in specie quando si tratta di "contesti". Ci penserò, comunque :rolleyes:)

(Tanto per OT, e a memoria, ho visto per la prima volta ieri sera Porco Rosso nelle giuste condizioni precarie - in italiano ma con amplificazione pessima e quindi un terzo dei dialoghi incomprensibili, più sottotitoli in inglese estremamente riassuntivi a cui si appigliava chiunque non lo avesse già visto - e sicuramente mi sono perso quasi tutto ciò che non sia "A poi B poi C". Ma perlomeno bisognerà cambiare topic.)

Edited by Anonimo (*lui*)
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I kinda love Kane, indeed. Not Forth Power, that is, but that isn't at all and to begin with, so all the bette, so much the better. :-D

BTW, non per fare la lezioncina ma per farmi capire, nell'indeterminazione (senza articolo determinativo), qui nel caso di "minchiate americane", l'aggettivo caratterizzante (qui "americane") non va a connotare in senso assoluto il sostantivo caratterizzato (qui "minchiate"), per dire che non ho scritto, né inteso, che tutte le cose americane siano minchiate, quanto che (secondo me, tipicamente) quelle minchiate che sono anche americane, indi le "minchiate americante, hanno quel meccanicismo narrativo spiccio lì.

Ovvero, posso con gioia sciorinare la lista di opere di finzione diciamo"americana" (almeno in parte) delle quali ho la più alta considerazione. :-)

Edited by Shito
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1 hour ago, Anonimo (*lui*) said:

(Tanto per OT, e a memoria, ho visto per la prima volta ieri sera Porco Rosso nelle giuste condizioni precarie - in italiano ma con amplificazione pessima e quindi un terzo dei dialoghi incomprensibili, più sottotitoli in inglese estremamente riassuntivi a cui si appigliava chiunque non lo avesse già visto - e sicuramente mi sono perso quasi tutto ciò che non sia "A poi B poi C". Ma perlomeno bisognerà cambiare topic.)

Peccato! Perché Kurenai no Buta nasce dalla repressione otaku di Miyasan, che dopo il successo esplosivo prorprio di Majo no Takkyuubn veniva criticato dall'otakuzoku perché "non faceva più dei manga-eiga", ovvero la critica che sarà poi di Anno Hideaki: non sono più anime, sono cinema giapponese! Allora lui (Miyasan) pubblicò tutto un articolo intitolato "Perché non posso più fare fil di puro intrattenimento", davvero. E poi finì a fare Kurenai no Buta, che definirà il suo "film stupido"

Come dire, come dicono (i giapponesi): "non si può battere il sangue".

Il sangue della strega, il sangue della pittrice, il sangue del panettiere, il sangue dell'animatore, il sangue dell'otaku, il sangue del...

2 minutes ago, Shuji said:

Si, non volevi fare la solita becera generalizzazione, era evidente.

Non quando sono il vero fanboy del RoboSbirro, davvero. Ok, il regista è europeo. Ma nella SF settantina, quella buona, di America c'è davvero tanto, direi anche. E sono anche il fanboy di Anne Pel di Carota, e tu sai che il Canada è il 51° stato americano, con buona pace (!) di Lady of Shalott alla deriva.

Edited by Shito
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19 minutes ago, Shito said:

Non quando sono il vero fanboy del RoboSbirro, davvero. Ok, il regista è europeo. Ma nella SF settantina, quella buona, di America c'è davvero tanto, direi anche.

Che poi sono gli stessi americani a generalizzare, sai dirmi perché?

Vabbè, gli americani parlano di movie e di film 

Topgun Is a movie

Citizen Kane Is a film

Come si diceva sopra "pe capisse"

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46 minutes ago, Shuji said:

Che poi sono gli stessi americani a generalizzare, sai dirmi perché?

Vabbè, gli americani parlano di movie e di film 

Topgun Is a movie

Citizen Kane Is a film

Come si diceva sopra "pe capisse"

Sai che non lo sapevo, e che questo è molto interessante? Cose simili mi paiono esistere un tante culture diverse, tipo in Giappone prima "non manga, ma gekiga!" (questa l'ho studiata), poi "non manga eiga, ma anime!" (pure questa), e in America non comics, ma graphic novel! E poi da noi, a ruota, non fumetti, ma graphic novel! La mia sensazione è che capiti qui e lì che un certo mezzo espressivo, dapprima senza pretese e nominato per questo, generi autori con delle "pretese" (artistiche, intellettuali), e allora il nome di genere stia stretto agli autori di una nouvelle vague. Forse.

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2 hours ago, Shito said:

Caro Kevin, grazie dei cuoricini. :-)

Ti rispondo faccendo una cosa alla Okada Toshio, ovvero ti idico i puntini (fattuali, obiettivi) e poi te li unisco, ok?

1) Nel film, Jiji parla con Kiki, ma soprattutto a espressioni antromorfizzate. Gli altri non lo sentono, ma noi lo vediamo sempre espressivamente antromorfizzato. Anche quando dapprima Osono gli offre il latte e gli strizza l'occhio, lui (Jiji) fa un "miagolio tirato" come se un uomo fa "miaaaao", e poi sussulta come una persona. Ok.

2) Kiki perde la capacità di volare perché, depressa, si disamora del suo gioco infantile che la rendeva la starlette della campagna, e che ora deve fare come un'operaia per tirare a campare. Quindi non ci riesce più, tutto qui.

3) Kiki si rende conto che ha anche perso di poter "sentire" Jiji parlare, ma a quel punto Jiji dinanzi a lei ha anche perso l'antropomorfizzazione espressi, questo è importante.

4) Dopo i discorsi con la pittrice nella baita, dopo le riflesisoni sulla necessità dell'ispirazione per poter fare quello che è nella propria natura fare, Kiki ritrova la capacità di volare per salvare Tonbo. O Kiki riesce a volare, o Tonbo muore. solitudine assoluta. Quindi nervi, e "Vola!" - con i rumori della strada andati a muto. Questo è cruciale. Perché è molto più facile lasciarsi morire che veder morire qualcuno a cui vogliamo bene, senza fare nulla. Spesso l'uscita dalla depressione è la necessità dell'altro a cui si vuole bene.

5) Pertanto, Kiki è cresciuta da una bambina a una piccola adulta. Jiji gli salta sulla spalla ed è completamente un gatto. Miagola e ha fattezze e modi felini, non antropomorfi. Sull'ekonte, non disatteso, c'è infatti scritto "E infatti, ormai Jiji è diventato completamente un gatto." Molto chiaro.

6) Questo è cruciale: al miagolare di Jiji prima Kiki si sorprende un po' (lui gli è pur saltato sulla spalla!), ma poi fa un'espressione dolce e matura, di comprensione, e lo accarezza con la guancia. Come a dire "sì, bene così, così è". Ancora: Kiki è cresciuta da bambina a giovane donna.

Sarebbe quindi tutto chiaro, lasciando spazio solo per speculazioni inutili tipo "Ma Jiji ha mai parlato in assoluto, o era solo lei a "sentirlo", per via del loro legame?"

Ma il punto non è questo. Il punto è che:

7) nella scena di epilogo che scorre durante i titolo di coda, Jiji è tornato antropomorfizzato. addestra i sui cuccioli (solo quelli maschi) a fare "i gatti della strega", e altre cose da scenette così. Tipo King nell'epiogo da Nadia, hai presente?

8 ) Quindi c'è una totale incoerenza e punto di insensatezza, dianzi al quale possiamo solo riportare che

9) nel "docufilm" (bleargh!) intitolato "I regno dei sogni e della follia", vediamo l'assistente di Miyasan, nomignolo "Sankichi", chiedere al regista proprio di questo. Miyasan risponde non rispondendo, ovvero:

 

 

dunque:

10) Credo sia evidente che il regista ha semplicemente cambiato idea in corso di realizzazione. Ovvero, un film con un'alta dose di realismo emotivo, non a caso dapprima offerto in regia a Takahata, poi passato a Katabuchi Sunao, e in ultimo rivendicato d aMiyazaki stesso, finiva con questo punto di mesto realismo: l'infanzia finisce. Credo che Miyazaki "ci abbia provato" e poi "non ce l'abbia fatta", aggiungendo nell'epilogo dei titoli di coda tutte le cose sceme che ppiacevano a lui, un lieto fine da otaku per otaku, quindi il gatto è tornato da cartoon, tutti amici e amiche, l'otaku vola col trabiccolo, c'è persino la bimba cosplayer con le scarpette rosse. Amen.

PS) su tutto, la più bella immagine è per me quella di tu che guardi il film con i tuoi bambini, e poi ne parlate. Che posso dire? Che grazie a te, e a quelli come te, per me è valsa davvero la pena di fare tutto quello che ho sinora fatto, come l'ho fatto. :-)

Grazie della spiegazione. Davvero molto interessante. E grazie dei sempre graditi complimenti. Tutt'ora con due figli ormai cresciuti e piuttosto indipendenti, abbiamo mantenuto la tradizione del film della domenica sera che solitamente viene commentato (a volte anche durante la visione)...

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2 hours ago, Anonimo (*lui*) said:

(argh, gli spoiler! Qua c'è un tizio che di media recupera un Ghibli all'anno e ci vorrà un po' perché arrivi a Kiki! :sweatingbullets:)

(argh^2, gli OT!)

Porta pazienza, ma dopo 35 anni dall'uscita del film non pensavo di dover segnalare un allarme spoiler. In ogni caso scusami.

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5 hours ago, Shito said:

Sai che non lo sapevo, e che questo è molto interessante? Cose simili mi paiono esistere un tante culture diverse, tipo in Giappone prima "non manga, ma gekiga!" (questa l'ho studiata), poi "non manga eiga, ma anime!" (pure questa), e in America non comics, ma graphic novel! E poi da noi, a ruota, non fumetti, ma graphic novel! La mia sensazione è che capiti qui e lì che un certo mezzo espressivo, dapprima senza pretese e nominato per questo, generi autori con delle "pretese" (artistiche, intellettuali), e allora il nome di genere stia stretto agli autori di una nouvelle vague. Forse.

Infatti ogni volta che sento parlare "delle americanate' in film, mi e' subito evidente che la gente non sappia proprio di che sta parlando, perché una distinzione e pure con l'accetta l'hanno già fatta gli americani, e chi parla delle americanate quindi lo fa oltremodo con termini errati, quindi e' tutto meraviglioso

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2 minutes ago, Shito said:

è anche un po' la trita differenza tra "film d'autore" e "film commerciali", in fondo.

Ma il problema e' che la fanno specialmente loro, non gli altri.

Anche se comunque negli usa c'è da considerare che l'accezione economica non e' mai negativa

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