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I film dello Studio Ghibli


Roger

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Comunque, scherzi a parte, c'è chi dice di essere pronto a rippare e farsi l'edizione home video da sé :lolla:

Corsi e ricorsi storici, altri proclamavano edizioni piratozze di Goldrakkio usando i dvd colpiani e doppiaggi reperiti in rete. Questi soggetti sono fuori dal corso del tempo, oppure stanno digitando il loro livore direttamente dal 2008...

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47 minutes ago, Roger said:

guardando il trailer mi è sembrato che la definizione dell'immagine potrebbe essere migliore di quello che ricordavo. possibile che nel pacchetto ci siano alcune rimasterizzazioni?

Per le edizioni BR i vecchi Ghibli mi pare siano stati tutti rimasterizzati prima delle corrispondenti pubblicazioni in Italia della LR.

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21 minutes ago, No Compromise said:

Ma Netflix farà la stessa operazione di Evangelion? Ridoppierà per tutti i paesi, escludendo quindi quelli di Lucky Red?

Non si sa. Si sa che arriveranno in trache. E che se saranno doppiati, saranno in stile Netflix, come lo è stato Eva. Quindi fatto in fretta e furia 

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Ormai sembra quasi certo che per l'Italia si manterranno le edizioni Lucky Red: le anteprime dei film su Netflix compaiono, pare, a qualcuno con il doppiaggio "shitico", a qualcun'altro in giapponese con gli stessi sottotitoli dei DVD/BR. Purtroppo non posso controllare. Bisognerebbe vedere se anche in altre nazioni siano rimasti i doppiaggi ufficiali già realizzati, ove presenti.

P.S. Sul noto gruppo Facebook qualcuno ha preso sul serio la mia battuta sull'altro post...

 :pfff: Proprio vero che su questo forum si dicono anche m****iate, "eccomi!".

 

Modificato da Anonimo (*lui*)
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2 minutes ago, Anonimo (*lui*) said:

a qualcuno con il doppiaggio "shitico"

Contando che ormai si attribuiscono a Shito anche lavori dove lui non figura proprio, aspetterei l'uscita ufficila per fare un confronto vero tra bd e Netflix :giggle:

3 minutes ago, Anonimo (*lui*) said:

P.S. Sul noto gruppo Facebook qualcuno ha preso sul serio la mia battuta sull'altro post...

E' risaputo che dispensiamo verità assolute :°_°: 

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È davvero incredibile.

Capisco non conoscere la città (odierna) di Tosa, o la provincia (storica) di Tosa, ma il protagonista di chiama Morisaki Taku, come riportano tutte le credit list in tutte le lingue. Mi strabilia davvero la capacità di fondare castelli sul nulla.

Ah, per la cronaca: il film, tratto da un romanzo di Himuro Saeko e diretto da Mochizuki Tomomi (regista di Orange Road - Ano Hi ni Kaeritai e Maison Ikkoku Kanketsuhen - con cui si suole dire che questo formi la sua "trilogia romantica") tratta proprio del passaggio da adolescenza e giovinezza tra la città e la provincia. Il protagonista maschile e un ragazzotto di Kouchi, nello Shikoku, dove si trasferisce la protagonista femminile. Le differenze sociologiche (e di parlata!) trà Tokyo e Kouchi marcano molti momenti, con lei che sente tutti i campagnoli parlare come dei samurai in un "dramma storico", mentre lui sente lei parlare come una cretinetta infantile.

Il traduttore del film, tale Cristian Giorgi, potrebbe elaborare la cosa altrettanto, già che avemmo ad approfondire la questine più di un po', più di una volta. :-)

PS:

Per i più golosi, Kouchi è celebre per il "tonnetto striato".

 

Modificato da Shito
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13 hours ago, Den-chan said:

Mi dicono che su Facebook (che non uso e non userò mai), da un sub di Umi ga Kikoeru, pensano che "Tosa" sia il nome del protagonista, e che la protagonista

gli si rivolga in terza persona. E via a fare lezioni di lingua sulla cosa...:giggle:

Sì, credo abbiano portato lo stesso screen (e la stessa polemica) sotto alcuni trailer nella pagian di Netflix. Fortunatamente se la stanno cantando e suonando da soli stavolta.

12 hours ago, Shito said:

Capisco non conoscere la città (odierna) di Tosa, o la provincia (storica) di Tosa, ma il protagonista di chiama Morisaki Taku, come riportano tutte le credit list in tutte le lingue. Mi strabilia davvero la capacità di fondare castelli sul nulla.

Io mi sorprendo di come, tu, possa continuare a sorprendert  :giggle:

 

Modificato da Chocozell
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Be', poi dice pure "la parlata dei Tosa", se non mi sbaglio. Aveva più senso la constatazione sull'altro - e più ragionevole? - noto gruppo Facebook: dato che appunto Tosa è una città/regione, la battuta era straniante visto che era come se un italiano dicesse "la parlata dei Firenze / dei Toscana è strana".:dance:

(Forse in quel punto si voleva rendere una battuta o un modo di dire "gergale"? Mi ricorda vagamente l'assai paninaro "Arrivano i ciàina" :pazzia: - faccio esempi pessimi, lo so.)

P.S. Neppure io ho Facebook (o Instagram o Twitter), ma mi diverto a spulciare ogni tanto da non connesso alcune pagine, che a mia parziale discolpa non sono solo quelle anticannarsiche. o:)

Modificato da Anonimo (*lui*)
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Sbagli.

"La parlata di Tosa".

Si intende genericamente "della zona di Tosa", o della "provincia di Tosa" in senso anche storico (Tosa oggi esiste come la Città di Tosa), infatti rimanda all'uso che se ne fa nei drammi storici (jidai drama), dove spesso i samurai parlano con un'inflessione anticheggiante ma contadinotta, seria e drammatica, specie nell'immagine diffusa di un certo interprete/attore che popolarizzò proprio l'uso del dialetto di Kouchi come "palata di Tosa" - ora non ricordo il nome dell'attore. Ma è semplicemente come se una milanese andasse a vivere in Sicilia e dicesse a uncompagno di scuola locale "scusa se rido, è che la parlata di Palermo sembra proprio da tipico film sulla mafia..." - una cosa che il cinema ha proposto dai tempi de "Il Padrino", per intenderci. :-)

Un po' come in Shinko che ci si riferisce sempre alla "Provincia di Suou", altra provincia storica del Giappone, da cui tutta la storia della "magia millenaria" (nonché la biografia di Kiyohara no Nagiko, figlioletta di Kiyohara o Motosuke, poi Sei Shounagon). :-)

In realtà in tutto il film lei parla in modo "cittadino", ovvero un po' più frivolo e infantile di lui - dice sempre "chiacchierare" (shaberu) invece di parlare (hanasu), e abusa di diminutivi, tipo "mammina". Infatti a un certo punto lui sbotta dicendo che lei sembra una bambina delle scuole medie, proprio quando stava "chiacchierando" con il suo ex.ragazzo di città, che parla come lei, si capisce. Tutto questo valore linguistico è intessuto nella storia, nei personaggi, nei dialoghi. Se il tutto viene trattato fedelmente, i conti tornano. :-)

PS: consiglio a tutti di vedere il film, merita davvero. Si nota che il soggetto è femminile, con una riflessione sulla crescita, e una narrazione dei fatti, molto meno idealizzata e idealizzante della tipica visione maschile delle cose. La sofferenza di Rikako, e le incomprensioni di Taku, sono affrescate magistralmente - nelle differenze di mentalità maschile e femminile, provinciale e cittadina, serena e ferita.

Modificato da Shito
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12 minuti fa, Shito ha scritto:

Sbagli.

La parlata di Tosa.

Della "provincia di <tosa", lei si riferisce alla provincia storica, infatti rimanda ai drammi storici (jidai drama), dove spesso i samurai parlano con un'inflessione anticheggiante ma contadinotta, seria e drammatica, specie nell'immagine diffusa di un certo interprete/attore fhe popolarizzò proprio l'uso del dialetto di Kouchi come "palata di Tosa". :-)

Grazie! Non avrei avuto nulla da eccepire su "parlata di Tosa", ma sulla battuta continuo a sentire (ho riascoltato ora) "dei" abbastanza chiaramente.

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Perché lei sta ridacchiando, forse.

In ogni caso, è vero che quando "ci si mette in testa" un determinato intendimento di un suono, poi lo si sente sempre come ce lo si è messo in testa. E' una cosa che ha a che fare col percettivismo psico-acustico con cui ci si scontra spesso nel doppiaggio. Fai la prova di far sentire la stessa battuta a aun parente "vergine all'ascolto", in genere non c'è altra via. ;-)

Ovviamente vale sempre il discorso del tutto della scena: la scena è molto chiara, autoesplicativa. Fanno tutto un discorso proprio su quel fatto. Certo che decontestualizzando una singola frase da un testo, per farne uno one-liner per di più a scopo di dileggio tipo "meme", può far ridere ogni cosa. Ricordo qui il discorso di "battere sui cancelli" (parlando di un'orda di zombi), e io davvero non coglievo il punto di umorismo, ma anche "il frutto del seno tuo" (ok, in latino era "del ventre tuo") nella mente di un bimbo potrebbe evocare cose da ridarella, se slegato dal suo contesto, no?

Modificato da Shito
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Non hai niente di cui scusarti, è una cosa che capita sempre, anche in sala di doppiaggio, in sala mix. Sempre. Tipo il direttore sente in un modo, l'assistente  e l'attore dicono "macché", si riascolta e tutti restano con la propria percezione. :-)

l bello qui è che tu sei andato a controllare, e stiamo parlando di un caso reale, sul materiale reale. Così parlare è proprio bello, grazie a te! :-)

 

Modificato da Shito
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