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La fantascienza è solo distopica? (no, ma dico di si perchè sono mentalmente pigro e quando ho elaborato un concetto nell'infanzia non sono più in grado di cambiarlo)


Shito

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On 10/5/2020 at 10:58 PM, Shuji said:

Figurarsi in real life.

Credo che la vita reale avesse già mostrato la reale tendenza all'umano caporalato sui consimili già dai tempi della prima tratta dei negri.

La fantascienza, letteraria come poi audiovisiva, è sempre, sempre, sempre stata animata dagli idealismi infantili di autori molto sognatori. Persino quando facevano la fantascienza noir tra droghe e criminalità. La miseria umana, quella vera e quotidiana, è molto più banale. Come il male di cui la Harendt. Più orribile dell'orrore è la sua comune insignificanza.

Per citare una canzone a me cara: "Facciamo a pezzi i nostri figli, e quel che resta lo incartiamo in un foglio di giornale, prima o poi ci servirà. Amiamo l'uomo e il suo sapore, i signori e le signore, il loro eterno roteare come agnello nel kebab"
 

On 10/5/2020 at 11:15 PM, Shuji said:

porca vacca, non sentivo la parola 'Fontamara' da esattamente 33 anni.

Perché non sei abruzzese. Per passare da spiedone ad arrosticini.

Prima vengono i signori.
Poi i cani dei signori.
Poi niente.
Poi ancora niente.
E poi ci sono i cafoni. :-)

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(si lo so che e' OT ma mi girano. volendo si sposta)

Il bello e' che si tocca davvero la science fiction o come la si vuole chiamare.

Facciamo qualche nome di quelli che vanno oltre i soliti conosciuti....

Jayant Narlikar, astrofisico, lo si trova in riferimento alla teoria Hoyle-Narlikar; (anche) scrittore di fantascienza
Geoffrey A.Landis, ingegnere-ricercatore aerospaziale ("")
Gregory Benford, fisico ("")
Alaistar Reynols, astrofisico (""(
(etc)

Ma arriviamo poi ad esempi da 'manuale' quanto noti a nessuno, o quasi.

LEO SZILARD, fisico (costrui' insieme ad altri come Fermi il primo reattore nucleare, partecipante al progetto Manhattan, amico di Einstein etc etc) e anche solo dalla sua biografia (come per gli altri indicati ovviamente), leggiamo un aneddoto interessante. Szilard stesso dichiaro' che per il suo lavoro era stato anche 'ispirato' dal libro di H.G.Wells "The World Set Free" (in italia la liberazione del mondo). Szilard oltre a questo aneddoto e ai vari riconoscimenti ha scritto anche romanzi di fantascirnza.

Incidentalmente, e' stato anche uno insieme ad altri colleghi ad aver provato a fermare il lancio dell'atomica su Hiroshima e Nagasaki

 

Tra gli altri citabili....

FRED HOYLE, astronomo, fisico, matematico, (c'e' una sua statua a Cambridge presso il dipartimento di astronomia ("")    probabilemte e' noto per A come Andromeda.

Quello che voglio dire e' molto semplice.

IN NESSUN ALTRO GENERE LETTERARIO ESISTENTE, c'e' una tale forte e importante impronta anche e non solo di natura divulgativa operata proprio da scienziati, che hanno portato (specialmente a cavallo tra golden age e silver age) una importante opera di divulgazione scientifica, portando al grande pubblico elementi e studi che MAI sarebbero arrivati al grande pubblico.

Ovvio, ci sono anche i cazzari, come in ogni disciplina autentica e umana.

E' un genere che ha consegnato al mondo figure archetipe come quella dei 'ROBOT', che tutti sanno cosa sia ma concretamente nessuno ha mai visto, e la lista sarebbe molto lunga.

Per questo prima dicevo 'BALLE'

E come si e' potuto vedere non ho citato i soliti, Asimov, Clarke, Sagan, che gia' da soli, e molto conosciuti avrebbero dovuto portare a diversi consigli sul voler far passare il genere fantascientifico in certi modi.

E io non so NULLA del genere fantascientifico, rispetto a molti altri appassionati molto meglio informati di me; il MIO genere rimane sempre il fantasy

MA

 

non posso stare qui a leggere, ribadisco, BALLE. 

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Shuji, mi dispiace che io ti irriti. Me ne rammarico perché – chiaramente – non è affatto mia intenzione farlo.

Credo che le nostre visioni della vita, del mondo e di tutte le cose siano profondamente diverse. Probabilmente (e dico: probabilmente), tu hai una visione molto più ottimistica, direi forse positivistica, dell'umanità prima ancora che della finzione. Perché la quasi totalità delle persone, delle personalità e delle istituzioni che citi, direi squadernandomene i nomi dinanzi agli occhi quali fulgidi esempi di valida umanità, sono per me per l'appunto sordidi esempi di uomini con una mentalità infantile che correndo dietro ai loro idealismi (e talvolta trastulli) di bambini hanno richiamato e portato la più funesta sventura sulla nostra specie. L'energia dell'atomo era per me un Vaso di Pandora da non scoperchiarsi assolutamente. Vedi? Io ragiono più con i canoni della filosofia classica che della scienza applicata. E dico sul serio, quando parlo di medicina (e quando mi curo, e ho malattie croniche incurabili – da lustri e lustri) mi riferisco per lo più al pensiero di Ippocrate – sulla mia pelle – anche se so leggere, e leggo, e tendenzialmente capisco gli studi sperimentali su PubMed.

Però sono uno che non è mai riuscito a portare il suo sguardo a Hiroshima. Perché mi vergogno. Perché Fermi era italiano. E sì che il suo ciclotrone originale l'ho pure visto – all'ENEA di Frascati. Ma le mani rattrappite di madame Curie sono per me più significative. Credo abbiamo una visione molto diversa dell'umanesimo.

Ancora, scusa se il mio modo di pensare ti irrita. Davvero me ne scuso. È solo che le persone sono profondamente, profondamente diverse. Invecchiando l'ho infine compreso. Meglio tardi che mai, forse. Forse.

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5 hours ago, Shuji said:

Ripassa quando avrai argomenti.

Non preoccuparti, non intendevo convincere nessuno, meno che meno te. Mi pari adamantino, e non ci trovo nulla di male. Mi piaceva solo provare (e dico provare) a esprimere sinceramente un mio molto personale pensiero che affonda nella mia molto personale percezione delle cose. "Percezione" più ancora che "visione" delle cose. Alla fine si tratta sempre di un sentire, secondo me, quando un uomo pensa a come pensi un altro uomo. Sicuramente sono ancora molto infantile io prima di tutti, per fare di questi tentativi. Molto infantile e orribilmente viziato. E disgustosamente rancido, anche. Perché dopo ho riascoltato le manovre orchestrali al buio e ho versato qualche lacrimuccia. Ma non laveranno via il segno di quel bacio, che non sbiadirà mai.

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5 hours ago, Eymerich said:

@Shito: Ehi, comunque ci sono pure scrittori di fantascienza con una visione simile alla tua..

Ti ringrazio per avere letto il mio ennesimo sproloquio. Avendo approfondito Huxley, l'ho trovato prezioso, ma non lo chiamerei uno "scrittore di fantascienza", a dire il vero. La creazione di "vera fantascienza", ormai forse lo saprai, mi sembra sempre animata di un intento proiettivo, più o meno conscio, delle proprie "visioni", più o meno escapistiche. Un po' come il genere "fantasy" propriamente detto. È un discorso già fatto e ripetuto mille volte, ma il senso di "pseudosostanzializzazione" (reificazione?) di un travaso di libido (in senso lato) in una quasi-realtà proiettiva mi pare sempre latente, quando non palese.

Inerentemente al discorso della fanta-scienza e del bene della scienza, mi viene appunto sempre in mente questa frase:


The benefactors of humanity deserve due honour and commemoration. Let us build a Pantheon for professors. It should be located among the ruins of one of the gutted cities of Europe or Japan, and over the entrance to the ossuary I would inscribe, in letters six or seven feet high, the simple words: SACRED TO THE MEMORY OF THE WORLD'S EDUCATORS. SI MONUMENTUM REQUIRIS CIRCUMSPICE.


In ogni caso, ti prego di indicarmi gli autori o le opere che avevi in mente. Ora come ora penserei leggere Мы, ma per dare conto a Nabokov, prima di affrontare la letteratura russa dovrei visitare la Piazza Rossa almeno. In senso figurato su "almeno".

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16 hours ago, Anonimo (*lui*) said:

((Non vedo il legame fra nuovo titolo e contenuto, chi sta sostenendo che la fantascienza sia solo distopica? Mi sembra che la diatriba sia se prevalga la "visione infantile" o la "visione divulgativa/speculativa". O qualcuno è convinto che quella distopica sia l'unica "fantascienza matura"?))

Mi pare onestamente il minore dei problemi del titolo di un thread che pur essendo stato scorporato senz'altro con giusta e sensata ratio pure si presenta come del tutto canzonatorio, perché si legge come scritto dal (fittizio) topic starter [il sottoscritto], ma parendomi altresì il parto di un pur dichiarato travaso di nervosismo non starò a lamentarne l'acrimonia (che mi pare semmai infantile essa stessa nel suo modo espressivo).

Comunque concordo con te, il titolo non è neppure calzante sul contenuto della discussione. Io per uno non ritengo la "fantascienza distopica" come "la sola fantascienza", e neppure come particolarmente matura, dacché vedo il vittimismo un atteggiamento infantile quanto l'idilliaco positivismo, ma soprattutto ammetto di essermi un po' dato a studiare proprio sui natali del termine "distopico" in sé. Per dirne una, Huxley mai lo usò riferendosi al contenuto di BNW, lui parlando invece di un'utopia orribile. Non credo che il velato ossimoro contenuto in quell'espressione dell'autore sia reso dal termine poi commercialmente adottato e assai proficuamente venduto al pubblico. Infatti se ho ben capito il termine u-topia in sé non ha una connotazione positiva: è neutro, e intende semplicemente un "non luogo". Possono quindi esistere utopie splendide e orribili, che poi sono giudizi soggettivi (le persone in BNW sono felici, benché "happiness is never grand"). Che poi il termine utopia sia stato surretiziamente connotato di una intrinseca valenza idilliaca e positiva, per me è già una "malattia" della parola. un po' come è accaduto con la parola "zombie" e tante altre. Ma del resto io sono anche quello che ritiene che se non c'è metro non è poesia, perché poesia è forma di scrittura, non contenuto. E che l parola "poesia" è abusata e si è ammalata avendo sussunto il contenuto della conotazione (contenutistica) del lirismo. Ma no, direi che si può scrivere prosa lirica, e poesia d'ogni tipo - purché sia in versi con un metro. :-/

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11 ore fa, Shito ha scritto:

In ogni caso, ti prego di indicarmi gli autori o le opere che avevi in mente. Ora come ora penserei leggere Мы, ma per dare conto a Nabokov, prima di affrontare la letteratura russa dovrei visitare la Piazza Rossa almeno. In senso figurato su "almeno".

Mmh, temo però che gli autori e le opere che potrei indicarti tu non li definiresti "vera fantascienza", in base a ciò che hai sostenuto finora.

 

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Ti ringrazio per la riposta. :-)

Però in effetti io non ho affatto indicato una "vera fantascienza" e una "fantascienza finta". Forse, come mio solito, mi sono espresso male.

Quello che io ho cercato di esprimere è che, nella mia visione delle cose, il "genere" fantascienza nasce da un animo comunque idealista e in un certo qual modo infantile. Sia a livello creativo, sia a livello di apprezzamento fruitivo. Questo non ha nulla a che vedere con esprimere un giudizio ontologico (vera/falsa) e di valore (buona/brutta) sulla fantascienza quale "genere narrativo" nel suo totale, o su un'opera di fantascienza in particolare. :-)

Inerentemente a Huxley, o meglio alla sua più celebre opera, ho scritto che non riesco a considerarlo/sentirlo/percepirlo come un "narratore di fantascienza" perché ritengo che il suo disinteresse immaginifico nei confronti del "mondo futuribile" che pure dipinge nella sua opera sia totale. Soprattutto leggendo i suoi saggi, ma anche i suoi racconti giovanili (non ho ancora letto "La filosofia universale", se ben ricordo il titolo), mi pare davvero che per lui l'impianto di ambientazione futuristica/futuribile sia del tutto, del tutto strumentale alla riflessione psicosociologica umana.

Allo stesso modo, non riuscire a considerar "Micromega" di Voltaire un racconto di fantascienza, laddove i racconti di Verne invece assolutamente sì.

Torno quindi a chiederti di indicarmi i titoli che avevi in mente, grazie! :-)

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16 hours ago, Anonimo (*lui*) said:

((Non vedo il legame fra nuovo titolo e contenuto, chi sta sostenendo che la fantascienza sia solo distopica? Mi sembra che la diatriba sia se prevalga la "visione infantile" o la "visione divulgativa/speculativa". O qualcuno è convinto che quella distopica sia l'unica "fantascienza matura"?))

No, non c'entra incasellare la fantascienza con UNO degli argomenti di cui ANCHE tratta, e' il primo titolo venuto in mente per staccare i messaggi.
(e no, non l'ho fatto io)

Chi vuole suggerire, tra quelli che almeno piu' di due libri di fantascienza hanno letto nel concreto, altro titolo faccia pure.

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13 hours ago, Shito said:

Non preoccuparti

E chi si preoccupa, hai detto una falsita' in senso assoluto, asservita a quelli che sono dei meri gusti personali (quindi pure peggio), hai avuto una risposta concreta (almeno, la mia)

Se vuoi rigirarti su quello che ti piace o meno non c'e' problema (lo trovo nostalgico perche' e' come facevo anch'io i temi alle scuole medie), ma la 'culla' su cui farlo non e' il genere in questione.

Bye

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Scusa di nuovo, non intendevo neppure quel "non preoccuparti" in senso oppositivo, giuro. Ormai ogni volta che scrivo su un forum, o ovunque vi sia una comunicazione interpersonale "diretta", mi rendo sempre più conto di come toni e intenzioni di ogni pensiero possano venire, e spesso siano, fraintese. La cosa per me tragica/frustrante è che, per paradosso, più si articola un pensiero scritto più questo diventa fraintendibile, offrendo infiniti anfratti di lettura tendenziosa. :-(

Non ho capito quale falsità in senso assoluto io abbia detto, dato che quello che ho detto (che ho inteso dire?) era solo un "io la sento così", quindi non credo ci sia proprio nulla di velleitariamente assoluto. Ho solo espresso un mio personalissimo modo di percepire determinate cose. Non so su cosa mi stia "rigirando", semmai sto "rimuginando" sulle mie percezioni e concettualizzazioni delle cose, tutto qui. Se poi era una cosa che facevi tu alle scuole medie, beh, credo sia una cosa molto umana. Magari crescendo cambiano i modi e gli stili del pensiero, ma in ultima analisi credo che noi tutti (penso a quel tizio in Grecia antica che viveva in una botte) andiamo alla ricerca dell'Uomo per comprendere l'uomo che siamo noi stessi, non viceversa. :-)

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1 hour ago, Shuji said:

Chi vuole suggerire, tra quelli che almeno piu' di due libri di fantascienza hanno letto nel concreto, altro titolo faccia pure.

 

"La fantascienza è un genere di impronta intrinsecamente idealistica e infantile?"

Gli ultimi libri di SF che ho letto, non annoverando Orwell e Huxley, direi che sono l'Uomo Positronico e i racconti di Fredrick Brown (in raccolte varie). In assoluto ho letto soprattutto i classici proprio classici, dico Verne, ecc.

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  • ryoga featured e unfeatured this topic

Uhm, decisamente un pò poco per potersi fare un'idea anche solo approssimativa di un genere vasto (anche volendo considerare a parte quello utopico/distopico..) come la fantascienza.

A maggior motivo esiterei quindi a consigliarti di passare ad autori "atipici" come il seppur celeberrimo Philip K. Dick..

Modificato da Eymerich
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4 hours ago, Eymerich said:

Uhm, decisamente un pò poco per potersi fare un'idea anche solo approssimativa di un genere vasto (anche volendo considerare a parte quello utopico/distopico..) come la fantascienza.

A maggior motivo esiterei quindi a consigliarti di passare ad autori "atipici" come il seppur celeberrimo Philip K. Dick..

Di lui avevo letto un paio di libri in tempi più antichi. Lo trovo atipicamente interessante.

Ah, avevo letto qualcosa anche di Hubbard, e poi beh, non so se conti come SF, ma il libro di Mary Godwin Wollstonecraft l'ho letto e riletto più volte. Sono un lettore molto lento, quando leggo un libro lo evidenzio tipo materiale di studio, prendo note a margine, cose così  Non so leggere in altro modo. :-)

Edit: inerentemente al titolo, in infanzia ma neppure in adolescenza pensavo che la fantascienza fosse un genere infantile, anzi tutto il contrario. XD

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Personalmente non ho potuto fare a meno di pensare, avendo conosciuto i natali "puramente" narrativi di Hubbard, come la sua "narrativa" avesse tracimato l'ambito della finzione per assurgere a un altra e più religiosa sfera dopo che l'autore aveva approfondito – diciamo – un'ideale antipsichiatrico, ma potrei dire anche di Robert Leigh (Do yo love me?). In effetti pensando alla Dianetics mi viene in mente persino la psicanalisi transazionale di Eric Berne. Il tutto mi è tornato addosso leggendo la "fantascienza" di Huxley, e pensando alla sua idea di "filosofia universale". Invece poi Hubbard è rimasto legato ai suoi natali più da autore di finzione, e con la narrativa di Xemu pare veleggiare verso la spalla di Orione, ma neppure a livello di J. P. Hogan o Biglino, più la versione brutta e povera del ciclo della fondazione o di quello della strumentalità dell'umanità (fraternity), mi sa. :-/

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A me in genere non interessa cio' che sta attorno ad un autore, ma e' palese che Hubbard sia 'ingombrante' come figura in se' come poi si e' 'ritagliato'.

Comunque poi non basta per averlo come rappresentante precipuo di un genere; ad esempio parlando di narratori 'puri' e non di figure divulgative, A.E van Vogt, pur con vari limiti, e' comunque di gran spanne superiore ad Hubbard

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