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How Do You Live?/Kimi-tachi wa Dō Ikiru ka/The Boy and the Heron


Roger

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Film visto, senza aver letto commenti critici a parte questa discussione e pochi giudizi vaghi. Segue commento disordinato e banale, ma che come mio solito ha richiesto troppo tempo...

Devo dire che mi ha incuriosito e mi è sembrata un'opera discretamente ambiziosa, o perlomeno una in cui Miyazaki tenta di "rilanciare al rialzo": più o meno quello che ci si aspetta (o perlomeno, che ci aspettiamo noi con a disposizione qualche anticipazione aggiuntiva rispetto a un disegno a pastelli zoomato) ma più rimandi, più simboli ecc. Mi viene da domandarmi se Miyazaki si fosse aspettato di scatenare qualche dibattito interpretativo di grande portata o se consideri Il ragazzo e l'airone più o meno di pari "difficoltà" per il pubblico* rispetto a, per dire, La città incantata... o a Mononoke (che non ho ancora visto al pari di Laputa e qualcos'altro); o se sia tutta una questione di mie percezioni falsate.

(* giapponese, diciamo; comunque un pubblico che conosce discretamente le opere di Miyazaki ma non ne è un "otaku" sfegatato.)

Il possibile paragone con Adrian che è emerso in precedenza probabilmente non è così insensato, alla fine, anche se chiaramente queste due grandi opere dell'ingegno umano si distinguono per il diverso stile espressivo di Celentano e di Miyazaki. Diciamo che io tendo a "nobilitare" Adrian appunto in quanto opera dalle grandi ambizioni comunicative e autocelebrative allo stesso tempo, e quindi questa caratteristica non è un problema. :thumbsup:

A livello tecnico chiaramente non saprei dire come siano intercalate le scene, ma non mi sono sembrate fastidiose. Potrei dire che si vedevano differenze di "mani" in animazione tra una scena e l'altra, ma è una banalità ancora maggiore della mia media.

 

(Doppiaggio: confermo la mia impressione di quando guardavo il trailer che ogni tanto, soprattutto all'inizio, emerga qualche cadenza degli interpreti; aiuta il fatto che le scene presenti nel trailer sembrano avere in parte lo stesso doppiaggio. Sarò io che ho una visione antidiluviana dell'"impostazione" vocale, che impiego un po' ad adattarmi alle voci... va be'. Nell'adattamento forse c'era qualche minuscola "rigidità", di nuovo quasi tutte nella prima parte ma nulla di che.)

Edit:

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c'è stata una battuta abbastanza legnosa che in aggiunta mi ha dato da pensare un momento, come se il "come dovevano" fosse un "come dovevamo" letto erroneamente... ma non ricordo più in quale scena! :muro:

 

(Visto in sala discretamente affollata di bambini e giovani e adulti che commentavano durante la proiezione e nell'intervallo ognuno a suo modo, fra le cui affermazioni si segnalano un "ci sono sotto le linee temporali o qualcosa del genere!"

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che spiegava le corrispondenze tra persone dei vari mondi prima che ci arrivasse il film

, un "mi sembrava di aver capito qualcosa poi ho sentito

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"[Mahito] significa "sincero"! In effetti hai un odore di morte" [non così ma all'incirca]

... ah, ok, non ho capito niente" e un bel po' di espressioni di stupore.)

Edited by Anonimo (*lui*)
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(A parte tutto, per cronaca, ho cominciato a notare un po' di opinioni negative sul film anche in altri lidi: alcune rispondono alla tristissima categoria "guardatemi, ho il coraggio di usare il termine "cazzata"/"cagata" mentre voi no! quindi sicuramente voi siete schiavi del conformismo informativo, mentre io sono come l'eroico Fantozzi al cineforum che parla come mangia!", altre rispettano la differenza di opinioni sul soggetto. Ammetto che all'inizio mi era sembrato che le critiche negative fossero quasi esclusive di questo luogo, ma fortunatamente ci sono ancora i dibattiti.

Mi accorgo anche che non avevo fatto abbastanza attenzione alle "parentesi aperte ma non chiuse in sceneggiatura".)

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Io faccio sta roba da circa trent'anni, e il mio punto di vista e' sempre sull'opera in sé, non sull'autore e né tantomeno sul suo "cursus honorum'

Come valutazioni in sé ho preso decenni fa un unica cantonata terrificante che e' stato il NeXT di Steve Jobs, ci avrei puntato la qualunque.

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2 hours ago, Shuji said:

il mio punto di vista e' sempre sull'opera in sé, non sull'autore e né tantomeno sul suo "cursus honorum'

Questo è sempre, sempre, sempre giusto.

Questo è bello.

Le comprensioni di dati "collaterali" possono essere un di più di "materiale ermeneutico" alla comprensione di un'opera, ma se un'opera fallisce nel rendersi comprensibile in quanto tale, è un obiettivo fallimento comunicativo.

Come dire, per estremo, che se un quadro – opera grafica – ha bisogno di un titolo – elemento linguistico – per essere inteso, è un fallimento artistico.

Estremi a parte, caro Shuji, sono certo che tu meglio di altri sai che il mestiere del critico, di professione o per diletto, è più spesso che no l'esercizio d'ostentazione di un narcisismo malcelato del critico stesso, invero cartina al tornasole delle sue insicurezze e frustrazioni.

Storia vecchia quanto il mondo. Il mondo umano, dico.

Ieri parlavo di storia dell'arte in un luogo consono, parlavamo di Donatello, Michelangelo e Jean de Boulogne e Bernini figlio, si dicevano tante cose intelligenti quanto ovvie, e altre secondo me meno sensate – come delle sensatissime analisi di valore storico dell'uno o dell'altro autore. Dopo un po', mi sono sentito di dire: "sì, ma alla fine stare noi qui dopo cinque secoli a dire chi sia stato più importante e chi meno nella storia dell'arte letta da noi fuori dai tempi di ciascuno è puro onanismo che si può fare solo per darsi un tono nell'incapacità di fare noi stessi arte reale."

È seguito un lungo silenzio. Di tutti.

Edited by Shito
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Shuji: fortunatamente io prendo cantonate su qualunque cosa (a parte, di solito e altrettanto fortunatamente, sul significato del lessico)... Ovviamente concordo in generale; nel caso specifico, mi è venuto da pensare soprattutto a La città incantata / La sparizione di Chihiro e Sen (mi viene più naturale il titolo italiano per deformazione wikipediana) perché l'ho visto per la prima volta seriamente abbastanza di recente.

Di sicuro c'è almeno qualcuno che ha visto Il ragazzo e l'airone con poche o nessuna conoscenza pregressa, e magari lo userà come tara sul resto della produzione di Miyazaki. Come io e tanti altri abbiamo scoperto Celentano con Adrian. :thumbsup:

(Shito: l'importante è ricordarsi che tali affermazioni si fanno soltanto alla fine delle discussioni e quando tutti/e si stanno già ripetendo da un po' :thumbsup:)

Edited by Anonimo (*lui*)
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Io faccio solo una domanda, dato che sento di livelli e piani di lettura, di surrealismo, di capolavori

 

Questo allora cos'è?

Neanche in Millennium Actress ci sono spiegazioni didascaliche, ma tutto e' sempre comprensibile e vengono date delle coordinate precise per i tempi trattati

Questo e' appunto un universo narrativo totalmente autonomo che però permette l'approfondimento.

Questo mi piace, che per capire un'opera invece ci sia bisogno del libretto lirico o dell'introduzione della stessa sul palco, no, il cinema non e' questo.

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33 minuti fa, Shuji ha scritto:

Questo mi piace, che per capire un'opera invece ci sia bisogno del libretto lirico o dell'introduzione della stessa sul palco, no, il cinema non e' questo.

Ma poi, a parte questa cosa verissima che dici, se anche fosse stato presente un libretto introduttivo all'opera, sarebbe cambiato qualcosa?

Se una cosa fa schifo, fa schifo.

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Non ho visto Millennium Actress, e da come lo descrivi sarà preferibile da un punto di vista comunicativo, mentre il fattore "evocativo" probabilmente è più personale.

(Se si parla di surrealismo mi viene da fare una battuta un po' assurda e adatta all'una di notte in cui la scrivo: film surrealista è uno adatto a essere visto in sala quando si è in leggero dormiveglia, rannicchiati/e sulla poltrona in posizione fetale, possibilmente dopo aver tolto le scarpe e essersi dotati/e di coperta se fa freddo. >_< Per curiosità, a voi è capitato di vedere qualcuno/a (più verosimilmente qualcuna) in questa posizione in sala? A me sì, e non solo in questa occasione. Probabilmente Il ragazzo e l'airone, grazie appunto al suo valore surrealista, si presta particolarmente allo scopo. Di sicuro quando ripenserete a un film che avete guardato in questo modo, vi sembrerà più facilmente un capolavoro :grin:)

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Io continuo a pensare solo e sempre a Una notte sulla ferrovia galattica.

Voglio dire, è davvero come se Miyazaki si senta Giovanni [Enrico Bottini] e veda in Takahata l'eccellente Campanella [De Rossi] del caso.

Ma anche solo leggendo semplicemente questo incipit (ufficiale, poi ripreso nel pressbook):

“Un giovane ragazzo di nome Mahito,
desideroso di ritrovare sua madre,
si avventura in un mondo coabitato dai vivi e dai morti.

In quel luogo la morte giunge al termine
e la vita trova un nuovo inizio.

Una fantasia semi-autobiografica
sulla vita, la morte e la creazione,
in omaggio all’amicizia,
dalla mente di Hayao Miyazaki”.

Ricordo a tutti che Miyazawa Kenji scrisse Ginga Tetsuou no Yoru nel tentativo di ritrovare in sé la presenza della sorellina morta. Ginga Tetsuou no Yoru è semplicemente un viaggio mentale di tipo escatologico verso un mondo oltreterreno cristiano, che il protagonista compie da turista - non è morto. Durante questo viaggio in treno, il protagonista è in coppia nello scompartimento col suo amico eccellente Campanella, che è morto per salvare il poco di buono della scuola Zanelli [Franti] - e in quello scompartimento si avvicendano varie  "comparse", tutte anime di morti, tra cui un cacciatore di aironi - per la cronaca.

Se state pensando all scena in treno di Chihiro state pensando giusto, anche - la cosa ai tempi venne dichiarata. E pare proprio (santo Okda Toshio), che dapprima Haku volesse intendersi non come lo spirito del fiume dal quale la bimba Chihiro era stata tratta in salvo, ma come lo spirito di un suo defunto fratello morto per salvarla dall'annegamento in quel fiume. Intuizione non mia, ma di Okada Toshio. Cosa di documentati indizi, ma non confermata.

Tutti spunti per voi. :-)

Ma io continuo a "sentire" come se con questo film Miyazaki Hayao abbia voluto "confessarsi" con l'amico di una vita, esprimendo tutte quelle cose che forse non era mai riuscito a dirgli con totale onestà.

Ah, alla conferenza su Kaguya, rompevano le scatole a Takahata sull'annunciato, ennesimo ritiro del collega più giovane dopo Si alza il vento.

Takahata glissava, infastidito, ma disse anche "beh, conoscendolo bene, vi dico che potrebbe anche ripensarci".

Infatti.

Edited by Shito
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22 hours ago, Armandino-san said:

Ma poi, a parte questa cosa verissima che dici, se anche fosse stato presente un libretto introduttivo all'opera, sarebbe cambiato qualcosa?

No.

Infatti mi ripromettevo di specificare sta cosa che mi ero reso conto si poteva equivocare.

I riferimenti di natura esogena, servono non a capire il film,ma ad avere più chiari i riferimenti stessi del film; in quanto non c'è una vera struttura, molte scene poi sono lì a se stanti, appunto.

Ma almeno,non prendi tutto quanto come allegoria di qualcosa e un film non te lo fai in testa

Specifico ancora meglio 

Tra le citazioni effettive ce n'è una da Dante, nella forma di una scritta su di un arco.

Ha concretamente qualche valore, aggiunge qualcosa alla comprensione o a un film in sé?

No, non qualifica niente di per sé anche perché la famosa torre o gran parte di talune abitazioni sono già palesemente di richiamo occidentale.

Quel dettaglio non aggiunge qualcosa di concreto. E' una curiosità.

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21 hours ago, Anonimo (*lui*) said:

Non ho visto Millennium Actress, e da come lo descrivi sarà preferibile da un punto di vista comunicativo, mentre il fattore "evocativo" probabilmente è più personale.

Non ho capito.

Cmq, sappi che in MA ci sono anche interazioni della protagonista tra diversi livelli anche temporali, così come diverse scene sono esplosi di fotografie e illustrazioni, tendenzialmente ukiyoe

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11 hours ago, Shito said:

Se state pensando all scena in treno di Chihiro

La cosa interessante e' che hai fatto il viaggio da una direzione diversa e sei comunque arrivato in stazione.

Difatti, la cosa irritante di sto film e' l'elevato tasso di autoreferenzialità, che porta ad avere a schermo un insieme di vari tipi di autocitazioni.

Volendo lo si può intendere come uno stream of consciousness di un adulto che ha vari ricordi e poi si trova dinanzi al presente 

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33 minuti fa, Shuji ha scritto:

Non ho capito.

Cmq, sappi che in MA ci sono anche interazioni della protagonista tra diversi livelli anche temporali, così come diverse scene sono esplosi di fotografie e illustrazioni, tendenzialmente ukiyoe

Interessante. Volevo solo dire che una rappresentazione simbolica/allegorica può risultare più o meno coinvolgente e stimolare a più o meno riflessioni (anche al di là dall'intento del film stesso, magari) a seconda del vissuto personale; il che è un piano diverso dalla capacità di trasmettere efficacemente l'interpretazione che intendeva chi scrive e dirige. Ovviamente il primo piano corrisponde a "farsi film in testa" e importa meno, però magari a qualcuno può piacere un film perché particolarmente congeniale alla sua fantasia.

 

A parte, visto che hai citato la scritta dantesca: ho letto di qualcuno che a partire da quella andava in cerca di altra simbologia cattolica, e vedeva ad esempio nei pellicani l'immagine di sacrificio. Se ciò fosse vero, si potrebbe dire che la scritta non sia accessoria ma serva a rimandare al contesto di riferimento...? Ci sono mai stati rimandi cristiani del genere nelle opere di Miyazaki, visto che non ricordo di aver letto nulla a proposito in passato?

Edited by Anonimo (*lui*)
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34 minutes ago, Anonimo (*lui*) said:

parte, visto che hai citato la scritta dantesca: ho letto di qualcuno che a partire da quella andava in cerca di altra simbologia cattolica, e vedeva ad esempio nei pellicani l'immagine di sacrificio. Se ciò fosse vero

Non lo e'.

Oltretutto e' un modo di ragionare, come diceva la mia prof di filosofia, come quello delle comari tra le palazzine che non fanno altro che continue e slegate semplici associazioni di idee, saltando continuamente di palo in frasca.

Non puoi vedere una intera struttura derivativa mettendo insieme due elementi a caso 

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9 hours ago, Anonimo (*lui*) said:

A parte, visto che hai citato la scritta dantesca: ho letto di qualcuno che a partire da quella andava in cerca di altra simbologia cattolica, e vedeva ad esempio nei pellicani l'immagine di sacrificio. Se ciò fosse vero, si potrebbe dire che la scritta non sia accessoria ma serva a rimandare al contesto di riferimento...? Ci sono mai stati rimandi cristiani del genere nelle opere di Miyazaki, visto che non ricordo di aver letto nulla a proposito in passato?

Capita a volte che in un autore come Miyazaki Hayao certe influenze arrivino di riflesso.

Per esempio, in primis, una certa influenza junghiana arrivata tramite l'opera di Ursula K. LeGuin. Qui sto citando ignoranze e riferimenti esplicitamente dichiarati dall'autore in persona.

Oppure, altre cose della cultura narrativa scandinava che M. ha conosciuto tramite cose come i Moomin o l'opera di Astrid Lindgren,

Cose conosciute tramite le storie di Nakagawa Rieko.

Ai tempi di Sen to Chihiro, ripeto, M. era molto influenzato da Ginga Tetsudou no Yoru di Kenji, che è piena zeppa di tensione cristiana.

Ai tempi di Ponyo stava leggendo tutto Natsume Souseki, e ascoltava Wagner.

Poi visitò la Tate Britain, e si innamorò della Ophelia di Millais. Da cui Gran Mammare, e poi anche il "giardino segreto" di Shou in Karigurashi no Arrietty: ho chiesto personalmente de visu al regista Yonebayashi Hiromasa se la disposizione dei fiorellini riprendesse il simbolismo che i preraffaeliti ripresero dal primo rinascimento, Botticelli su tutti, e lui mi disse che sì, "era stato lui stesso a occuparsi di Gran Mammare, e aveva avuto quel materiale di riferimento da M.".

Oh, per dire, in Si alza il vento il protagonista Horikoshi Jirou si mette a recitare (per intero) una poesia di Christina Georgina Rossetti, sorella minore di dante Gabriel Rossetti, fondatore della Confraternita dei Preraffaeliti: "Chi ha visto il vento?" Non è che Miyazaki Hayao fosse un fervente appassionato dei Preraffaeliti. Se ne sarà incuriosito. Il fanatico sono io, perché sono di Vasto, patria di Gabriele Rossetti, esule a Londra e padre di Dante Gabriel, Christina Georgina e William Michael, Maria Francesca (in ordine sparso). Il loro fotografo ufficiale era un certo Charles Ludwing Dogson, al secolo Lewis Carroll. Sì, lui. Ho visto le sue fotografie chimiche (pose da minuti!) qui al mio paese a casa Pietrocola, cugini dei Rossetti. Teodorico Pietrocola fece la prima traduzione in italiano di Alice's Adventure in Wonderland, e fa sorridere, perché lui era abruzzese come me, ma il suo italiano è ancora molto toscano-fiorentino, usa termini come "grullina" per "silly", tipo. Ah, la moglie di Gabriele Rossetti, a Londra, era Frances Polidori. Figlia del fiorentino Giovanni Polidori e sorella di John William Polidori, medico privato di Lord Byron - che a Villa Diodati, sul Lago di Ginevra, scrisse per noia "The Vampire", primo romanzo gotico sui vampiri (sì, prima di quello di Bram Stoker), mentre l'allora ancora amante di Percy Shelley, ovvero Mary ancora Woolstonecraft, scrisse il suo Frankestein, o il moderno Prometeo. Tutto vero. Dal terrazzino della Keats-Shelley House a Roma si gode una vista speciale su Trinità dei Monti, e da lì ho capito perché Bernini senior abbia fatto la fontana a piè di scalinata proprio come una barca. Però a Casa Guidi, Firenze, dove si rifugiarono Elizabeth Barrett e suo marito Robert Browning (sì, quello di Pippa, Anne e poi Eva) devo ancora riuscire ad entrare.

Ah, vicino alla casa dell'autore di Ode a un'urna greca c'è la casa museo di De Chirico. Sincronie.

Ovvero:

9 hours ago, Shuji said:

Oltretutto e' un modo di ragionare, come diceva la mia prof di filosofia, come quello delle comari tra le palazzine che non fanno altro che continue e slegate semplici associazioni di idee, saltando continuamente di palo in frasca.

Non puoi vedere una intera struttura derivativa mettendo insieme due elementi a caso 

Disgraziatamente, un modo di pensare molto in voga in un società dalla comunicazione sempre più frammentaria, che ai miei occhi e soprattutto alla mia mente allevata al ragionamento giuridico mi pare a livello di uno sketch di Zuzzurro & Gaspare. Non è un complimento.

 

Edited by Shito
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Ottimo: quindi il singolo simbolo potrebbe esserci davvero ma non essere significativo di per sé. Potrei aver capito meglio il commento di Shuji sui riferimenti esogeni, anche se la scritta probabilmente specifica meglio anche i riferimenti al paradiso/inferno oltre che quelli architettonici.

Edited by Anonimo (*lui*)
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11 ore fa, Shito ha scritto:

Però a Casa Guidi, Firenze, dove si rifugiarono Elizabeth Barrett e suo marito Robert Browning (sì, quello di Pippa, Anne e poi Eva) devo ancora riuscire ad entrare.

E già che ci sei potresti andare a vedere pure il Cimitero degli inglesi dove è sepolta Elizabeth Barrett, al quale è ispirato L'isola dei morti di Böcklin, dipinto a cui si richiama una scena del film di Miyazaki nonchè la locandina italiana stessa (parlando sempre di sincronie..).

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Non mancherò!

Alla mia ultima puntata fiorentina ho scoperto Villa Bardini, perché da Montecassino seguivo le tracce di Pietro Annigoni (dopo Pietro Canonica a Roma), e mi sono innamorato del giardino della stessa.

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1 ora fa, Shito ha scritto:

Intendi La bergère et le ramoneur? ;D

Quello che (almeno l'ultima volta che avevo controllato) da quando esiste Le Roi et l'Oiseau gli autori si rifiutano di distribuire perché "è incompleto" e quindi è irreperibile a qualità decente a chiunque sia più giovane di Miyazaki e Takahata? :grin: (salvo forse che ai soliti collezionisti esclusivisti che avranno un 35mm a degradarsi sullo scaffale...)

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