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Il Castello Errante del Frusciante ^__^


Arlec

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A proposito delle tecniche di disegno e animazione utilizzate dallo studio Ghibli nei film di Miyazaki a partire dal nuovo millennio, ho trovato un interessante articolo sul sito italiano dello studio Ghibli. Il riferimento è alla Città Incantata, ma penso che la tecnica utilizzata per la realizzazione de "Il ragazzo e l'airone" a grandi linee sia rimasta la stessa (correggetemi se sbaglio). Riporto per intero il testo dell'articolo, tanto è abbastanza breve.

 

LA CITTÀ INCANTATA, TRA ANALOGICO E DIGITALE

 

Per La città incantata, la Ghibli Studio ha utilizzato la stessa tecnica digitale già impiegata per il lungometraggio precedente, My Neighbours the Yamadas di Isao Takahata. Alla Ghibli però, a differenza della Pixar, non si lavora solo ed esclusivamente al computer. Tutti i disegni, i protagonisti e le ambientazioni, sono prima realizzati a mano e poi vengono scannerizzati e tradotti in formato digitale. Soltanto le rifiniture, l'animazione e la scelta dei colori finali vengono generati dal computer.


La Ghibli ha creato la posizione di “Direttore delle immagini digitali” e ha assunto Okui Atsushi per ricoprirla. Okui traduce in forma digitale il lavoro fornito da ogni singolo dipartimento, aggiungendo poi i movimenti della macchina da presa e gli effetti speciali.


“La digitalizzazione dei disegni ha cambiato totalmente la nostra maniera di lavorare” commenta Okui Atsushi. “Quando lavoravamo con la celluloide, era difficile aggiungere gli effetti all'immagine, soprattutto quando ce n'erano tanti. Grazie alla tecnica digitale, possiamo modificare i disegni originali senza alcun problema. Qualunque errore può essere facilmente cancellato. La fase essenziale del procedimento è la scannerizzazione dei bozzetti. Il nostro obiettivo è creare una pellicola facendo una sintesi delle immagini, migliorando la qualità dell'animazione e cercando di armonizzare al meglio le immagini disegnate a mano e la grafica generata dal computer. La tecnica da noi utilizzata si è rivelata particolarmente efficace in termini di regolazione della luminosità di un'inquadratura o quando si tratta di produrre un effetto dinamico isolando il movimento del personaggio. Il nostro obiettivo non è far scomparire il disegno a mano perché ha una qualità unica che vogliamo assolutamente mantenere; è per questo che utilizziamo tutti gli strumenti dei quali disponiamo per sottolinearne la ricchezza visiva”.


Infatti, solo poche inquadrature e gli effetti speciali vengono elaborati al computer. L'idea di Hayao Miyazaki è prendere gli aspetti migliori del connubio tra tecniche moderne e metodi tradizionali. Per esempio, il fumo e la foschia, inizialmente dipinti in modo analogico, sono stati migliorati al computer mentre la statua di pietra dell'uomo (che rappresenta il Dio dei viaggiatori) che si vede all'inizio del film è stata concepita interamente in 3D. La maggior parte delle scene acquatiche, (soprattutto quelle ambientate alle terme) e la scena dell'apertura della porta a casa di Zeniba sono state realizzate interamente con la tecnica digitale”.


“Personalmente, ritengo che sia necessario suddividere il lavoro per ottenere un'immagine di qualità”, riflette Atsushi Okui. “Tuttavia, lavorando in questo modo sorgono molti problemi di uniformità, soprattutto per quanto riguarda i colori. Potrebbe sembrare una cosa banale, ma quando si tratta di regolare il monitor di un computer, i colori possono cambiare. Immaginate la complessità della situazione quando si lavora simultaneamente su dozzine di schermi che hanno tutti delle regolazioni leggermente diverse”.


Per superare questa difficoltà, Atsushi Okui ha messo a punto un “sistema per la gestione del colore” che verifica automaticamente la quantità di colori modificati dal computer. “Nei primi film prodotti dalla nostra società, la fase dell'integrazione degli effetti speciali consisteva semplicemente in un ciclo di ritocchi finali. La tecnica digitale ha portato con sé una nuova fase creativa che è molto più stimolante. Sono fermamente convinto che con La città incantata, la Ghibli Studio e forse un piccolo settore dell'industria dell'animazione, siano entrati in una nuova era”.

(https://www.studioghibli.it/la-citta-incantata-tra-analogico-e-digitale/)

 

Edited by Arlec
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Guarda, senza star a citare articoli,basta che fai una cosa

Sullo schermo capisci immediatamente l'azione o cosa si muove tale da restare nel quadro dello schermo, basta anche qualcosa che faccia un movimento comunque ampio

Fissa lo sguardo in un punto di quel movimento, in modo da avere il meno possibile sulla coda dell'occhio

E osserva la figura che si muove.

Riconosci dopo qualche istante la fluidità senza esitazione di un qualcosa perfettamente riportato da inizio a fine movimento, che viene solo reso con qualche scatto soltanto perche vengono tolti o duplicati fotogrammi, ma che in presenza dei quali sarebbe perfettamente fluido.

Guarda poi se l'impressione e' quella di una struttura intera solida come di un oggetto 3d che ruota o si trasla.

Questo unito alla costante perfezione di linee sottili come di campiture colore.

Un risultato di questo tipo non lo otteneva manco la Disney dei tempi d'oro che andava di rotoscoping direttamente su pellicola.

Tornando all'articolo, appunto una cosa sono i keyframe (mi punge il culo scriverlo in giapponese) altra sono gli in between, gli intercalari.

Quindi si possono fare bellissimi quadri, riportare i personaggi o gli elementi con varie chiavi di proiezione sullo schermo e usare la vettorializzazione relativa per spostarli o meno sul campo visivo.

Non e' appunto 3d, na cgi applicata all'animazione.

Oppure guarda sui titoli di coda se ci sono schiere di schiavi tra Corea e Taiwan/Taipei che cagano intercalari come se non ci fosse un domani.

Con tutto che del resto sicuramente ce ne saranno.

 

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40 minuti fa, Shuji ha scritto:

Riconosci dopo qualche istante la fluidità senza esitazione di un qualcosa perfettamente riportato da inizio a fine movimento, che viene solo reso con qualche scatto soltanto perche vengono tolti o duplicati fotogrammi, ma che in presenza dei quali sarebbe perfettamente fluido.

Ma questo effetto si potrebbe ottenere solo con un oggetto in 3d, cosa che tu stesso neghi più avanti, parlando non di 3d, ma di "cgi applicata all'animazione".

Io comunque ho appena rivisto il trailer al rallentatore e, nelle scene di movimento senza troppi effetti speciali, l'animazione mi sembra fatta con intercalari tradizionali, ovvero realizzati manualmente. Si vede la differenza fra un fotogramma e l'altro, si vede che sono disegni diversi e non una roba perfettamente fluida come dicevi tu. Ovviamente, dovrei osservarlo ancora meglio per esserne sicuro, ma l'impressione è di essere di fronte ad una animazione tradizionale, per quanto sicuramente arricchita con mille tecnologie digitali.

D'altra parte, da quanto ho capito, questo dovrebbe essere il film più costoso nella storia dell'animazione giapponese... ci mancherebbe pure che non sembrasse fluido fino all'inverosimile.

 

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Io ho visto vettori in azione. In caso non lo sapessi, anche solo i vari manga studio, clip non so cosa come si chiama, ha all'interno un ambiente 3d con un manichino e camera per le prospettive, lo spessore uniforme di alcuni manga recenti se non tutti, e' dato dal fatto che ritracciando tali figure manichini nelle posizioni impostate non si applichi variazioni del pennino a schermo, sia per non volerlo fare che per l'immediatezza del risultato a schermo.

Ci tracci su, ruoti il manichino, tracci  così via.

O come pensi disegni Yusuke Murata?

E sto parlando di semplici software di disegno, non di animazione. Sinpò usare anche lo spazio 3d per prospettive e visuali di camera, non c'è nulla di escluso.

Fatto sta che tutta la serie di linee che puoi tracciare in questo modo sulla base della rotazione di gradi in un oggetto 3d non la ottieni neanche facendo rotoscopia su una sequenza video reale.

CGI implica tutta una serie di strumenti in computer graphic tra i quali i vettori 3d, mica ci sono esclusioni.

Poi c'e tutta la roba in cell shading, ma e' altra roba ancora. Ma sempre cgi

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15 minuti fa, Shuji ha scritto:

Io ho visto vettori in azione. In caso non lo sapessi, anche solo i vari manga studio, clip non so cosa come si chiama, ha all'interno un ambiente 3d con un manichino e camera per le prospettive, lo spessore uniforme di alcuni manga recenti se non tutti, e' dato dal fatto che ritracciando tali figure manichini nelle posizioni impostate non si applichi variazioni del pennino a schermo, sia per non volerlo fare che per l'immediatezza del risultato a schermo.

Ci tracci su, ruoti il manichino, tracci  così via.

Fico, mi piacerebbe vederlo in azione un programma del genere; ti ricordi come si chiama?

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DARIO MOCCIA SU "IL RAGAZZO E L'AIRONE".

E' appena uscito un video di Dario Moccia (che piazzo qui perché è amico del Frusciante e per non disseminare di video il forum)

che risponde alle critiche, a mio parere ridicole, che una parte del pubblico ha rivolto all'ultimo film di Miyazaki,

accusandolo di essere eccessivamente ermetico, autoreferenziale, ecc. ecc.

 

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E' un vecchio gioco tra chi fa correzione di bozze e scopre sconsolatamente che sono pochi quelli che li distinguono, e dove lui parla di complesso in realtà ci sta complicato. Proprio perché lui stesso non tratteggia una struttura.

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1 ora fa, Shuji ha scritto:

E' un vecchio gioco tra chi fa correzione di bozze e scopre sconsolatamente che sono pochi quelli che li distinguono, e dove lui parla di complesso in realtà ci sta complicato. Proprio perché lui stesso non tratteggia una struttura.

 

Ho trovato questa definizione sul sito di un medico nutrizionista.

«L'essere umano è un sistema COMPLESSO e non COMPLICATO.

Quando qualcosa è COMPLICATO si può arrivare ad una soluzione attraverso una logica, uno schema, un algoritmo, come può essere ad esempio la costruzione di un razzo spaziale. Vale a dire che ad un input corrisponde un output, ossia ci si aspetta che per un dato stimolo si abbia una determinata risposta calcolabile e/o prevedibile, quindi LINEARE.

La COMPLESSITA' dell'essere umano invece è qualcosa di DINAMICO e NON LINEARE, vale a dire che per un dato stimolo, esterno o interno, il sistema risponde in maniera diversa, si adatta, comunica tra le parti e genera delle risposte con sfumature spesso molto differenti, che possono essere immediate, ritardate o manifestarsi a distanza di molto tempo.»

 

Quest'altra definizione invece è di tipo etimologico.

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In entrambi i casi, mi sembra che l'ultilizzo fatto da Dario Moccia del termine "Complesso" sia corretto,

proprio perché riferito ad una struttura narrativa "non lineare" ma appunto "intrecciata", che non viene "di-spiegata".

 

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Lui parla di vari punti messi insieme, la complessità rappresenta Una struttura. Sono cose diverse.

Da quando poi si parla di non linearità in questo film?

E' dannatamente lineare, la non linearità non so cosa pensi tu sia ma non e' frammentazione di eventi, come qua, vedi prima riga, ma di disomogeneità del tempo in cui questi afferiscono come in una nuvola, con continui riferimenti incrociati o meno tra tempi diversi e con la possibilità pur non importante che l'autore sottolinei in qualche modo qualcosa, e in cui sei comunque tu a dover ricostruire le linee.

 

Questo qua sopra dell'amico Iwai Shunji e' un film dalla narrazione non lineare.

Quello i Miyazaki manco per sogno, tanto che c'e pure la chiosa con un vezzo di chiusura simil circolare.

P.s.

Mica ho capito perché hai messo quella cosa da un contesto molto più semplice che e' quello di un banale vocabolario.

Prendo atto che manco te ne conoscevi la differenza ;-)

Normale, tanta gente che esprime concetti come ne dipendesse il destino del mondo, ma pochi interessati ad esprimersi almeno in modo corretto.

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Non ho ancora aperto il video di Moccia (ho paura).

Senza consultare il vocabolario.

Complesso = fatto di più parti (in senso matematico)

Complicato = di più difficile comprensione

A volte è fastidioso quando vengono usati come sinonimi, questo perché non è che se una cosa è fatta di più elementi allora risulterà necessariamente più difficile da capire. Potrebbe semplicemente trattarsi di elementi di facile comprensione.

Nel caso del film in questione se uno ha particolare difficoltà nello stare dietro a quello che accade a schermo le opzioni sono tre:

1) Non è abituato a fruire del medium cinematografico.

2) È ritardato.

3) Usa spesso Tik Tok.

 

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Shu, non è incredibile che non sapendo io nulla del film di cui hai linkato il trailer abbia pensato "sembra una regia di Iwai Shunji, perché le luci e le inquadrature ricordano TokiKake (l'originael TV)"...?

Kudos to you.

 

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3 ore fa, Armandino-san ha scritto:

Complesso = fatto di più parti (in senso matematico)

Complicato = di più difficile comprensione

(Avrei risposto identicamente, Armandino, ma io non faccio testo in quanto matematico per laurea... Devo finire di guardare il video di Moccia; per i primi minuti concordo abbastanza (e fin lì mi è chiaro a parte le improprietà del lessico).)

(E Wikipedia mi ha pure informato che il signor Iwai propose a Toshio Suzuki una sceneggiatura originale per il Ghibli. I gradi di separazione sono sempre troppo pochi! :pazzia1:)

 

Edited by Anonimo (*lui*)
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16 minutes ago, Anonimo (*lui*) said:

E Wikipedia mi ha pure informato che il signor Iwai propose a Toshio Suzuki una sceneggiatura originale per il Ghibli. I gradi di separazione sono sempre troppo pochi

Mettiamola così.

E' un caso l'abbia citato? :p

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5 ore fa, Shuji ha scritto:

Prendo atto che manco te ne conoscevi la differenza ;-)

Normale, tanta gente che esprime concetti come ne dipendesse il destino del mondo, ma pochi interessati ad esprimersi almeno in modo corretto.

Beh, pochi anche interessati a dimostrare la correttezza delle proprie espressioni...

Mi rimproveri di aver citato da un "banale vocabolario", ma è comunque più di quanto abbia fatto tu, che hai dato una definizione senza neanche preoccuparti di indicarne la fonte.

Se hai dei testi più adeguati rispetto al mio banalissimo vocabolario cita da quelli, e poi ne riparliamo.

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5 ore fa, Armandino-san ha scritto:

Senza consultare il vocabolario.

Complesso = fatto di più parti (in senso matematico)

Complicato = di più difficile comprensione

A volte è fastidioso quando vengono usati come sinonimi, questo perché non è che se una cosa è fatta di più elementi allora risulterà necessariamente più difficile da capire. Potrebbe semplicemente trattarsi di elementi di facile comprensione.

Insisto col vocabolario (stavolta Treccani)

Complèsso - Che risulta dall’unione di più parti o elementi (contr. di semplice): una questione c., un ragionamento c.; che ha diversi aspetti sotto cui si può o si deve considerare e di cui bisogna tener conto: è un problema c.; multiforme, complicato: l’uomo è creatura c. (Lambruschini); commedia con intreccio assai c.; o eccessivamente elaborato, e quindi involuto, non facile, di comprensione non immediata: un periodare complesso.

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17 minutes ago, Arlec said:

Mi rimproveri di aver citato da un "banale vocabolario

Leggi meglio.

"Mica ho capito perché hai messo quella cosa da un contesto molto più semplice che e' quello di un banale vocabolario."

E' scritto senz'altro male, ma significa esattamente il contrario; hai copincollato da una cosa che non so che fosse invece di un banale vocabolario.

Io non cito fonti per il semplice motivo che e' cosi come dico, e' italiano male usato da molti, punto, non e' che debba citare chissà che per delle basi.

Scegli quello che ritieni preferibile per te, mica mi offendo ^^

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17 minuti fa, Shuji ha scritto:

E' scritto senz'altro male, ma significa esattamente il contrario; hai copincollato da una cosa che non so che fosse invece di un banale vocabolario.

Adesso ho capito.

Comunque, per tornare al video, tu dici che l'uso dell'aggettivo "complesso" da parte di Dario Moccia è sbagliato, ma lui lo usa in riferimento alla molteplicità degli elementi artistici, narrativi, allegorici, ecc. che Miiyazaki inserisce nel film. Quindi non mi sembra che il termine "complesso" sia usato a sproposito.

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Complesso e' qualcosa creato da così tante e strette correlazioni incrociate da creare un sistema difficilmente sbrogliabile

Lui stesso dice che un tutt'uno, un insieme del genere non c'è, dato che parla di vari elementi singoli a corredo di una simil fiaba, e quindi a sua volta anche a corredo di una struttura diversa dalla somma degli elementi vari.

Questo e' avere un qualcosa di complicato, di cui si può parlare anche singolarmente per singoli punti, non e' (un)complesso.

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