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Polaroids

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pensieri, parole, critica, opinioni.

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AndRe

Introduzione.

 

Björk rappresenta un caso isolato nel panorama della musica Pop mondiale.

Partendo da quella che è pratica comune se non addirittura fondamentale dell’industria musicale, ovvero la promozione dell’artista attraverso l’utilizzo di immagini fotografiche e videoclip atti a promuoverne l'aspetto divistico, Björk ne sovverte le regole e utilizza questi Media per amplificare il messaggio estetico del proprio lavoro musicale.

 

Attraverso l’analisi delle tematiche e dell’iconografia che caratterizzano l’arte visuale nel lavoro di Björk, seguendone l’evoluzione, è possibile rilevare come dai primi timidi tentativi di sviluppare un’estetica che la rappresenti si giunga gradualmente a un sempre maggiore controllo sul prodotto finale e alla creazione di uno stile fortemente personale ottenuto attraverso la collaborazione attiva con alcuni dei più importanti fotografi e videomaker della contemporaneità.

 

Riconoscendosi principalmente nel ruolo di musicista, di persona portata naturalmente a esprimere le proprie emozioni in musica ma incapace di fare altrettanto da un punto di vista visuale, Björk ricerca e si circonda di artisti e professionisti del settore che soddisfino la sua esigenza di trasporre compiutamente in immagini ciò che lei ha precedentemente creato musicalmente. Si instaura quindi, fin dai primi lavori da solista, una dinamica simile a quella sviluppata dai primi artisti concettuali che ideavano l’opera ma spesso si affidavano ad altri nel momento della realizzazione concreta.

Nonostante siano percepibili le diverse mani dietro l’obiettivo e la macchina da presa si coglie lo sviluppo di un percorso estetico fortemente personale riconducibile all’artista islandese.

La stretta relazione che intercorre tra la musica e i videoclip, tra il carattere degli album e le foto coeve, in un rapporto che vede sempre subordinate le immagini alla componente musicale danno vita a un lavoro multimediale caratterizzato da una forte consapevolezza delle potenzialità espressive dei Media in questione.

 

Lo specifico fotografico di certificazione della realtà# viene ad esempio utilizzato per permettere all’artista di calarsi nei panni di personaggi immaginari che simboleggiano il carattere degli album corrispondenti.

Il cambio di identità è pratica comune all’interno dell’industria musicale, fa parte del processo promozionale, della necessità di proporre al pubblico sempre qualcosa di nuovo, e alcuni artisti come Madonna o David Bowie ne hanno fatto una vera e propria cifra stilistica. Ma mentre Madonna o Bowie adottano un cambio di immagine quando vogliono sottolineare un cambiamento interiore che si riflette nel proprio lavoro, Björk si serve della fotografia per visualizzare le caratteristiche peculiari dell’album o di singole canzoni, per illustrare lo stato della propria ricerca artistica.

Per fare ciò Björk utilizza ogni mezzo a sua disposizione trasformandosi fino alla perdita della corporeità per trasferirsi attraverso l’utilizzo di tecniche digitali nel campo della pura virtualità.

 

Il tema del travestimento reso possibile dalla fotografia si amplifica ulteriormente nella realizzazione dei videoclip. La peculiarità tecnica del mezzo infatti consente uno sviluppo narrativo dei personaggi inserendoli contemporaneamente in un universo fantastico dando vita a racconti fiabeschi e surreali.

 

La costante ricerca di artisti adatti a trasporre in immagini la propria musica e l’acquisizione di uno status di culto all’interno della musica Pop mondiale permettono a Björk di collaborare con alcuni tra i più importanti videomaker e fotografi in attività e le concedono una libertà espressiva difficilmente riscontrabile in questo campo.

Si assiste dunque ad un graduale avvicinamento a tematiche e modalità espressive proprie della videoarte legata ai temi del Corpo, della Psiche, dell’Identità che avranno la loro massima espressione nel progetto legato all’album Vespertine, forse il punto più alto della carriera dell’artista islandese.

 

Trasversalmente lungo tutta la sua carriera si riconoscono in queste fotografie e in questi video alcune tematiche ricorrenti, quali il rapporto tra natura e tecnologia, il Surreale, un atteggiamento Postmoderno che si esprime tramite citazioni di icone della cultura popolare. E si individua contemporaneamente un’estetica che si sviluppa secondo un vettore che partendo da un tecnomorfismo, seppur utilizzato per rappresentare strutture bio e fitomorfe, arriva negli ultimi lavori a un insistito biomorfismo in sintonia con l’estetica dell’Arte Contemporanea che si occupa delle tematiche legate al Corpo e all’Identità, come ad esempio quella di Matthew Barney, compagno dell’artista con il quale ha collaborato in occasione di Drawing Restraint 9.

 

A tale proposito è necessaria una precisazione di ordine metodologico.

In questa analisi si è volutamente tralasciato di occuparsi delle partecipazioni di Björk al lavoro di altri artisti ogni qual volta essa non abbia avuto un ruolo primario nella creazione dell’opera, quando questa non fosse una diretta emanazione del suo lavoro di musicista.

Opere come Drawing Restraint 9 di Matthew Barney, Versations/Tetralógía di Gabriela Fridriksdóttir o Dancer in the dark di Lars von Trier, per quanto interessanti e importanti nella carriera umana ed artistica di Björk verranno quindi trascurate, ritenute non rappresentative del percorso artistico della musicista.

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