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Questa è una lettura che mi trascino da anni. L'avevo iniziato prima sottoforma di scan. Poi Panini iniziò la pubblicazione Italiana e iniziai a seguirlo mensilmente. Per un certo periodo purtroppo ne interruppi l'acquisto (ma in realtà di tutto, non solo di Kenichi). L'anno scorso, grazie a @sirtao, sono riuscito a portare a recuperarlo tutto e da qualche mese ho ricominciato la lettura (sapete che mi piace dare una serialità alle cose, anche quando potrei maratonarle). Attualmente sono al volume 35 su 61 (potevo aprire prima questo topic!), ma volevo comunque spendere due righe. E magari anche commentare "voluminalmente"/serialmente, come accaduto con Bleach (sto ancora riflettendo su cosa scrivere riguardo il finale ). Kenichi è certamente una lettura leggera. Molto. E' il classico manga che va letto per le risate, le mazzate e il fanservice (di altissimo livello!). Forse soprattutto l'ultimo Scherzi a parte, è un classicissimo shounen di mazzate. Ragazzo privo di talento dimostra di avere quel briciolo di coraggio per fare la differenza e si ritrova invischiato in cose più grandi di lui. Quindi allenamento dopo allenamento cercherà di diventare più forte e uscirne. Da questo punto di vista non c'è nulla di sorprendente. Ciò in cui questo manga è forte, imho, è la parte comica. Riesce ad alternare perfettamente il serio con il faceto, anche proponendo cose al limite della "normalità". Infatti si mantiene (quasi) sempre ai livelli di un normalissimo manga di arti marziali, senza introdurre poteri mistici o altro. Le uniche fonti di anormalità sono i Maestri(del Ryozanpaku e non). Queste figure sono esseri al limite dell'umano, quasi divinità mortali, persone che hanno dedicato anima e corpo alle arti marziali e al loro perfezionamento. I maestri del Ryozanpaku poi sono dei sadici bas***di che si divertono a malmenare allenare Kenichi e sono certamente la "spalla comica" del manga e danno vita, solitamente, alle situazioni più divertenti. Il resto del cast è molto eterogeneo. C'è il personaggio dannato, il personaggio allegro, quello introspettivo, ecc... e ognuno, a suo modo, cresce nel corso dei volumi.
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