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Shito

Pchan User
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Tutti i contenuti di Shito

  1. Shito

    Che film avete visto oggi?

    + = ovvero, in questo caso: se diamo conto a McLean il film avrebbe dovuto intitolarsi "The Jester". Almeno si citava Buddy Holly. Ho trovato la pellicola interessante e foriera di riflessioni. OMAKE: In un modo o negli altri, "Quant'è bella giovinezza, che sì fugge, tuttavia. Chi vuol esser lieto, sia. Di doman non v'è certezza."
  2. Una selezione degna di un intenditore (polisemia intesa)
  3. Shito

    Che film avete visto oggi?

    Idem. Fare correzioni degli acetati lo chiamavamo "sgarzare le pellicole". E per le correzioni delle correzioni di bozza si scriveva sulle ciano "OK VIVE". :-)
  4. Shito

    Che film avete visto oggi?

    Capisco cosa intendi (forse), e sì, più che un vero parallelismo è solo un assonanza su certi punti cardine della narrazione e della narrativa. Per dire, cambiando la lotta con la letteratura direi che lo stesso era anche "Finding Forrester".
  5. Shito

    Marvel: Phase Four

    + + = ovvero: ma tanto è sempre e solo: ossia:
  6. Un amico mi aveva passato ieri un annuncio. Senza nulla leggere, gli avevo risposto: Sembra una cosa di Tsurumaki il flcl2 che avrebbe dovuto essere anzi Tsurumaki che fa Macross. ---- Ma, wow - è davvero di Tsurumaki! Per voi: "Il cielo non è sopra la testa, si trova sotto ai piedi." Mi pare che la keyword qui sia "honmono" (autenticità, "the real thing"). Ah, c'è la classica battuta di Tsurumaki "mada kodomo ja!" (sei ancora un bambino!) Prima c'è il tizio che si volta e si presenta tale e quale a Nagisa Kaworu, forse con la stessa voce? (Ishida Akira) Abbiamo la lavanderia a gettone tanto cara a Enokido. Ah, la pronuncia del titolo è "Jikuaks". Tipo, "ghéndo, non gèndo – miiàghi, non miàg – caóru, non cauòru – hàul, non óul". Tipo, eh. BTW: La canzone comincia con: "Just wild beat communication, mentre la pioggia batte, i colori non non sbiadiscono, i forti sentimenti voglio comunicartelo col corpo, tonight!" Wow, una cosa quasi D'Annunziana, pioggia nel pineto, trabocco turchino, Alcione e cose, eh? Infatti è una bambinata. E infatti. Tipo Porco Rosso, ché la barca di Gina si chiama davvero "Alcione". Non scherzo, sono abruzzese. A un certo punto, in quella stessa canzone si cantava "Anta no manazashi mamoritai...", ovvero "vorrei proteggere il tuo sguardo". Era davvero già il mondo dei bambini,d egli orsetti con la neve da spolverargli via, cose così. Eppure partivamo da qui: Per arrivare alla stessa scena, con praticamente le stesse battute, con Touji che picchia Shinji fuori dalla scuola (ep.4). Ma lì il "robottone" era già la mammina nella cameretta del bambino chiamata "mondo che vorrei". Ridateci Ninamon. AMAI/KARAI SUGOI/ATARIMAE KODOMO/OTONA
  7. Shito

    Che film avete visto oggi?

    Tieni presente che il tipo di banalità del mondo antagonista dipende dal livello di idealismo legato all'età del protagonista.
  8. Shito

    Che film avete visto oggi?

    Due pensieri: Ralph Macchio era davvero giovane. La sua voce, quella originale e vera, lo tradisce quanto i suoi occhi. Ma i suoi occhi tradiscono anche un talento stellare. L'insicurezza nervosa che esprime in queste scene è perfetta. Anche questo film er del tutto incomprensibile, per noi italiani, nei suoi anni. Era ovviamente la versione adolescenziale di Rocky, ma le questioni razziali-sociali americane (lui portoricano, l'altro giapponese, lei bionda e pure i "cattivi" tendenzialmente "caucasici") ovviamente non ci appartenevano. Ma alla fine (OMAKE!): ...la cosa buona e universale è che l'unico cattivo stronzo è il vecchio, non i giovani. Anche i giovani indottrinati al "male" si vergognano, chiedono scusa, vorrebbero essere leali. Difatti, con tutto che a Okinawa ci sono stato ecc ecc, per me l'unica scena valida del sequel è il prologo:
  9. Shito

    Che film avete visto oggi?

    Fanno riuscire al cinema The Karate Kid. Spero aggiornino il titolo italiano a "Per vincere l'altroieri". Io sono un fan di Morita Noriyuki. Per me è ancora il migliore che c'è (in giro): Anche Joe Esposito non scherza.
  10. "Guarda che noialtri no siamo mica paladini della giustizia". L'unico peccato p che Ootsuka Yasuo non ci sia più. :-(
  11. Shito

    (Free) Libro sul NEO•GEO

    Credo che la vecchia sede sia già chiusa, forse da un mesetto, per "trasloco". :-) https://vigamus.com/info/
  12. Shito

    (Free) Libro sul NEO•GEO

    Bigger, Badder, Better? Come forse saprete, il nostro partner ViGAMUS cambia pelle, e a fine mese rinasce in un nuovo spazio, ora centralissimo nella città di Roma, col nuovo nome di GAMM. Per "festeggiare" la chiusura di un ciclo, abbiamo fatto stampare dieci copie del nostro libello in formato "oversized" (un effettivo A4). Chi scrive trova il risultato più grossolano e meno elegante dello standard, però è vero che la lettura è facilitata, specie nel listino. Tra copie autori e amici, cinque sono andate via, altre cinque ne restano. Se qualcuno ne volesse una, prezzo (27+3€) e indirizzo PayPal (neogeobible@gmail.com) sono sempre gli stessi. Anche la svogliata P.R. non cambia, infatti sto scrivendo io.
  13. Shito

    Dynit - Novità e discussioni

    Così poco amore per Choukousenki Kikaioh. :-( Tutto quello che dici di Kawamori Shouji è vero e giusto. Da amante del SUPER VALKYRIE della Takatoku, che non potei permettermi neppure nella versione presumibilmente camuffa/pezzotta comparsa nei giocattolai di terz'ordine qui da noi nei '90, lo capisco bene. Ancora, credo che Kawamori sia stato un intellettuale della sua generazione di proto otaku. Simo proprio sul confine, con lui e Mikimoto, tra generazione Zero e generazione Uno. Nella mia lettura delle cose, la sua riflessione è sempre stata a cavaliere di scienza e destino, ragione e sentimento, che manco la Austen. Ovviamente c'era già tutto in Macross, si capisce. Misa è la Amuro femmina che tutti sappiamo, Ming Mei è il crollo del loli idol boom che manco le TopLEss tanti anni dopo (credo che il nome di Lal'C venga da C'mell, btw, per chi si ricorda di Cordwaner Smith, della Fraternity e di Atomsk), ma MAxmillian e Millia la dicono ancora più lunga di Jean Roque Lartigue e Nadia Ra Arwall. A parte questo, passando per Daicon III e IV e Uruseiyatsura2 (che dicono la stessissima cosa, nausea e crepuscolo e morte per paralisi e rinascita, altro che Endless Eight), mi piace pensare al pensiero di Kawamori Shouji come Macross -> Escaflowne -> Arjuna. Tipo.
  14. A nessuno importa che sia avanzato. La tecnologia si vende come comodità e ammazzatempo. Noia e pigrizia sono ciò che la fa vendere. Anche il sense of wonder tecnologico è morto da tempo. Chi dice il contrario ci vuole credere, ma mente al suo ego.
  15. https://www.startmag.it/innovazione/apple-vision-flop-cupertino-ha-i-magazzini-pieni-di-visori-cessa-la-produzione-proprio-sotto-natale/ La semplice verità è che il mondo ha già dimenticato l'esistenza di un prodotto di cui non sentiva alcun bisogno, né per il quale abbia poi trovato alcuna utilità.
  16. Shito

    Shingeki no Netflix (u)

    Credo anche io. Ma alla fine, dato che era anglorusso (per assonanza: karasho -> horrorshow), riportarlo al vero russo era forse la cosa più insensata.
  17. Shito

    Shingeki no Netflix (u)

    L'audio dice un katakana che è compatibile con Renè pronunciato alla francese (r'né -> runè), tanto quanto "puchi" è in realtà petit (p'tì). Tieni presente che noi italiani pronunciamo malissimo il francese, con vocali italiane - che non molto diverse dalle loro e che il katakana cerca di approssimare. Parlo francese (da quando ero bambino) e giapponese da quando ero giovane, e parlo dell'interfonetica tra le due con cognizione di causa. Nel nostro caso specifico, tu probabilmente pensi alla pronuncia di René come "renè" in italiano, ma no, è "r'né", da cui RUNE in giapponese. Tanto quanto Lupin, come Rodin, sono lupàn e rodàn, non lupèn e rodèn. A volte, le stesse lettere usate (e pronunciate) in lingue diverse ingannano di più di scritture diverse. :-( Per farti capire meglio: Francese (pagina del generico nome francese René): https://fr.wikipedia.org/wiki/René Interwiki della stessa pagina sul giapponese: https://ja.wikipedia.org/wiki/ルネ Nota il katakana: sì, è "RUNE". Be, col mio nome è peggio_ Gualtiero -> GUwaRUCHE–RO (ma in genere si usa GUaRUTEiE–RO, che io non gradisco). Per capire cosa fosse, a Vienna, "puchipuan" ci misi un mese: Petit Point, in francese -> p'tchì puàn -> puchipuan. Era infatti un negozio storico di "punto obliquo" (il tipo di ricamo praticato dalle figlie di Maria Teresa). Però per Mottled Sage (un tipo di esca per la pesca con la mosca) da "motorudosejji" ci misi di più (il traduttore proponeva "motor sledge", ma non poteva avere senso). Il Nadsat in Abesho fu anche peggio, anche perché nell'edizione italiana di A Clockwork Orange hanno stravolto tutto a caso, e Horrorshow è diventato Karasho. e Tolchok è diventato "tacchiallaspicciolata". Davvero. Intendimundo? Questo divenne "hai vinto un mappamondo". Non scherzo. Magari! In ogni caso: ti stai contraddicendo. A parte che più fonti dicono lo stesso, dal manga originale ai giocattoli ufficiali giapponesi (RENE senza accento): fosse anche un errore, tale resta. Come Ghibli -> gìbli, uguale. Ma non credo sia un errore. Credo che Rune/Lune sia un errore come Rufy per Luffy, Raftel per Laugh Tale e Gatsu per Guts, Grifis per Griffith, Ririsu per Lilith, Tablyth per Tabris e tanti altri. Tanti. Tanti tanti.
  18. Shito

    Shingeki no Netflix (u)

    Scusa, ma la fonte primaria non è questa? E poi questa? e ancora: di certo manca l'accento, ma oh.
  19. D'altro canto, sono sempre più convinto che l'arte sia quasi sempre un tentativo autoterapico, e dico "tentativo" perché spesso è una forma di escapismo, e quindi in genere è un tentativo fallimentare. La ragione fonddamentale di ogni seria iconoclastia, da Plato a Mohammehd, è che che la creazione artistica è in ogni caso la produzione autoreferenziale di una meta-realtà, che l'autore crea in genere in un moto riparativo delle proprie delusioni o compensativo delle proprie repressioni. Verrebbe da citare la ragion d'essere di Galatea (a Roma dicevano un tempo "tr*ie tutte tr*ie!"), la morte di Orpheus (quella che in genere non si narra del mito, plin plin gnam gnam), e quindi i misteri orfici ma soprattutto quelli eleusini (da Persephone a Kaguya, melogani e stagioni, culti segreti dell'ovvio, l'antica Madonna della melograna di tradizione paleocristiana, ma anche del Botticelli, Raffaello e altri), ovvero la tragedia della vita consciamente mortale, come ben esprime Roy Batty al suo scientifico dio-creatore Tyrrel: "the facts of life". Si potrebbe persino citare Yutas che vede il mondo creato dal subconscio di Sasshi definendolo "sostanzializzato dal dalla debordante libido di un adolescente". Ma del resto, Michelangelo ritraeva pietose madonne di figli morti e deposti che parevano quasi più anziandi della madre e beh, sappiamo il perché. Risolvere il complesso edipico è sempre duro, per un orfano di madre. Roger: quello che dici del personaggio di Takahata è interessante. Perché sembra un profilo di un passatista irriducibile, ma in Ponpoko lo stesso T. è Shoukichi, il ragionevole conciliante socialista reale, e M. invece è Gonta, l'irriducibile. Quindi, se è come tu dici, che ora M. abbia proiettato persino Sé stesso sulla memoria di T. ? Interessante. Del resto, questa è davvero una storia soltanto loro. Ed è bello e dolce che sia così, credo. :-)
  20. Immagino che la colorista del caso sia l'antica collega Yasuda Michiyo. Devo ancora controllare se fosse la stessa a cui, essendosi infortunata, Miyazaki portava i cel da controllare in ospedale. Piccola digressione: i ruoli relativi al colore, in animazione(giapponese), sono due: 「色彩設計」(shikisai-sekkei) e「色指定」(iro-shitei). I nomi dei ruoli nell'industria dell'animazione giapponese cambiano nel tempo e nei luoghi, talvolta ogni studio di produzione fa le cose a modo suo. Ora come ora, mi pare che quei due ruoli siano abbastanza canonizzati, e che l'intero processo vada sotto il nome di 色彩設定(shikisai-settei)anche se ho visto molte alternative, ricombinazioni, ecc. Essenzialmente, lo shikisai-sekkei (lett: designazione colorazioni, tipo) è il lavoro di creare un'intera tavolozza cromatica per un dato prodotto animato, selezionando una rosa di colori intonati tra loro. Per esempio, avrete notato che la tinta di Nausicaä è molo "acida", un tempo si sarebbe detto persino un po' "lisergica", e anche le musiche hanno un po' quell'eco mistico-indiana (per compensare l'assenza di Dorok? Ahah.) - invece lo iro-shitei (lett: "assegnazione colori") è il decidere quale singola parte di ogni personaggio vada colorata con quale colore preso dalla tavolozza. Tradizionalmente ogni campitura è x3 (normale, illuminato, in ombra). Questo secondo ruolo è più operativo, ed è molto legato alla successiva fase di 「仕上」"shiage" (finiture) e cosa ancor più oberante di "chekku" ovvero la verifica che ogni campitura in ogni cel sia colorata col colore che gli era stato assegnato. Se così non fosse, ogni errore creerebbe un flash di cambio colore di un pezzo di un frame nel flusso dell'animazione. Per la cronaca, in tutti gli episodi di Heidi questo accade una sola volta, per un singolo frame (il colore del pelo di un animale, se ben ricordo, forse Joseph). Avevo sentito (dalla voce di Suzuki, mi pare) che nel film Takahata era incarnato da un personaggio anziano aggiunto dopo la morte del suo modello, ma non so se sia quello che tu dici. In ogni caso, è interessante che Miyazaki si incarni in un ragazzino da Il libro delle cose perdute e metta Takahata – che era a lui maggiore di soli cinque anni – come un anziano. In effetti, credo che per Miyazaki – che aveva da ragazzo conflitti con il padre, benché fosse un figlio di mammà e papà alquanto viziato – Takahata avesse ben preso rappresentato una figura paterna putativa, come un cugino maggiore, uno zio, poi forse proprio un padre putativo nei confronti del quale il figliol prodigo aveva sempre un rapporti di anelante odi et amo, di ammirazione e invia e ammirazione, di sudditanza intellettuale persino. Per un narcisista sociopatico, innamorarsi davvero significa sempre rendersi la vittima volontaria del cannibale, sapete? E così sono tornato à la page. Ah, ecco a voi due belle interviste che toccano anche questo film e i suoi autori: https://fullfrontal.moe/takeshi-honda-the-boy-and-the-heron-interview/ https://fullfrontal.moe/yoshiyuki-tomino/ la seconda è a dir poco paradigmatica, e mi pare riprendere le mosse dall'intervista che lo stesso Tomino rilasciò ai tempi dell'uscita di Ponyo, con i successi veneziani di M. - a quel tempo tradussi l'intervista per il sito Nanoda, quindi la ricordo bene. Ma è brillante che Tomino insista su Freud (per ID-e-on), sulla psicanalisi, sulla filmografia francese (Truffau, Malle, Le fabuleux déstin d'Amelie Poulin persino...) - voler forzare certe cose su certi altri autori è quasi buffo, se non ridicolo, ma quando si parla di persone dell'epoca di Tomino, Takahata, Tezuka... erano altri tempi, e la formazione dei giovani giapponesi del primo dopoguerra aveva molta velleità intellettuale filoeuropea.
  21. Shito

    Shingeki no Netflix (u)

    Certo, capisco. Senza idee complottistiche o oppositive, posso solo dire che sbagliare con i nomi di fantasia scritti in giapponese katakana, ossia presumibilmente di lingua straniera, è molto facile. Prima era facilissimo: spesso mancavano romanizzazioni ufficiali, e spesso erano contraddittorie al limite del casuale. Forse oggi, specie su titoli e prodotti importanti, persino le produzioni giapponesi hanno un minimo di attenzione in più su tutto questo. Dal lato italiano, ci sono molti tranelli. Ovvero: due. Si penserebbe che la mentalità appassionata e ricercatrice sia la cosa migliore, ma anche quella può debordare in una cieca volontà di perseguire un idea di "giusto" che va OLTRE l'autorato originale. So che tu detesti questa mentalità, e ti capisco, perché sono d'accordo con te. Personalmente, cerco di avere quella mentalità di ricerca spasmodica, ma sempre regolata da un'idea di "gerarchia delle fonti", dove cioè l'originale è l'originale e se ne prende atto, per quanto "sbagliato" potesse essere, come dato di fatto incontestabile. L'esempio classico è la corretta pronuncia della scrittura "GHIBLI" (lo studio): si legge "gìbli". Si scrive GHIBLI e si legge "gìbli", perché così scelse chi creò quella realtà (lo studio) con quel nome. Si sa che l'autore sbagliò a intendere la pronuncia di una parola/nome italiano, è stato dichiarato più volte. Ma anche se alla base del nome di una cosa nuova, uno studio di animazione, c'è un errore di lettura, quell'errore ha creato ovvero fondato un nome nuovo, originale, e come tale va riconosciuto - tutto qui. Quindi il vento africano e l'aeroplano classico che ne tra il nome si scrivono Ghibli e si leggono all'italiana. Lo studio d'animazione giapponese che trae il nome dal nome di quel vento invece si legge Gìbli. Non siamo noi a poterlo contestare, no? È così per una attestata realtà.
  22. Shito

    Shingeki no Netflix (u)

    Mmmh... Mi pare che la gran parte delle fonti ufficiali giapponesi scriva SHION. Ho trovato una sola occorrenza ufficiale avversa: Chicchetta per te: cosa succede mischiando Aries Mu e Aquarius Camus? "hontoni shinarai yo!" ("ma davvero che ne so!") "Freeze Execution" (chiaramente derivato dalla Starlight Extinction (o Stardust Revolution). Poi passava di là Bruce Lee e: "Danza come una farfalla, pungi come un'ape!", così, per simpatia. :-)
  23. Non ho visto questo film, e il tuo commento è quanto di più esaustivo abbia letto sul merito. Non ho visto il film non per spocchia o che, ma per mancanza di impellente sprone (quelli della rassegna di Takahata li ho visti tutti, tra Udine e Trieste, e facevo base a Cividale) - quindi di certo mi capiterà presto o tardi di recuperarlo. Ma per ora, ho trovato il tuo commento alquanto sensato. Sul film sono alla cieca, salvo aver tradotto fedelmente la canzone per un amico che ha scritto un libro sull'autore, e avere parlato dell'autore con un altro amico sempre in ambito professionale, ma sul regista credo di saperne almeno un pochino, quindi il tuo commento "mi torna". Fin da principio, Miyazaki Hayao voleva essere un autore di animazione. Un animatore che si è fatto poi regista forse per un complesso di inferiorità e ammirazione (odi et amo) col vero regista Takahata. Questo in soldoni ce l'ha detto a chiare lettere il buon Ootsuka Yasuo. Quando il regista di animazione si chiamava ancora"enshuutsuka" e non "kantoku", spesso Miyazaki discuteva con Takhata su chi fosse il vero regista dei prodotti animati su cui collaboravano. Detto questo, io credo che un narcisista aggressivo-passivo (wow, come sono à la mode) abbia sempre messo componenti autobiografiche nelle sue cose. Quindi l'inizio di Totoro è un ricordo din infanzia, lo sappiamo per certo. Poi ha messo cose che l'avevano colpito in altri prodotti, à la Anno (solo che lui è prima di Anno), quindi ha ripetuto alla nausea cose che Takahta gli aveva mostrato in Heidi, in Panda Kopanda, e in altre cose più colte che palesemente M. aveva conosciuto per tramite di T. (Paul Valery, Prevert+Grimault, Fredric Back, ecc). E poi ancora ha sempre pescato dal suo "pozzo delle idee", prese e riprese in vari modi. Infine, gli spunti dal suo quotidiano. Quindi Sen e Chihiro sono Miyazawa Kenji (il treno, la morte, cose dichiarate) più la sede distaccata dei palazzi storici del Museo di Edo-Tokyo (è a due passi dalla sede della Ghibli, a Nishi-Koganei), più una sorta di "scissione del seno" stile Melanie Klein, con Yuubaba e Zeniiba gemelle diverse, ma entrambe ibridizzate con il design di Lord Tenniel per AAiW - influenza già vista in Totoro, no? Miyazaki Hayao è fatto così. Come molti autori, si proietta nelle sue opere come forma di autoterapia. Nulla di male, prendere o lasciare. Sulla torre di Edogawa Ranpo mi pare che M. avesse già illustrato qualcosa. Prima o poi sarebbe dovuta saltare fuori in un film. Come per i suoi amati maiali, non si butta via niente. Certo, anche solo la matita di Honda Takeshi varrà per me una non prima, ma buona visione. Per il resto, è dai tempi del post-Kiki che l'autore cerca di mettersi retroattivamente in discussione. Margo Pagot -> Fujimoto -> Horikoshi Jirou e ora a naso direi non uno, ma forse un paio di personaggi qui. Forse. Ma non so. L'escamottage per non rinnegare l'escapismo nella fantasia è definirlo "a tempo", immagino. Siamo nei territori di Michael Ende, mi sa. E mi sa che Miyazaki non lo sa. Ma benone. Un passo alla volta. I meccanismi di difesa di combinano e sclerotizzano in strategie di sopravvivenza. Sempre una questione di mele date e ricevute. Anno Hideaki, in conferenza di Kaze Tachinu, aveva detto "Con questo film Miyasan è diventato un po' adulto. Solo un po'." (sic.) Credo si riferisse al finale cambiato all'ultimo momento. Che con questo successivo passetto sia arrivato persino a fare pace – almeno un pochino – coi fantasmi di Seita e Setsuko? Chissà.
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