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Retrogaming


Roger

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Mmmmh, mi domando se "Samurai Showdown V Perfect" sia quel "famoso" "Samurai Spirits Zero SPECIAL KanzenShiki" che comparve in loketest per poi scomparire nel nulla.

 

C'è il filmato del prodotto reale, ovvero giapponese?

 

EDIT:

 

la risposta è "sì" in entrambi i casi:

 

Modificato da Shito
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  • 5 years later...
On 2/10/2019 at 11:03 AM, Shito said:

 

Da qui riprenderemo alla prossima volta. ^^

 

Chiedo scusa per il post a distanza di praticamente un lustro ma non posso farne a meno. Prima di tutto ringrazio Shito che come sempre, ovunque e su ogni argomento tira fuori sempre argomenti, curiosità, collegamenti che ti rapiscono e ti lasciano la voglia di saperne sempre di più.

 

Detto questo, mi sono letto tutto il topic e con estremo rammarico noto che questo argomento non è stato più ripreso, non c'è stata purtroppo una prossima volta :(.

In maniera estremamente maleducata e wagamama (è giusto?) faccio un tremendo (mi scuso davvero Gualtiero) @Shito nella speranza che un giorno possa riprendere e darci altre preziosissime perle !

Grazie e scusate di nuovo

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Inviato (modificato)
On 7/20/2025 at 4:10 PM, BakaShinji said:

Chiedo scusa per il post a distanza di praticamente un lustro ma non posso farne a meno.

Ma quali scuse, grazie a te per l'interesse.

Ho preso nota, eravamo arrivati a un dialogo di Rydia su cui mi impuntai e la spuntai.

I'll be back. ;-)

Frattanto, non so se l'avessi già postato, questo è un articolino di commiato a Toriyama un po' controcorrente che scrissi a suo tempo e in cui inclusi quella mia seconda prova per SQUARE-ENIX che raccontavo anche in questo stesso topic.

https://www.vgmag.it/271842/in-commiato-a-toriyama-akira/

Forse qualcuno potrebbe trovarci un po' di stile á la Oguro Yuichirou, se avete letto le traduzioni dei suoi articoli qui regalateci da Garion, tipo:

Spoiler

Parlando in primis di Dr. Slump, personalmente l’ho sempre detestato. Quando ero piccolo, lo trasmettevano sulle TV italiane locali, e mi sembrava una cosa volgare e insensata. Crescendo, continuai a pensarla sempre così: nulla di demenziale mi è mai piaciuto. Tuttavia poi, invecchiando, e soprattutto vedendo il Giappone dall’interno per tante volte in una decade abbondante, capii che essenzialmente quel Villaggio Pinguino altro non era che un’allegoria della tipica cittadina provinciale del Giappone post-post-bellico, con vicinati suburbani e società familista nucleare. Anzi, in Giappone i pinguini sono spesso considerati proprio il simbolo della famiglia nucleare, come si può notare guardando i bambini con mamma e papà che li guardano allo zoo. A volte fare 1+1 è difficile, quando in mezzo alle due cifre c’è mezzo mondo di distanza. Ma tutti i personaggi in Dr. Slump non sono che delle macchiette che ritraggono le idiosincrasie tipiche di quella società, non differentemente da altre celebri opere come Jarinko Chie [La monella Chie, manga di Etsumi Haruki], o persino l’originale Uruseiyatsura [il celeberrimo Lamù], che so. E Toriyama Akira aveva appena 23-25 anni quando creò quel suo primo successo. Era davvero giovane, e credo sia importante capacitarsi di quanto di puramente autodidatta e artigianale ci fosse in quella che oggi ci pare, ma credo ci sia sempre sembrata, un’enorme industria produttiva, quella dei manga, degli anime, e altrettanto dei videogiochi giapponesi. Difatti ritengo che il grande, grande successo di Toriyama Akira sia nato proprio con Dragon Quest, una serie che in patria divenne presto un fenomeno sociale tra i bimbi delle elementari e che l’ancora giovane Toriyama, forte del successo del suo primo manga, fu ingaggiato per caratterizzare graficamente non solo nei personaggi, ma in tutta l’ambientazione: la sua più grande capacità era proprio quella di creare dei mondi narrativi fantasiosi e smisurati, ma sempre coerenti e credibili, davvero l’ideale per ambientarvi avventure fantastiche.



...ma che volete: più invecchio e più mi accorgo di essere uno Zelig dello stile di scrittura. È per questo che dovrei leggere più spesso buona letteratura. :-(

Modificato da Shito
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Grazie prima di tutto per la gentilissima risposta e per la tua disponibilità, mi lasci sempre senza parole, sul serio! Sono felice anche che tu abbia linkato l'articolo su Toriyama, lo lessi quando lo pubblicasti la prima volta ma poi , sbadato come sono, persi il link a vgmag (che adesso ho salvato tra i favoriti ...subito) per cui direi che l'occasione è perfetta per leggerlo nuovamente!!

 

Attendo con tanta tanta trepidazione la parte sul dialogo di Rydia, che peraltro è il mio personaggio preferito del gioco e forse anche dei primi 6 FF :)!

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On 7/25/2025 at 12:16 AM, Shito said:

...eravamo arrivati a un dialogo di Rydia su cui mi impuntai e la spuntai.

C'era questo dialogo che mi pareva cruciale. Ovvero, il bardo Edward, invero principe piagnone del suo regno, ha perso (per decesso) l'amata. In realtà il persinaggio si chiamava Gilbert, nome cambiato per le edizioni occidentali, e questo fatto già mi era odioso. Capisco le traslitterazioni ambigue in assenza di romaji ufficiale, ma oh. La sua fidanzata si chiamava invece Anna, per tutti. Il dialogo del caso avveniva in un momento in cui Gilber aveva un picco depressivo a seguito del lutto, si metteva a piangere per poi dire cose come: "ormai la vita non ha più senso, voglio morire" ecc ecc. Per me era il 2006, avevo appena lavorato su Il castello mobile di Howl, e la scena mi pareva la scenata del protagonista del film quando la sua tintura per capelli ha fallito nel renderlo biondo. In ogni caso, qui a "far ripigliare" il vittimista non c'era la nonnina-mammina (Sophie), ma una sonora sgridata della più piccola: Rydia. Credo che il personaggio fosse ancora nella sua veste infantile, non ancora persa e ritrovata avvenente ragazza. La sua sgridata era a sua volta uno sbotto emotivo: "Riprenditi! Sei un adulto! E sei un maschio!" - Lo ricordo bene. Ma il punto della questione era il seguito: nella traduzione inglese, ben condivisa dai miei colleghi (alcuni dei quali traducevano anche da giapponese), era tipo "...altrimenti anche io, anche io... [mi metto a piangere]." Ma per me non aveva senso. Anzi, mi sembrava il senso della scena invertito. Infatti, mettendomi sull'originale pur con i miei al tempo limitati mezzi, trovai che il senso del dialgo giapponese era: "Riprenditi! Sei un adulto! E sei un maschio! Quando persino io... persino io... [che sono una bambina, ho perso mia madre, e non piango.]"

Questo mi "tornava", come senso della scena e come tipica visione giapponese delle cose.

Ne venne fuori un piccolo confronto, che venne risolto dalla giovane assisente di produzione, ovviamente una ragazza giapponese – lavoramavo fisicamente a Tokyo – che diede esplicito torto alla traduzione inglese e a tutti i miei colleghi e disse che il senso del testo originale era esattamente come avevo inteso, tradotto e reso in italiano.

Episodio chiuso, il dialogo resto come da mio intendimento. :-)

Modificato da Shito
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Quella particolare scena/passaggio è uno dei motivi per cui ritengo Rydia uno dei migliori personaggi femminili dell'intera saga. Ti ringrazio per aver strenuamente difeso la tua posizione con i colleghi uk (suppongo uk), in questa maniera sei riuscito come sempre a mantenere fedele all'originale la traduzione.

Non sapevo di tutti questi retroscena incredibili e ti ringrazio ancora per averli raccontati! All'epoca avevo giocato la versione GBA, giocandola in Inglese (perchè normalmente la traduzione italiana era una traduzione di una traduzione)...quando poi scoprii la versione nostrana  era stata da te curata, ripresi subito il gioco e avviai un nuovo save in Italiano.

Raramente in campo videoludico mi ero mai trovato davanti ad una traduzione così fedele e così piacevole.

Per curiosità, hai tradotto anche altri videogiochi nella tua carriera?

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Nato dalle fauci di un drago...

Era il primo verso de "La leggenda di Mysidia". Una sorta di poema presente nella tradizione del "mondo" in cui si ambientava il gioco.

Nel suo totale:

Nato dalle fauci di un drago
Librandosi nell’alto dei cieli
Spandendo oscurità e luce,

Porterà ulteriori promesse alla terra sopita.
La Luna avvolta nella luce eterna
Alla Madre Terra donerà
Grande benedizione e benevolenza.
Breve però sarà il tempo del riposo
La stessa luna desiderando una luce sua propria
Intraprenderà un ulteriore viaggio.

Questa era la mia ritraduzione. o meglio, un adattamento che cercava di recuperare il più possibile dall'originale giapponese.

In inglese:

One to be born
From a dragon
Hoisting the light
And the dark
Arises high up
In the sky to
The still land.
Veiling the moon with
The Light of Eternity,
It brings
Another promise
To Mother Earth with
A bounty and mercy.

Questo fu forse il primissimo campanello d'allarme che mi fece dubitare della traduzione inglese, anche perché "La leggenda di Mysidia" è una narrazione che apre il gioco.

In originale:

【原文(1991年)】

りゅうのくちより うまれしもの
てんたかく まいあがり
やみとひかりを かかげ
ねむりのちに さらなるやくそくを もたらさん。
つきは はてしなき ひかりにつつまれ
ははなるだいちに おおいなる めぐみと
じひを あたえん。

されど つかのまの きゅうそくなり。
そのつきは みずからのひかりを もとめて
さらなる たびに みちびかれん。
おなじ ちを ひくもの ひとりはつきに
ひとりは ははなるほしに
ときのながれが そのものたちを ひきはなさん。

Non stupitevi che sia tutto in hiragana, come dicevo, la risoluzione delle console dei tempi non pemetteva certo di visualizzare dei kanji. E il testo qui incollatovi è proprio quello orignale, in tutti i sensi.

Anche tutto in hiragana, mi pareva a occhio più corposo della traduzione inglese.

Ma il punto preciso è un altro. Il punto è:

りゅうのくちより うまれしもの

One to be born
From a dragon

Ho già detto che ai tempi le mie capacità col giapponese erano limitate. Ma bastavano a capire che:

りゅうのくちより うまれしもの

sarebbe:

龍の口より生まれた物

bastavano perché a mia comprensione del giapponese era, ed è ancora, principalmente acustica. Ovvero il mio modo di comprendere la lingua è proprio sentirla, leggendola nelle mie orecchie, e in questo senso per paradosso la totale scrittura fonetica mi aiutava.

In ogni caso, era palese che la traduzione inglese perdeva il "の口", ovvero "no kuchi", ovvero non nato da un drago, ma dalla bocca di un drago.

Lo ripristinai.

E ristradussi tutto, certo. Ovvero, con i miei limitati mezzi del tempo, cercai di "recuperare" quanto più potessi dall'originale giapponese.

Le consegne erano scadenziate, non è che avessi già rivisto tutti i testi, ma come scrivevo il gioco l'avevo giocatp preventivamente, e...

show

...la mappa di Mysidia era questa, e la forma è palesemente il profilo di un drago, e dall'atollo che ne costituisce le fauci poi, all'inizio della fase finale del gioco, sorgeva la Balena Lunare, ossia il vascello spaziale che portava i protagonisti sulla Luna, appunto...

...nato dalle fauci di un drago.

  

On 7/31/2025 at 10:42 PM, BakaShinji said:

Raramente in campo videoludico mi ero mai trovato davanti ad una traduzione così fedele e così piacevole.

Per curiosità, hai tradotto anche altri videogiochi nella tua carriera?

"così fedele e così piacevole": credo che questo tuo apprezzamento nasca dalla tua personale inclinazione a voler conoscere e capire l'originale. La fedeltà, invero, non è che pura, onesta e vera divulgazione di quello.

Sui videogiochi ho lavorato per delle "AppNovel" della ditta giapponese GENIUS.

Modificato da Shito
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On 7/20/2025 at 4:10 PM, BakaShinji said:

nella speranza che un giorno possa riprendere e darci altre preziosissime perle !

Grazie e scusate di nuovo

Hai fatto bene. Io attendevo che riprendesse. Ormai avevo perso le speranze 

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Tornando dall'antico (la Leggenda di Mysidia) ai giovani, come Rydia, Palom e Porom.

Gli ultimi due sono gemellini. Maschietto e femminuccia. E qui si concludeva la loro caratterizzazione testuale, nel testo angloamericano.

In giapponese?

Il giorno e la notte.

Il che è pure un cliché, per una coppia di gemelli diversi, ma perché?

Lei, Porom, è la classica 優等生 (yuutousei), una studentessa modello, eccellente in tutto, nei modi e nei contenuti dei suoi dialoghi. Usa sempre un linguaggio molto cortese ed educato, insomma 敬語 (keigo), rispettando ligiamente le dovute forme onorifiche nel rivolgersi agli adulti.

Suo fratello Palom è il suo opposto, un 不良 (furyou) in erba, ossia un teppistello, uno studente delinquente. Usa sempre un linguaggio colloquiale, giovanilistico, indebitamente confidenziale con tutti.

I due sono due maghetti, di fatto parimenti talentuosi e dotati, benché ovviamente opposti anche nelle rispettive magie: nera e offensiva lui, bianca e difensiva lei. Chiaramente il loro contrasto caratteriale genera un'infinità di gag dialogiche, con i gemellino che si apostrofano reciprocamente a ogni occasione

Tutto questo andava del tutto perso nella versione inglese. Ma la faccenda si faceva davvero tragica sul finale, quando i due fratellini che non erano mai stati d'accordo su nulla si ritrovano perfettamente e istantaneamente all'unisono nella scelta del loro estremo sacrificio. E anche in quello, nel congedo agli altri protagonisti, le loro parole restano coerenti alle loro opposte caratterizzazioni: "Signor Cecil..." lei, "Fratellono..." lui. Anche nell'estrema banalità di tutta la scena, che va a incastonarsi nella banalità di tutta la storia, l momento mi risultò un po' toccante.

Credo sia esattamente questo lo scopo della fedeltà di una traduzione, ovvero di ogni traduzione che viglia dirsi tale (se non è fedele, NON È traduzione, ma altro): permettere di capire, e quindi assaporare, il vero contenuto di un originale. A chi quel sapore piacerà, a chi no, tutti i giudizi di valore sono legittimi, poiché soggettivi, purché basati sull'oggettiva realtà di ciò che si giudica. E non su un inganno. Che è invece esattamente ciò che ogni "traduzione infedele" (ossimoro) costituisce e rappresenta. Di fatto, non di gusto.

Modificato da Shito
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Quanta abbondanza! Ho recuperato stamani tutti i post, ritrovandomi anche come bonus quello sui fratellini...grazie Shito!!

Alla fine tutti questi interessantissimi retroscena e tutte queste informazioni mi hanno messo la voglia di iniziare un nuovo file su GBA :)!! 

Da ingordo quale sono ti rinnovo, nel caso tu abbia voglia/tempo a sufficienza, la richiesta di postare altre curiosità sia su questo FF4 sia in generale su videogames che ti hanno colpito particolarmente.

Te lo chiedo perchè online trovo diversi bei video dove parli molto di anime e manga (me li sto vedendo tutti pian pianino, con enorme piacere) ma ne trovo pochi se non nessuno (ho visto per ora solo quella bellissima conferenza sul NG) in cui parli di videogiochi. 

Grazie ancora per le belle e piacevolissime sorprese!

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  • 2 weeks later...
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Caro Stupishinji (ce ne fossero...), ti ringrazio per l'interesse e l'attenzione. :-)

Dunque, per proseguire, dirò che la faccenda delle caratterizzazioni storpiate, appiattite, di Palom e Porom valeva ovviamente anche per tutti gli altri personaggi. Il caso dei gemellini, che come ho raccontato erano (sono, nella loro storia) quanto più stereotipati, era solo il caso più evidente. Ma non per questo il più eclatante.

In primis, stiamo parlando del trio dei protagonisti. Ovvero del loro triangolo. Perché in effetti, come credo di avere già scritto, proprio questo FF passò alla storia come "il primo con una storia davvero seria". Dal mio punto di vista, e credo di ripetermi ancora, a ben vedere non si tratta neppure di un videogame in senso stretto: questa mi pare più una visual novel con avanzamento di lettura forzato, ovvero bloccato, in base alla risoluzione di una sequenza di avvenimenti forzato (detti in gergo "flag") e a un ritmo di potenziamento crescente dei personaggi, che obbliga a sobbarcarsi di noiosissimi "scontri casuali". Ma sempre una visual novel è, ovvero un romanzo con uno (scarnissimo) apparato grafico di contorno, e dato che detto apparato grafico è appunto scarnissimo tutta la funzionalità della storia è rimessa alla banalissima trama e agli stereotipatissimi personaggi. Le cui caratterizzazioni, forse l'unica cosa "buona" del gioco, si avvalgono solo delle illustrazioni "fuori gioco" di Amano Yoshitaka e dei dialoghi. Va quindi da sé che averle appiattite significava avere praticamente nullificato il fascino del gioco. O forse, come sempre, è solo una questione di umana sensibilità, e la maggior parte dei "fan" premono tasti per compiacersi di avanzare e "finire" il gioco. Probabilmente è così. Eppure, per quanto banali e stereotipati, e i personaggi in giapponese qualcosa lo esprimevano. I conflitto di Cecil da un lato, appartenente all'ordine cavalleresco "elevato" del modo, ovvero quello dei Cavalieri Oscuri, depresso dall'idea di doversi necessariamente corrompere dalla natura di tenebra del suo stesso ordine. Una sorta di emo darkettone suo malgrado, specie nei confronti della sua donna, tale Rosa.

Del tipo:

Cecil: Presto il mio aspetto di Cavaliere delle Tenebre si estenderà al mio animo.
Rosa: Tu non sei così.
Cecil: Ma non sono in grado di mantenermi come sono.

Tal Rosa era pure amata dall'amico-rivale di Cecil, ovvero Cain (nomen omen), appartenente all'ordine cadetto dei Cavalieri del Dragone, tutto intento a seguire suo malgrado le orme di un padre in qualche modo negletto.  soliti conflitti, insomma.

Del tipo:

Cain: Come cavaliere delle tenebre avrei potuto ambire ad un rango più elevato, ma mi è più congeniale essere un cavaliere del drago e sentirmi vicino a mio padre.

Insomma un polpettone sdolcinato. Ma almeno questi tre non erano quattordicenni. Certo però che in inglese i loro dialoghi erano davvero semplificati, annacquati. Si perdeva in dettaglio, e si perdeva in sapore. Si perdeva, insomma, in tutto.

Cercai di recuperare quanto più, sia in contenuto che in stile, dall'originale giapponese.

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NEXT TO COME

Il techno-ninja, un altro stereotipo, e la ridicola ricerca di "idiomaticità" nella finzione di fantasia.

Un bug che non era un insetto.

La falsa richiesta di "diversità", quando non la si riconosce e meno che meno la sia accetta. Il vero desiderio di banalità. La scarsa attenzione, la poca sensibilità.

Modificato da Shito
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On 7/25/2025 at 12:16 AM, Shito said:

Frattanto, non so se l'avessi già postato, questo è un articolino di commiato a Toriyama un po' controcorrente che scrissi a suo tempo e in cui inclusi quella mia seconda prova per SQUARE-ENIX che raccontavo anche in questo stesso topic.

https://www.vgmag.it/271842/in-commiato-a-toriyama-akira/

Queswto non lo avevi condiviso però. Non lo ricordo, però l'allegoria del villaggio pinguino l'avevi già espressa altrove, sempre in questo forum. 

(sto recuperando i post poco a poco)

Modificato da Chocozell
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  • 2 weeks later...

In originale giapponese, il modo in cui Tellah si rivolge al principe bardo, inteso dal vecchio come il seduttore di sua figlia, è sempre un generico "kisama".

L'inglese è un colorito, antiquato, disenyano insulto che l'anziano rivolge al giovane, un modo per dire "bardo farfallone".

Nessuna domanda scomoda.

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Per problemi personali e lavorativi sono riuscito a recuperare tutto solo oggi. Grazie per tutte le informazioni e le curiosità! Peraltro in questo momento mi hanno anche positivamente distratto dagli accadimenti della vita reale, quindi due volte grazie :)

 

Io sono un grandissimo estimatore dei JRPG (di qualsiasi tipo, action, turni, strategici etc) ma mi hai positivamente spiazzato con la tua descrizione del genere....e come sempre hai proprio ragione! Alla fine i JRPG sono VN "a ostacoli" , non ci avevo davvero mai pensato. Poi a me piace anche la parte di "crescita" meccanica del party (quello che viene anche chiamato grinding) ma principalmente sono esattamente come tu li hai descritti.

 

 

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On 8/16/2025 at 10:32 PM, Shito said:

NEXT TO COME

Il techno-ninja, un altro stereotipo, e la ridicola ricerca di "idiomaticità" nella finzione di fantasia.

Un bug che non era un insetto.

La falsa richiesta di "diversità", quando non la si riconosce e meno che meno la sia accetta. Il vero desiderio di banalità. La scarsa attenzione, la poca sensibilità.

Il personaggio del texìchno-ninja si chiamawa Edward. Ma per davvero, non come il bardo che si chiamava Gilbart ma poi nella versione inglese si chiamava pure lui Edward. Ovvero, in inglese avevano creato un'assurda omonimia. Il techno-ninja era però chiamato col suo nickname, ovvero diminutivo "Edge". Sempre insensato tutto rimane. Ricordo che qualcuno in giappone mi diceva: "gli americni usano i diminituivi perché sono troppo stupidi per elaborare nomi più lunghi di due sillabe", sic. Sembra una cosasprezzante e crudele, ma poi nel mio team di lavoro tutti si presentarano come "My name is XXXXXXXX, but you can call me XXX." Io allora dissi "My name is Gualtiero and you can call me Gualtiero. If you need ti call me, please take your time and call my name. If you don't want to do that, you clearly had no real reason to do it in the first place." Sempre simpantico e socievole, eh? Davvero Forrest Gump era un simpatico ingenuo bonaccione, ma il principio è lo stesso. :-)

Comunque, ricordo una battuta di Edward su cui si animò una discussione banale quanto simbolica.

Il tipo stava cercando di muove un qualcosa che bloccava la strada. Non ricordo se un masso, un portone, o cosa. Non ci riusciva, e siccome il suo cliché era quello dello donnaiolo figaccione sbruffone la cosa lo frustava anzichenò. In ogni caso, diceva tipo: "non si muove di un soffio!". Ovvero, questo era il mio primo adattamento della battuta in questione. Dopodichè, i fase di revisionme – che si chiamava Q&A – la cosa mi venne del tutto contestata dai colleghi italiani locati in quel di Londra: "non si dice!", "non è idiomatico!", ecc. ecc. ecc. La loro proposta alternativa era: "Non si sposta di un centimetro!" – questo sì sarebbe stato "idiomatico". Ma la fase di revisione si chiamava Q&A perché, nominalmente, i revisorsi sottoponevano quelli che ritenevano "bug" al traduttore, che poteva o meno accogliere – a sua propria e definitiva responsabilità – le correzioni. Di norma, tutte le correzioni venivano accolte da tutti. Così mi dissero. Nel mio caso, a parte gli uinnmerevoli refusi che i revisori mi correggevano stoicamente quanto meritoriamente, e per i quali li ringraziavo sempre e all'istante, discutevo ogni cosa.

Nel caso speicifico: "che senso ha usare un'unità di misura reale, quando non sappiamo quale sia in uso in questo modno di fantasia?" ovvero "che ne so che un techno-ninja nel mondo di FFIV misuri le lunghezze in CENTIMETRI?" – mi semba un'assurdo e un'idiozia, tanto quanto quanto che Paolino Paperino vivesse in America e usasse i dollari, o che il vincitore dell'Armatura di Pegasus si chiamasse personalmente Pegasus, o che un giapponese di nome Johnny, figlio di Serghiei, fosse il fratello di SImona e Manuela, cose così.

Alla fine cincirdammo su una mia prposta alternativa: "Non si sposta di un capello!" – nei ritratti ufficiali, visibii anche in-game, i personaggi mostravano capelli, dalle fluente chiome di Celicil al codino del "monaco shaolin" Yang, indi il concetto di "capello" non poteva ritenersi alieno a quel mondo. Ma il mio punto restava: gudicare i dialohi di una storia di fantasia in base alla loro presunta "idiomaticità" è assurdo e insensato: in primo luog i dizionari di una lingua viva non sono dei thesaurus da cui trarre frasi fatte, ma soprattutto, come argomentai "non ci si può attendere che un techno-nija parli come il vostro vicino di casa, dacché nessuno di noi potrebbe avere un techno-ninja per vicino di casa". Sic, ma in inglee - questi dibattiti erano tutti condotti in inglese e registrti sulla piattaforma interna dell'azienda.

Simili discussioni non fecero che rafforzare e cementare le mie convinzioni in tema di traduzione e adattaento, credibilità del simbolismo metalinguiatico, realtà interna e esterna della narrazione.

Mi resi sempre più conto che ciò che in realtà i miei colleghi, come una certa parte del pubblico, realmente voleva non era affatto una ricchezza linguistica, o la sua opportunamente discriminta varietà (il nobile che parli da nobile, il rozzo da rozzo): ciò che in realtà volevano era tutto il contrario era semplicemente la banalità linguistica del loro micromondo abitudinario personale, che scambiavano surretiziamente per una sorta di mai certificata "norma" linguistica. Come no. VOlevano la semplicità frutiva. Volevano la loro stessa mediocrità espressiva.

Non la ebbero. Non da me.

E ovviamente i "bug" del testo non erano instti neppure informatici. Quelli erano altri. Ne trovai uno in una stringa di stesto condificato, una parentesi quadra mancante. Ovvimente, mancava in tutte le lingue. Avendo accesso solo al file italiano, la reintrodussi solo lì. Poi ovviamente i veri debugger, quelli giapponesi, nella sala delle "scimmie spaziali" (li chiamavano così) la trovarno e segnalarono: "mnc in tutte le lingue, meno che nella versione italiana. Strano."

Strano.

Livelli di soglia di attenzione.

 

 

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