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Fuoco, cammina con me


Shito

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Ho rivisto oggi questo film.

 

E' incredibile (e al tempo stesso ovvio) come l'età in cui fruiamo le stesse opere stravolga tutta la nostra percezione.

 

Ai tempi dell'uscita originale del "fenomeno" Twink Peaks, ero così catturato dalla trama soap-mistery-opera.

 

Rivedendo il film cinematografico oggi, che come saprete è un prequel, ma al tempo stesso non deve 'svelare' nulla, indi non gioca sul non detto, né sulle rivelazioni, mi è sembrata tutta un'altra cosa.

 

Mi è sembrato che tutto il sostrato mistico/demonologico/sovrannaturale della storia non sia che una sovrastruttura nata per caso (il carpentiere sul set che divenne BOB, personaggio non previsto nel soggetto) e del tutto insignificante. Un orpello di trama.

 

Il contenuto mi è parso l'onesta denuncia della società piccolo borghese che nasconde così tanti scheletri nell'armadio, certo.

 

Ma soprattutto, io ci ho visto tanta, tanta allegoria di stampo etico-evangelico.

 

Alla fine questa è la storia triste di un uomo che ha avuto la sua vita rovinata da molestie infantili, e che le ha replicate sulla figlioletta, dannando la sua vita. Questa è la storia del dolore che replica dolore, della condanna della vittima a divenire aguzzino, dell'odio che replica odio.

 

Gli 'agenti' (spiriti? bof!) della loggia, più che creature sovrannaturali, mi paiono una personificazione simbolica, una allegoria antropomorfa del "male" che può risiedere tra le pieghe della personalità di ogni abitante di una società contemporanea. Non si tratta di sdoppiamenti di personalità e doppie vite, si tratta di un seme di odio, di sofferenza, che viene piantato nella vita di uno, e poi si riproduce come una spora. Si può parlare, simbolicamente, di "possessione" - ma mi sembra un livello narrativo privo di realtà metafisica. Vite rovinate perché governate dalle cicatrici di passate sofferenze, traumi, che creano traumi e sofferenze nel prossimo, e così avanti all'infinito.

 

Ora, a quasi quarantanni, mi è sembrato semplicemente questo.

 

Ho pensato al recente caso dell'omicidio a Roma, con tortura. E il transessuale prezzolato, un ragazzetto in realtà omofobo, e l'omicida con i conflitti paterni, e la gente fuori di testa per vite lacerate e sostante atte a sedare quei dolori.

 

E' tutto così terribilmente tipico.

 

Una società di benessere materiale nasconde malessere spirituale.

 

Intristendomi, ho rivalutato Twin Peaks (almeno nelle sue prime mosse) e il suo regista.

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Mi è sembrato che tutto il sostrato mistico/demonologico/sovrannaturale della storia non sia che una sovrastruttura nata per caso (il carpentiere sul set che divenne BOB, personaggio non previsto nel soggetto) e del tutto insignificante. Un orpello di trama.

 

No, guarda che Lynch e Frost sono due esoteristi convinti. Loro credono alla meditazione trascendente, a Madame Blavatsky ecc. L'Agente Cooper infattti è l'alter ego di Lynch a detta dello stesso Lynch. Non è una sovrastruttura nata per caso, per nulla. Soltanto l'episodio di Killer BOB è nato caso, ma l'intenzione di fare una serie "esoterica" e allo stesso tempo postmoderna c'era fin dal principio.

 

Gli abitanti della Loggia Bianca sono proprio come la Donna del Termosifone, mentre quelli della Loggia Nera come l'Alieno (mi riferisco allo scontro di forze sovrannaturali che è il fulcro di Eraserhead). E' puro sciamanesimo. Infatti la Garmonbozia è il cibo dell'anima, il mana primitivo.

 

Detto questo, ovviamente la critica sociale c'è, ma non è di certo la priorità di un regista che è convinto di avere dei poteri paranormali - da qui la sua scelta causale dell'attore di Killer BOB, dovuta all'interpretazione della sua riflessione nello specchio nel set del primo ep. come un evento "esotericamente" propizio.

Modificato da AkiraSakura
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L'esoterismo, certo. Dico solo che la verità esoterica è spesso allegorica. La Scala di Giacobbe non è una scala fatta a pioli in legno.

 

L'infame Garmonbozia mi pareva non venisse nominata sino al film. Ovvero, spesso si parlava del mais. Io vedo la metafora: la crudeltà è cibarsi delle sofferenze delle anime altrui. Poi puoi rappresentare questo materiale come vuoi. Come sangue rappreso, come zuppa di mais, come cocacola verde. E chiamarla come vuoi. Anche molto del non-sense di Twin Peaks mi sembra alludere a una predominanza del significato mistico/allegorico delle cose sulla loro apparenza fabulistia/metafisica.

Modificato da Shito
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Guardare Twin Peaks e appassionarsi alla "trama" lo trovo molto ironico dato che la trama era la parodia di una telenovela. Si arrivava dagli anni di successo di Dallas e a Lynch e Frost venne in mente "ci facciamo la presa per il culo?". Così ecco tanti personaggi in scena a raccontare il nulla, con milioni di spettatori a seguirlo. Già questa era una dimostrazione. Ma Lynch non lavora mai con tutto in testa. Per cui rimanne stregato dall'attrice Sheryl Lee, doveva usarla ancora. Rimane colpito da Bob riflesso sullo specchio, doveva usarlo ancora. Deve rimontare l'episodio pilota come un film autoconclusivo, nasce la loggia nera. Tutto a caso. Alcune cose talmente a caso da fare ridere (nel senso che sono ridicole). Ma al pubblico piaceva sul serio. E allora ecco il film, che si può dire che non piacque a nessuno, perché quella era la verità dietro tutte le stranezze. Così a memoria mi pare che Laura Palmer dica "loro vogliono me, ma io mi farò uccidere piuttosto che passare dalla loro parte" (resistenza totale al propagamento del dolore).

Ah, nella serie tv la Garmonbozia non si nomina. Ma si vede. Solo che lo spettatore ignaro non sa decifrare la scena.

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Così a memoria mi pare che Laura Palmer dica "loro vogliono me, ma io mi farò uccidere piuttosto che passare dalla loro parte" (resistenza totale al propagamento del dolore).

 

 

Più o meno, sì.

In pratica Laura dovrebbe essere la nuova "prescelta" da BOB. Piuttosto che cedere la sua anima al demone, però, Laura sceglie di sacrificarsi, facendosi uccidere dal demone (con l'inganno).

Meglio essere vittima che carnefice, insomma.

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Del resto, la cifra stilistica di Lynch, quasi similarmente a quella di Malick, e' quella di realizzare forti sequenze impattanti, spesso di natura autonoma, slegate da un contesto narrativo e immerse invece in un "humus" psicologico, lasciando poi allo spettatore di fare collegamenti che spesso vanno al di la' appunto del concetto stesso di storia e vicenda. I collegamenti realizzati sulla base di istanze quasi 'cognitive' danno infine l'illusione sempre a chi fa i collegamenti, lo spettatore, di assistere a qualcosa di incredibilmente profondo. E soprattutto di 'innamorarsi' delle proprie considerazioni.

 

(chissa' cosa mi ricorda in altro ambito tutto cio')

 

Spesso e volentieri infatti molti grandi successi, come ad esempio Lost parlando di telefilm, nascono e praticamente muoiono sulla base di un concetto che ben funziona inizialmente; da interviste-confessioni varie infatti e' risaputo che lo stesso Lost ha una natura fortemente frammentaria in quanto semplicemente come in Twin Peaks si 'andava avanti a braccio'; cosa che per Lost ha poi infatti creato il 'finale' che c'e' stato.

Sono tutte storie e vicende che nella realta... non esistono, che si 'godono' per anche i forti momenti spesso emozionali che possono creare, ma che nel contempo a livello narrativo sono la migliore rappresentazione del modo di dire "il re e' nudo."

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Gli 'agenti' (spiriti? bof!) della loggia, più che creature sovrannaturali, mi paiono una personificazione simbolica, una allegoria antropomorfa del "male" che può risiedere tra le pieghe della personalità di ogni abitante di una società contemporanea. Non si tratta di sdoppiamenti di personalità e doppie vite, si tratta di un seme di odio, di sofferenza, che viene piantato nella vita di uno, e poi si riproduce come una spora. Si può parlare, simbolicamente, di "possessione" - ma mi sembra un livello narrativo privo di realtà metafisica. Vite rovinate perché governate dalle cicatrici di passate sofferenze, traumi, che creano traumi e sofferenze nel prossimo, e così avanti all'infinito.

 

Questo però c'è già nel finale della serie (in cui, a dirla tutta, è tornato a dirigere Lynch dopo aver affidato diversi episodi ad altri). Cooper resta intrappolato nella Loggia perché cede alla paura.

Per il resto ho percepito nel film lo stesso sostrato di cui parli, sì (P.S.: KareKano torna a fare capolino).

 

L'idea che mi sono fatto dati alcuni indizi sparsi per la serie, poi, (e che ho poi scoperto essere una teoria diffusa) è che Loggia Nera e Loggia Bianca si trovino nello stesso luogo, come a dire che nell'uomo (non necessariamente solo l'uomo contemporaneo, ma l'essere umano in senso più lato) il germe del "bene" e del "male" coesistono, come forze contrapposte ma inseparabili. One and the same. Vorrei rileggere una conversazione che avevo avuto a mente fresca prima di tornare su questo punto, ma in questo momento non posso farlo.

 

Modificato da Lonelywolf
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C'e' della logica anche nella follia (cit.)

 

La produzione cinematografica di Lynch e' strettamente correlata al suo approccio "inconscio" al medium: quel "tutto a caso" si potrebbe sostituire ad un bel "tutto a inconscio", come lui stesso fa notare quando viene intevistato in merito alla Meditazione Trascendentale. Perche' la signora ceppo, che crede che il suo tronco abbia un'anima, i gufi maledetti, l'attenzione maniacale del regista per gli elementi (il fuoco che cammina con me o l'elettricita', ad esempio), sono tutte manifestazioni della psiche dell'uomo primitivo. Si tratta di puro, atavico animismo, si pensi alla scena in cui lo spirito della cinese viene imprigionato nel legno, che per uno spettatore occasionale puo' non voler dir nulla, ma per un antropologo invece vuol dire molto.  E via dicendo.

 

Elementi ricorrenti nell'opera del regista sono degli esseri sovrannaturali (come gli abitanti della Loggia Nera, rimanendo in tema) che giocano con l'uomo, privandolo della liberta' di agire, rendendolo una macchietta abbandonata a se' stessa. Gli abitanti della Loggia, le streghe, gli alieni, le donne dei termosifoni ecc. paiono quasi dei demiurghi gnostici congiunti in uno strano dualismo primordiale che invero e' un'unita' indivisibile, quella dell'inconscio collettivo, appunto.

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Akira, hai presente l'albero della vita di Malick?

Sai perche' e' quasi una barzelletta tra noi critici?

Perche' c'e' gente che, in seguito ad un inconveniente, in almeno varie occasioni l'ha visto proiettato in sala 'al contrario' (cosa che con le pellicole succedeva molto piu' di frequente di quanto si pensi), e in quelle occasioni c'e' gente che si e' sperticata in commenti del tutto fuori di testa per motivi anche fin troppo ovvi.

 

Non e' questione di follia, e' questione di realizzare e saper realizzare sequenze molto forti che in qualche modo suggeriscono allo spettatore che la ricostruzione che egli fa per la comprensione della vicenda e' a livello unicamente sottotestuale.

 

Lynch e' appunto come Malick, c'e' tanta gente, ma davvero tanta, che non e' innamorata tanto delle loro opere o dei registi in se', quanto delle iperboliche rappresentazioni che loro stessi personalmente fanno di quanto accade. E' quasi arte derivata, devo dire.

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Hai ragione, tuttavia nulla vieta di interpretare un'opera in chiave psicoanalitica/antropologica basandosi su evidenze concrete. Nel caso di Lynch poi si e' pure agevolati, sicche' inserisce sempre le stesse ricorrenze nelle sue opere. Tipo Mulholland Drive, siamo sempre li'. Poetica dell'inconscio, esseri soprannaturali, uomini succubi di forze a loro ignote.

 

Idem Jodorowsky e compagnia, altri esoteristi apparentemente nonsense.

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Non discuto che lo stile di Lynch preveda spesso e volentieri di usare sequenze forti improvvisate, secondo l'ispirazione del momento. Lo sentivo anch'io da aneddoti raccontati dallo stesso Lynch (tipo: l'immagine della Loggia Nera nasceva da una suggestione che ha avuto mentre era appoggiato ad un'auto, se non ricordo male, o ancora il costumista che diventa BOB a causa di una suggestione che si è formata nella testa dello stesso regista). In più, il motivo per cui si rifuta di parlare del significato dei suoi film è proprio perché vuole che ognuno guardi ed accosti quello che vede alla sua vita, finendo per "portare a casa" qualcosa, no?

Però è anche vero che in Mulholland Drive lo stesso Lynch ha fornito degli "indizi" su cui basarsi per capire il film. Mi sembra che questo suggerisca in modo abbastanza chiaro che ci sia uno schema (seppur improvvisato ed arricchito sul momento) dietro a questo film, che ne definisce l'intenzione in modo almeno vago. Possiamo essere d'accordo sul fatto che Mulholland Drive (e FWWM) non siano solo un'accozzaglia di cose a caso?

Dimmi se ti ho travisato in qualche modo, confesso che i tuoi post mi sono parsi a tratti un pochino ostici ed ho risposto di fretta :)

Modificato da Lonelywolf
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L'idea che mi sono fatto dati alcuni indizi sparsi per la serie, poi, (e che ho poi scoperto essere una teoria diffusa) è che Loggia Nera e Loggia Bianca si trovino nello stesso luogo, come a dire che nell'uomo (non necessariamente solo l'uomo contemporaneo, ma l'essere umano in senso più lato) il germe del "bene" e del "male" coesistono, come forze contrapposte ma inseparabili.

La teoria che le due logge siano lo stesso posto non è tanto teoria, perché viene molto più che suggerito. Non dimenticare che Laura ritrova l'Angelo sempre nella stanza rossa (qui c'è il giochino alla Shining), quindi non può essere la loggia nera. In compenso compare Cooper giovane che non dovrebbe esserci. Però non ha senso mettersi a speculare su questi argomenti. Lo stesso Lynch aveva inserito ore di scene extra del film che poi ha tagliato via (l'incasinamento temporale fra futuro e passato). Quindi non si tratta di materiale necessario a comprendere la vicenda.

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Che dialogo interessante è venuto fuori! :-)

 

@Garion: chiaramente la struttura di Twin Peaks, la serie, muove da quella di una soap-opera. Perché credi che nel mio primo post avessi scritto: "ero così catturato dalla trama soap-mistery-opera"? ^^;

 

Una soap opera sono solo personaggi che interagiscono fra loro. Nel caso di questo tipo di "serie televisive", si mette una linea iniziare (chi ha ucciso Laura Palmer?) - e intorno a quella linea i personaggi interagiscono fra loro, svelando ciascuno un proprio materiale narrativo (un passato che spiega la psiche e l'agire del personaggio).

 

Non c'è bisogno di prendere questa cosa come una rivelazione: è evidente, è chiaro.

 

Quando vidi Twin Peaks, ero piuttosto piccolo. Forse, ai tempi, ancora mi interessava sapere come vanno a finire le storie. Ma in effetti, non so, perché anche se ero stato "catturato" da Twin Peak non lo vidi mai sino alla fine. Mi annoiò prima, e me lo dimenticai -semplicemente-. In effetti non mi interessava affatto. E quindi, qui si viene a:

 

@Shuji: è altresì evidente che tutto quello che tu dici è il vero. Lynch crea cose che sono "affascinanti" perché "suggestive". Sicuramente ci sono molti (o almeno: diversi modi) per affascinare il pubblico della finzione. Si può scrivere della finzione che per il publicco sarà così intelligente da essere rivelatrice del sé. Non credo sia realmente il caso di Lynch, Lynch è sicuramente intelligente (lui), ma la sua narrativa più che "intelligente" come un romanzo filosofico direi che è "suggestiva", sì, pregna di sequenze di forte impatto. Se questo è quello che si crea, credo sia normale che anche il processo creativo sarù non dico "tutto a caso", ma "tutto a sentimento, tutto a suggestione". Ma come per la struttura narrativa stessa, di base c'è una linea di pensiero lungo la quale si inanellano le sensazioni, i momenti di impatto. E se la linea della fabula era il mistery di "chi ha ucciso Laura Palmer", mi sembra che la linea di pensiero intorno alla quale l'autore ha intrecciato le sue suggestioni anche di retropensiero (e immaginifico) mistico e animistico sia: il male è come un tarlo residente nella mente delle brave persone, indi è il sottotesto della nostra società bella e buona.

 

@Lonelywolf: certo, non ho svelato nulla. Penso che il bello del film di Twin Peaks sia che, a differenza della serie, non c'è più nulla da svelare, nulla da rivelare. E neppure nulla da aggiungere. Quindi, da questo punto di vista, il film è l'esatto contrario della serie. Nella serie si esaurisce la fabula quando si scopre chi ha ucciso Laura Palmer, e questa rivelazione apre la strada alla lettura della linea di pensiero dell'autore, quando Cooper e gli altri riflettono, dopo il suicidio di Leland, che "Bob è il male che c'è in noi". Questa semplice frase può leggersi in senso mistico o psicanalitico, e l'elemento allegorico è ciò che dissolve un piano di lettura nell'altro.

 

Anche "il maligno tentatore" di cui parlando le religioni lo si può intendere come un essere sul piano ontico metafisico, o come una componente del nostro stesso essere. Tanto, quello che si può fare per allontanarlo è lo stesso: una pratica del sé eventualmente supportata da una pratica sociale. Tutte le religioni sono così: sono un ossatura metafisica allegorica per gli incolti per indurli a una pratica del sé che sia per il loro bene. Infatti le religioni (vere) sono realmente buone, in questo senso. Tutte.

 

Tornando a Twin Peaks, non è mistero che il film abbia deluso gli amanti della serie: è il suo opposto.

 

E il film è anche inquietante, dico inquietante nel senso che è destinato 'a turbare' gli animi, perché mostra davvero come sotto l'apparente "bontà" si nasconda il male, e poi ti dice che quel male non era male.

 

Ovvero:

 

Laura Palmer apparentemente è, per la logica della società americana, "il bene". E' la ragazzina bella, borghese, figlia di avvocato, vive in una bella villetta. A scuola è popolare.

 

Poi si scoprire che Laura Palmer è, effettivamente, "il male": è una ragazzaccia, è una che tradisce, che ha rapporti carnali con più di un ragazzo in contemporanea, ma al tempo stesso è persino una drogata, e si prostituisce pure. Quindi a questo punto l'ideale sociale la bollerebbe come "il male".

 

Ma in realtà Laura Palmer non è neppure questo. E' in primis una vittima. E' una ragazza perduta, in tutti i sensi, e l'innesco della perdizione non ha nulla come una colpa di lei. Eppure ci dice che Bob sa anche come farla godere. Quindi cos'è? E' semplicemente "una donna". Chi ha letto "Traumnovelle" di Schnitzel forse mi capirà meglio di altri, ma davvero in ogni santa c'è una potenziale puttana, in ogni puttana c'era sicuramente una santa e c'è potenzialmente una monaca di clausura. Certo, io sono tra il giansenismo e il manicheismo, ma il punto è sempre lo stesso. Ed è quello che l'uomo non riesce ad accettare.

 

Il fatto che Laura alla fine si ammazzi piuttosto che diventare "così male" da iniziare a fare il male anche sul prossimo oltre che su sé stessa [allegoricamente: "prima di diventare lei stessa il prossimo ospite di Bob"], non la rende Gesù Cristo. Aveva già avuto una crisi quando, al bordello, aveva visto che stava "tirando dentro" anche Donna, rivoltata su un tavolino. E il punto è che Donna non stava gridando "no, non mi stuprate!", Donna era lì consenziente. Il libero arbitrio è davvero un fantasma che l'uomo si è dato per sopportare sé stesso e cercare di indirizzarsi al uno straccio di sopravvivenza.

 

@AkiraSakura: La dicotomia tra "bene" e "male", tra "santi" e "dannati", tra "sante" e "puttane" è uno di quegli inganni della psiche umana che permettono all'autocoscienza umana di non autodistruggersi. Se ognuno di noi, di fronte a un efferato delitto (il male), anziché emanciparsene e elaborarlo pensando "lui era cattivo, lui era pazzo", al contrario empatizzasse con l'assassino rendendosi conto che ha agito seguendo una componente dell'animo che è sicuramente anche dentro di noi, in qualche modo, ebbene molte persone a questo livello di empatia impazzirebbero. Quindi, secondo uno dei tipici meccanismi di autosalvaguardia della psiche umana, quali la rimozione, la negazione, la proiezioni (sono solo nomi, ma capiamoci), la psiche umana "isola ed estroietta "proiettando" il suo male, venendolo così come "altro dal sé" - credo che la verità sulla nascita della tragedia sia piuttosto questa, ormai, piuttosto che la soddisfazione dionisiaca, ma forse in effetti non sto dando torto a Nietzsche, perché è possibile che ai tempi (delle psichi) della antica Grecia la mente si medicasse nel sabba, nell'accettazione parziale ebbra (e indi a-logica) del male che è in sé, mentre oggi questo non si possa più fare (accettare) e quindi la mente abbia trovato un modo più ipocotria e dissociato (si noti: "dissociato") di purgarsi dall'inelaborabile.

 

L'approccio mistico, volendo, non è che un modo per trascendere tutto ciò. Nella mia esperienza la visione mistica è la radice profonda dell'esperienza psicologica, psicanalitica, e poi psichica in senso mistico.

 

Ho sempre pensato che: | religione (allegoria metafisica) -> psicanalisi (teoria metafisica) -> mistica (esperienza metafisica) | siano tre livelli di accesso alla stessa realtà umana. Almeno, nella mia vita ho vissuto questo.

 

Detto il che, vorrei tornare:

 

@Shuji: non trovi che il "successo", dico il fatto che funzioni, un modus narrativo quale quello di Lynch sia la prova provata che il fascino viene esercitato sull'uomo (e indi sul pubblico) non dal comprensibile, ma dall'incomprensibile? Dico, a livello narrativo. Una trama con dei buchi crea maggiore interesse di una trama perfettamente archieìtettata. Credo che il non-detto, il non-esplicato, sia un elemento di fascino molto maggiore del detto, dell'esplicato. E perché? Perché la narrazione piena di buchi, specie se più sapientemente lasciati tra isole di impatto e suggestione, altro non innesca nella mente dello spettatore che un meccanismo di "fill-in the blanks", riempi i buchi, e quindi la narrazione viene surrettiziamente introiettata dallo spettatore. Che ne dici?

 

@Garion: in questo, Lynch è agli antipodi della sopa-opera, perché nella soap-opera tutto è detto, non c'è che il dire dei personaggi la cui messa in scena crea una pseudo-fabula eterna.

 

Comunque a "parlar male" di Twin Peaks sembri davvero un otaku in denial, ti prego di rendertene conto. Perché poi sei lì a mettere i puntini sulle I della lettura fabulistica della finzione, e con ricca cognizione nella meta-finzione (la storia della storia, i cazzi degli autori che hanno fatto cosa e come mai). Un po' come quando parli di roba Marvel, ecco.

Modificato da Shito
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La dicotomia tra "bene" e "male", tra "santi" e "dannati", tra "sante" e "puttane" è uno di quegli inganni della psiche umana che permettono all'autocoscienza umana di non autodistruggersi. Se ognuno di noi, di fronte a un efferato delitto (il male), anziché emanciparsene e elaborarlo pensando "lui era cattivo, lui era pazzo", al contrario empatizzasse con l'assassino rendendosi conto che ha agito seguendo una componente dell'animo che è sicuramente anche dentro di noi, in qualche modo, ebbene molte persone a questo livello di empatia impazzirebbero. Quindi, secondo uno dei tipici meccanismi di autosalvaguardia della psiche umana, quali la rimozione, la negazione, la proiezioni (sono solo nomi, ma capiamoci), la psiche umana "isola ed estroietta "proiettando" il suo male, venendolo così come "altro dal sé" - credo che la verità sulla nascita della tragedia sia piuttosto questa, ormai, piuttosto che la soddisfazione dionisiaca, ma forse in effetti non sto dando torto a Nietzsche, perché è possibile che ai tempi (delle psichi) della antica Grecia la mente si medicasse nel sabba, nell'accettazione parziale ebbra (e indi a-logica) del male che è in sé, mentre oggi questo non si possa più fare (accettare) e quindi la mente abbia trovato un modo più ipocotria e dissociato (si noti: "dissociato") di purgarsi dall'inelaborabile.

 

L'approccio mistico, volendo, non è che un modo per trascendere tutto ciò. Nella mia esperienza la visione mistica è la radice profonda dell'esperienza psicologica, psicanalitica, e poi psichica in senso mistico.

 

Ho sempre pensato che: | religione (allegoria metafisica) -> psicanalisi (teoria metafisica) -> mistica (esperienza metafisica) | siano tre livelli di accesso alla stessa realtà umana. Almeno, nella mia vita ho vissuto questo.

 

Ottima osservazione. Stai parlando di cio' che Jung definisce come "ombra", il lato rimosso del se' che nel suo venire a galla nel conscio genera nevrosi. Penso che Lynch su questo concetto abbia costruito la sua poetica, come fanno molti orientali, che essendo piu' inclini di noi occidentali all'animismo, hanno un dialogo con l'inconscio piu' proficuo e meno inficiato dal formalismo e dal moralismo rispetto al nostro - come fa notare lo stesso Jung.

 

Rendere l'ombra cosciente in un certo senso e' come accettare il male. Accettare il contraddittorio, rendendo una molteplicita' unita'. La Loggia Nera e La Loggia Bianca, che formano un tutt'uno indivisibile. Siamo li'.

 

D'altro canto, vedendo questa cosa dal punto di vista gnostico, gli arconti sono nettamente separati dal "bene" assoluto, l'emanazione piu' alta dell'Uno. C'e' una separazione tra bene e male netta, quel residuo di platonismo che alla luce della postmodernita' perde di significato. Perche' tutto diventa proiettivo, le certezze svaniscono, si ritorna all'animismo e al primitivismo. Ci si animalizza. Ed ecco che nasce Twin Peaks, e piace tanto alla gente.

Modificato da AkiraSakura
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Comunque a "parlar male" di Twin Peaks sembri davvero un otaku in denial, ti prego di rendertene conto. Perché poi sei lì a mettere i puntini sulle I della lettura fabulistica della finzione, e con ricca cognizione nella meta-finzione (la storia della storia, i cazzi degli autori che hanno fatto cosa e come mai). Un po' come quando parli di roba Marvel, ecco.

Sono semplicemente cose che ho visto e ho letto. Non è colpa mia se me le ricordo anche nel dettaglio (alcune cose vorrei proprio dimenticarle da quanto sono brutte, ma niente).

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L'idea che mi sono fatto dati alcuni indizi sparsi per la serie, poi, (e che ho poi scoperto essere una teoria diffusa) è che Loggia Nera e Loggia Bianca si trovino nello stesso luogo, come a dire che nell'uomo (non necessariamente solo l'uomo contemporaneo, ma l'essere umano in senso più lato) il germe del "bene" e del "male" coesistono, come forze contrapposte ma inseparabili.

La teoria che le due logge siano lo stesso posto non è tanto teoria, perché viene molto più che suggerito. Non dimenticare che Laura ritrova l'Angelo sempre nella stanza rossa (qui c'è il giochino alla Shining), quindi non può essere la loggia nera. In compenso compare Cooper giovane che non dovrebbe esserci. Però non ha senso mettersi a speculare su questi argomenti. Lo stesso Lynch aveva inserito ore di scene extra del film che poi ha tagliato via (l'incasinamento temporale fra futuro e passato). Quindi non si tratta di materiale necessario a comprendere la vicenda.

 

 

Penso che l'indizio più netto sia proprio nella scena che riportavo prima,  ma voglio stare attento a non far passare per fatto una mia speculazione senza un'evidenza palese (soprattutto in qualcosa che sia stato diretto da Lynch). Poi penso che l'identità delle due logge possa essere significativa nella serie di Twin Peaks, anche se non è proprio il tema centrale. In FWWM, però, è certamente come dici tu :)

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@Garion: appunto sembri un otaku in denial. Ostenti una conoscenza che rinneghi, che non vorresti avere, ma non puoi fare a meno di mantenere e -come vedi- 'ostentare'. E' proprio la psiche dell'otaku in denial, no?

 

@Lonelywolf: personalmente non ricordo in dettaglio la serie, e meno che meno i suoi dettagli. Quello che mi ricordo della serie è:

 

-chi ha ucciso Laura Palmer

-arriva l'agente dell'FBI che è una specie di compulsivo misticheggiante

-scopre che tutti hanno i loro armadi pieni di scheletri (ma va?)

-scopre che tutti hanno le loro zone d'ombra

-ha un sacco di esperienze e visioni pseudo mistiche

-alla fine era il padre che molestava e ha ucciso la ragazza

 

-----

 

Dalla scena che hai linkato, senza nulla ricordare delle "loggie" di colori vari - nella mia percezione le visioni di Cooper erano più che altro esperienze tra il fisico e il metafisico che servivano a "farlo riflettere", a "innescare in lui una cognizione delle cose" - capisco solo una cosa ovvia quanto vera:

 

ogni cosa è distinta, ma al tempo stesso tutt'uso, col suo contrario.

 

E così, un nano e un gigante sono distinti (sono opposti), ma sono la stessa cosa. Sono un unicum. Sono "la dimensione".

Allo stesso modo il solido e il liquido sono opposti distinti, ma sono la stessa cosa. Sono due opposti modi della fluidità. E esiste anche il fluido, infatti.

E forse le logge bianche e nere sono distinte, ma la stessa cosa. Anche intendendo le logge come due meri luoghi dell'animo, la sostanza non cambia.

Ovvero, il bene e il made dell'animo umano sono distinti, ma la stessa cosa.

 

Quindi un padre amorevole può essere, ed eventualmente è, lo stupratore e assassino della figlia.

 

Sì, a me da piccolo piaceva Protagora, la dottrina dei contrari, e quando arrivai ai primi filosofi mitteluropei che guardavano a oriente (da Schopenhauer a Freud a Jung) mi sembra si stesse ancora parlando di Protagora, tutto sommato.

 

Jung mi ha sempre stuzzicato. Sono stato a casa di Freud, ma Jung anche se mi ha sempre stuzzicato non l'ho mai studiato. Mi sono imbattuto in varie parti del suo pensiero, che spesso mi è sembrato molto affine al mio. Ah, e comunque le 'visioni metafisiche' di Lynch sono sempre dei freakshow. Questo perché, credo, alla fine l'umano non rifugge altro che il mostro che è per natura, sotto alla cultura umana. Ovvero, l'ombra dell'uomo civile è un mostro umano.

Modificato da Shito
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Ostenti una conoscenza che rinneghi,

Non rinnego un bel niente. Anzi, sono contento di avere visto Inland Empire, un film che Lynch ha girato mentre lo stava scrivendo. Dove, fra le altre cose, compare il seme del male in persona (non un diavolo, un posseduto o che: il seme del male).

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Hai ragione, tuttavia nulla vieta di interpretare un'opera in chiave psicoanalitica/antropologica basandosi su evidenze concrete. Nel caso di Lynch poi si e' pure agevolati, sicche' inserisce sempre le stesse ricorrenze nelle sue opere. Tipo Mulholland Drive, siamo sempre li'. Poetica dell'inconscio, esseri soprannaturali, uomini succubi di forze a loro ignote.

 

Idem Jodorowsky e compagnia, altri esoteristi apparentemente nonsense.

 

Ma siamo sempre nei paraggi di sovrastrutture; comunque, io mi riferivo alla valenza che si dava 'alla storia', che per questi autori tutto appunto puo' essere che struttura.

Non discuto che lo stile di Lynch preveda spesso e volentieri di usare sequenze forti improvvisate, secondo l'ispirazione del momento. Lo sentivo anch'io da aneddoti raccontati dallo stesso Lynch (tipo: l'immagine della Loggia Nera nasceva da una suggestione che ha avuto mentre era appoggiato ad un'auto, se non ricordo male, o ancora il costumista che diventa BOB a causa di una suggestione che si è formata nella testa dello stesso regista). In più, il motivo per cui si rifuta di parlare del significato dei suoi film è proprio perché vuole che ognuno guardi ed accosti quello che vede alla sua vita, finendo per "portare a casa" qualcosa, no?

Però è anche vero che in Mulholland Drive lo stesso Lynch ha fornito degli "indizi" su cui basarsi per capire il film. Mi sembra che questo suggerisca in modo abbastanza chiaro che ci sia uno schema (seppur improvvisato ed arricchito sul momento) dietro a questo film, che ne definisce l'intenzione in modo almeno vago. Possiamo essere d'accordo sul fatto che Mulholland Drive (e FWWM) non siano solo un'accozzaglia di cose a caso?

Dimmi se ti ho travisato in qualche modo, confesso che i tuoi post mi sono parsi a tratti un pochino ostici ed ho risposto di fretta :)

 

Uhm, la cosa curiosa e' proprio questa.

Il fatto che non ci sia una struttura narrativa 'importante' non va mica a detrimento dell'opera.

Il mio non e' un appunto atto a giudicare in senso negativo, quanto a sottolineare che la vicenda in se' in queste opere e' davvero l'ultimo dei problemi, specie di quelli che possono 'generare'.

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Dalla scena che hai linkato, senza nulla ricordare delle "loggie" di colori vari - nella mia percezione le visioni di Cooper erano più che altro esperienze tra il fisico e il metafisico che servivano a "farlo riflettere", a "innescare in lui una cognizione delle cose" - capisco solo una cosa ovvia quanto vera:

 

ogni cosa è distinta, ma al tempo stesso tutt'uso, col suo contrario.

 

E così, un nano e un gigante sono distinti (sono opposti), ma sono la stessa cosa. Sono un unicum. Sono "la dimensione".

Allo stesso modo il solido e il liquido sono opposti distinti, ma sono la stessa cosa. Sono due opposti modi della fluidità. E esiste anche il fluido, infatti.

E forse le logge bianche e nere sono distinte, ma la stessa cosa. Anche intendendo le logge come due meri luoghi dell'animo, la sostanza non cambia.

Ovvero, il bene e il made dell'animo umano sono distinti, ma la stessa cosa.

 

Per darti un po' di contesto, dato che dici di non aver visto la serie fino alla fine, quella scena viene dal finale della serie. Windom Earle, protagonista del secondo "grosso" filone dopo la fine del mistero,ossia la scoperta dell'assassino di Laura, rapisce Annie, di cui Cooper si è innamorato, perché vuole entrare nella Loggia Nera (non mi soffermo a spiegare i motivi nel dettaglio, anche perché questo è il topic di FWWM). Cooper lo segue nella Loggia, e nell'anticamera si svolge quella scena.

Il nano lo conosci da FWWM, è senza alcun dubbio un dugpa affiliato alla Loggia Nera, è "malvagio". Il gigante (che ricorre nella forma dell'anziano), come forse ricorderai, cerca a più riprese di aiutare Cooper durante la sua indagine, è "buono"; non ha alcun senso pensare che il gigante sia affiliato alla Loggia Nera. E' abbastanza evidente, quindi, che quantomeno i due luoghi, Loggia Nera e Loggia Bianca, coincidano; da qui l'analogia con l'uomo. Citazione di Hawk, l'agente indiano, che probabilmente non ricorderai:

"

(...) the White Lodge. The legend says that every spirit must pass through there on the way to perfection. There, you will meet your own shadow self. My people call it 'The Dweller on the Threshold' ... But it is said, if you confront the Black Lodge with imperfect courage, it will utterly annihilate your soul."

 

La scena successiva in cui il caffè assume consistenze diverse non l'avevo capita, e mi sembra che la tua spiegazione sia proprio sensata.

 

Uhm, la cosa curiosa e' proprio questa.

Il fatto che non ci sia una struttura narrativa 'importante' non va mica a detrimento dell'opera.

Il mio non e' un appunto atto a giudicare in senso negativo, quanto a sottolineare che la vicenda in se' in queste opere e' davvero l'ultimo dei problemi, specie di quelli che possono 'generare'.

 

L'avevo intesa in senso negativo, ma poi ho pensato che potessi aver malinteso :)

Modificato da Lonelywolf
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  • 1 year later...

Bumpo.

 

Ci eravamo dimenticati una delle componenti chiave di TW: il freakshow. ^^;

 

Sicuramente Lynch sa come mostrare ciò che più turba l'umano: il lato mostruoso dell'umano (dentro e fuori dall'umano).

 

Oh, la teoria degli opposti che si risolvono l'uno nell'altro credo sia un pilastro della mistica. Perché qualsiasi ciclicità presupone che gli estremi si tocchino, no? Ancora Mo8bius. ;-)

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