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The Social Network


Shuji

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Chi ha poca o recente dimestichezza con internet, ho idea che abbia una visione parziale o limitatamente periferica della realta' sulla quale la rete ha basato le proprie fondamenta, le capacita' di interconnessione personale.

 

Molti, susseguiosamente, creano un qualche profilo od account, lo lasciano morire da qualche parte, e arrivano alla conclusione che internet e' inutile. Se non come giochino.

 

Non sto qui a fare una filippica sull'argomento, che bruto fosse un uomo d'onore e' gia' stato detto da qualcuno in precedenza, ma questo film ha un pregio molto particolare.

 

Restituisce l'evidenza 'della persona' ai 'fatti' della rete.

 

Dietro Facebook, Napster (non lo sapevo mica che in facebook c'era finito anche il fondatore di Napster), ci sono persone, individui.

 

Come tutti? Certo, ma i loro 'fini' sono particolari, in qualche modo derivati, tangenti a quelli degli altri.

 

Per gli altri, quelli di qui sopra della filippica evitata, internet e' un oggetto con un nome, per quelle persone di cui sopra, internet e' una scatola senza pareti, nella quale far maturare una propria visione personale.

 

Una visione personale di cosa? E' questo il bello, di nulla.

Il nulla che sta alle fondamenta del 'desiderio' di connettere idee, gente, persone ed invidui, un mezzo in un medium, dove internet e' un medium solo se sopra di esso viene realizzata una infrastruttura che consenta di usarlo.

Altrimenti rimane un oggetto.

Neanche una scatola.

 

Questo sproloquio per dire cosa?

 

Per dire che questo film e' incredibile in quanto svolge l'analogo compito del social network di cui parla, dell'oggetto o della scatola che dir si voglia.

 

Ossia, connettere la realta' ad un pur minimo scorcio di quello che i protagonisti del tutto hanno realizzato in quella scatola.

E farcelo vedere, non dal buco della serratura, o con desideri voyeristici, ma per quello che quei protagonisti sono, al di la' delle loro visioni e punti di vista.

 

Uomini.

 

Semplicemente e meravigliosamente uomini, con tic, egoismi, gelosie, ripicche, litigi, bottiglie stampati e pompini in un cesso.

 

Ed e' meravigliosamente incredibile che come sempre tutto e' nato, per caso e non per calcolo di chissa' quale entita' sovrannaturale associata non si sa per qualche motivo a degli uomini, cosi' continuera' ad accadere.

 

Cosi' come del resto quel gran sornione di Aaron Sorkin tende a dire, ricordando che ad esempio grandi successi quali quello di Victoria's Secret sono nati per motivi assolutamente neanche tangenziali a quello per cui ora sono conosciuti, ma per realizzare sempre e comunque esigenze individuali, piccole esigenze o grandi esigenze o metafisiche visioni.

 

Sempre di persone, con pregi e difetti, non super uomini od entita' misteriose o metafisiche.

 

E che se siamo qui, su internet, su un social network o su chissa' cosa su internet, lo siamo perche' vogliamo esserlo noi e non altri.

 

E che le persone che stanno dietro a tutto quello, non sono meno sole di noi.

 

Voto 9

Miglior film della stagione.

 

p.s.

Mereghetti, per favore, gli algoritmi non sono logaritmi, se proprio non conosci i termini in questione, parla del puntocroce. Tanto e' la stessa cosa.

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Mereghetti, per favore, gli algoritmi non sono logaritmi, se proprio non conosci i termini in questione, parla del puntocroce. Tanto e' la stessa cosa.

 

ma no, ma non ci credo, ancora a scrivere boiate? :pazzia: :pazzia: :pazzia: :pazzia: :lolla: :lolla: :lolla: :lolla:

 

Qui c'e' la videorecensione, anche se a me non riparte e non so perche' :pazzia:

 

http://cinema-tv.corriere.it/gallery_mereghetti.shtml?codice=/06/09/82

 

:lolla:

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Voto 9

Miglior film della stagione.

 

L'ho sempre detto e lo ripeto ancora: SEI UN MITO. E ti stimo da tempi non sospetti. Punto.

Recensione perfetta. :notworthy: :notworthy: :notworthy:

 

Qui c'e' la videorecensione, anche se a me non riparte e non so perche' :pazzia:

 

http://cinema-tv.corriere.it/gallery_mereghetti.shtml?codice=/06/09/82

 

Non ti stimo più perchè hai postato Mereghetti. :°_°: :°_°: :°_°:

Modificato da barbefintecopasir
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Era per perculare :girella1:

 

Lo so, lo so: ma non hai idea di quanto lo detesti.

 

Già che ci sono e riallacciandomi all'eccellente analisi tematica di Monsieur Sciuggi, vorrei postare una superba replica di Dio-in-terra Aaron Sorkin in merito alle tante accuse di misoginia piovutegli addosso:

 

 

"Believe me, I get it. It's not hard to understand how bright women could be appalled by what they saw in the movie but you have to understand that that was the very specific world I was writing about. Women are both prizes an equal. Mark's blogging that we hear in voiceover as he drinks, hacks, creates Facemash and dreams of the kind of party he's sure he's missing, came directly from Mark's blog. With the exception of doing some cuts and tightening (and I can promise you that nothing that I cut would have changed your perception of the people or the trajectory of the story by even an inch) I used Mark's blog verbatim. Mark said, "Erica Albright's a bitch" (Erica isn't her real name -- I changed three names in the movie when there was no need to embarrass anyone further), "Do you think that's because all B.U. girls are bitches?" Facebook was born during a night of incredibly misogyny. The idea of comparing women to farm animals, and then to each other, based on their looks and then publicly ranking them. It was a revenge stunt, aimed first at the woman who'd most recently broke his heart (who should get some kind of medal for not breaking his head) and then at the entire female population of Harvard.

 

More generally, I was writing about a very angry and deeply misogynistic group of people. These aren't the cuddly nerds we made movies about in the 80's. They're very angry that the cheerleader still wants to go out with the quarterback instead of the men (boys) who are running the universe right now. The women they surround themselves with aren't women who challenge them (and frankly, no woman who could challenge them would be interested in being anywhere near them.)

 

And this very disturbing attitude toward women isn't just confined to the guys who can't get dates.

 

I didn't invent the "F--k Truck", it's real -- and the men (boys) at the final clubs think it's what they deserve for being who they are. (It's only fair to note that the women -- bussed in from other schools for the "hot" parties, wait on line to get on that bus without anyone pointing guns at their heads.)

 

These women--whether it's the girls who are happy to take their clothes off and dance for the boys or Eduardo's psycho-girlfriend are real. I mean REALLY real. (In the case of Christy, Eduardo's girlfriend so beautifully played by Brenda Song, I conflated two characters -- again I hope you'll trust me that doing that did nothing to alter our take on the events. Christy was the second of three characters whose name I changed.)

 

I invented two characters -- one was Rashida Jones's "Marylin", the youngest lawyer on the team and a far cry from the other women we see in the movie. She's plainly serious, competent and, when asked, has no problem speaking the truth as she sees it to Mark. The other was Gretchen, Eduardo's lawyer (in reality there was a large team of litigators who all took turns deposing witnesses but I wanted us to become familiar with just one person -- a woman, who, again, is nobody's trophy.

 

And Rooney Mara's Erica's a class act.

 

I wish I could go door to door and make this explanation/apology to any woman offended by the things you've pointed out but obviously that's unrealistic so I thought the least I could do was speak directly to you."

 

@Shuji: il cast è tutto eccellente, con vertici recitativi come raramente se ne vedono (non è facile esprimere con naturalezza i dialoghi a raffica di Sorkin), ma spero che la performance di Andrew Garfield ti abbia bagnato le mutande per il reboot di Spider-Man.

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In effetti per la parte il tipo e' perfetto :sisi:

 

Per il resto... manco ci avevo fatto caso alla misoginia, anche perche' nella realta' se esternamente dall'ambiente vedendo il film puo' sembrare ci sia, nella realta' (e questo e' un altro dannato punto a favore del film) di queste tematiche ed ambiti tecnici, le donne sono ASSENTI (ci saranno eccezioni, e senza andare lontano anni fa ho collaborato con una brava sistemista, ma mai in un 'lead role').

 

Aggiungo che mi piace anche molto la struttura non lineare della vicenda e i suoi 'rebound' temporali.

 

Nella speranza che la maggior parte dei pirla che si lamentano delle storie sempre uguali, si renda conto alla fine che la vera struttura narrativa attuale che funziona per le storie nel 2010 e' quella dell'annullamento della linearita', dell'evidenziazione di micro elementi di natura psicologica e caratteriale, da poi mettere insieme a livello personale in una vicenda che pur con un senso comune per tutti, possa essere fatta propria da ciascuno in modo differente a seconda dei legami e dalle connessioni caratteriali effettuate.

Difatti questa stessa storia narrata linearmente sarebbe stata una barba.

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In effetti per la parte il tipo e' perfetto :sisi:

 

:fash1: :fash1: :fash1:

 

Non faccio fatica a credere che The Social Network sarà ricordato ai posteri come il Quarto Potere o il Tutti gli uomini del Presidente dei giorni nostri e perfetta summa socio-politica delle prime decadi del 21° secolo. Che poi a me generalmente Fincher non piace, ma questo, nondimeno grazie a Sorkin (che andrebbe preservato in un museo naturale), è un lavoro di rara maestria con tante di quelle sottigliezze testuali narrative, visive e di montaggio che non basterebbe una Treccani per analizzarle a dovere.

Modificato da barbefintecopasir
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In realtà leggevo che ad esempio in Facemash comparivano le foto di tutti gli studenti, maschi e femmine, e che Mark aveva (e ha tutt'ora) una ragazza, piccole cose che però mettono in luce un po' diversa il suo personaggio. Che poi è molto curioso che si accusi di misoginia colui che scrive, è come dare del fascista a Lucas perché ha creato l'Impero.

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Immagino che la storia sia molto romanzata per renderla adatta al media cinema, in che percentuale?

 

Il film scritto da Aaron Sorkin, il più grande sceneggiatore di tutti i tempi, è tratto dal libro The Accidental Billionaire di Ben Mezrich, a sua volta basato sul Livejournal blog di Zuckerberg, un ampio carteggio legale e colloqui con i testimoni-chiave della vicenda: vi sono le ovvie licenze poetiche e drammatizzazioni perchè in un qualsiasi lavoro finzionale che si rispetti l'aderenza alla realtà va necessariamente piegata alle logiche dell'intrattenimento, l'affabulazione ha sempre la precedenza sull'accuratezza, altrimenti tanto vale girare un documentario.

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Film diretto magnificamente e ben interpretato (sono fan di Eisenberg da Adventureland, Timberlake già da Alpha Dog si sa che sa il fatto suo specie in certi ruoli, Garfield si è rivelato una buona promessa ed è forse il migliore del lotto) che però lascia lo zero cosmico una volta conclusa la visione. Non vediamo nulla se non una galleria di stronzetti che fanno gli stronzetti, fanno i soldi con le loro trovate (i cui meccanismi di successo non vengono approfonditi come meriterebbero) e come risultato diventano ancora più stronzi. Per Zuckerberg poi, viene detto più volte, "i soldi non contano", quindi è proprio uno stronzo di natura, e noi dovremmo pure berci la riabilitazione in stile antieroico nel finale (linea conclusiva dell'avvocatessa di una bassezza imbarazzante in questo senso). Meglio non parlare dei personaggi femminili: tutte troiette e idiote, si salva solo la tipa iniziale che molla giustamente Zuckerberg (nonostante poi si scopra negli ultimi minuti quella cosa lì, una buona trovata che lascia con il sottile dubbio) perché vede chiaramente quanto sia disumano, tipica contrapposizione medievale 1 madonna vs 100 puttane, nessuna via di mezzo (l’avvocatessa non conta, fa parte del mondo adulto, insieme radicalmente e programmaticamente distante). Ridicolo e ultra-mainstream visto quanto viene spinto il fattore figa come propellente (invece magari di approfondire altre cose che sarebbero state ben più originali), come a dire "tutti i soldi e le donne del mondo (che sono tutte troie, tanto) non ti daranno mai il primo amore del liceo". Wow, very deep & brilliant.

Resta un film tecnicamente ineccepibile, e forse importante dal punto di vista storico e sociale, visto che se si prende anche solo una minima percentuale di ciò che vediamo come realistica (che poi è cosa difficile, a partire dalla descrizione del mondo di Harvard, che è vecchia di vent'anni e passa), fa ricordare dove stia andando la gioventù e dunque il mondo: in sintesi, a puttane. Serve una correzione di rotta, magari. Appunto per questo preferisco rifiutare di prenderlo come uno spaccato realistico sulla nostra epoca, a meno di vedere la mia misantropia schizzare a livelli cosmici, e preferisco pensare che fra 50 anni la gente lo rivedrà chiedendosi ridendo che razza di epoca potesse far fruttare 25 miliardi un'idea tanto idiota, un po' come ora ascoltiamo i Duran Duran chiedendoci come abbiano fatto a vendere 100 milioni di dischi (a proposito di musica, chiaramente ottima la OST di Reznor e Ross).

Voto 6,5.

 

P.s. Sorkin può solo lustrare le scarpe a un sacco di altri sceneggiatori, il primo che mi viene in mente Vanderbilt che he adattato magnificamente il libro di Graysmith per Zodiac, giusto per prendere in paragone due film firmati Fincher.

Modificato da StepTb
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Abbiamo visto due film differenti.

 

O forse io ho visto un film, tu quello che pensavi dovesse esserci.

Anche perche' il discorso misoginia e' oggettivamente una fesseria.

 

Per il resto sempre opinioni sono, magari il parere sul lavoro di Sorkin lo e' decisamente pur-troppo, personale.

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Abbiamo visto due film differenti.

 

:sisi: Ha visto l'italiano Feisbum e l'ha confuso con The Social Network. :°_°:

 

magari il parere sul lavoro di Sorkin lo e' decisamente pur-troppo, personale.

 

:sisi: La chiusa su Sorkin invalida l'intero assunto e ne rivela la crassa ignoranza e la natura tendenziosa.

 

Del resto, è l'opinione di un maitre-à-penser che a proposito di Avatar scrisse:

 

Visti i trailer sarà la cagata più costosa della storia, probabile megaflop da vedere per poter dire "io c'ero".

 

Come dire? Vista lunga e forward-thinking non sono il suo forte.

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Come dire? Vista lunga e forward-thinking non sono il suo forte.

Il tuo forte invece non è l'originalità, ma visto che a differenza tua non mi piace punzecchiare a livello personale non ti farò notare per la seconda volta che dopo quel post di evidente sparata anti-hype ne scrissi un altro *dopo* la visione in cui spiegavo dove mi sbagliavo (incassi) e dove no (tutto il resto). Ma non mi aspetto che tu voglia capire, probabilmente me lo tirerai fuori anche la prossima volta in cui avrò un'opinione diversa dalla tua su un altro film, d'altronde non credo di potermi attendere diversamente visti altri tuoi post. Auguri eh.

 

Non ho scritto che Sorkin faccia schifo, è uno che conosce il suo mestiere e sa tenere incollati (anche se ricorrendo troppo spesso a dialoghi a 1000 all'ora in cui i personaggi si parlano addosso), ma non è nessun dio e non ha fatto alcun lavoro degno di grandi incensamenti, motivo per cui mi sono sentito di controbilanciare in iperbole inversa ciò che ho letto qui sopra. Un ottimo sceneggiatore con del materiale simile, ad esempio, avrebbe corretto tutti i difetti evidenziati, una cosa che appunto è riuscita a fare Vanderbilt rendendo la sceneggiatura ancora più solida e avvincente del libro, e la caratterizzazione dei personaggi più profonda e meno naive. Questo senza tirare in ballo sceneggiatori di livello davvero creativo come chessò, Kaufman o i Coen.

 

@Shuji: non saprei se la causa sia una intrinseca misoginia, o semplice semplificazione tramite un meccanismo facile che alla fine della fiera funziona. Tendo per la seconda, altrimenti il concetto di misoginia l'avrei nominato. Ciò che posso dire è che le ragazze con cui ero a vederlo si sono dimostrate piuttosto d'accordo con me sulla riduzione di tutti i ruoli femminili a sciacquette e arriviste. Tra le figure maschili abbiamo almeno il classico dramma dell'amicizia tradita, che rivela un codice d'onore violato, o comunque i dubbi emotivi (piuttosto superficiali, ma prendiamo quel che abbiamo) del protagonista, tra quelle femminili solo la contrapposizione tra il primo amore idealizzato e un mare di scemotte. Avevo fiducia nella figura dell'avvocatessa, ma poi se ne esce di scena con una frase simile... addio fiducia. Per il resto non pensavo dovesse esserci proprio nulla, sono andato a vederlo totalmente sgombro da preconcetti, l'unica cosa che davvero mi aspettavo era una bella regia, conoscendo Fincher, e su quel versante nulla da dire.

 

Comunque ribadisco se non si fosse capito, non è un film che boccio in totale, in particolare anzi aggiungo che la prima parte, fino a quando non entra in scena Sean Parker, è un film d'azione sull'hacking tanto coinvolgente come non se ne vedeva dai tempi di Track Down (anzi, faccio fatica a pensare ad altri titoli), il che però rende ancora più forte la delusione per come poi si svolge, con troppi pochi approfondimenti sui meccanismi del successo di FB, che se si reputa tanto importante avrebbero dovuto essere fatti capire (esclusività: ok, ma c'è solo all'inizio, come si spiega il boom successivo? i server non cadono mai: ok; poi?), ripetizioni delle stesse situazioni (dall'arrivo in California sembra che il film entri in loop, e si capisce subito tutto ciò che accadrà), evidenti difetti in sede di character building, e in generale di affresco umano (nelle modalità, non nella morale: anche alla fine di Se7en si esce sconfortati e misantropi, ma il percorso è su di un altro livello). Mi sembra solo un film che ha più da offrire sul versante tecnico che su quello riflessivo e psicologico, caricato di hype oltre i suoi meriti e piegato a troppi cliché e facilonerie, specie nella seconda metà. Da qui una sufficienza abbondante, non di meno ma nemmeno di più.

Modificato da StepTb
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Mi dispiace per l'eccellente recensione di Shuji ma adesso il film ha il Silent Bobbo Mark of (dis)Approval che lo rende un film da vedere a priori.

 

Bobbolo, ovviamente non hai capito un cazzo del film in questione (che attenzione ho apprezzato molto ma non mi ha esaltato troppo, vorrei rivederlo). Non ti invito a vederlo perché è inutile.

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Come dire? Vista lunga e forward-thinking non sono il suo forte.

Il tuo forte invece non è l'originalità, ma visto che a differenza tua non mi piace punzecchiare a livello personale non ti farò notare per la seconda volta che dopo quel post di evidente sparata anti-hype ne scrissi un altro *dopo* la visione in cui spiegavo dove mi sbagliavo (incassi) e dove no (tutto il resto). Ma non mi aspetto che tu voglia capire, probabilmente me lo tirerai fuori anche la prossima volta in cui avrò un'opinione diversa dalla tua su un altro film, d'altronde non credo di potermi attendere diversamente visti altri tuoi post. Auguri eh.

 

Non ho scritto che Sorkin faccia schifo, è uno che conosce il suo mestiere e sa tenere incollati (anche se ricorrendo troppo spesso a dialoghi a 1000 all'ora in cui i personaggi si parlano addosso), ma non è nessun dio e non ha fatto alcun lavoro degno di grandi incensamenti, motivo per cui mi sono sentito di controbilanciare in iperbole inversa ciò che ho letto qui sopra. Un ottimo sceneggiatore con del materiale simile, ad esempio, avrebbe corretto tutti i difetti evidenziati, una cosa che ad esempio è riuscita a fare Vanderbilt rendendo la sceneggiatura ancora più solida e avvincente del libro, e la caratterizzazione dei personaggi più profonda e meno naive. Questo senza tirare in ballo sceneggiatori di livello davvero creativo come chessò, Kaufman o i Coen.

 

@Shuji: non saprei se la causa sia una intrinseca misoginia, o semplice semplificazione tramite un meccanismo facile che alla fine della fiera funziona. Tendo per la seconda, altrimenti il concetto di misoginia l'avrei nominato. Ciò che posso dire è che le ragazze con cui ero a vederlo si sono dimostrate piuttosto d'accordo con me sulla riduzione di tutti i ruoli femminili a sciacquette e arriviste. Tra le figure maschili abbiamo almeno il classico dramma dell'amicizia tradita, che rivela un codice d'onore violato, o comunque i dubbi emotivi (piuttosto superficiali, ma prendiamo quel che abbiamo) del protagonista, tra quelle femminili solo la contrapposizione tra il primo amore idealizzato e un mare di scemotte. Avevo fiducia nella figura dell'avvocatessa, ma poi se ne esce di scena con una frase simile... addio fiducia. Per il resto non pensavo dovesse esserci proprio nulla, sono andato a vederlo totalmente sgombro da preconcetti, l'unica cosa che davvero mi aspettavo era una bella regia, conoscendo Fincher, e su quel versante nulla da dire.

 

Comunque ribadisco se non si fosse capito, non è un film che boccio in totale, in particolare anzi aggiungo che la prima parte, fino a quando non entra in scena Sean Parker, è un film d'azione sull'hacking tanto coinvolgente come non se ne vedeva dai tempi di Track Down (anzi, faccio fatica a pensare ad altri titoli), il che però rende ancora più forte la delusione per come poi si svolge, con troppi pochi approfondimenti sui meccanismi del successo di FB, che se si reputa tanto importante avrebbero dovuto essere fatti capire (esclusività: ok, ma c'è solo all'inizio, come si spiega il boom successivo? i server non cadono mai: ok; poi?), ripetizioni delle stesse situazioni (dall'arrivo in California sembra che il film entri in loop, e si capisce subito tutto ciò che accadrà), evidenti difetti in sede di character building, e in generale di affresco umano (nelle modalità, non nella morale: anche alla fine di Se7en si esce sconfortati e misantropi, ma il percorso è su di un altro livello). Mi sembra solo un film che ha più da offrire sul versante tecnico che su quello riflessivo e psicologico, caricato di hype oltre i suoi meriti e piegato a troppi cliché e facilonerie, specie nella seconda metà. Da qui una sufficienza abbondante, non di meno ma nemmeno di più.

 

Sorkin puo' piacere o non piacere, come la menta e la Kawasaki, fatto sta che e' realmente una 'divinita' da molto tempo, specialmente nell'inanellare la complessita' dei rapporti umani senza mai eccedere nel retorico o scadere nel qualunquismo.

 

QUALUNQUE altro sceneggiatore avrebbe reso questo film una barzelletta a tema, con il pirla disadattato di turno da dare in pasto al grande schermo.

 

Grazie, ma abbiamo gia' dato a sufficienza per le prossime 5 vite con 'prestazioni' autoriali simili.

 

E no, non e' un'opinione personale, ma corroborata dallo stile personale, dinamico e incisivo che ha consentito a Sorkin oltre che di 'reinventare' un vero e proprio genere di gestione delle riprese il "Walk and Talk" che ha reso la bellezza di 'tot' stagioni (non dico 7 anni di seguito perche' nelle ultime due mi pare abbia passato la mano) di West Wing oltre che essere un successo di pubblico lo e' stato soprattutto di critica. E da allora non ne ha sbagliato una.

 

QUINDI, Aaron Sorkin e' un DIO e non per questioni di partigianeria o di preferenze o gusti efferatamente portati all'eccesso o allo spasmo della pippa mentale piu' o meno personale (dipende sempre da come la si fa e con chi dopotutto) MA per mero dato di fatto.

 

Veniamo a noi.

 

Punto 1.

CHIUNQUE abbia 'affrontato' un certo percorso di natura informatico/telematico SA che NON e' questione di misoginia.

E' SEMPLICE questione che di "donne" NON ce ne erano (e non ce ne sono) specialmente in un LEAD ROLE (capo, chi realizza concretamente pezzi di codice o altro). ANNI fa, incidentalmente e di passaggio, ho anche un po' fatto parte della 'Scene' e di DONNE NEANCHE l'OMBRA.

Come dicevo tempo fa mi e' capitato di collaborare con una sistemista. E se pur limitata questa e' l'UNICA esperienza di collaborazione col genere femminile in piu' di 20 anni.

 

Per quale motivo si dovrebbe vedere misoginia in questo che e' un dato FATTUALE e STORICO e' un mistero.

Anzi, ti diro' di piu' VIVADDIO che lo sceneggiatore e' stato appunto Sorkin che e' oltretutto una persona tremendamente onesta oltre ad essere capace, e non ha farcito questo benedetto film di ogni tipo e genere di politically correctness.

 

IN QUESTA vicenda inserire un ruolo piu' attivo di natura femminile sarebbe stato semplicemente UN FALSO, oppure appunto una cretinata politically correcty.

 

Punto 2

 

Film sull'hacking?

Seriamente, quello, o meglio, la prima parte per te e' un film sull'hacking?

Ribadisco quello detto in precedenza, abbiamo visto un film differente.

Trovare un modo via HTTP senza usare alcun tipo di vulnerabilita' di sistema se non l'idiozia di chi realizza le interfacce web per la gestione dei contenuti, per scaricare immagini da profili accessibili liberamente e' hacking?

Vedi?

Questo e' un altro aspetto non da poco che Sorkin poteva benissimo tagliare ma che ha voluto porre nel film.

La cretinaggine delle persone NON e' attribuibile o visibile solo nei personaggi, ma anche in cio' che fanno, e la realizzazione di sistemi penosi e' ampia dimostrazione sia di questo, sia del fatto che internet NON e' un DIO (Sorkin si') MA un 'quid' nel quale si muovono persone. Persone che fanno cretinate anche online e su internet. Non e' perche' uno realizza un 'qualcosa' su internet diventa un DIo, ANZI, spesso e' molto piu' pirla degli altri.

 

Vedi finale del film.

Livelli di lettura/visione, anyone?

 

Punto 3

 

Ripetizioni.

Ripeto, e' un film su FATTI REALI e concretamente accaduti.

Il livello di resa su schermo e' molto elevato e ben reso nel confronto col reale (Vd. DIO al punto Sorkin).

Quindi?

 

Punto 4

 

Difetti in character building.

:lolla:

Seriamente, 'estrapolo' questo punto per una eventuale trattazione futura piu' estesa.

Pero', sinceramente, non fare l'errore dei critici della domenica che si leggono ahime' anche sui 'giornali' che CONFONDONO cio' che piace con cio' che funziona, cio' che vorremmo sapere/sentire sapere di un personaggio con cio' che funziona, cio' che faremmo/diremmo noi sempre con cio' che funziona.

 

Perche' questo film ha personaggi MAIUSCOLI, assolutamente flawless ad ogni livello di lettura; certo, e' necessario come dicevo sopra 'espungere' dal giudizio cio' che PERSONALMENTE vorremmo, anche perche' al di la' del generare critiche 'inesistenti', non riusciremmo MAI realmente a 'godere' di un personaggio, di una storia o di un prodotto di qualunque natura letteraria.

 

Punto 5

 

Potrei fare il cattivo e dirti, se non ti sta bene quasi nulla a livello 'tecnico' di costruzione allora perche' dici che a livello 'tecnico' funziona.

Perche', la 'tecnica' non e' solo quella di... tu che intendi per tecnica? :snack:

 

 

Punto 6

 

Veramente io sono sempre stato refrattario all'hype.

il MAC E' Hype, ad esempio, e mi sta sul culo anche per questo motivo.

 

Punto 7

 

(esclusività: ok, ma c'è solo all'inizio, come si spiega il boom successivo? i server non cadono mai: ok; poi?)

 

il BOOM di facebook e' da sempre legato alla DIFFUSIONE del sistema non tanto alla monetizzazione relativa.

Se c'e' una qualche sottotrama, in questo film, non e' tanto quella di facebook (sto film avrebbe potuto essere costruito su altri argomenti solo cambiando il nome) ma e' quella di una sorta di "umanita' diffusa", di vincoli relazionali da creare e del come realizzarli, del fatto che l'aver creato 'un sistema' per ralizzarli non rende meno soli, anzi, ISOLA ancora di piu'.

 

E' una bella storia sull'umanita' e sulle contraddizioni, con sullo sfondo un periodo particolare e delle persone particolari che hanno fatto la differenza pur non avendo granche' da offrire o essendo capitani di industria.

 

Se io vedo Eastwood che 'decide' di essere qualcosa di piu' di cio' che allo stato attuale si trova ad essere pagando per questo un certo prezzo, e se vedo un ragazzetto che lotta per focalizzare sempre di piu' una propria idea e visione del mondo al di la' di chi conretamente si trova ad essere, due emeriti NESSUNO, per me pari sono.

 

Due pirla senza i quali questo mondo sarebbe uno squallore reiterato e rimacinato di regole stantie create e volute da chi ha come unico desiderio quello di mantenere lo status quo.

 

In Gran Torino eastwood recita, in questo film c'e' alla lontana un attore che interpreta la parte di qualcuno (alla lontana) di qualcuno che esiste. MA le pulsioni, le sensazioni, i sentimenti e le emozioni sono e restano concrete e reali, sono quelle che muovono sia attori sia registi che sceneggiatori che programmatori che, ovviamente ESSERI UMANI.

 

E quando vedo film che concretamente parlano di uomini e non di personaggi creati ad arte, io vedo ancora qualcosa di buono che vive e che pulsa nel cuore nel mondo, e questo e' un bene.

 

Concludo.

SE l'omino 'concreto' ossia il primo amministratore della societa' avesse avuto successo, avrebbe fermato lo 'spirito' del progetto di aggregazione, relegando il tutto ad un sito legato ad entita' locali, fino alla prossima moda.

 

Il successo di facebook e' legato invece alla sua diffusione, la sua importanza e' legata ai numeri che come google macina a livello societario come calamita di investimenti, come del resto fanno gli ultimi rimasugli di quello che era il 'boom' speculativo di solo una decina di anni orsono. il discorso della monetizzazione e' ridicolo, cio' che conta in tutto questo discorso e' il 'potenziale'.

Perche' un potenziale puo' essere esplorato e rimodulato, a seconda delle esigenze da coprire in qualche modo.

 

MA oltretutto, ripeto e ribadisco, questo qua e' un film che potrebbe trattare di un po' qualunque tema.

E' proprio questo il bello del film.

 

Non che parli piu' o meno approfonditamente delle 'motivazioni' di un 'caso', per quello ci sono i documentari.

 

Perche' di film che portino sul grande schermo delle PERSONE ce ne sono ormai talmente pochi da chiedere che fine abbiano fatto.

E no, non sono finite tutte su facebook.

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QUINDI, Aaron Sorkin e' un DIO e non per questioni di partigianeria o di preferenze o gusti efferatamente portati all'eccesso o allo spasmo della pippa mentale piu' o meno personale (dipende sempre da come la si fa e con chi dopotutto) MA per mero dato di fatto.

Mi spiace, ma invece è un'opinione personale. Sorkin è davvero famoso da fine anni '90, periodo in cui è diventato apprezzato per West Wing. Come spesso accade, una volta che un contributo autoriale viene dato a una serie televisiva, tende a formarsi un gruppo di aficionados che esagerano i meriti del team che vi ha lavorato, è successo con tutti. Prima di WW l'uomo non era affatto considerato ai livelli odierni, anzi ad esempio è (era?) considerata colpa sua il passo indietro di Rob Reiner con A Few Good Men. Poi onestamente piazzeresti WW al primo posto (o anche nella top5) delle serie meglio sceneggiate di sempre? Mi sembra esageratino. Ti faccio un esempio di sceneggiatore da cui Sorkin ha preso moltissimo, ovvero David Mamet, che però è in giro da sostanzialmente vent'anni di più. Ora, se la matematica funge, vent'anni di carriera in più, un premio pulitzer vinto e una chiara influenza ormai assorbita dalle generazioni successive dovrebbero porre Mamet almeno un millimetro sopra Sorkin, e se consideriamo Sorkin un dio non riesco a trovare sostantivi che superino tale concetto, quindi non saprei come definire Mamet. E così via per altri nomi. Penso di essermi spiegato (poi mi piace ogni tanto fare sparate e l'immagine del lustrascarpe mi faceva ghignare, ma non devi prenderla seriamente, considera anche l'ora del post).

 

CHIUNQUE abbia 'affrontato' un certo percorso di natura informatico/telematico SA che NON e' questione di misoginia.

E' SEMPLICE questione che di "donne" NON ce ne erano (e non ce ne sono) specialmente in un LEAD ROLE (capo, chi realizza concretamente pezzi di codice o altro). ANNI fa, incidentalmente e di passaggio, ho anche un po' fatto parte della 'Scene' e di DONNE NEANCHE l'OMBRA.

Come dicevo tempo fa mi e' capitato di collaborare con una sistemista. E se pur limitata questa e' l'UNICA esperienza di collaborazione col genere femminile in piu' di 20 anni.

Mi sa che non ci siamo capiti. Non ho contestato l'assenza di ruoli femminili o la loro riduzione a piantina ornamentale, cosa che in sé non vedo come un difetto (ad esempio apprezzo moltissimo Reservoir Dogs, film totalmente privo di donne, in cui appunto si può applicare lo stesso discorso: mai viste molte donne gangster quindi perché mettercele?). Anzi sono il primo ad avere le palle girate quando vedo in ogni film degli ultimi anni inserita a forza una donna cazzuta che dà la paga ai colleghi maschi, politically correctness assolutamente non realistica nella maggior parte dei casi. Ho contestato il fatto che non si può dare valenza di affresco generazionale a ciò che vediamo narrato se le donne sono divise in un rapporto 99:1 tra troiette e santa idealizzata, è sproporzionato, semplicistico e realisticamente poco digeribile. Ma non mi dilungo sulla cosa perché sinceramente mi ripeterei, amen.

 

Film sull'hacking?

Seriamente, quello, o meglio, la prima parte per te e' un film sull'hacking?

Ribadisco quello detto in precedenza, abbiamo visto un film differente.

Trovare un modo via HTTP senza usare alcun tipo di vulnerabilita' di sistema se non l'idiozia di chi realizza le interfacce web per la gestione dei contenuti, per scaricare immagini da profili accessibili liberamente e' hacking?

Vedi?

Questo e' un altro aspetto non da poco che Sorkin poteva benissimo tagliare ma che ha voluto porre nel film.

Certo che lo è. Hacking è aggirare ed esporre le falle di sistema ownando lo scopo d'uso dell'autore, essenzialmente. Etica hacking. Il Jargon File l'hai letto? Gli hacker passati alle forze di difesa sono migliaia e il loro scopo iniziale è sempre stato essenzialmente quello. L'utilizzo o meno di exploit non conta. Danneggiare o agire per scopi di lucro = cracking. Il tizio che ha esposto le falle di FB mettendo in rete un torrent con le foto teoricamente protette da privacy ha hackerato FB. Dubito inoltre che potesse essere tagliato, come fai a tagliare un momento di svolta e character defining tanto importante? Davvero mi pare matematico che dovesse esserci. La cosa che stupisce è semmai con quanto ritmo e tensione riesca a venire raccontato, e qui infatti sono d'accordo, ma l'ho già scritto prima.

 

Ripetizioni.

Ripeto, e' un film su FATTI REALI e concretamente accaduti.

Il livello di resa su schermo e' molto elevato e ben reso nel confronto col reale (Vd. DIO al punto Sorkin).

Quindi?

Secondo te, ad esempio, è geniale e flawless il fatto che sappiamo già che Eduardo verrà estromesso con una scusa qualsiasi che gli prosciugherà la parte e che intenterà causa verso l'amico molto molto prima che ciò accada? Non so, a me pare ok, un modo narrativo normale che può essere migliorato. Se vogliamo parlare di genio, uno sceneggiatore geniale avrebbe tenuto col fiato alla gola fino alla fine. Non so come, perché non sono uno sceneggiatore geniale e comunque ora come ora non ho voglia di pensare ad esempi da altri film, ma sono certo che ci sarebbe stato un modo. Del realismo non è che il film sia portabandiera, vista la storia propellente della ex ragazza, che sostanzialmente è il fondamento morale del finale, che nella storia reale mica c'è, quindi avrebbe anche lì potuto trovare una via per eludere in modo giallistico le certezze.

 

Pero', sinceramente, non fare l'errore dei critici della domenica che si leggono ahime' anche sui 'giornali' che CONFONDONO cio' che piace con cio' che funziona, cio' che vorremmo sapere/sentire sapere di un personaggio con cio' che funziona, cio' che faremmo/diremmo noi sempre con cio' che funziona.

 

Perche' questo film ha personaggi MAIUSCOLI, assolutamente flawless ad ogni livello di lettura; certo, e' necessario come dicevo sopra 'espungere' dal giudizio cio' che PERSONALMENTE vorremmo, anche perche' al di la' del generare critiche 'inesistenti', non riusciremmo MAI realmente a 'godere' di un personaggio, di una storia o di un prodotto di qualunque natura letteraria.

Tocchi troppi punti per poterti dare una risposta esauriente. In brutale sintesi, anche la scenggiatura del GF funziona (la gente lo premia), dovrei quindi non permettermi di dire che è patetica secondo questo ragionamento parecchio mainstream. E i personaggi, mi spiace, sono piatti. Se davvero ti comunicano un senso di umanità (come scrivi dopo) e non artificiosità disumana evidentemente abbiamo standard diversi, inutile discutere su questo punto, peace & love.

 

Potrei fare il cattivo e dirti, se non ti sta bene quasi nulla a livello 'tecnico' di costruzione allora perche' dici che a livello 'tecnico' funziona.

Perche', la 'tecnica' non e' solo quella di... tu che intendi per tecnica? :snack:

Il livello tecnico che funziona è quello di regia, fotografia, riprese, musica, capacità attoriale. Il livello che non funziona altrettanto bene è quello della sceneggiatura.

 

il BOOM di facebook e' da sempre legato alla DIFFUSIONE del sistema non tanto alla monetizzazione relativa.

Se c'e' una qualche sottotrama, in questo film, non e' tanto quella di facebook (sto film avrebbe potuto essere costruito su altri argomenti solo cambiando il nome) ma e' quella di una sorta di "umanita' diffusa", di vincoli relazionali da creare e del come realizzarli, del fatto che l'aver creato 'un sistema' per ralizzarli non rende meno soli, anzi, ISOLA ancora di piu'.

 

E' una bella storia sull'umanita' e sulle contraddizioni, con sullo sfondo un periodo particolare e delle persone particolari che hanno fatto la differenza pur non avendo granche' da offrire o essendo capitani di industria.

Aspetta, ma su questo sono d'accordo. Io dico: se tu non sapessi nulla, e dico nulla, di cosa sia FB e come funzioni, avresti capito altrettanto bene cos'è successo in questo film? Secondo me era davvero fondamentale analizzare meglio il motivo per cui FB ha reso possibile la didascalia finale sui 25 miliardi. Doveva esserci un pugno convincente in questo senso. Non mi pare ci sia stato. E per questo motivo il film invecchierà rapidamente, come potranno le generazioni successive capirlo come lo capiamo noi? Vengono date per scontate troppe conoscenze. Io ho letto un po' di pareri su IMdb, e la gente che non ha mai usato FB si gratta davvero la testa cercando di comprendere cosa esattamente abbia lanciato Zuckerberg un km sopra a tutti gli altri programmatori (di sn e non solo).

 

Just plantin' seeds, non voglio iniziare alcuna quote battle perché non ne ho le forze né la volontà, ovviamente se risponderai leggerò comunque.

Modificato da StepTb
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Mi spiace, ma invece è un'opinione personale. Sorkin è davvero famoso da fine anni '90, periodo in cui è diventato apprezzato per West Wing. Come spesso accade, una volta che un contributo autoriale viene dato a una serie televisiva, tende a formarsi un gruppo di aficionados che esagerano i meriti del team che vi ha lavorato, è successo con tutti.

 

West Wing significa almeno 5 stagioni di fila in cui Sorkin ha cambiato e contribuito a cambiare il modo di rappresentare e di usare il Walk and Talk. Oltre al fatto che poco prima di West Wing pur senza mi pare premi di natura particolare aveva diretto una serie precedente di cui non ricordo il nome, e che in seguito non ha avuto nessun calo qualitativo.

 

Di divinita' ne esistono di ogni tipo e nomea, se per te Sorkin non lo e' con un nome, lo sara' con un altro.

 

Poi possiamo andare avanti e indietro nel tempo (e nello spazio anche, a dire il vero) alla ricerca di termini di paragone.

Ad oggi, Sorkin e nello specifico per questo tipo di rappresentazioni, non ha eguali.

Questo e' il discorso principale.

 

E, si, West Wing e' una delle migliori serie realizzate negli ultimi anni.

 

Secondo te, ad esempio, è geniale e flawless il fatto che sappiamo già che Eduardo verrà estromesso con una scusa qualsiasi che gli prosciugherà la parte e che intenterà causa verso l'amico molto molto prima che ciò accada?

 

Lo conosci si' il montaggio non-lineare?

Ragiona un attimo.

SE Sorkin avesse messo in scena TUTTA la storia in ambito del tutto lineare, avrebbe fatto sai cosa?

Avrebbe accontentato te, ma avrebbe mandato in vacca il film.

 

Il punto e' che QUESTO film con QUESTA storia e' di per se', raccontato del tutto linearmente UNA BARBA.

 

Questo tipo di montaggio rende giustizia alle parti degli attori e alla loro relativa rappresentazione, facendo si' che le loro interazioni rappresentino in realta' la storia, e non la vicenda 'di facebook'.

 

Perche' poi, considerando che parliamo di vicende enunciate fino allo spasimo, SI SA GIA' che Eduardo come dici tu verra' estromesso dalla societa', a prescindere (vedi prima) dal come sarebbe piaciuto maggiormente a te fare le cose. Dove poi tu la vedi una scusa qualsiasi visto che le motivazioni sono costruite intorno al personaggio da almeno mezzora, non lo so proprio.

 

Non so, a me pare ok, un modo narrativo normale che può essere migliorato. Se vogliamo parlare di genio, uno sceneggiatore geniale avrebbe tenuto col fiato alla gola fino alla fine. Non so come, perché non sono uno sceneggiatore geniale e comunque ora come ora non ho voglia di pensare ad esempi da altri film, ma sono certo che ci sarebbe stato un modo. Del realismo non è che il film sia portabandiera, vista la storia propellente della ex ragazza, che sostanzialmente è il fondamento morale del finale, che nella storia reale mica c'è, quindi avrebbe anche lì potuto trovare una via per eludere in modo giallistico le certezze.

 

Ma se la storia si sapeva gia', non e' un 'romanzo' tout court, in base a cosa poteva inventare o potuto 'tenere il fiato in gola' fino alla fine?

 

Senza poi considerare che questo non e' quel tipo di film, ne' l'intento era quello di di mostrare altro che persone che hanno dato vita ad una vicenda, non viceversa.

 

Ho contestato il fatto che non si può dare valenza di affresco generazionale a ciò che vediamo narrato se le donne sono divise in un rapporto 99:1 tra troiette e santa idealizzata, è sproporzionato, semplicistico e realisticamente poco digeribile

 

Certo che si puo'.

Perche' le cose STANNO COME NEL FILM (e il rapporto non e' 99:1)

Poi si puo' fare qualunque tipo di discorso piu' o meno buonista, ma QUELLO e' un perfetto spaccato della societa'.

Nel contesto oltretutto specifico dell'argomento.

 

Certo che lo è. Hacking è aggirare ed esporre le falle di sistema ownando lo scopo d'uso dell'autore, essenzialmente. Etica hacking. Il Jargon File l'hai letto? Gli hacker passati alle forze di difesa sono migliaia e il loro scopo iniziale è sempre stato essenzialmente quello. L'utilizzo o meno di exploit non conta. Danneggiare o agire per scopi di lucro = cracking

 

Non ci siamo capiti.

Al di la' di definizioni realizzate da altri e tanto per fare, quello che si e' visto di prendere delle immagini da siti, non e' hacking, e' roba da LAMER.

Ma tu sei veramente convinto che quello mostrato del raccogliere foto e trovare il modo piu' rapido di farlo sia stato esporre delle falle, aggirare, hackerare, cose del genere?

 

E i personaggi, mi spiace, sono piatti.

 

Ma neanche per idea.

Per te lo saranno, ma siamo nel soggettivo piu' spinto.

 

Il livello tecnico che funziona è quello di regia, fotografia, riprese, musica, capacità attoriale. Il livello che non funziona altrettanto bene è quello della sceneggiatura.

 

Mettici PER TE e siamo apposto, perche' oggettivamente non e' affatto cosi'.

 

 

Uhm, mi pare di non aver dimenticato niente.

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quindi anche internet sarebbe conosciuto per un significato soggettivo che gli si attribuisce piuttosto che per quello che è realmente? (come è accaduto con le mutande segrete di vittoria, cmq la mia è una domanda seria ed anche se la risposta può apparire scontata mi interessano le opinioni personali in riferimento al film)

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