Taro Inviato 10 Marzo, 2012 Share Inviato 10 Marzo, 2012 "Lacrime, sudore e sangue" era solito ripetere il mio professore di Impianti Meccanici a commento dell'analisi di alcune fasi a monte della realizzazione pratica di un progetto, che fosse una linea di produzione di un nuovo prodotto o un impianto di estrazione del gas poco importava: ci sono momenti in cui per raggiungere il successo c'è da sbattersi, ma proprio tanto. Primo evento: stavo sistemando la scrivania (in genere sempre in disordine) e mi è caduto l'occhio sul libro con i 2000 kanji che devono essere studiati entro la fine delle medie inferiori giapponesi (per intenderci, quelli usati nei documenti ufficiali e nella stampa nipponica) e che ovviamente servono per superare i vari livelli del JLPT. Il libro in questione è in realtà un testo allegato ad un corso da autodidatta della Assimil che si intitola "Il giapponese senza sforzo". "Il giapponese senza sforzo". Non conosco il corso in questione (in quanto già seguo i corsi al Bunkakaikan a Roma e uso il corso della Hoepli), ma far passare l'idea che una lingua straniera notoriamente difficile come il giapponese si possa apprendere senza sforzo mi sta enormemente sulle balle. Certamente un corso deve essere ben strutturato, ottimizzare il lavoro ed essere efficiente tra tempo da dedicare e risultati da conseguire, tuttavia lo sforzo non può non esserci. Capisco ovviamente che il titolo è d'impatto, è pubblicità, necessaria appunto perchè bisogna far passare la balla perchè magari a qualcuno gli viene voglia di studiare il giapponese, ma ovviamente senza sforzo, che mica ci vogliamo stancare in questa epoca piena di comodità. Alla fine non è il titolo in sè a farmi girare le balle, ma la consapevolezza che oggigiorno passa sempre più l'idea che un risultato magari ragguardevole deve/possa essere conseguito senza fatica, senza sforzo, senza "lacrime sudore e sangue". Secondo evento: corso di giapponese (di nuovo eh): in classe viene introdotto l'uso della costruzione "verbo nella forma te + iru". Spiego per chi non sa: sostanzialmente è una forma progressiva, quindi "tabete imasu" sta per "sto mangiando", all'incirca. Tuttavia ci sono verbi per i quali tale costrutto non significa un'azione in corso, ma il sussistere di una situazione dovuta ad un evento passato, quindi "kekkon shite iru" non è "mi stò sposando" ma "sono sposato". C'è poi un terzo caso con i verbi di moto ma lo tralascio. Praticamente nei due casi la medesima forma a seconda del tipo di verbo ha una valenza ben differente, in particolare quella del secondo caso non è di immediata comprensione. Ed ecco quindi scatenarsi il panico in aula, con esclamazioni del tipo "ma sono pochi i verbi del secondo gruppo, vero?", "sensei, ma quanti saranno? una decina?", "sensei, ci fa una lista?". Ovviamente pensare di affrontare di volta in volta la comprensione della natura di un verbo lasciava presagire lo sforzo futuro necessario, quindi si chiedeva la pappa pronta nella vana speranza di avere una scorciatoia a disposizione. (per inciso, un accenno alla nuova forma grammaticale era stato fatto la settimana precedente, ma nessuno, per quel che ho notato, è andato a leggersi 3 paginette 3 relative nel testo in uso per arrivare con parte del lavoro svolto in anticipo; troppo sforzo) Questi due casi a stretto giro mi hanno indotto a riflettere su quanto oramai la gente sempre più spesso abbia poca voglia di sbattersi per raggiungere un risultato, conseguire un obiettivo. Sembra che gli ostacoli possano essere aggirati tranquillamente e che poi il resto possa andare liscio; e il problema è che, se per un corso di lingua al limite l'ingenuo di turno finisce con lo buttare i soldi quando l'indolenza prende il sopravvento e capisce che in realtà lo sforzo va fatto, e ci sono le lacrime da versare eccetera, lo stesso atteggiamente è passato via via nelle strutture scolastiche, per esempio, e li si cercano le scorciatoie fasulle magari per la matematica, quindi niente più tabelline da imparare a memoria, ma esercizi creativi. Se poi si esce dalle elementari senza riuscire a fare 7x8 pazienza, sarebbe stato troppo sforzo, altrimenti. Penso che i danni futuri di una simile impostazione mentale siano ben evidenti. E il tutto è ancora più triste perchè con questo atteggiamento si perde quel senso di soddisfazione che nasce quando dopo il "lacrime sudore e sangue" ci si accorge di aver raggiunto l'obiettivo celto. Mia esperienza: non avevo mai sciato in vita mia, poi alcuni anni fa ho iniziato ad andare in montagna per praticare lo snowboard; la prima settimana bianca è stata tremenda: era un continuo cadere, rotolare, sbattere, rialzarsi, imprecare. La neve delle piste in genere non è quella soffice che si potrebbe pensare, ma viene battuta. Su certe piste inoltre, a seconda degli orari, della temperatura e del vento, la neve si può ghiacciare e si formano delle lastre dure. Ecco, quella settimana non è stata "divertente", perchè nonostante lo snowboard sia piuttosto semplice come tecnica di base, prima di raggiungere la padronanza per fare le curve (combattendo l'istinto che ti porta a compiere quei movimenti che in realtà ti fanno cadere) è richiesto sforzo e perseveranza, e sbattere il culo fa male e la neve è bagnata e fredda. Ma all'ultimo giorno di quella sfacchinata definita vacanza, quando ho iniziato a sentire la tavola e averne il controllo, ecco che quello sforzo ripagato ha acquistato valore. Oltre al divertimento, c'è stato alla fine l'appagamento per il semplice fatto che la fatica non è stata vana, quella fatica stessa è diventata qualcosa di importante e non c'è recriminazione. Possibile che sempre più gente sembra voler rinunciare a quanto sopra? E che miseri risultati si possono ottenere nella vita se ci si orienta sempre sulla strada comoda? Ma magari il mio è solo uno sproloquio dovuto all'irritazione di aver sentito persone lamentarsi più volte in modo infantile. Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
sirtao Inviato 10 Marzo, 2012 Share Inviato 10 Marzo, 2012 ? Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Shuji Inviato 10 Marzo, 2012 Share Inviato 10 Marzo, 2012 Ah ok. Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Taro Inviato 10 Marzo, 2012 Autore Share Inviato 10 Marzo, 2012 Ho fatto casino e il tread era rimasto senza testo, ora dovrebbe essere a posto. Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Shuji Inviato 10 Marzo, 2012 Share Inviato 10 Marzo, 2012 Possibile che sempre più gente sembra voler rinunciare a quanto sopra? E che miseri risultati si possono ottenere nella vita se ci si orienta sempre sulla strada comoda? Ma magari il mio è solo uno sproloquio dovuto all'irritazione di aver sentito persone lamentarsi più volte in modo infantile. Stavo giusto parlando ieri con un amico insegnante, che me ne diceva di ogni sull'universita', l'insegnamento al liceo e quant'altro. La realta' italiana (e non solo, aggiungerei) e' che e' oramai connaturata la volonta' precisa di non sbattersi per fare qualcosa. Questo, al di la' di crisi e quant'altro e' il vero problema nel mondo del lavoro italiano; certo, c'e' la stragrande maggioranza che lo fa, ma basta molto meno di quanto accade adesso per mandare a donnine una societa' nel suo complesso. Per dire, lo stesso concetto della semplificazione per i documenti che si vuol far passare allo stato attuale, molti non lo sanno o non se ne sono ancora capacitati appieno, ma si risolvera' con un boomerang micidiale, specie per le aziende. Perche'? Prima di far passare questo concetto, si, si perdeva tempo per fare documenti, ma ora... ora sara' peggio. Perche' tutto questo legittimera' la pubblica amministrazione, per inciso gli impiegati, a nascondersi dietro questa foglia di fico per non rilasciare certificati o documenti, facendo perdere piu' tempo per specificare la cosa allo sportello, con scuse deliranti tipo 'eh, ma se tal amministrazione non accetta la cosa, ci contatti'. Pensate che non sia possibile? Ora sara' pure peggio, perche' quanto di qua sopra gia' accade. Hai ben ragione a prendertela con il titolo di quel libro, ma senza quel titolo non venderebbe, perche' una delle leggi del marketing (che da qualche anno a questa parte considerando l'assoluto immobilismo della gente queste sono ancora piu' applicabili e stringenti nel quotidiano), recita che la gente predilige fare le cose nel modo piu' semplice. (Cosa poi alla base del successo di Apple) La nostra e' sempre piu' una societa' che tende a fare le cose nel modo piu' immediato possibile, senza cercare di aggirare problemi che in tal modo continuano a ristagnare. I problemi minori che si possono aggirare poi diventano sempre piu' insormontabili, e all'avverarsi dei veri problemi, semplicemente ci si blocchera'. Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Garion-Oh Inviato 10 Marzo, 2012 Share Inviato 10 Marzo, 2012 raku dakara! Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Dairon Inviato 10 Marzo, 2012 Share Inviato 10 Marzo, 2012 (modificato) Ed ecco quindi scatenarsi il panico in aula, con esclamazioni del tipo "ma sono pochi i verbi del secondo gruppo, vero?", "sensei, ma quanti saranno? una decina?", "sensei, ci fa una lista?". Io una mezza dozzina di lingue le ho imparate o studiate nella mia vita. Sinceramente non riesco a pensare ad una reazione più sensata di quanto dici che abbiano chiesto, davanti ad una irregolarità, specie una poco evidente come mi pare questa. Sul marketing del titolo (no perché qui non stai dicendo che il corso abbia problemi): non so molto cos'altro ci si possa aspettare da un titolo che al 50% almeno sembra rivolto al semplice appassionato (non credo che ti studi giapponese, in Italia, per molto altro che passione). Comunque l'unica cosa abbastanza tipicamente italiana in questo thread è lamentarsi degli italiani. Modificato 10 Marzo, 2012 da Dairon Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
werner Inviato 10 Marzo, 2012 Share Inviato 10 Marzo, 2012 (modificato) una delle leggi del marketing (che da qualche anno a questa parte considerando l'assoluto immobilismo della gente queste sono ancora piu' applicabili e stringenti nel quotidiano), recita che la gente predilige fare le cose nel modo piu' semplice. (Cosa poi alla base del successo di Apple) "I have always wished for my computer to be as easy to use as my telephone; my wish has come true, because I can no longer figure out how to use my telephone." Bjarne Stroustrup, qualche anno fa. E' il tizio che ha inventato il C++. Quando si tratta di macchine, la semplificazione non è mai un male di per sè, nemmeno per "quelli bravi"... Modificato 10 Marzo, 2012 da werner Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Zio Sam Inviato 10 Marzo, 2012 Share Inviato 10 Marzo, 2012 Scusate, quanti qui dentro sanno il giapponese ? La realta' italiana (e non solo, aggiungerei) e' che e' oramai connaturata la volonta' precisa di non sbattersi per fare qualcosa. Ma questo, diciamocelo, è un segreto di pulcinella.L'Italiano non ha voglia di sbattersi da decenni, ed è per questo che mentre gli altri Paesi vanno avanti, noi rimaniamo indietro: Si parla spesso del Giappone come un paese isolato che se ne sbatte di come vanno le cose all' estero, ma noi siamo peggio. Ci simao sempre fregati di competere realmente nei mercati con gli altri Paesi , perchè per molti L'Italia è il paradiso dove fottere denaro indisturbati e sbattersene delle leggi e al diavolo tutto quello che c'è al di là Alpi. Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
werner Inviato 11 Marzo, 2012 Share Inviato 11 Marzo, 2012 Si parla spesso del Giappone come un paese isolato che se ne sbatte di come vanno le cose all' estero, ma noi siamo peggio. Ci simao sempre fregati di competere realmente nei mercati con gli altri Paesi , perchè per molti L'Italia è il paradiso dove fottere denaro indisturbati e sbattersene delle leggi e al diavolo tutto quello che c'è al di là Alpi. Guarda che tuttora, proprio quelli "al di la delle Alpi" hanno una produzione industriale percentualmente inferiore alla nostra. Sì, proprio i Francesi, nonostante Airbus, Arianespace, EDF eccetera. Una cosa che francamente mi ha stupito. Stessa cosa dicasi per l'UK, che si è tremendamente finanziarizzata. Dopo i tedeschi, con tutti i nostri malanni, ci siamo ancora noi. Non buttiamoci più giù del dovuto. Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Shuji Inviato 11 Marzo, 2012 Share Inviato 11 Marzo, 2012 una delle leggi del marketing (che da qualche anno a questa parte considerando l'assoluto immobilismo della gente queste sono ancora piu' applicabili e stringenti nel quotidiano), recita che la gente predilige fare le cose nel modo piu' semplice. (Cosa poi alla base del successo di Apple) "I have always wished for my computer to be as easy to use as my telephone; my wish has come true, because I can no longer figure out how to use my telephone." Bjarne Stroustrup, qualche anno fa. E' il tizio che ha inventato il C++. Quando si tratta di macchine, la semplificazione non è mai un male di per sè, nemmeno per "quelli bravi"... Provo a spiegarmi meglio. Metti caso che ci sia, per determinati insegnanti e docenti e per poter riconoscere una certa quantita' di ore di straordinario o meno, la necessita' di iscriversi in una particolare sezione di un simil-forum, che restituisce di default un account base che poi dovra' essere cambiato. Non andiamo molto lontano dal come ci si registra al sito di un operatore telefonico, eh. Ok, metti caso che l'interessato in questione non afferri cio' che tutti gli altri hanno fatto fin'ora perche' non ha trovato immediatamente tutto pronto e il link relativo all'apertura della pagina in questione. Del resto lui mica e' un informatico. E lui fa un certo tipo di lavoro, mica queste cose. Poi pero' si registra sul primo forum di passaggio per cazzeggiare. Ok, questa e' la situazione italiana e il suo problema; da un lato c'e' chi non si sbatte per aggirare un pur minimo problema 'perche' non gli compete farlo', dall'altro c'e' chi usa questa come scusa per non fare quella cosa. Io non parlo di produzione industriale, io parlo di mentalita'. E chi citi sono pronto a scommettere che non avrebbe mai pensato ad una situazione del genere. Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Taro Inviato 11 Marzo, 2012 Autore Share Inviato 11 Marzo, 2012 Sinceramente non riesco a pensare ad una reazione più sensata di quanto dici che abbiano chiesto, davanti ad una irregolarità, specie una poco evidente come mi pare questa. Non è una irregolarità. Semplicemente il significato temporale cambia da un gruppo di verbi all'altro (istantanei e durativi), soltanto che all'inizio si è affrontato il caso in cui puoi tradurre con "sto -facendo-", poi è stato spiegato il secondo, ma c'era chi già si era sclerotizzato sul primo (nel giro di pochi minuti) e resosi conto della fatica futura, si lagnava, e sperava in scappatoie. Peccato che già sul testo di grammatica della Mastrangelo ho osservato la presenza di due liste indicative con una 50ina di verbi per gruppo, hai voglia a far liste... Sul marketing del titolo (no perché qui non stai dicendo che il corso abbia problemi): non so molto cos'altro ci si possa aspettare da un titolo che al 50% almeno sembra rivolto al semplice appassionato (non credo che ti studi giapponese, in Italia, per molto altro che passione). Anche fosse rivolto al solo appassionato, perchè questo dovrebbe avere in partenza la mentalità del "senza sforzo"? Come ho detto è comprensibile il marketing, irrita appunto che si alimenti questo tipo di approccio: voglio imparare a suonare la chitarra, ma senza sforzo. Voglio imparare il tedesco, ma senza sforzo. Voglio imparare a disegnare, ma senza sforzo. Voglio fare questo, quello e codesto, ma senza sforzo. E poi alle prime difficoltà giù a lagnarsi (ma come, non era senza sforzo?), e magari ad abbandonare, bambini viziati cresciuti. Comunque l'unica cosa abbastanza tipicamente italiana in questo thread è lamentarsi degli italiani. Non mi sembra di aver circoscritto la questione ai soli italiani (a parte l'appunto dell'istruzione italiana, per la quale per esempio ho potuto osservare un quaderno di matematica di seconda elementare con pochi numeri e conti ma grossi disegni colorati...), anzi penso sia un problema dei paesi con benessere sempre più diffuso, dove la gente è sempre più indolente, ha tempo e denaro per fare cose ma non basta, vuole anche averle facili di default. E se così non è, si abbandona tutto ancora prima della metà. Non è l'elogio del masochismo, ma per dire, tornando a qualche mia esperienza sopra riportata, alla seconda volta sulla neve mi son messo qualche protezione contro le cadute, e accettato il fatto che per migliorarsi c'è da sforzarsi. Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Dairon Inviato 11 Marzo, 2012 Share Inviato 11 Marzo, 2012 Non è una irregolarità. Sì, ok, usavo irregolarità in senso lato. Res, rei non è un'irregolarità nominale, ma credo chiunque abbia imparato il latino si sia sentito un po' preso per il culo dall'esistenza di certe declinazioni Peccato che già sul testo di grammatica della Mastrangelo ho osservato la presenza di due liste indicative con una 50ina di verbi per gruppo, hai voglia a far liste... Dalla tua presentazione sembrava inzialmente che questa fosse un'eccezione limitata. Forse l'insegnante si è espresso male, non so (personalmente da come avevi scritto avrei detto che massimo sarebbero stati trenta...). In questo caso chiedere una lista dei verbi eccezionali penso sia più che ovvio: tra l'altro in realtà chiederla per impararla mica è una scorciatoia, mi sembra l'unico sistema... (dal tuo esempio potrei sparare che forse si può ragionarci sopra: magari sono verbi con azioni che si ripetono poco rispetto al primo caso, un mangia ogni giorno ma non si sposa ogni giorno, però boh? Potrebbe essere del tutto casuale, quindi o lista o niente) Anche fosse rivolto al solo appassionato, perchè questo dovrebbe avere in partenza la mentalità del "senza sforzo"? La domanda da porsi credo sia: "tu come avresti nominato il testo, se fossi stato al marketing?" A me tante altre idee così d'impatto non vengono. Il "corso completo di giapponese"? Eh, ma chemmefrega, dice l'appassionato? A me interessa provare, se mi piace poi mi prendo qualcosa di più completo. Forse "corso di giappo pratico", ma non credo sia un testo tipo frasario da viaggio. Non mi sembra di aver circoscritto la questione ai soli italiani Non ce l'avevo con te con quell'appunto, non preoccuparti Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Eymerich Inviato 11 Marzo, 2012 Share Inviato 11 Marzo, 2012 Comunque, in generale, sono sempre pochi coloro disposti a "sforzarsi" per fare bene qualcosa fatto per pura e semplice passione (come imparare il giapponese in italia..). Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
ryoga Inviato 11 Marzo, 2012 Share Inviato 11 Marzo, 2012 si vede che la passione non è poi così tanta, non ci vedo nulla di anomalo Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
werner Inviato 11 Marzo, 2012 Share Inviato 11 Marzo, 2012 Ok, questa e' la situazione italiana e il suo problema; da un lato c'e' chi non si sbatte per aggirare un pur minimo problema 'perche' non gli compete farlo', dall'altro c'e' chi usa questa come scusa per non fare quella cosa. Io non parlo di produzione industriale, io parlo di mentalita'. E chi citi sono pronto a scommettere che non avrebbe mai pensato ad una situazione del genere. Ah, vabbè, qua sono perfettamente d'accordo (non so quanto il problema sia specificamente italiano, ma di certo noi ci siamo ben dentro). Continuo a non capire cosa c'entrasse la Apple, qui non è questione di bellezza o meno dell'interfaccia ma di fancazzismo simplex Poi vabbè, tu forse sei "finito in mezzo" giusto perchè avevo appena finito una discussione su Windows 8 in un ambiente "tecnico", ed ero abbastanza sconsolato dal vedere quanto spesso ogni innovazione nelle interfacce (e non solo) sia subito bollata come "utonto-friendly", "robetta per bambini", "ma che è sta merda" proprio da chi dovrebbe essere più adattabile. Tremendo come non si rendano conto che, se il pubblico dei presunti "esperti" tiene un atteggiamento simile e non contribuisce in nessun modo a definire degli obiettivi, ovviamente gli sviluppatori si concentreranno sui casual. Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Eymerich Inviato 11 Marzo, 2012 Share Inviato 11 Marzo, 2012 si vede che la passione non è poi così tanta, non ci vedo nulla di anomalo No, infatti (e forse sarebbe meglio usare un termine meno forte di "passione" in questi casi..). Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
ryoga Inviato 11 Marzo, 2012 Share Inviato 11 Marzo, 2012 Concordo. Penso che se una cosa appassiona non pesi farla Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Shito Inviato 15 Marzo, 2012 Share Inviato 15 Marzo, 2012 (modificato) raku dakara! Comodità e felicità sono cose compeltamente diverse, nè? :-) Ah, sulle forme in 'te+iru', non avendo mai studiato giapponese ma sapendo quello che so solo per 'acquisizione', in luogo di 'apprendimendo' (chi conosce i fondamenti di studio della lingustica mi seguirà), alla fine ho deciso che il punto cruciale è se il verbo è usato in senso transitivo reale (e allora la forma è una continuativa progressiva reale) o in senso intransitivo [riflessive incluse] o aoristo (e allora la forma è una continuativa di stato acquisito). A chi ha studiato giapponese: ci ho preso? :-) Modificato 15 Marzo, 2012 da Shito Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
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