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Anime Factory - News in progress


Den-chan

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59 minutes ago, Chocozell said:

One Piece è come Dragon Ball, un caso eccezionale. Difficilmente riavremo una cosa del genere.

Sicuramente concordo. Tuttavia, quello che voglio sottolineare ancora una volta, è che "animazione giapponese" non è un genere, e non è neppure un segmento di mercato compatto. In questo senso, tutti i successi nell'ambito sono "casi eccezionali", ognuno per i suoi versi. Lo è Ghibli, che negli anni è diventato un brand molto forte a livello nazionale, poi internazionale, poi persino italiano, e poi si è rafforzato ulteriormente. Lo è DragonBall, con una sua intergenerazionalità. Lo è One Piece, in modo affine ma non identico. Evangelion è un altro caso speciale, che sa fare successoni in certi mercati (home video su tutto). Ma il recente caso di Jujutsu Kaisen è altresì unico. Ci sono anche taluni classici che poi floppano ai botteghini. La sensazione è che ogni titolo abbia una sua endemia di pubblico e faccia storia a sé, necessitando di strategie di commercializzazione ritagliate ad hoc.

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2 hours ago, Chocozell said:

Ma non illudetevi proprio :lolla:

One Piece è come Dragon Ball, un caso eccezionale. Difficilmente riavremo una cosa del genere.

Sono tutte jumpate, già se ci aggiungi Naruto, ti metti in scia a Demon Slayer inizi a creare abitudini

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On 12/9/2022 at 6:21 PM, John said:

Te ce l'hai con Novara :°_°:

E' da anni e anni fa che mi sono reso conto che i doppiaggi rendevano diversi ad esempio i film. Excalibur in inglese e' un altro film rispetto al doppiato. Il David Bowie doppiato di Labyrinth ha creato un altro personaggio rispetto all'originale.

Tanto per fare i primi due esempi che mi vengono in mente e non cito obbrobri da inespressiva lettura al leggio come Gundam, che ancora un po' era migliore la versione piter rei.

E questo come resa.

Non si parli poi di traduzione/adattamento.

Anche diversi grandi come Bertolucci avevano molto da ridire sul doppiaggio.

Alla lunga sono diventato della stessa idea.

 

Novara e' espressione ultima per me solo di un qualcosa di negativo, tra lui e ad esempio Merluzzo, non ho idea del perché lavorino.

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1 hour ago, Shuji said:

Alla lunga sono diventato della stessa idea.

Lo capisco. In realtà, credo che il doppiaggio italiano – pur cambiando nel tempo e nello spirito di quello – abbia sempre in qualche modo "italianizzato" l'espressività delle opere straniere "doppiate". Sia a livello di testo (adattamento), sia a livello interpretativo (recitazione). Il che, capiamoci, è concettualmente imprescindibile. Logicamente imprescindibile, dacché nulla di diverso può essere uguale a ciò da cui differisce.

In questa più recente epoca, il doppiaggio italiano mi pare autoreferenziale  ben più di quanto non fosse nell'epoca in cui mi sono formato professionalmente, e mi pare autoreferenziale nelle orecchie del pubblico più ancora che degli operatori di settore. Quanto a me, per tutto contro, a posteriori qualcuno ha detto che io non ho mai inteso "fare doppiaggio italiano", e in effetti non ho mai avuto un'interesse per il settore in quanto tale, quanto "usare il doppiaggio italiano" per "fare l'edizione italiana di opere straniere". Ho dovuto, come mi accade a volte, riconosce e "ammettere" che sì, è proprio così. Del resto, dal mio punto di vista la parola "doppiaggio" implicita intrinsecamente l'esistenza di un originale, ergo senza "rifare l'originale straniero" il doppiaggio lingua locale non avrebbe proprio ragion d'essere.

Personalmente, il mio tentativo è quindi sempre stato quello di "minimizzare" quello scarto sostanziale tra originale e versione doppiata di cui dicevo. Sia a livello di testo, sia a livello di interpretazione del testo, che poi sono un sinolo la cui sommatoria è maggiore della somma bruta. Credo di essere riuscito a ottenere il massimo in questo senso per varie ragioni, tra cui:

– una discreta compatibilità espressiva tra lingua giapponese  e lingua italiana (molto più difficile con l'inglese),

– la grande disponibilità dimostrata e usata nei miei riguardi da molti serissimi e capacissimi professionisti,

– la grande sopportazione dimostrata e usata nei miei riguardi da molti serissimi e capacissimi professionisti,

- la mia volontà totalmente nichilista di riuscita del mio operato come pressoché fine-a-sé-stessa.

Sono molto soddisfatto dei punti d'arrivo maggiormente riusciti (perché a inficiare la riuscita ci sono sempre e comunque molte variabili pressoché casuali che restano coinvolte) di quello che, personalmente, cominciati nel 1997. A più riprese penso di avere spostato in avanti l'asticella della "fedeltà sostanziale interlinguistica", e credo che l'influenza che questo ha sortito su tutto un ambiente, influenza spesso negata [in senso psichiatrico] ma così più ancor palesata, sia destinata ad avere ancora e ancora più peso in futuro. L'influenza è duplice. Una è la presa di coscienza. L'altra è una forma di abitudine. Anche chi si lagna del diaci, si è abituato al 7. E proveniva dall'1. Ma non lo sapeva. :-)

Modificato da Shito
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Mi riprometto di rispondere, ma voglio lasciare a chi legge una piccola provocazione.

Arnold Schwarzenegger, Sylvester Stallone, Robert de Niro, Judy Garland, Audrey Hepburn, Meryl Streep, tanto per citare i primi nomi che mi vengono in mente di star hollywoodiane. A volte di questi nomi e di molti altri ci ricordiamo pure più dei parenti.

La domanda e' questa;

vi sembra normale, che di questi attori avrete visto decine di film, e non li avete mai sentiti recitare? 

 

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Certo, concordo sulla sua correttezza e validità.

Ho dato solo la mia personale risposta, a prescindere dal resto, come "mero ascoltatore", sperando che altri seguano a dare ciascuno la propria.

Modificato da Shito
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(Non dovrei mettermi a ripensare alle stesse questioni ogni volta che emergono... :sweatingbullets:)

Da parte mia, rispondendo a Shuji, direi che è "normale" o almeno comprensibile quando si guarda un film, magari per la prima volta, non focalizzandosi particolarmente su singoli elementi come la recitazione degli attori, la trama, la fotografia, la regia ecc. ma per "l'esperienza complessiva". Chiamerei esperienza complessiva quella che si cerca per farsi una opinione equivalente, in astratto, in una recensione ben scritta di tot righe: di quelle che includono illustrazione del soggetto, principali punti di forza e difetti e danno un'impressione credibile a chi deve scegliere se vedere il film o meno. Tutto questo probabilmente è vago o astratto o già sentito, ma se scrivessi di più non sarei più chiaro o originale... tanto più perché la mia cultura cinematografica non è enorme...

Il discorso ovviamente è diverso per film che si vuole rivedere per studiarne ogni sfumatura.

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....

Scusate un attimo.

Non e' che tutto quanto rientra nel regno del soggettivo, e quindi e' di per sé opinabile.

Ognuno usa la propria voce con le proprie caratteristiche per parlare, per esprimersi verbalmente e tra queste forme anche recitare.

Davvero non vi sembra strano aver visto decine di film con un certo attore che recita, e non averlo mai sentito recitare?

Non e' che ne faccio una questione ontologica o semantica, e' che mi sembrava davvero una cosa scontata

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E ti capisco di nuovo. Intendo: concordo.

Credo sia una questione profondamente legata al concetto di "abitudine diffusa". Ho sentito così tante volte tiritere de tipo: "la voce del doppiatore italiano gli sta meglio della SUA VERA VOCE" - e  questo sì, è ontologico, ma a livello di esame di realtà.

Ma l'abitudine, ovvero l'assuefazione, è un fattore in grado di superare anche la percezione di realtà. Per l'essere umano, dico.

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Il 12/12/2022 Alle 04:51, Shuji ha scritto:

Mi riprometto di rispondere, ma voglio lasciare a chi legge una piccola provocazione.

Arnold Schwarzenegger, Sylvester Stallone, Robert de Niro, Judy Garland, Audrey Hepburn, Meryl Streep, tanto per citare i primi nomi che mi vengono in mente di star hollywoodiane. A volte di questi nomi e di molti altri ci ricordiamo pure più dei parenti.

La domanda e' questa;

vi sembra normale, che di questi attori avrete visto decine di film, e non li avete mai sentiti recitare?

E' una domanda che andrebbe contestualizzata, nel senso che la risposta cambia a seconda del periodo storico in cui viene posta: oggi la maggior parte delle persone guardano serie e film coi sottotitoli o direttamente in lingua originale, cosa che ancora negli anni '90 era abbastanza insolita... oggi quindi può sembrare strano non conoscere la voce di un attore ma magari fino a trent'anni fa era del tutto normale, anche perché all'epoca delle VHS non è che avevi la possibilità di ascoltarti la traccia audio originale di un film. C'è poi da considerare che l'insegnamento delle lingue straniere nelle scuole è cambiato parecchio negli ultimi vent'anni: non è un caso che mediamente uno studente di oggi conosce l'inglese meglio dei suoi genitori e ovviamente dei suoi nonni. 

C'è poi da considerare un'altra cosa: secondo me non è affatto da escludere che un doppiatore possa interpretare un dialogo meglio di quanto non farebbe la voce dell'attore che sta recitanto... Prendi una come Asia Argento: non staremmo tutti meglio se la sua voce venisse doppiata anche in italiano? :grin:

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3 ore fa, Shuji ha scritto:

Davvero non vi sembra strano aver visto decine di film con un certo attore che recita, e non averlo mai sentito recitare?

No. Perché ai tempi non recitavano col culo... :grin: cioè anche le famose 3 voci con la molletta, un infinito altro mondo. Era un'esigenza che non nasceva. 

Modificato da John
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