Shito Posted April 30, 2021 Share Posted April 30, 2021 13 hours ago, Roger said: tra i pochi film ghibli che mi interessano c'è pom poko, che però sarebbe da guardare in un orario più consono di questo. infatti si è esaurita la batteria della buona volontà in appena 30 minuti. cmq stavo seguendo il film con audio italiano e sottotitoli; non per chissà quale motivo ma tale necessità ha preso forma, uhm, dal primo secondo del film visto che c'è un passaggio cantato decisamente complesso. così qualora ce ne siano altri in seguito mi evito i rewind. in questo modo notavo che ci sono delle differenze particolari tra doppiaggio italiano e sottotitoli; il che, di per sè, in genere è anche normale. tuttavia qui è proprio una questione di strutturazione delle frasi ed in alcuni casi di scelta dei termini (per scelta si intende anche presenza/assenza, alle volte qualcosa in più nel parlato rispetto ai sub ma anche... l'opposto e non danno proprio l'idea di essere dei riempitivi casuali). alla fine entrambi, per quella mezz'ora che ho visto, conferiscono lo stesso significato ma la domanda sorge spontanea: i sub sono stati rifatti? aka: sono o non sono gli stessi dell'edizione home video? Heisei TanukiGassen Ponpoko (Battaglie Tanuki dell'Heisei · Ponpoko) è secondo me la vera "opus magnus" di Takahata Isao. Il primo (e unico?) film tutto basato su un suo soggetto, è a tutti gli effetti un film animato documentaristico in cui l'autore mette in scena tutta la sua cifra stilistica e culturale. Ci sono vari momenti che mi commuovono molto, e sempre. Potrei ora tentare di stilare non dico una lista, ma un piattino di pulci dei riferimenti folkloristi e culturali più salterini ma no, ti lascio al film. Sono specialmente grato a Daniel Inserra (l'assistente al doppiaggio di quella lavorazione) a cui devo così tanto anche e soprattutto per la distribuzione delle voci, poi a Carlo Valli, senza la cui unica interpretazione del narratore "rakugo" semplicemente questo doppiaggio secondo m non si sarebbe potuto far e(lo scrissi allo Studio Ghibli in sede di provino), e ancora al fonico di sala Massimo Viterbini, che si appassionò tantissimo (dovemmo incidere persino gli applausi in sala!), e ancora a moltissimi doppiatori che hanno dato il 101% per starmi dietro in una lavorazione matta e disperatissima, e poi ancora al bravissimo fonico di mix Francesco Cucinelli, che facendo così tanto di straordinario mi disse proprio"mah, io sto sempre dalla parte di quelli che si massacrano, quindi mi sei simpatico", e ancora la maestro di musica Fabio Liberatori (e alla sua figlioletta Sara), che ci aiutò con così tante esigenze impreviste e assurde (credo che l'edizione italiana del film sia l'unica straniera in cui si senta lo strumento suonato da Oroku all'inizio), e poi ancora a tutti i colleghi che mi diedero così tante lezioni durante quel doppiaggio, e poi al bravissimo fonico di mix Fabio Tosti con cui remixammo tutto per l'uscita BD a 24fps (e avevo pianto per salvare le sessioni ProTools oltre al premix perché sapevo che sarebbero servite), e ancora chi.... a sì, Lucky Red su tutti. Ancora oggi quando sento alcune battute italiana mi chiedo come ce la si sia fatta. Soprattutto, lo straordinario Gabriele Patriarca su Ponkichi fu da me voluto a tutti i costi perché mi serviva davvero la sua voce chiara, sorridente ma leggera e realistica per chiudere il film. Grazie, Gabriele! E grazie anche a te, Roger, per avermi dato spunto per scrivere queste cose. Capisco bene il discorso che fai sui passaggi cantati. Ne ho parlato tanto con vari amici e colleghi giapponesi, dell'uso che Takahata faceva di musica e canzoni. UN uso socialmente umano, culturalmente folkloristico, fin dai tempi di Hols. Hai ragione, sono cruciali. Ah, la versione italiana di Antagata Dokosa? (Voi di dove siete mai?) la cantai in due lingue con i vecchietti di un vecchio sushiya a Okinawa, perché sul CTR quella sera giocava a baseball il Kumamoto. Cose belle, cose vere. :-) Per la tua domanda: credo che Netflix risistemi sempre i sub secondo canoni propri in fase di import. Quelli del BD soprattutto sono molto puntuali. :-) Grazie ancora! Next to come: Takahata e la sua intenzione nel fare anime, tra Paul Grimault e Prevert, da Seita a SHoukichi (almeno). 1 Link to comment Share on other sites More sharing options...
Roger Posted April 30, 2021 Author Share Posted April 30, 2021 9 hours ago, Acromio said: *se la vogliono mettere sul piano della bestemmia, in che modo "Dio Cervo" sarebbe meglio di "Dio Bestia?" è semplice. (possibilmente freddo) quanto a pom poko, beh dai film carino. la prima parte è sicuramente la migliore, essendo più ricca grazie alla vicenda principale ed a tutte quelle secondarie che ne derivano, oltre naturalmente al buon lavoro svolto per presentare, definire e mettere in moto i singoli personaggi; purtroppo via via che il film procede perde parecchia della sua forza e si tira sempre più avanti con le unghie, provando a stupire con una lunghissima scena carnevalesca (bella ma non propriamente spettacolare, anzi ad un certo punto diventa una noia), fino ad un finale che si scopre essere abbastanza telefonato e moscio. in realtà pom poko ha una vivacità particolare, a tratti dolce ma anche cattiva, che lo sostiene senza far pesare 2 ore di animazione; il punto però è che questo film vorrebbe dire svariate cose, ma è come se non riuscisse a decidersi ed ora parla di questo, ora di quello, ora di altro saltando da un argomento all'altro senza una vera e propria progressione di ciascuno e con il risultato che il film stesso è un tanuki (senza però la capacità di trasformarsi, cosa questa che lo avrebbe reso un capolavoro). un plauso alle intenzioni dell'autore, che sono chiare; lo svolgimento avrebbe però meritato più cura. non ho capito perchè la canzone di chiusura, e che è parte integrante del film, a differenza delle altre è rimasta in giapponese. 1 Link to comment Share on other sites More sharing options...
Shito Posted May 1, 2021 Share Posted May 1, 2021 (edited) Scusa, Roger: non capisco. Quello che scrivi è come scrivere "ho visto il film La Passione di Cristo, sì, nella parte finale è un po' truculento, il finale è un po' scontato..." - beh, sì. Io a Tamayama ci sono stato, lo so che lì hanno costruito tutta una "new town", come lo sanno tutti i giapponesi (pubblico a cui il film è rivolto), non c'è niente da scoprire nel film. Il film è per farti riflettere. Non sui tanuki, ovviamente, ma sull'umanità, sull'evoluzione dell'antropizzazione del territorio che quelli colonizzano. Suzuki una volta scrisse che "è evidente che i tanuki in Ponpoko rappresentano i giapponesi di prima della guerra". Io non sono giapponese, ma almeno quella volta pensai che fosse persino un po' triste che l'avesse dovuto scrivere. In realtà i film di Takahata Isao sono sempre "documentari sull'umanità", in cui la narrativa è quasi un mero pretesto per mostrare uno spaccato di umanità che diventi simbolico. Come promesso, ti traduco questo brano originariamente pubblicato sul libro di Takahata intitolato "Manga Eiga no Kokorozashi" (L'aspirazione dei film a cartoni animati), poi riproposto nel libro di Suzuki Toshio intitolato "Shigoto Doraku" (Dilettarsi col lavoro). Quote Quel che ho inteso fare con le mie opere, La tomba delle lucciole e Ricordi a goccioloni inclusi, non era, come avevo fatto sino ad allora, di ottenere che gli spettaotri fossero del tutto rapiti dalla storia, quanto piuttosto fargliela osservare da una certa distanza. Ho cercato di far sì che non si dimenticassero del tutto di loro stessi, ma di lasciargli un certo spazio per il pensiero razionale. Non li avrei voluti a mangiarsi freneticamente le unghie, quanto farli stare sul l'orlo dei loro posti in attesa presentandogli una situazione oggettiva. A volte ho persino voluto fargli avere una visione critica nei confronti del protagonista. È stato subito dopo aver incontrato Paul Grimault, quando avevo appena iniziato a lavorare su Heisei TanukiGassen Ponpoko, che ho cominciato a lavorare con questa cognizione chiara nella mia mente. Il film sarebbe stato rilasciato nel 1994, l'anno dopo la morte di Grimault. Questo è davvero tutto, per me. In effetti sono anni che sto cercando di scrivere un mio saggio lungo sull'opera di Takahata Isao, o meglio sulla sua opera "matura", quella fatta a marchio Ghibli, che va dal suicidio di Seita al suicidio di Kaguya. La vita tra due morti giovanili, l'animazione che significa sempre e solo "non si deve fuggire!", come Anno Hideaki aveva poi recepito nella serie originale di Eva, mettendoci dentro Akage no Anne e Omohide PoroPoro, essenzialmente. E poi anche tutte le stupidaggini che gli piacevano, certo, per l'otaku che era e che è, e come sappiamo un po' di cognizioni prese dal suo vago interesse per la psicologia. Ci penso da tanti anni ormai, e ancora mi sfuggiva qualcosa. Forse ora ci sono arrivato, grazie soprattutto ai dialoghi con l'amico AkiraSakura, ma devo ancora ordinare il mio pensiero. Si tratta di una cosa che lega la critica che Takahata fece a Mononoke Hime con il discorso di Anno e Katayama su Takahata e il suo fare film (ovvero sul "manga eiga no kokorozashi" di Takahata) e ancora con quel discorso fatto dal regista in quell'estratto. Credo che tutto stia nel modo di intendere narrazione e metanarrazione. Ovvero: il modo e lo scopo di usare una narrazione completamente fittizia (come l'animazione) affinché non vada a stratificarsi come materiale metanarrativo dell'escapismo del pubblico, degli spettatori. E infatti, alla fine, giunto ormai al mio 45° anno di vita penso che l'animazione di Takahata Isao sia praticamente l'unica animazione che valga la pena vedere da adulti, salvo qualche altra rara eccezione. Perché cercare di provare ancora le emozioni infantili quando si ormai è adulti è non solo ridicolo, ma credo anche realmente negativo, ovvero dannoso - credo. Quindi preferisco di gran lunga sgranare gli occhi quando le mammine dopo avere visto con i loro occhi la grande parata dei mostri a cui i tanuki si erano dati con gravi perdite e sacrifici mandano i bambini a lavarsi i denti dicendo tra loro "ah, viene quasi voglia di credere agli alieni..." - perché è vero, ogni epoca crede a quello che lo spirito del tempo passa come credibile. Oppure preferisco commuovermi quando i tanuki sconfitti fanno un ultimo sforzo di illusione, ricreano lo scenario del passato, e finiscono a vedere loro stessi da cuccioli, e cadono vittima della loro stessa illusione. E i ragazzini che li guardano da un balcone si chiedono "chissà se si trasformano davvero, i tanuki!" (grazie Ruggero Valli per quella battuta dislocata! Sembra vera!) E poi, nella metropolitana "certo che gli umani sono davvero incredibili! come fanno a reggerla, una vita così!". Grazie a Takahata Isao per ricordarmelo sempre. Sull'ultima canzone: è perché è una canzone a tema, ovvero è una canzone che fa parte dell'OST ma è fuori dalla quarta parete, cantata dagli Shang-Shang-Typhoon, non dai personaggi dentro alla scena. :-) Originariamente la theme song del film era un'altra, ovvero Kono Asia no machi de, dello stesso gruppo. Poi Takahata Isao cambiò idea e gli chiese una versione rieseguita e riarrangiata di una loro canzone precedente. L'originale si sente solo nel trailer originale (nel BD ho sottotitolato anche la canzone!), ed è bellissima - come musica, testo e significato. Sono stato felice di andare a Okinawa anche per essere riuscito a capire meglio quel tipo di musicalità, ovvero, sentirla meglio. Non dico solo con le orecchie. Edited May 2, 2021 by Shito Link to comment Share on other sites More sharing options...
Roger Posted May 1, 2021 Author Share Posted May 1, 2021 3 hours ago, Shito said: Scusa, Roger: non capisco. Quello che scrivi è come scrivere "ho visto il film La Passione di Cristo, sì, nella parte finale è un po' truculento, il finale un po' scontato..." no. equivale a dire che nei primi 10 minuti del film viene espressa chiaramente la critica dell'autore a quel tipo di urbanizzazione (il che significa che gli umani hanno un problema con il rispetto della natura, della quale facevano parte) e da lì non ci si muove per tutto il resto del film. poichè si parla di ben 120 minuti di animazione, per un film di metà anni '90 che tratta tematiche non certo nuove, esaurire immediatamente così il proprio messaggio corrisponde inevitabilmente a fissare un fattore estremamente limitante dell'impianto narrativo impedendogli di svilupparsi. equivale a dire che se piove si bagna la strada. non c'è e non ci sarà altro da dire, ma lo si sarebbe potuto fare per uscire dall'ovvio e senza dover scendere al compromesso di un film educativo ma polpettone di due ore (tuttavia pom poko un po' lo diventa lo stesso, perchè stressa sul ripetere circolarmente l'inutilità delle strategie dei tanuki). equivale a dire anche che l'alternativa c'era: sebbene sappia già cosa deve subire cristo, gibson nel film the passion mi tira fuori dall'idea che mi sono fatto nel tempo tra messe pasquali, chiacchiere da catechismo e letture varie, e mi mostra la SUA visione della sofferenza di cristo. lo fa esplicitando crudeltà, cosa effettivamente provoca dolore, ricostruendo istanti particolari e preziosi per definire un momento e renderlo vero, emarginando l'immaginazione personale. non ha senso paragonare questo ad un film per bambini o adolescenti (che cmq non credo abbiano ancora le capacità di comprendere autonomamente le problematiche ed i significati del terrorismo, dello squadrismo, dell'omicidio volontario, del reaziosmo armato mentre la componente più moderata è sì accessibile ma in sostanza si rivela la più futile, il che ci porta ad un'altra criticità interessante di questo film), ma conta il principio che c'è modo e modo di trattare un argomento e pom poko ha una premessa che si mangia il film. a sopperire a questa mancanza c'è la vita di quei tanuki, che sono LA storia del film, i quali non sanno nemmeno loro cosa è giusto fare e come organizzarsi. però sono nostalgici, simpatici, fanno cose wow e hanno dei sentimenti. ma allora è un film sugli indecisi che vanno ottusamente avanti alla spera in dio, non sul rispetto della natura poichè in fin dei conti tale problematica (evento scatenante della storia e null'altro) avrebbe potuto essere sostituita con un'altra di ugual valore con la quale relazionare i comportamenti dei personaggi ed il livello del film sarebbe invariato. va bene anche così; però non si enfatizzi una componente di una storia per attribuirle un'importanza stupefacente quando, per come è stata trattata dall'autore nel film, ne ha oggettivamente poca, ai limiti del pretesto. se non altro si è evitata la retorica del messaggio ecologista finchè non è arrivato il finale (qui una volta era tutta campagna. do you remember campagna? guardate voi stessi come eravate felici quando qui era tutta campagna... evabbè). dopodichè possiamo pure parlare di qualità dell'animazione, che è diversa dalla qualità dei disegni. se la prima ha un po' di problemi, non essendo fluida come altri titoli ghibli (es: totoro per retrocedere nel tempo), i secondi sono impegnati, molto dettagliati ed assolutamente lodevoli. tant'è che gli animali morti mi hanno fatto un certo effetto (anche qui: perchè questa disparità per la quale gli animali morti devono impietosire ed un operaio assassinato non lo si mostra?). 4 hours ago, Shito said: Sull'ultima canzone: è perché è una canzone a tema, ovvero è una canzone che fa parte dell'OST ma è fuori dalla quarta parete, cantata dagli Shang-Shang-Typhoon, non dai personaggi dentro alla scena. :-) ah ok. mi ha confuso il fatto che i tanuki stavano festeggiando e battono le zampe andando a tempo con la canzone, pertanto mi era sembrato fossero loro a cantare. però non vedo i sottotitoli... credo ci sia stato un equivoco a causa di un mio post precedente. i sub per le canzoni li ho attivati perchè capivo la metà di quello che dicevano. poi da lì ho preferito tenerli assieme al doppiaggio italiano. Link to comment Share on other sites More sharing options...
Shito Posted May 1, 2021 Share Posted May 1, 2021 (edited) 9 hours ago, Roger said: no. equivale a dire che nei primi 10 minuti del film viene espressa chiaramente la critica dell'autore a quel tipo di urbanizzazione (il che significa che gli umani hanno un problema con il rispetto della natura, della quale facevano parte) e da lì non ci si muove per tutto il resto del film. Guarda, credo semplicemente che tu non solo non abbia capito nulla del film, ma soprattutto non abbia capito nulla del pensiero dell'autore. Certo che non è un film "sul rispetto della natura". Ma cosa credi, che Takahata Isao faccia filmetti buonisti e semplicisti all'americana? E Takahata non critica affatto "quel tipo di urbanizzazione", non lo fa mai. A parte che in questo film il narratore (che è Shoukichi) alla fine dice che il monte Tama urbanizzato "è diventato un buon posto per vivere, per gli esseri umani" (e confermo: è un'urbanizzazione splendida), il regista fa finire a mal partito proprio chi non accetta lo scorrere della realtà: gli "irriducibili" da un lato, che vanno a morire suicidi tutti "come perle infrante (termine che in Giappone veniva usato per i morti nell'attacco speciale, e indica l'idea di *spreco* della vita umana), i buddhisti-amidisti dall'altro, che si suicidano come un gruppo di rimbecilliti, completamente storditi. Takahata non critica mai null'altro che colui e coloro rifiuta la vita, in qualsiasi modo essa si presenti nel naturale scorrere della storia. Questo è l'unico, vero messaggio che corre lungo tutta l'opera animata di Takahata, e con maggiore veemenza da Seita (a Taeko, ai tanuki, agli Yamada) a Kaguya: il rifiuto di ogni metanarrazione (idealismo) che porta eventualmente a rifiutare la vita per quella che è, ovvero "il rifiuto del rifiuto", e la predicazione di un umano e accomondante adattamento e compromesso di sopravvivenza, ovvero di vita. Che poi è anche l'apologia dei tanuki, che nascono, vivono gioiosi, ed eventualmente muoiono anche anzitempo, ma che problema c'è? Viene proprio detto. Quote equivale a dire che se piove si bagna la strada. Sì, esatto. Ma splendido esempio. Takahata vuole solo dire che se piove devi goderti la pioggia, perché finché sei vivo puoi sentire le gocce sul tuo viso. Cfr. anche Kaguya quando infine si "unisce" (polisemia intesa) a Sutemaru. Quote non c'è e non ci sarà altro da dire, ma lo si sarebbe potuto fare per uscire dall'ovvio e senza dover scendere al compromesso di un film educativo ma polpettone di due ore (tuttavia pom poko un po' lo diventa lo stesso, perchè stressa sul ripetere circolarmente l'inutilità delle strategie dei tanuki). Ponpoko non è un film educativo nel senso di "voler educare", no. Ponpoko vuole solo rappresentare la realtà per quella che è e portare gli spettatori a riflettere sulla propria (di umani) evoluzione etnografica per quella che è. Ponpoko è ovvio come lo è la vita umana, e credo così debba essere. Lo dice anche Shoukichi: "alla fine noi siamo come le piante, e quando è primavera facciamo i fiori e poi i frutti". La stagione dell'amore che viene va, come cantava il mio caro Francuccio alle pendici dell'Etna. Quindi credo che il film sia proprio perfetto così, nella sua fabula senza intreccio, nella banalità narrativa che rappresenta la banalità della vita. Va bene così, secondo me. Molti dicono di Takahata e neorealismo, e lo capisco, infatti si dice che Visconti faccia evolvere il neorealismo verista in neorealismo delle maschere fisse, della commedia dell'arte (con Rocco e i suoi fratelli, direi). che poi altro non è che tragedia classica. Anche Takahata è così, secondo me, e i nostri vari tanuki sono qui tutte maschere fisse e di gruppo. Ti ringrazio ancora per permettermi, ovvero spingermi, a scrivere queste cose. Perché pare che proprio come Takahta io elabori il mio pensiero solo nel dialogo (Suzuki ne sa, dai tempi di Chie), e quindi tutto questo dialogare mi spinge a riprendere più e più in mano il mio saggio/libro di cui dicevo! Arigatou gozaimasu! Quote dopodichè possiamo pure parlare di qualità dell'animazione, che è diversa dalla qualità dei disegni. Potremmo, ma francamente non me ne importa davvero nulla. Dal punto di vista grafico-artistico, ancora ancora potrei dire dell'evoluzione del concetto di Takahata sua "rappresentazione" del reale, che ui iniza a destrutturarsi dopo l'apice toccato in PoroPoro, preludendo al surrealismo vignettista di Yamada-kun e poi al sincretismo di Kaguya. Edited May 2, 2021 by Shito Link to comment Share on other sites More sharing options...
Chocozell Posted September 21, 2023 Share Posted September 21, 2023 Studio Ghibli cambia proprietà - Fumettologica Link to comment Share on other sites More sharing options...
Chocozell Posted September 22, 2023 Share Posted September 22, 2023 https://www.instagram.com/p/CxfcoTtMgEF/?igshid=MTc4MmM1YmI2Ng%3D%3D Anteprima a Roma Link to comment Share on other sites More sharing options...
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